Sabato, 16 Febbraio 2019 13:21

La paura fa SF90! In evidenza

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La paura fa SF90! Fotografie "Scuderia Ferrari" e "F1" Facebook pages

La Ferrari presenta la vettura che disputerà il campionato di F1 quest'anno. Novità tecniche in continuità con quanto mostrato dalla monoposto che l'ha preceduta e nuovi colori. Speranze? Sempre la stessa: il trionfo mondiale. Intanto lasciamoci affascinare dalla nuova nata.

di Matteo Landi

La paura fa 90, recita il detto. Se la nuova nata di Maranello spaventerà gli avversari è presto per dirlo. La SF90, sigla con cui la Ferrari ha coniato la nuova creatura, celebra i 90 anni dalla nascita della Scuderia Ferrari, il reparto corse fondato nel 1929 dal grande Enzo per far correre vetture Alfa Romeo. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, le vetture del Cavallino hanno calcato le piste di tutto il mondo, la piccola squadra è divenuta fabbrica di automobili, le più prestigiose del mondo, e dalla nascita del Mondiale di Formula 1 nel 1950, campionato di cui la Ferrari è sempre stata "testimonial", la squadra di Maranello si è aggiudicata 16 titoli costruttori e 15 piloti. Vittorie combattute, ere dominanti - come quella di Schumacher, Byrne, Brawn e Todt - o decadi da protagonisti, vedi i '70 di Lauda e Forghieri. Successi talvolta intervallati anche da lunghi digiuni. Tutti ricordano quando Schumi nel 2000 riportò "i colori dell'arcobaleno", come disse il telecronista Gianfranco Mazzoni, ed il titolo alla Ferrari dopo una secca che perdurava dal lontano 1979, anno del successo di Scheckter. Sembra passato un secolo ma per i tifosi del Cavallino quella voglia di rivincita è una sensazione molto contemporanea. La vettura svelata ieri a Maranello avrà l'arduo compito di riportare l'iride alla squadra italiana, trionfante per l'ultima volta nel 2007 con Raikkonen fra i piloti e nel 2008 fra i costruttori. Dall'inizio dell'era turbo-ibrida il mondiale è stato un affare privato per gli alfieri Mercedes, con il solo Rosberg a placare l'ondata di successi di Hamilton. Sarà un 2019 particolare per gli uomini di Maranello, chiamati alla perfezione, dopo un 2018 tutt'altro che impeccabile. Quella perfezione, necessaria per battere l'implacabile armata anglo-teutonica, che non vi è stata lo scorso campionato, quando la velocità e la solidità della SF71H permettevano di far sognare ad occhi aperti i tifosi della Scuderia.

presentazione Ferrari 2019b

Evoluzione e non rivoluzione. La nuova nata estremizza i concetti della vettura 2018

Consapevole che sono stati soprattutto errori umani, vedi le varie divagazioni di Vettel nella seconda parte dell'anno, a sancire la recente sconfitta, a Maranello ripartono da quanto di buono mostrato dalla monoposto 2018. La nuova SF90 ne è infatti una logica evoluzione. Le pance laterali della vettura riprendono i concetti espressi dalla SF71H e "copiati" quest'anno da quasi tutta la concorrenza. Un lavoro di affinamento delle componenti motore e la ridistribuzione di alcuni accessori ha permesso una riduzione degli ingombri evidenziata anche da un cofano motore decisamente stretto. Colpisce la forma triangolare dell'air-scoop posizionato sopra la testa del pilota e le dimensioni, dettate dal nuovo regolamento, dell'ala anteriore e di quella posteriore. La prima più larga ma semplificata nei suoi elementi, la seconda più grande e più in alto rispetto a quella montanta sulle vetture 2018. Su queste modifiche regolamentari gli ingegneri cercheranno di fare la differenza. Ferrari ha studiato dei flap particolarmente spioventi alle estremità dell'alettone anteriore. Questo per indirizzare il flusso d'aria verso l'esterno degli pneumatici così da abbattere nocive turbolenze. Non visibile all'esterno è il cuore della monoposto, quella power unit che quest'anno si dica possa esprimere più di 1.000 cv e che grazie ad un regolamento leggermente più permissivo (serbatoio da 110 kg in luogo dei 105 kg concessi nel 2018) potrà bruciare più carburante. La novità più visibile è però senza dubbio la livrea della nuova nata: un rosso più chiaro ed con un pò di nero a scandire quel "Mission Winnow" caro a Philip Morris presente anche nella denominazione del team.

Ferrari: l'unione fa la forza

Presto la nuova nata inizierà a percorre i primi km e siamo certi che già durante le prime prove libere di Melbourne, il 15 marzo, porterà con sé modifiche sostanziali. Se dal punto di vista tecnico il termine "stabilità" è sinonimo di mancanza di evoluzione e stagnazione della performance, su quello umano la Ferrari è alla ricerca di certezze e punti fermi. "Essere Ferrari significa essere un team, una squadra. Mattia lo sa molto bene, avendo passato ormai 25 anni a Maranello e sa bene quanto sia importante collaborare con le persone in pista e fuori dalla pista", dice il Presidente John Elkann riferendosi a Mattia Binotto, il nuovo team principal della Rossa. Parole non dette a caso, se si pensa alle tensioni interne scaturite dalla rivalità Binotto-Arrivabene, placata da Marchionne fino a quando era in vita e sfociata in una mancanza di coesione che ha minato il cammino della squadra nella seconda parte della scorsa stagione. Con l'addio di Maurizio Arrivabene adesso Binotto ha strada libera ma dovrà coadiuvare la doppia carica di team principal e direttore tecnico. Compito arduo ma non impossibile per un ingegnere dalle capacità indiscusse. Dovrà tenere a bada l'eventuale rivalità Vettel-Leclerc ed ha già fatto presente che per adesso la punta di diamante rimane il pilota tedesco. In attesa che il giovane monegasco arrivi a raggiungere le prestazioni del quattro volte campione del mondo. Un cammino implacabile quello del monegasco: campione Gp3 e F2, nel 2018 ha mostrato grandi cose al debutto nella massima Formula al volante della ex Alfa Romeo Sauber adesso rinominata Alfa Romeo Racing. Con Vettel formerà la coppia più interessante del mondiale che verrà. La loro vicinanza, la loro possibile rivalità, potrebbe essere un problema in più da gestire per Binotto, ma anche un pungolo reciproco che li spingerà a dare il massimo. Il rinnovamento Ferrari, la rivalità con Mercedes, la nuova Alfa Romeo Racing con al volante il mai domo Kimi Raikkonen ed Antonio Giovinazzi (finalmente un pilota italiano nella massima Formula!): il campionato che inizierà in Australia a metà Marzo non mancherà di spunti interessanti. Intanto lasciatevi stordire dalla bellezza della nuova creatura di Maranello nell'attesa che il sogno di una Rossa iridata si trasformi in realtà.