Si è concluso il progetto pilota di Confconsumatori “Bella Nonno!”: le lezioni a Parma, Altamura (BA) e Minturno (LT) hanno visti affiancati a scuola studenti e over65. Sul sito le loro testimonianze.

Parma, 17 gennaio 2020 – Si sono concluse le lezioni di “Bella nonno! Corso di formazione intergenerazionale per anziani attivi”, un progetto pilota sperimentato in tre scuole italiane in cui i giovani nativi digitali hanno fatto da “tutor” dei nonni ultra65enni. Generazioni tra loro molto distanti hanno messo in comune le rispettive competenze per diventare consumatori più attivi e consapevoli. I corsi si sono tenuti a Parma nel Convitto Maria Luigia; a Minturno (LT) nel Liceo scientifico Leon Battista Alberti e ad Altamura (BA) all’I.I.S.S. "De Nora-Lorusso". Sul sito www.confconsumatori.it sono pubblicate le “interviste doppie” con le testimonianze dei protagonisti dei corsi e le loro impressioni sul progetto.
I moduli tematici erano cinque e riguardavano: alfabetizzazione informatica; gestione delle utenze di energia elettrica e gas; alimentazione e salute; strumenti innovativi di pagamento e di accesso ai servizi bancari; efficienza e sostenibilità dei consumi domestici. Il tutto con un occhio rivolto alle potenzialità di internet, da conoscere e sfruttare in sicurezza. Dopo la formazione preliminare dei giovani “tutor”, con l’autunno hanno preso il via le lezioni con gli over65.

Il progetto era organizzato da Confconsumatori in collaborazione con UniCredit, nell’ambito dell’accordo Noi&UniCredit, Eni gas e luce e Nestlé Health Science e si è avvalso del supporto di enti pubblici, associazioni attive a livello nazionale e locale. Noi&UniCredit è il programma di partnership fra la banca e 14 Associazioni dei Consumatori, avviato nel 2005 per accrescere la fiducia e la consapevolezza dei consumatori sui temi di banca e finanza e contribuire a rafforzarne la tutela. Inoltre, il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria ha inserito le lezioni di “Bella Nonno!” negli eventi del “Mese dell’Educazione Finanziaria”.
«Tra nonni e nipoti oggi c’è un abisso di differenze – spiega Mara Colla, presidente di Confconsumatori – i primi sono allergici alla tecnologia, i secondi ne sono quasi dipendenti. Li accomuna, però, la scarsa conoscenza dei propri diritti e doveri di cittadini-consumatori e di come esercitarli. Per questo abbiamo pensato, con questo corso, di metterli insieme, fianco a fianco, per acquisire quelle nozioni di base che ci rendono più attenti e consapevoli quando facciamo la spesa, quando paghiamo la bolletta, quando entriamo in banca o quando acquistiamo, in generale, un bene o un servizio. Il web rappresenta un’enorme potenzialità per risparmiare tempo e denaro, ma va utilizzato correttamente».


LO SCAMBIO INTERGENERAZIONALE - Ai più giovani, più abituati a navigare online, è stato chiesto di accompagnare una generazione spesso diffidente e “resistente” verso le nuove tecnologie. In cambio, i nonni hanno potuto condividere con i loro giovani tutor, l’esperienza maturata negli anni. Attraverso laboratori intergenerazionali, infatti, studenti e anziani saranno chiamati a confrontare le esperienze di consumatori in un Paese in cui servizi e mercato sono in continua evoluzione.

LA RETE CON IL TERRITORIO – I moduli formativi di “Bella Nonno!” sono adattati alla città ospitante, ai suoi servizi pubblici, agli operatori presenti eccetera. Per questo, i formatori di Confconsumatori sono stati affiancati da esperti di Enti pubblici locali (Amministrazioni locali e Asl) e/o di altre associazioni senza scopo di lucro attive a livello locale che condividano gli obiettivi formativi del progetto. Ad esempio a Parma “Bella Nonno!” ha avuto il patrocinio del Comune di Parma e dell’Ausl di Parma, che hanno contribuito alla formazione dei giovani, insieme alla Polizia Municipale – Nucleo Antiviolenza e agli esperti del progetto regionale “Pane & Internet”. Anche Fidapa Parma e Aidm Parma sostengono il progetto. A Minturno il progetto è stato patrocinato dal Comune e realizzato in collaborazione con l’Università Popolare di Latina per tutte le età (Uptel). Anche ad Altamura Confconsumatori ha attivato importanti collaborazioni con il Comune, con l’Ausl e con la Polizia di Stato.

UniCredit ha supportato l’iniziativa anche con il contributo della “Social Impact Banking”, mettendo a disposizione i contenuti formativi e le competenze di dipendenti della Banca e di volontari UniGens, un’associazione di volontariato di competenza formata da dipendenti ed ex dipendenti di UniCredit. Obiettivo della “Social Impact Banking” è quello di contribuire allo sviluppo di una società più equa e inclusiva, attraverso l’individuazione, il finanziamento e la promozione di iniziative che indirizzino le principali sfide sociali e producano un impatto sociale positivo sui territori. L’Educazione Finanziaria ed Imprenditoriale rappresenta uno dei pilastri della Social Impact Banking e ha lo scopo di favorire l’inclusione economica e la cittadinanza attiva dei giovani.
Eni gas e luce, in linea con la propria mission aziendale, ha supportato i giovani tutor, mettendo a disposizione le proprie competenze nell’ambito dell’efficienza energetica, istruendoli sulle tecnologie e sui comportamenti da adottare per fare un utilizzo consapevole dell’energia e aiutandoli a trasferire in modo efficace queste informazioni ai nonni. L’obiettivo era quello di consumare tutti meno energia e utilizzarla al meglio, riducendo gli sprechi e l’impatto ambientale.

