Domenica, 27 Marzo 2022 22:53

F1, Arabia Saudita: il Duello infernale In evidenza

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F1, Arabia Saudita: il Duello infernale Fotografia "F1" Facebook page

Verstappen vince dopo un duello estremo con Leclerc. Ferrari e Red Bull dominano la scena, mentre la F1 si interroga

di Matteo Landi 27 marzo 2022 -

Una gialla, solo una bandiera gialla ha spento gli entusiasmi e consegnato una vittoria, comunque meritata, a Verstappen. Non sapremo mai come sarebbe continuata la battaglia fra i primi due se avessero avuto modo di lottare anche negli ultimi chilometri. Verstappen-Leclerc, un binomio che ha già acceso un mondiale ancora in fase embrionale. Con la Mercedes inghiottita dal gruppo, Red Bull ha trovato una nuova duellante, ed è la Ferrari condotta da un energico e nuovo Mattia Binotto, e guidata da due Piloti, con la "P" maiuscola. Nelle qualifiche Leclerc e Sainz hanno lottato fra di loro, sul filo dei millesimi. Fra i due "litiganti" è spuntato però Perez, che con una Red Bull velocissima sul dritto ha strappato la sua prima pole position in carriera. Su un tracciato maledetto, un budello velocissimo delimitato da pericolosi muretti, la Ferrari sapeva che sarebbe stata dura. In gara come in qualifica le Rosse hanno sfrecciato nelle curve, più rapidamente dei rivali, e sfruttando un'ottima trazione Leclerc ha difeso lungamente la prima posizione conquistata in occasione del primo pit stop. Nel finale ha giocato con Verstappen, e lo stesso ha fatto l'olandese con il monegasco. Nessuno dei due voleva imboccare il rettilineo principale nel ruolo della preda. Nel finale l'incidente fra Albon e Stroll ha chiuso anzitempo le ostilità. Leclerc si è così dovuto accontentare della seconda piazza, davanti al compagno Sainz, incollato al posteriore della vettura n°1 di Verstappen. Un'altra battaglia feroce, dopo quella vinta da Leclerc nella gara inaugurale. E chissà quante ancora ne vedremo! Leclerc 45, Sainz 33, Verstappen 25, recita la classifica. Il duello Ferrari-Red Bull è appena iniziato!

Mercedes: dalle stelle alle stalle

Dietro ai due team di vertice è già evidente quale sia la terza forza. La Mercedes viene da otto titoli costruttori consecutivi, e dopo tanta gloria siamo alla seconda gara di fila assolutamente sottotono. Le nuove regole sono state interpretate in modo molto diverso dalle varie squadre ed uno dei meriti del nuovo regolamento è proprio quello di averci consegnato vetture molto diverse. La squadra anglo-tedesca ha sfornato una monoposto praticamente senza pance, con un posteriore estremo. Assolutamente diversa dalle due auto che al momento (sottilineo, al momento) dominano la scena. Se Russell in qualche modo ha tenuto botta, cogliendo un buon quinto posto, letteralmente sprofondato è Hamilton. In prova ha rivoltato come un calzino la vettura, giocando con l'assetto. L'azzardo non ha pagato ed il sette volte iridato si è qualificato nelle ultime file dello schieramento. Scattato dalla quindicesima piazza non ha brillato, lottando con la Haas di Magnussen, ed arrivandogli dietro sotto la bandiera a scacchi. Il decimo posto finale raggiunto da Hamilton è un bottino veramente deprimente per un Campione abituato ad altre quote. Il volto rassegnato e scuro mostrato nel dopo-gara la dice lunga sulle chance attuali della Mercedes.

Haas: botto e risposta

Immenso. Non ci sono altri aggettivi per definire il Magnussen pilota. Scaraventato in F1 poco prima dell'inizio del mondiale in seguito all'allontanamento del driver russo Mazepin, il danese ha ancora una volta conquistato un posto al sole. Nona posizione finale e due punti in saccoccia per la Haas, fanalino di coda nello scorso campionato, in lotta con Mercedes in questo inizio di mondiale. La squadra americana ha disputato la gara con una sola vettura. Mick Schumacher, vittima di un terribile incidente in qualifica, sta bene ma in via precauzionale non è stato fatto partire. Inoltre per la piccola squadra cliente Ferrari i ricambi non abbondano e quindi per loro è stato meglio conservarli in vista della prossima trasferta australiana. Il giovane tedesco è rimasto vittima di una piccola sbavatura di guida su una pista che non perdona. In generale troppi incidenti, troppi scontri contro i muri, a velocità folli per un circuito cittadino. Che senso ha imporre vetture ipersicure per poi alzare l'asticella del rischio gettando i piloti su piste così pericolose?

Missile vicino al circuito. Ha senso correre in Arabia Saudita?

Chiuso con le immagini del bel duello finale, il weekend era iniziato in modo piuttosto infelice. Durante le prove libere del venerdì Verstappen si è aperto in radio, preoccupato da un brutto odore di bruciato. Non era la sua vettura a generarlo, proveniva direttamente da uno stabilimento Aramco posto ad appena 20 km dal circuito di Jeddah, colpito da un missile lanciato dai ribelli yemeniti. Si corre, non si corre, il balletto è durato fino a notte fonda. Poi i piani alti della Formula 1, e soprattutto gli organizzatori locali, non hanno lasciato scelta ai titubanti piloti, scesi regolarmente in pista dalle prove libere del sabato. Dopo la cancellazione dal calendario della gara russa la Formula 1 aveva la possibilità di lanciare un nuovo segnale ed invece ha lasciato che gli interessi economici prevalessero. "Abbiamo un attacco missilistico a 20 chilometri di distanza. Solo 20 chilometri. Dovremmo fare le valigie e lasciare il paese". Così ha fatto l'ex pilota Ralf Schumacher, oggi commentatore di Sky. Ci siamo divertiti per la bella battaglia Verstappen-Leclerc. Gli attori hanno recitato alla grande la loro parte. Ma forse dalla Formula 1 ci possiamo aspettare di più. Qualcosa di più dell'adesivo "#WeRaceAsOne" che campeggia su caschi e monoposto. Il difficile spesso sta proprio nel passare dalle parole ai fatti.

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