Domenica, 24 Luglio 2022 19:51

F1, Francia: errare è umano, sognare si fa diabolico In evidenza

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F1, Francia: errare è umano, sognare si fa diabolico Fotografia "Scuderia Ferrari" Facebook page

Dopo aver realizzato la sua 16esima pole position, Leclerc sbaglia. Verstappen vince ed allunga in classifica. Ferrari, serve continuità di risultati. Bella rimonta di Sainz, costretto a partire dal fondo. Mercedes risorge.

di Matteo Landi 24 luglio 2022 -

Tornano in mente le dichiarazioni di Mattia Binotto rilasciate prima dell'inizio del campionato. Il must era tornare a vincere gare, dopo anni vissuti guardando gli altri dal basso verso l'alto. Ad oltre metà campionato possiamo dire che la Ferrari abbia centrato gli obiettivi prefissati dal suo team principal. Il "problema" è che l'appetito vien mangiando e strada facendo, data la velocità espressa della vettura 2022, i tifosi e la stessa squadra Rossa hanno creduto di poter puntare al bottino grosso. Sul suo cammino hanno incontrato un avversario veramente tosto, non sbaglia mai. Il binomio Red Bull-Verstappen è micidiale. La Ferrari ha mostrato di poterlo sconfiggere, o almeno di avere il potenziale per farlo, quasi ad ogni gara. La differenza la sta facendo la capacità di Verstappen di massimizzare ogni situazione, lasciando per strada qualche punto quando necessario, cercando di evitare battute a vuoto. Forte di una vettura non sempre all'altezza della Rossa ma sicuramente più affidabile. Oggi Leclerc aveva la possibilità di giocarsi la vittoria sulla pista in cui lo scorso anno la Ferrari era sprondata, con entrambi i piloti fuori dalla zona punti. A testimoniare i progressi della squadra italiana era arrivata ieri una pole position stupenda di Leclerc, aiutato da un Sainz in versione assistman. Lo spagnolo sapendo di dover partire in ultima fila (cambio di tutte le componenti della power unit, a dimostrazione di quanto la Ferrari abbia puntato sulla prestazione, meno sull'affidabilità) aveva disputato l'ultima parte delle qualifiche con l'unico scopo di fornire una valida scia alla vettura n.16 di Leclerc. Oggi Charles ha iniziato alla grande, resistendo prima agli attacchi di Verstappen, e poi costringendolo ad una momentanea resa quando l'olandese ha iniziato a patire il degrado degli pneumatici. Al giro 18 il monegasco si apprestava quindi a rientrare ai box per il suo cambio gomme, Verstappen già l'aveva sostituite, il tempo per potergli uscire davanti era al limite. Nel momento di massimo stress è nato il terribile errore che ha costretto al ritiro Leclerc. Un team radio di urla, respiri affannati. Poi lo sfogo ai microfoni di Sky: "colpa mia, se perderò il titolo per 32 punti saprò da dove vengono. Non posso commettere questi errori". Amato perché mette una passione infinita in quello che fa, perché vince con sorpassi spettacolari, come quest'anno in Austria, o difendendosi con il coltello fra i denti, come a Monza nel 2019. Ammirato per la sua velocità istintiva, che già gli ha consentito di accaparrarsi ben 16 (!) pole position. Accostato a Gilles Villeneuve, perché capace di imprese storiche, come vincere con l'acceleratore che resta aperto. Il suo processo di maturazione, però, ancora non si è concluso, e l'errore odierno lo dimostra. Ma non si abbatterà, perché i campioni sono sempre pronti a risorgere.

Hamilton e Russell completano il podio. Vince un Verstappen maturo

Lo dimostra Hamilton. Oggi stupendo secondo, con una Mercedes che, sull'asfalto liscio del Paul Ricard, è anch'essa risorta. Il terzo posto di Russell ha confermato le buone prestazioni di una vettura che, messa nelle condizioni a lei più congeniali, è in grado di dire la sua anche nei confronti delle prime della classe. Lo abbiamo visto a Silverstone, quando Hamilton ha addirittura lottato per la vittoria, prima della resa finale, ed oggi, con l'inglese passato sotto il traguardo "appena" dieci secondi dopo il vincitore Verstappen. Non possiamo far passare in secondo piano, inoltre, la gran corsa di Russell, capace di giungere terzo avendo la meglio sul secondo pilota Red Bull, Perez. Il messicano quest'anno sta avendo prestazioni più vicine a quelle del campione del mondo Verstappen. Il quale però mostra di avere sempre una marcia in più. Specialmente quando i giochi si fanno duri. Non sappiamo se, con Leclerc in pista, avrebbe vinto. Ma poco importa perché, come recita il detto, "con i se e con i ma la storia non si fa". Ancora una volta l'olandese ha corso in modo intelligente, da campione qual è. Non abbiamo più a che fare con il giovanissimo Max, veloce ma irascibile ed incline all'errore. Verstappen, piaccia o no, è ormai un campione affermato. Sa quando azzannare e quando tirarsi indietro. Oggi, da quando Leclerc ha baciato le barriere, Verstappen ha puntato a finire la gara senza esagerazioni. Lasciando il giro veloce a Sainz, quest'ultimo autore di una gara superba.

Sainz, bella rimonta fino al quinto posto

Costretto a partire dall'ultima fila lo spagnolo di casa Ferrari è rimasto cauto nei primi metri di gara. Poi si è scatenato in una fantastica rimonta. Purtroppo un pit stop maldestro (la sagra degli errori non si è conclusa con lo svarione di Leclerc, per la squadra di Maranello) lo ha costretto a dover scontare pure cinque secondi di penalità. Un ulteriore sosta finale lo ha costretto ad un ultimo sforzo, che gli ha però prodotto il punto addizionale dato dal giro più veloce della gara. La quinta piazza non rende del tutto merito alla prova di forza dello spagnolo. Autore, per altro, di sorpassi da cineteca.

Prossima tappa: Ungheria

Verstappen 233, Leclerc 170. D'ora in avanti in Ferrari dovranno davvero correre gara per gara, cercando di dare il meglio in ogni occasione, senza guardare troppo alla classifica. Che si è fatta difficile, per Leclerc. Il prossimo weekend il Circus sarà in Ungheria. L'Hungaroring è una Montecarlo con le vie di fuga. Pista lenta, difficile. Binotto, per tirare su gli animi, ha dichiarato che Ferrari può puntare alla doppietta. Vedremo. Sarebbe un toccasana per il morale dei due piloti in Rosso, e per tutto il team. Nell'attesa di una continuità di risultati che tarda a realizzarsi.