Nestlé Health Science ha supportato i giovani tutor mettendo a disposizione le proprie competenze in ambito medico-scientifico per sensibilizzare i nonni verso problematiche poco note e sottovalutate come la disfagia e la malnutrizione negli over 65. Dopo un’adeguata formazione, i giovani tutor hanno potuto anche somministrare ai partecipanti due questionari per uno screening preventivo delle due problematiche

 

 

Lunedì, 06 Gennaio 2020 11:22

5G e privacy a rischio

Dati personali a rischio con la nuova tecnologia 5G. Preoccupazione anche di Salvini e Meloni.

Il 5G è il nuovo standard per le comunicazioni, nato con lo scopo di garantire una connessione sempre più veloce e alla portata di tutti, o almeno così viene promosso questo repentino e considerato urgente, cambio di connettività.
Sebbene l'ultima tecnologia 4G LTE non sia mai stata utilizzata dagli utenti (anzi la maggior parte di essi non ha mai avuto la possibilità di farlo), si è deciso di diffondere fin da subito, comunque il 5G. Tecnologia quella del 5G su cui girano miliardi, e dove ogni produttore di smartphone cerca di far da "padrone" o di guadagnarsi una bella fetta di mercato. Cosa che stanno provando a fare i cinesi dell'azienda Huawei, società cinese nata nel 1987 con sede in Shenzen, nonostante le opposizioni di Donald Trump, timoroso per la sicurezza dei dati informatici americani e non solo. Un problema quest'ultimo non riconducibile soltanto a Huawei ma proprio alla nuova tecnologia di quinta generazione.

Un report universitario di Roma è stato emesso nell'estate del 2019, con il titolo: “Il 5G: tra intelligence economica e security”. L'indagine svolta ha evidenziato come il 5G porterà nuove minacce, amplificando lo spazio d’azione di attacchi informatici già esistenti agendo sull’impatto dei rischi che possono concretizzarsi. Praticamente, il report afferma che aumentando la rapidità di circolazione dei dati si aumenterà di certo il numero dei dati che possono essere violati, rubati e modificati a parità di tempo. Un problema notevole che i più esperti nel campo potrebbero vedere come infondato. Se dovessimo pensarla così, si fermerebbe il progresso e si smetterebbe di rendere sempre più veloce la connessione internet, tuttavia non possiamo non accettare questo risultato universitario, ammettendo che è molto più semplice introdursi in reti di tipo wireless, che via cavo. Certo dipende anche dal tipo di protezione che i dispositivi anno (firewall, antivirus, etc...), ma una connessione via cavo è di solito maggiormente gestibile e facile da proteggere. Per ricevere il segnale 5G serviranno celle e antenne diverse dalle ordinarie, quando la sicurezza dello standard dipende ancora da elementi risalenti all'epoca del 2G. Si parla del Signaling System No 7. Un protocollo che consente agli operatori di telefonia, da oltre 40 anni di gestire telefonate e sms sulle reti PSNT, ossia le Public Switched Telephone Network. Secondo studi e analisi degli ultimi mesi, il sistema cosìdetto SS7 è vulnerabile ad attacchi, tanto da permettere intercettazioni complete di chiamate e messaggi, senza che gli utenti possano saperlo, tenendo ben conto che la crittografia è praticamente inutilizzata dagli operatori di telefonia globale. L'SS7 è stato lentamente potenziato con un'implementazione partita con il rollout del 4G. Un sistema in grado di supportare protocolli TLS, DTLS (rispettivamente per TCP e SCTP) e L'IPsec che permettono una maggiore sicurezza di comunicazione tra sorgente e destinatario. Implementazione che diverrà nuovamente del tutto nulla con la diffusione del 5G.

Altro problema non di poco conto è che la realizzazione dell'infrastruttura per il 5G dovrà passare necessariamente dalla Cina, e le aziende che operano in questo paese vengono obbligate ad una "stretta collaborazione" con i loro servizi di spionaggio. Insomma molto controproducente per gli U.S.A, ma anche per l'Italia e tutti gli altri paesi del mondo. Un rapporto presentato in parlamento dal Copasir (Comitato per la sicurezza) ritiene fondata la preoccupazione dell'ingresso di Huawei e Zte nella realizzazione delle nuove reti. Sottolinea il Comitato che il Governo e gli organi competenti in materia dovrebbero considerare molto seriamente, anche sulla base di quanto prevede la recente disciplina dettata dal decreto - legge n. 105/2019, la possibilità di limitare i rischi per le nostre infrastrutture di rete, anche attraverso provvedimenti nei confronti di operatori i cui legami, più o meno indiretti, con gli organi di governo del loro Paese appaiono evidenti. A tali organi potrebbero infatti potenzialmente essere veicolate informazioni e dati sensibili riconducibili a cittadini, enti e aziende italiani”.

Preoccupazione che non è sfuggita anche a due leader politici, Meloni e Salvini. Secondo Meloni, il Copasir è stato chiaro sui rischi della nostra sicurezza informatica, collegata all'ingresso nella realizzazione dell'infrastruttura per il 5G, di aziende cinesi. Stessa linea sostiene il leghista Matteo Salvini, sostenendo che "troppe cose non tornano". Troppe cose non tornano in effetti, come la mancanza di certezze atte a garantire che il 5G non nuocerà alla nostra salute, visto l'incremento di onde elettromagnetiche che saremo costretti a subire; come la mancanza di certezza che non saremo costretti a cambiare ancora una volta i nostri smartphone e pc per una tecnologia rischiosa per i nostri dati sensibili, e non veloce come prospettato, in attesa di passare al 6G, al 7G, all'8G etc...

