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Domenica, 10 Gennaio 2016 12:26

2016, primi segnali ben poco incoraggianti In evidenza

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Se il buon giorno si vede dal mattino, il 2016 non si presenta certamente con l'oro in bocca. Dieci giorni di furore per ricordarci di tutti i problemi irrisolti sul nostro pianeta. Manca all'appello il solo problema Russo-Ucraino.

di Lamberto Colla Parma, 10 gennaio 2016.
Dagli stupri di massa di Colonia, Zurigo, Amburgo, Helsinky e Dusseldorf al crollo delle borse mondiali , alle scornate diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita in un contesto tutto arabo e già sufficientemente infiammato, per finire con le prove di guerra nucleare della Corea del Nord.

Ce ne sarebbe abbastanza per dare credito alle molteplici profezie catastrofiste che vedrebbero l'implosione dell'occidente o dell'intero pianeta entro la fine dell'anno. La profezia dei Maya sulla fine del 2012 sarebbe state quindi solo procrastinata al 2016. Confidiamo che sia più plausibile la profezia della Nostradamus dei Balcani, quella Baba Vanga che aveva previsto lo tsunami asiatico, l'11 settembre e la "primavera "araba" ad esempio, che prevederebbe la conquista dell'Europa da parte musulmana nel 2043 (la lista completa delle previsioni sono state proposte da News.com.au).

Ma senza doverci addentrare nei misteri dell'occulto e della veggenza e restringendo il campo ai soli 4 concreti episodi che hanno marcato la prima decina del nuovo anno per rabbrividire.

Capodanno di stupri e violenze in nord europa. Colonia è stata solo la prima a emergere ma analoghi episodi condotti da analoghi soggetti sono accaduti a Dusseldorf, Zurigo, Helsinky e Amburgo.
Non un gruppo di ubriaconi molesti di capodanno ma una vera e propria azione di terrore diffuso nelle capitali dell'accoglienza e, quello che fa tremare, portate a termine prevalentemente da soggetti integrati, non immigrati dell'ultima ora bensì nati in continente.

Se le diversi azioni non sono state concordate e concertate seguendo un copione terroristico allora c'è da temere che una ventata di "orgoglio musulmano", incontrollabile e imprevedibile, possa esplodere dall'interno dell'europa stessa, una rivolta che sorge da una parte di concittadini emarginati che, sull'onda della propaganda islamista (ISIS) insorgono qua e là, come fa l'acqua che, dalla violenza delle precipitazioni, allaga case strade emergendo con violenza facendo saltare i tombini come fossero tappi di champagne sotto la pressione idrica.
Questo è lo scenario che più spaventa. La rivolta dei "branchi", anonimi, isolati, spontanei e diffusi.

Dal lato finanziario il 4 gennaio e poi il 7 saranno ricordati per molto tempo. Le borse di tutto il mondo hanno collassato alla riapertura del nuovo anno. New York ha segnato la peggiore apertura dal 1932. Shanghay il 7 gennaio venne chiusa dopo meno di un ora dall'apertura per eccesso al ribasso -7,3%, segno che i 20 miliardi immessi dal Governo di Pechino solo 2 giorni prima non sono riusciti minimamente a interrompere l'ondata di vendite. Ci mancava poi il test nucleare (dichiarato test all'idrogeno mentre gli osservatori dicono solo nucleare potenziato) o presunto tale della Corea del Nord per portare altro scompiglio nelle borse asiatiche e, a cascata, in quelle occidentali con Francoforte (la Germania è molto connessa con l'economia cinese) a registrare le peggiori performance.
Soros, il guru mondiale della finanza, avverte che la crisi che sta emergendo sarà pari se non superiore a quella del 2008. E se lo dice lui c'é da crederci che da ogni crisi è uscito scalando le classifiche dei Paperoni terrestri.

Intanto in Italia si continua a far credere nella crescita che non c'è, nelle tasse che si riducono mentre, conti alla mano, crescono di 551€ a famiglia stando alle analisi del Codacons.

La ripresa, questa sconosciuta, se in parte ci sarà avverrà solo attraverso le imprese capitalizzate mentre saranno ancora mortificate le micro, piccole medie imprese che, sempre più asfissiate dalla burocrazia e dalla difficoltà di accesso al credito, non riescono a cavalcare i tenui segnali di fiducia sottraendosi perciò dalla contribuzione allo siluppo economico del Paese.

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Ma se a questo tessuto imprenditoriale diffuso, vivace e coraggioso non arriveranno le risorse e gli strumenti per un adeguato rilancio l'Italia intera ne subirà le conseguenze, essendo proprio questo il background che ha creato il miracolo economico italiano del passato e che sulla base delle sue riserve sta consentendo all'Italia di galleggiare nel tormentato mare della globalizzazione ipercompetitiva.

I dati diffusi da Unioncamere dell'Emilia Romagna, relativamente al terzo trimestre 2015, confermano questa situazione e la tabella allegata è una straordinaria fotografa degli ultimi anni. "Le attese di un miglioramento delle vendite - recita il report di Unioncamere - nel quarto trimestre sono diffuse in ogni classe dimensionale, ma le piccole imprese appaiono molto più incerte, mentre le valutazioni positive sono più diffuse tra quelle medie e sono decisamente prevalenti tra le strutture maggiori."

Infine, ma non da ultimo, nel complesso panorama politico internazionale, all'infuocato conflitto tra islamismo e mondo cristiano irrompe la crisi tra i due stati portabandiera della più ampia spaccatura islamica, Iran e Arabia Saudita, Sunnita la prima e Sciita la seconda che sono venute ai ferri corti col rischio di fare ancor più prendere forza al terzo incomodo, la frangia estremista Salfita e Whabita, radicata all'interno del mondo Sciita.
Una corrente che basa i fondamenti sui tre pilastri della predicazione di Wahhab, «un re, un'autorità, una moschea».

Tipica della predicazione di Wahhab è l'ostilità alle «deviazioni» dottrinarie quali il culto dei santi, delle tombe e dei santuari, considerate innovazioni impure e idolatria, che vanno risolte cancellandone ogni traccia. Per Wahhab tutti i musulmani devono giurare lealtà a un solo capo (il Califfo, nel caso che ci sia) e quelli che non lo fanno dovrebbero essere uccisi, le loro mogli e figlie violentate e i loro averi confiscati. Una minoranza (gli Sciiti sono circa il 15% del mondo islamico) che però sta trovando adepti in ogni dove da arruolare alle milizie del "Califfato dell'ISIS" che sta mettendo a ferro e fuoco la Siria, l'Iraq, la Libia, la Nigeria con l'obiettivo di riprendere i territori che furono degli antichi califfati.

E per non disperdere dalla memoria che anche in Asia qualche problema esiste, a rammentarlo al mondo intero ci ha pensato il 33enne (compiuti l'8 gennaio) dittatore Nord Coreano Kim Jong Un che ha voluto festeggiare il compleanno, con i Botti all'Idrogeno. Un test nucleare che non può non allarmare.

In questi primi 10 giorni, il 2016, ha voluto mettere in agenda tutti i maggiori problemi irrisolti degli ultimi decenni, ambientali compresi, colpendo con violenza la Scozia e l'Inghilterra solo qualche giorno prima del capodanno, forse per ricordare ai padroni del mondo che così non si può andare avanti.

L'agenda 2016 perciò è già piena, occupata da emergenze che, purtroppo, hanno tutte la medesima priorità. Buon Anno!

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