Domenica, 12 Maggio 2019 20:04

F1, Spagna: la quinta sinfonia Mercedes In evidenza

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F1, Spagna: la quinta sinfonia Mercedes Fotografia "Mercedes-AMG Petronas Motorsport" Facebook page

Hamilton doma Bottas e torna leader nel mondiale. Ferrari, al passo del gambero, è giù dal podio. Adesso la squadra di Maranello subisce il ritorno della Red Bull.

di Matteo Landi

Gli ultimi giri del Gran Premio di Spagna riflettono perfettamente i valori in campo dell'attuale Formula 1. Quando la safety car è entrata in pista alla 46esima tornata, per permettere ai commissari la rimozione delle vetture incidentate di Norris e Stroll, la gara sembrava poter riprendere vitalità, vista la solitaria cavalcata in testa di Hamilton, seguito a distanza dal compagno di squadra Bottas. Al termine della fase di neutralizzazione, con le vetture distanziate tra loro di pochi metri, Hamilton ha invece ripreso da dove era rimasto. Con un giro "monstre" ha spento le speranze di successo di Bottas, che si è dovuto accontentare della seconda posizione finale nonostante la qualifica da urlo del giorno prima. Sabato il pilota n°77 aveva ottenuto una perentoria pole position. Annichilendo il penta-iridato Hamilton, staccato di ben 6 decimi. Un'enormità. Un distacco che non ha affatto demoralizzato il campione del mondo in carica: al via della gara gli sono bastati pochi metri per prendersi la leadership di corsa e campionato. Così la quinta gara della stagione 2019 va in archivio con l'ennesima doppietta Mercedes che fa all-in, battendo il record di doppiette da inizio di campionato che già deteneva. E se per Ferrari è notte fonda, in Red Bull possono guardare al prossimo Gp di Monaco con la consapevolezza che stavolta hanno perso, battute solo dal duo Mercedes, ma che nel Principato potranno contare su una vettura ottima nelle curve lente, quasi quanto la monoposto teutonica. Al contrario di quanto mostrato da Ferrari.

Ferrari, la malata è terminale: adesso dietro anche a Red Bull

A Maranello già si stavano leccando le ferite di un inizio di mondiale che avrebbe potuto regalare soddisfazioni ed invece è stato amaro. Adesso possiamo dire che la malata è grave e quasi terminale. Come le speranze di vedere finalmente un pilota di Rosso vestito finalmente iridato. La malata è la SF90, a Barcellona performante nei test invernali e deludente pochi mesi dopo. Che fine ha fatto la vettura quasi vincente e dominante del Bahrain? La sensazione è che la Scuderia italiana abbia avuto le carte buone ad inizio campionato, le abbia giocate male ed ora si ritrovi faccia a faccia con i soliti fantasmi del recente passato: l'incapacità di sviluppare la vettura allo stesso ritmo degli avversari. Arrivati in Europa, il momento in cui tradizionalmente tutti i top team sfoderano gli aggiornamenti necessari per affrontare al meglio la parte centrale della stagione, l'equipe di Mattia Binotto ha addirittura anticipato sviluppi previsti nei prossimi Gran Premi. La squadra ha prodotto uno sforzo notevole per assecondare quanto deciso dal Team Principal ma i risultati non sono stati quelli desiderati. In Spagna la Ferrari ha subito non solo la velocità Mercedes ma anche i progressi di una Red Bull che, adesso possiamo dirlo, aveva ragione sui dichiarati miglioramenti di un motore Honda che nel passato ha fatto tanto penare la McLaren ma che ora si rivela assolutamente adeguato per la lotta al vertice. Inoltre la squadra austriaca può contare su un pilota divenuto indiscutibilmente affidabile: Max Verstappen. A Barcellona l'olandese è salito sul podio dopo aver avuto la meglio sul duo ferrarista giunto al traguardo con Vettel di poco davanti a Leclerc. La gara delle due Rosse si è, di fatto, decisa alla partenza. Vettel ha tentato una manovra, seppur coraggiosa, quasi impossibile, quando ha attaccato all'esterno le due Mercedes in quel momento affiancate. Per percorrere la prima curva il tedesco ha spiattellato la ruota anteriore destra, spingendo persino leggermente fuori pista Leclerc. Risultato? Verstappen ha subito artigliato quella terza posizione che, nonostante le diverse strategie, ha conservato al traguardo. In questo periodo in Ferrari tutto risulta difficile. A partire dalla gestione dei piloti: prima Vettel ha ceduto la posizione ad un ben più veloce Leclerc poi, nella seconda parte di gara, è stato il monegasco a restituirla consapevole delle diverse strategie adottate. Leclerc sapeva che il quattro volte campione del mondo, a differenza sua, si sarebbe dovuto rifermare ai box. Ma in entrambe le situazioni si sono evidentemente rallentati a vicenda. La safety car entrata a fine gara ha poi costretto il pilota n°16 alla seconda sosta e l'ordine dei due si è definitivamente invertito. Vettel ha così concluso quarto, davanti a Leclerc. Prima dell'inizio della stagione vedere due Ferrari in lotta era il sogno di tanti, se le Rosse si fossero trovate indisturbate al comando.

Magnussen, il migliore degli altri. Grosjean vivacizza la gara

Dietro alla top six, chiusa da Gasly, abbiamo assistito alle battaglie che hanno dato brio ad un Gran Premio altrimenti asettico e noioso. Il migliore degli altri è stato indiscutibilmente Magnussen. Al volante della sua Haas ha colto un positivo settimo posto, davanti ad un coriaceo Sainz, ad un concreto Kvyat ed al "confusionario" Grosjean. Si ringrazia il francese per averci svegliato dal sonno che altrimenti si sarebbe impossessato della nostra domenica pomeriggio ma possiamo immaginare che in Haas non siano totalmente entusiasti della sua condotta. Prima ha ingaggiato una lotta fratricida con il suo compagno di squadra, finita senza drammi per motivi ignoti, poi si è preso a ruotate con Sainz, perdendo la posizione. Alla fine il pilota della squadra americana ha chiuso la zona punti, in decima posizione. Considerando la velocità mostrata questo fine settimana dalle vetture nero-oro il bottino poteva essere più generoso.

Alfa Romeo: battuta d'arresto

Assolutamente nero è stato il weekend di Alfa Romeo. Stavolta le vetture guidate da Raikkonen e Giovinazzi non sono state competitive. In Spagna neanche l'esperienza del finlandese ha fatto la differenza, data la totale mancanza di prestazioni delle monoposto della squadra del Biscione. Tuttavia, a differenza di quanto avviene al vertice, le vetture di centro gruppo continuano ad avere prestazioni piuttosto analoghe e fra due settimane, a Monaco, Raikkonen potrebbe benissimo tornare in zona punti e Giovinazzi riscuotere le prime soddisfazioni in un mondiale, fino ad ora, per lui al di sotto delle aspettative.

Barcellona, addio?

Le squadre si fermeranno adesso sul tracciato spagnolo per due giorni di test. Quando il regolamento non limitava le prove private la Ferrari trovava spesso giovamento dalle prove su pista, anche nei momenti più difficili. Chissà che anche stavolta non possano rappresentare una svolta positiva per le Rosse. Su una pista che, pare, potrebbe non ospitare più Gran Premi di Formula 1. Il circuito catalano ha scritto pagine indelebili della storia di questo sport. Sarebbe un peccato doverne fare a meno. Ma si sa, le esigenze del business non sempre seguono quelle del cuore.