Visti gli elementi analizzati, le prospettive non sono esattamente delle migliori e farebbero bene Fratelli d'Italia, Lega e il governo italiano tutto, a fermare lo sviluppo del 5G, almeno fino a quando non sarà chiarito ogni dubbio, fino a quando non si sarà sviluppato un nuovo e valido programma di reale sicurezza informatica e non si sarà fatta chiarezza sulla salute degli italiani.

A tal proposito il gruppo “Amo la vita - No 5G”, sodalizio di cittadini della provincia di Parma, nato per contrastare tutto questo, ha indetto una petizione che è possibile firmare in diverse attività commerciali della città nei seguenti punti di raccolta:

Cartoleria "Cartavoglio di Largo Luca Ganzi n. 9, Libreria "Fiaccadori di strada del Duomo n. 8/A. Alimentari Biologici "La dispensa del
gelso" di via Lisoni n. 8. Alimentari biologici "Il punto verde" di via Costituente n. 36. Erboristeria e benessere "Ile de guam" presso
il centro commerciale Eurotorri. Libreria "Futurino" di via Monte Grappa n. 2. Negozio di giocattoli "Toyland" di via Lanfranco n. 4.

Mercoledì, 18 Dicembre 2019 05:49

Sinergie UniCredit e CNA Emilia-Romagna

Sinergie UniCredit e CNA Emilia-Romagna. Accordo per l’innovazione digitale e la crescita dimensionale delle Pmi

Dopo la firma dell’Accordo Quadro nazionale tra Cna e UniCredit, avvenuta lo scorso ottobre a Milano, è stata siglata oggi a Bologna la prima convenzione operativa a valere sull’Emilia-Romagna. Firmatari Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit; e Fabio Bezzi, Direttore regionale CNA e Presidente di Fondartigianato.

L’iniziativa, che dopo una prima fase pilota verrà estesa ad altre regioni, è volta a sostenere l’innovazione digitale e la crescita dimensionale delle PMI fornendo consulenza e supporto finanziario agli investimenti in innovazione produttiva e organizzativa, in digitalizzazione e, in generale, alle attività messe in campo dai “Digital Innovation Hub” di CNA, la rete - parte del Network Nazionale promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico - nata con l’obiettivo di accompagnare le imprese nel passaggio al nuovo modello produttivo Impresa 4.0.

Nello specifico le sedi territoriali di CNA Emilia-Romagna selezioneranno un ampio numero di imprese associate, ne misureranno il livello di maturità tecnologica, tramite un accurato check-up svolto in azienda, e consegneranno un Report con l’analisi dei dati raccolti e delle strategie dell’impresa rispetto all’innovazione tecnologica e al mercato.

La collaborazione tra CNA ed i Business Center di UniCredit consentirà quindi di individuare le migliori modalità per il reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione dei piani di digital innovation delle imprese e a supportare le successive fasi di crescita aziendale e ricerca di nuovi mercati.

La sinergia tra UniCredit e Cna punta dunque a supportare i processi di trasformazione legati ai temi dell’innovazione digitale. Ciò anche in termini di evoluzione culturale: in tal senso UniCredit e CNA hanno avviato ad ottobre un articolato programma nazionale di workshop divulgativi, i Pmi Digital Lab, nati dalla collaborazione con Talent Garden e che hanno visto il recente svolgimento anche di una tappa a Rimini.

“Impresa 4.0” - ha commentato Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit - rappresenta un importante volano di innovazione di processo per le PMI. Un’occasione di crescita da non perdere. Dobbiamo evitare, facendo Sistema, il rischio di un digital divide che può marginalizzare una parte importante del nostro sistema produttivo. Il nostro Gruppo vuole essere attento alle esigenze del territorio non solo per fornire il supporto finanziario necessario alla crescita dimensionale, ma anche per favorire i processi di innovazione tecnologica delle imprese e la realizzazione di iniziative di formazione sui temi della digitalizzazione. In tal senso la sinergia sviluppata con Cna conferma il nostro impegno nel sostenere, su più fronti e in concreto, la competitività delle imprese dell’Emilia Romagna”.

“Le imprese della nostra regione - ha commentato Fabio Bezzi, Direttore regionale CNA - sono particolarmente ricettive verso i temi dell’innovazione e di Impresa 4.0. CNA Emilia Romagna è parte attiva di questi processi e supporta le imprese associate nei percorsi di innovazione e di trasformazione digitale attraverso l’attività dei dieci CNA Hub 4.0 presenti sul territorio. Gli strumenti di misurazione del livello di maturità tecnologica delle imprese che abbiamo sviluppato, e che stiamo sperimentando con i nostri Hub, ci saranno particolarmente utili per rilevare, in tempo reale, lo stato di innovazione tecnologica delle imprese e la loro propensione ad investire”.

 

La burocrazia non è più un muro insormontabile, almeno per i nuovi immigrati o coloro in procinto di espatriare. Rapidità, correttezza e efficacia i valori del nuovo servizio offerto da Interconsul srl.

di LGC Parma 10 dicembre 2019 - Si fa un gran parlare, troppo spesso in modo spregevole, di immigrazione e espatrio. Il primo è un fenomeno comunemente connesso al flusso dei profughi extracomunitari, mentre quando si parla di espatrio l’associazione istintiva e alla "fuga di cervelli” dal Bel Paese. Ma tralasciando i pensieri più populisti, tra i processi più favorevoli all’umanità portati da una globalizzazione spinta è uno scambio di risorse professionali, utili all’economia di quello o di quell’altro paese, piuttosto che di quella o quell’altra azienda.


E si sa che la burocrazia può diventare un muro insormontabile specie se certe pratiche non rientrano nel computo delle mansioni ordinarie.


“Proprio per la nostra particolare vicinanza a Tribunale, Procura e Prefettura di Parma - sottolinea Jorge Borges, uno dei soci fondatori di Interconsul srl, e la nostra elevata competenza linguistica, che abbiamo impostato un servizio “agevolatore" delle pratiche legate all’espatrio e all'immigrazione. Traduzione e asseverazione con giuramento presso il tribunale di libretti di circolazione di auto estere e patenti ad esempio. Curioso, in questo caso, è osservare come negli anni precedenti erano documenti di provenienza quasi esclusiva dalla Germania, mentre sorprendentemente il mercato si è, più recentemente, esteso alla Spagna, Romania, Russia e Olanda. Un ampliamento di mercato che ha enormemente allargato il bacino di soggetti, intra e extraUE, che necessitano di servizi qualificati affinché le più ostiche, ma non per questo meno indispensabili, formalità vengano rapidamente portate a conclusione con correttezza. A fronte di ciò ci siamo strutturati per omologare e semplificare le traduzioni, che di per sé sono nella maggioranza dei casi, ripetitive in modo da collocarci con prezzi molto competitivi. Efficacia, efficienza e prezzi favorevoli, hanno contribuito a aprire un nuovo filone di business che ha così consentito di farci conoscere anche a un nuovo target di consumatore finale di servizi."

 

• In Italia un cliente su due utilizza l’internet banking e uno su tre accede alle piattaforme della banca tramite App

• In Emilia Romagna oltre 356mila clienti attivi on line (+7% nell’ultimo anno); e oltre 216mila clienti mobile (+18,9%). Bologna la provincia più attiva, seguita da Modena e Reggio Emilia.

• A disposizione dei clienti una nuova App per il mobile banking: sarà unica per Italia, Germania e Austria

UniCredit è sempre più digitale: a fine giugno 2019 in Italia erano 3,4 milioni (uno su due) i clienti attivi on line con una crescita del 6,7 anno su anno. Sono cresciuti del 16,4 per cento (2,2 milioni) anche i clienti mobile, il che significa che un cliente su tre accede alla banca tramite App ed è aumentato (+2%) il numero delle transazioni migrate sui canali digitali. Sono diminuite invece del 29% le transazioni effettuate allo sportello dove l’attività si focalizza sempre più sulla consulenza personalizzata e sui servizi ad alto valore aggiunto per privati e PMI, come ad esempio la consulenza assicurativa e la gestione dei risparmi.


L’Emilia Romagna è tra le regioni più digital, con oltre 356mila clienti attivi on line (+7% nell’ultimo anno); e oltre 216mila clienti mobile (+18,9%).
In crescita dell’2%, anno su anno, in regione il numero delle transazioni migrate su canali digitali.
Bologna la provincia più attiva con circa 115mila clienti attivi on line (+5,7% nel 2019 rispetto al 2018) e 67mila mobile (+18%). Seguono Modena con 73mila clienti attivi on line (+7,7%) e oltre 44mila su mobile (+18%); e Reggio Emilia 47mila clienti on line (+8%) e oltre 23mila clienti su mobile (+19%).

Proprio in questi giorni il Gruppo sta lanciando la nuova App per il mobile banking, che sarà più veloce, facile e intuitiva e sarà uguale per i clienti dei tre Paesi dove il Gruppo ha una presenza più forte. E’ stata realizzata una piattaforma digitale unica che serve tre mercati sostanzialmente diversi. Il risultato permetterà ai clienti di moltiplicare le occasioni di contatto digitale con la banca e alla banca di ottenere una maggior efficienza operativa.

“Vogliamo accompagnare i nostri clienti – spiega Remo Taricani, co-CEO Commercial Banking Italy di UniCredit – attraverso una trasformazione in corso che è testimoniata anche dai nostri dati. Per questo lavoriamo ogni giorno per essere più customer-friendly fornendo prodotti semplici e mirati, strumenti innovativi, efficienti e facili da usare. Come banca siamo stati i primi in Italia a offrire ai nostri clienti i pagamenti digitali tramite Apple Pay e poi Samsung Pay e Google Pay. Sempre per primi abbiamo dato la possibilità ai commercianti di accettare Alipay per i pagamenti digitali dei numerosi turisti cinesi nel nostro Paese. E proprio in questi giorni stiamo lanciando la nostra nuova App mobile, più veloce, facile e intuitiva. Sarà unica per Italia, Germania e Austria. Il che ci consentirà di offrire un servizio più efficace nei tre Paesi e innovazione più rapida. La nostra logica è integrare tutte le migliori soluzioni che la tecnologia rende disponibili, in modo da rispondere alle differenti esigenze dei clienti garantendo sempre la massima attenzione al livello di sicurezza".

Lunedì partirà, per il secondo anno consecutivo, U Days, la campagna di UniCredit che durerà per tutto il mese di dicembre per promuovere l’utilizzo dei canali digitali.

 

L’Università di Parma ha promosso un importante convegno in Emilia Romagna sul tema della sicurezza informatica: esperti a confronto e case study aziendali per una giornata di condivisione e diffusione della consapevolezza sulla cyber security.

Il ruolo della sicurezza informatica nell’era della digitalizzazione, l’importanza della sua azione trasversale ai diversi ambiti della vita odierna; da quello politico, a quello economico, sanitario, fino alla sfera sociale: partendo da queste tematiche si è sviluppato il Convegno “Cyber Security Parma”, tenutosi giovedì 14 novembre presso il Centro Congressi del Plesso Aule delle Scienze al Campus di Parma. Una giornata, organizzata dall’Area Sistemi Informativi – Unità Organizzativa Sicurezza e Processi dell’Università di Parma, che è diventata momento di condivisione e diffusione della consapevolezza sui temi della cyber security.

Sono stati numerosi gli esperti e i referenti di importanti aziende, attive non solo sul territorio italiano, che si sono succeduti per raccontare esperienze dirette e case study nell’ambito della sicurezza informatica. Si è venuto in tal modo a delineare un quadro estremamente complesso e variegato, che ha fornito una visione professionale e più ampia sul tema.

Ad aprire la mattinata è stato il Key Note “4 Cybersec Topics VS 4 InfoSec Cultures”, condotto da due importanti nomi nell’ambito del digitale e della sicurezza informatica: Raoul Chiesa, il primo hacker italiano, ora consulente in ambito ICT Security, e Selene Giupponi, una delle maggiori esperte in Italia di Computer forensics e reperimento dati nel dark web. Grazie al loro significativo contributo è stato possibile evidenziare e analizzare differenti focus basati su “keyword” tecnologiche, soffermandosi al contempo su esempi e casi di studio semplici e concreti legati a tematiche quali: DNS Exfiltration, IoT, Disaster Recovery, Infrastrutture Critiche, Proactive Security, Misure Minime, Data Breach ed Incident Detection.

Fil rouge dell’intera giornata, la presa di coscienza che la Cyber Security che deve diventare trasversale, ovvero prevenire e contrastare la diffusione di una criminalità informatica molto diffusa in quanto il cybercrime ha ormai un volume di affari su scala globale di circa 1,5 trilioni di dollari all’anno.

“Al centro di questa attività rimane sempre “la persona” – spiega Raoul Chiesaperché ciò che facciamo influisce principalmente sulla popolazione. Non esiste più il vecchio cliché che identifica il singolo attacco in modo preciso. Chi si occupa di sicurezza informatica deve quindi essere sempre più preparato, non basta solo una approfondita conoscenza tecnologica, servono intuito, certamente passione, capacità di connessione con le altre persone e basi di psicologia per interpretare e prevedere comportamenti”.

“Ogni nuova forma di tecnologia porta nuove forme di criminalità – sottolinea Selene Giupponila sicurezza cibernetica entra e tocca tutti gli ambiti della nostra vita, che si tratti del cittadino, fino ad arrivare ad aziende, pubbliche amministrazioni e sistemi di sicurezza nazionali. Anche il singolo soggetto può fare qualcosa, prestare attenzione, perché i suoi dati possono essere rubati per commettere altri crimini. Sono diversi gli schemi di azione e gli strumenti: richieste di amicizia social, mail di spam con offerte, mail con link. Un utente può tutelarsi, ad esempio, cambiando spesso password, non connettendosi a reti wifi free, ma anche controllando bene le autorizzazioni che si concedono nell’utilizzo delle semplici applicazioni sugli smartphone. Per quanto riguarda le aziende, la situazione è complessa. Sicuramente, per prima cosa, devono adeguarsi alla normativa europea del Gdpr”.

Dall’ambito del cittadino a quello aziendale, passando per casi pratici ed esempi concreti, il Convegno “Cybersecurity Parma” ha affrontato diversi ambiti della sicurezza informatica: come fronteggiare il phishing innalzando la consapevolezza degli utenti, come innalzare la sicurezza in un ambienta eterogeneo monitorando i propri asset, come approcciarsi alle problematiche di sicurezza dell’IoT (Internet delle cose cioè dispositivi di uso quotidiano connessi in rete), come gestire un databreach, come proteggere informazioni industriali, come gestire gli incidenti di sicurezza, come conservare copie dei dati e dei sistemi in cloud.

Un contesto reso ancora più completo dagli interventi dei relatori che si sono alternati durante l’incontro. Queste le tematiche affrontate:

Michele Rivieri (Cedacri Group): “La gestione della DNS exfiltration, minacce, impatti e contromisure”;

Pietrandrea Lambertini e Roberto Goldoni (Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma): “Sviluppare la coscienza informatica attraverso attacchi etici”;

Ilaria Comelli (Università di Parma), Marco Rottigni (Qualys): “Viaggio al centro di un asset – da visibilità a consapevolezza”;

Luca Veltri (Università di Parma): “Sicurezza in ambito IoT”;

Fabio Berti (IT.City) e Paolo Fontechiari (Comune di Parma): “Il piano di Disaster Recovery del Comune di Parma”;

Armando Tacchella (Università degli Studi di Genova): “Sicurezza delle infrastrutture critiche”;

Domenico Carnicella, Alessandro Rodolfi e Roberto Tanara (DataConSec): “La gestione tecnico organizzativa di un data breach: un caso pratico”;

Enrico Riccardi (Chiesi Farmaceutici): “L’Incident Detection in una multinazionale”;

Christian Alzapiedi (Dallara Automobili): “Protezione delle informazioni e del know-how aziendale in ambito Automotive”;

Pietro Delsante e Bernardino Grignaffini Gregorio (Certego): “Adventures in RansomwareLand”.

Dopo questa prima edizione, “Cyber Security Parma” mira a divenire un appuntamento annuale incentrato sul forte interesse per ciò che riguarda le tematiche legate alla sicurezza digitale e sicurezza IT.  

L’evento è stato realizzato grazie al supporto di Qualys, Certego, Dataconsec e Interconsul; con il patrocinio di Comune di Parma, Camera di Commercio di Parma, Unione Parmense degli Industriali, ARPAE, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Il Convegno aderisce alla campagna di sensibilizzazione dell’Unione Europea ECSM European Cyber Security Month, creata con la volontà di aumentare la consapevolezza nei confronti delle sempre più aggressive e frequenti minacce sulla rete digitale, nonché di promuovere la sicurezza informatica tra cittadini e organizzazioni fornendo risorse per proteggersi online, attraverso l’educazione e la condivisione di buone pratiche.

Website: https://cybersecurity.unipr.it/

 

Regione Emilia-Romagna e ART-ER promuovono Matcher (Bologna, Palazzo Magnani, 13-14 novembre), primo programma internazionale di Open Innovation per connettere grandi aziende della regione con startup innovative di diversi Paesi del mondo.

Favorire lo sviluppo di soluzioni innovative nell’ambito dei settori “packaging”, “salute e benessere” e “mobilità intelligente” tramite il confronto e la collaborazione tra startup internazionali e 40 imprese del territorio anche multinazionali. È la finalità principale di MATCHER, programma di Open innovation promosso da Regione Emilia-Romagna tramite ART-ER, nuova società regionale per la crescita e l’innovazione.

Il percorso
ART-ER in collaborazione con Deloitte Officine Innovazione e con il supporto di Confindustria Emilia, Confcooperative, UniCredit, Legacoop, Unioncamere Emilia-Romagna, CNA e dei Cluster regionali, ha coinvolto 40 aziende corporate del territorio in un percorso partecipato per individuare le sfide nei tre ambiti tematici. È stato promosso poi un bando internazionale che ha portato alle selezione delle startup in grado di rispondere a questi bisogni. Su 120 startup partecipanti, ne sono state selezionate 43 che hanno avuto accesso alla fase finale, più della metà delle quali provenienti da paesi europei ma anche da Stati Uniti, Asia e Australia.

Nel settore del “packaging” sono state coinvolte 16 aziende, tra cui Barilla, CIRFOOD, Tetrapack, Bonfiglioli, che hanno individuato l’esigenza di utilizzare materiali alternativi alla plastica per realizzare le confezioni, che devono essere “intelligenti”, “interattive”, “sostenibili” e “prodotte in modo ottimale”. Tra le richieste delle aziende intervistate packaging sostenibili e tracciabili o che siano in grado di monitorare lo stato dei prodotti con sistemi di intelligenza artificiale e big data che ne migliorino stoccaggio e movimentazione.

Per il tavolo di lavoro su “salute e benessere” sono state coinvolte 19 imprese, tra cui Chiesi, Sanofi, Alfasigma, UnipolSai, Amadori, ecc., che hanno messo in evidenza l’importanza di avere strumenti di analisi “indossabili” dal paziente per avere informazioni su pressione, battito cardiaco, consumo di ossigeno, ecc. Nell’ambito della medicina di precisione è emersa l’urgenza di creare, tramite l’immunotherapy, cellule ‘ingegnerizzate’ che riconoscano per tempo i tumori. Nel campo della ‘digital reality’, l’utilizzo della realtà aumentata permette di pianificare in modo più efficiente gli interventi chirurgici così come l’utilizzo della realtà virtuale, tramite appositi visori, può aiutare i pazienti nelle terapie di elusione della realtà. Non meno importante, in campo alimentare, la somministrazione di supplementi personalizzati per chi soffre di mancanze alimentari specifiche e la modifica dei geni delle piante per migliorarne le caratteristiche.

I bisogni di innovazione nell’ambito della mobilità intelligente sono emersi dal coinvolgimento di 16 imprese, tra cui CAMST, Aeroporti di Bologna, POGGIPOLINI, che hanno manifestato esigenze soprattutto nell’ambito dei veicoli connessi, auto a guida autonoma, veicoli elettrici, micromobilità e trasporto intermodale. Nello specifico le necessità evidenziate riguardano lo sviluppo di veicoli solari, l’efficientamento della batteria dei veicoli elettrici, la creazione di stazioni di ricarica elettrica ‘domestiche’, rendere più efficienti le consegne delle merci, lo sviluppo di tecnologie per la guida di automezzi da remoto o per la guida autonoma (lidar e radar).

L’evento

Il 13 e 14 novembre a Palazzo Magnani, sede di UniCredit, si terrà l’evento finale con oltre 400 incontri one-to-one già fissati tra le startup e le imprese dell’Emilia-Romagna.

Il pomeriggio del 14 novembre MATCHER sarà aperto al pubblico, con una panel di approfondimento sui temi dell’Open innovation moderato da Massimo Cerofolini, giornalista e conduttore, la presenza di Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna e la partecipazione di esperti e imprenditori tra cui un keynote speech di Rosana Ardila, Senior Open Innovation manager di Mozilla.

Durante la giornata UniCredit StartLab consegnerà un proprio premio speciale ad alcune startup selezionate tra le partecipanti a MATCHER, per l’accesso al programma di accelerazione di StartLab.

www.match-er.com 

Le imprese partecipanti: Aeroporto di Bologna, Alfasigma, Amadori, Barilla Group, BBraun, Bonfiglioli riduttori, Bormioli Pharma, Borgwarner, Bucci Industries, Caab, Gruppo Camst, Cardioline, Chiesi Farmaceutici, Cirfood, Coopselios, Coopservice, Elcam Medical Italy, Elettric 80, Eurosets, Fondazione ITL, Gruppo Fabbri, Gruppo Five, Gvmnet - Gruppo Villa Maria, HNP Group, Landi Renzo Group, Marchesini Group, M.M.B Software, Pelliconi, Poggipollini, Polgroup, Quix, Robopac, Sacmi, Sanofi Genzyme, Sealed Air, Schneider Electrict SE, Tetrapack, Tozzi Green, Unipol Sai.

ART-ER Attrattività Ricerca Territorio, è la nuova Società Consortile dell'Emilia-Romagna, con l’obiettivo di favorire la crescita sostenibile della regione attraverso lo sviluppo dell'innovazione e della conoscenza, l'attrattività e l'internazionalizzazione del sistema territoriale.

Insieme per una regione sempre più attrattiva e internazionale. www.art-er.it 

L’Università di Parma promuove un importante convegno in Emilia Romagna su tema della sicurezza informatica: esperti a confronto per una giornata che ha come obiettivo quello della condivisione e diffusione della consapevolezza sui temi della cyber security. Giovedì 14 novembre, dalle 9.00 alle 18.00 presso il Centro Congressi del Campus Universitario di Parma.

Nell’era della digitalizzazione, caratterizzata da un flusso continuo di informazioni e dati sensibili trasmessi tramite la rete, il tema della sicurezza informatica è diventato imprescindibile. Un campo che si muove attraverso strumenti e tecnologie la cui funzione è quella di proteggere i sistemi informatici da attacchi esterni di hacker sempre più specializzati.

Questo l’ambito di approfondimento e analisi che verrà affrontato durante il convegno “Cybersecurity Parma”, in programma per giovedì 14 novembre, dalle ore 9.00 alle 18.00, presso il Centro Congressi del Plesso Aule delle Scienze al Campus di Parma. Una giornata, organizzata dall’Area Sistemi Informativi – Unità Organizzativa Sicurezza e Processi dell’Università di Parma, volta alla condivisione e diffusione della consapevolezza sui temi della cybersecurity. Ad animarla saranno esperti e referenti di grandi aziende che porteranno la loro esperienza diretta attraverso case-study operativi quali esempi concreti legati al tema sicurezza informatica, dando forma a momenti di divulgazione sulla base di competenze e problematiche reali.

La mattinata sarà caratterizzata dal Key Note “4 Cybersec Topics VS 4 InfoSec Cultures”, condotto da due importanti nomi nell’ambito del digitale e della sicurezza informativa: Raoul Chiesa, il primo hacker italiano, ora consulente in ambito ICT Security, e Selene Giupponi, una delle maggiori esperte in Italia di Computer forensic e reperimento dati nel dark web, che introdurranno l’argomento sviluppandone i differenti aspetti, per poi accompagnare l’analisi dei case study presentati durante la giornata. Questo Key Note vuole evidenziare e indirizzare differenti focus verso otto importanti "keyword" tecnologiche, per stimolare e facilitare il confronto tra relatori e pubblico, fornendo nel contempo esempi e casi di studio semplici e concreti sui seguenti temi: DNS Exfiltration, IoT, Disaster Recovery, Infrastrutture Critiche, Proactive Security, Misure Minime, Data Breach ed Incident Detection.

Nel corso della giornata si alterneranno interventi che daranno spazio a una visione internazionale del problema, grazie a relatori referenti di realtà attive anche oltre i confini nazionali:

Michele Rivieri (Cedacri Group): “La gestione della DNS exfiltration, minacce, impatti e contromisure”;

Pietrandrea Lambertini e Roberto Goldoni (Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma): “Sviluppare la coscienza informatica attraverso attacchi etici”;

Ilaria Comelli (Università di Parma), Marco Rottigni e Luca Besana (Qualys): “Viaggio al centro di un asset – da visibilità a consapevolezza”;

Luca Veltri (Università di Parma): “Sicurezza in ambito IoT”;

Fabio Berti (IT.City) e Paolo Fontechiari (Comune di Parma): “Il piano di Disaster Recovery del Comune di Parma”;

Armando Tacchella (Università degli Studi di Genova): “Sicurezza delle infrastrutture critiche”;

Domenico Carnicella, Alessandro Rodolfi e Roberto Tanara (DataConSec): “La gestione tecnico organizzativa di un data breach: un caso pratico”;

Enrico Riccardi (Chiesi Farmaceutici): “L’Incident Detection in una multinazionale”;

Christian Alzapiedi (Dallara Automobili): “Protezione delle informazioni e del know-how aziendale in ambito Automotive”;

Pietro Delsante e Bernardino Grignaffini Gregorio (Certego): “Adventures in RansomwareLand”.

Per consultare il programma: cybersecurity.unipr.it/programma/

“Cyber Security Parma” vuole diventare un appuntamento annuale di forte interesse per ciò che riguarda le tematiche legate alla Cyber security e alla sicurezza IT, disegnandone una panoramica il più possibile completa: sicurezza dei dati, analisi della tecnologia attualmente in uso, approcci e tipologie di software più diffusi a supporto della gestione della sicurezza informatica. 

Il Convegno aderisce alla campagna di sensibilizzazione dell’Unione Europea ECSM European Cyber Security Month, che si svolge ogni ottobre in tutta Europa, creata con la volontà di aumentare la consapevolezza nei confronti delle sempre più aggressive e frequenti minacce sulla rete digitale, nonché di promuovere la sicurezza informatica tra cittadini e organizzazioni fornendo risorse per proteggersi online, attraverso l’educazione e la condivisione di buone pratiche.

L’evento è realizzato grazie al supporto di Qualys, Certego, Dataconsec e Interconsul; con il patrocinio di Comune di Parma, Camera di Commercio di Parma, Unione Parmense degli Industriali, ARPAE, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Per maggiori informazioni e registrarsi all’evento: https://cybersecurity.unipr.it/

CYBER SECURITY PARMA

Giovedì 14 Novembre 2019

Ore 9.00-18.00

Centro Congressi del Plesso Aule delle Scienze al Campus Universitario di Parma

Nella giornata di giovedì si è completato l'imponente aggiornamento della piattaforma sulla quale poggia la "Gazzetta dell'Emilia & Dintorni". Maggiore efficienza e adeguamento ai più aggiornati standard di comunicazione social media.


Parma 11 ottobre 2019 - Formalmente iniziato quasi quattro mesi fa l’aggiornamento, che ha visto convolto anche il server host dedicato con conseguente incremento delle difficoltà, è giunto a termine e la testata tornerà, entro pochi giorni, alla totale normalità ma ancor più efficiente.


Come tutte le cose nuove e sofisticate, nei primi giorni di “rodaggio” molto probabilmente si riscontreranno ancora dei piccoli e risolvibili problemi, per lo più di natura estetica ma che verranno di volta in volta corretti.


Complesso era il progetto iniziale della Gazzetta dell'Emilia e complesso è risultato perciò l'aggiornamento tecnico alla più recente versione di Joomla.
Applicativi e programmi personalizzati sono stati, in gran misura, riscritti per mantenere l'operatività dei servizi innovativi che erano in dotazione nella versione originale e che non si intendeva disperdere nella nuova versione.


Ci auguriamo che tutto si sia svolto nella piena correttezza e Vi assicuriamo che le eventuali prossime e inevitabili inefficienze saranno lievi e prontamente corrette.


Grazie a tutti della pazienza e comprensione.


Nuova Editoriale soc. coop.
Il Presidente
Lamberto Colla

Sono sempre più numerose le aziende che decidono di servirsi di un software ERP con l'intento di migliorare le proprie prestazioni. ERP è l'acronimo di Enterprise Resource Planning, espressione che indica la pianificazione delle risorse di impresa. In pratica, si fa riferimento a un sistema di gestione nell'ambito del quale vengono integrati i diversi processi di business che assumono rilievo per una società, come per esempio la contabilità e le vendite. L'esigenza di ottimizzare i processi di organizzazione all'interno di un'impresa si fa sempre più vincolante in un'epoca nella quale il costo del valore aggiunto in proporzione è decisamente più importante del prezzo delle materie prime, anche per l'incremento della redditività e dell'efficienza. 

L'aiuto dell'informatica

Il supporto di un mezzo informatico è fondamentale per eliminare o risolvere gli errori, così come per espellere gli sprechi: il coordinamento è il punto di partenza imprescindibile per tutti i processi decisionali, soprattutto dal punto di vista di una logica aziendale che è determinata dal flusso di informazioni e di materiali. Il supporto informatico proviene, appunto, dai software ERP, che costituiscono la soluzione a buona parte dei problemi. Tali sistemi offrono la possibilità di gestire e di monitorare ogni processo aziendale nella struttura del sistema operativo, organizzativo e informativo. 

Perché scegliere i programmi ERP

In passato, di fronte a una domanda in aumento, si creavano stock di materie prime e di prodotti. Oggi, invece, la domanda è variabile, e ciò incide in misura significativa sui processi. Produrre per il magazzino, per esempio, significa avere più prodotti del necessario, che non essendo vendibili a prezzo pieno devono essere per forza svenduti. La supply chain e l'ERP servono a comprare e a produrre in tempi rapidi unicamente quando è necessario farlo. Questo è il motivo per il quale le aziende moderne sono sistemi aperti, in cui il superfluo viene eliminato e la logistica si basa sulla domanda pull. 

Dove trovare un software ERP

Tra le realtà del mercato che mettono a disposizione i programmi ERP, merita di essere menzionata Teamsystem, che garantisce ai propri clienti acquisti rapidi e semplici, ma permette anche di usufruire di piani di abbonamento flessibili. I software gestionali Teamsystem possono essere utilizzati in cloud, il che vuol dire che non vincolano gli utenti all'utilizzo di questo o quel device, e fanno parte di una vasta gamma di soluzioni pensate per i professionisti e per le imprese. 

L'evoluzione degli ERP nel corso del tempo

Nel corso degli ultimi 10 anni i programmi ERP hanno saputo conquistare un ruolo di primo piano nell'ambito dei processi aziendali. Quelli che un tempo erano stati concepiti come software per la gestione dei processi produttivi e logistici, con il trascorrere degli anni e l'evolversi delle tecnologie si sono trasformati in sistemi modulari e integrati in grado di coprire praticamente qualsiasi area. All'interno di un'azienda, pertanto, non ci sono reparti che non siano monitorati o che non possano essere automatizzati. L'uso di tali software è sempre possibile, a prescindere dalle dimensioni aziendali o dall'area di applicazione, perché ciò che ne deriva è un contesto omogeneo.

Gli ERP di seconda generazione e quelli italiani

Un'evoluzione degli ERP è rappresentata dagli ERP di seconda generazione, o ERP estesi, che racchiudono funzioni molto più ampie e comunicano in tempo reale con la filiera commerciale e produttiva grazie alle tecnologie più recenti. La gestione di impresa attuale, pertanto, prevede che le aziende siano sistemi aperti. Gli ERP italiani, in particolare, hanno il pregio di assicurare una gestione ottimale e completa degli adempimenti di carattere fiscale e di natura contabile, e si differenziano proprio per questo dai loro omologhi internazionali. Una prospettiva di cui è bene tenere conto in previsione di un eventuale acquisto.