Domenica, 15 Aprile 2018 18:00

F1, Cina: Ricciardo show! Verstappen crack! In evidenza

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F1, Cina: Ricciardo show! Verstappen crack! Fotografia tratta dalla pagina Facebook "Red Bull Racing"

Ricciardo vince con sorpassi da urlo. Vettel speronato da Verstappen, ancora una volta. Solo ottavo il campione tedesco che resta leader del mondiale. Raikkonen va sul podio e tiene alto l'onore Ferrari ma è un'occasione persa.

di Matteo Landi

La Formula 1 torna in Asia Orientale e la Ferrari ritrova i suoi fantasmi. Lo scorso anno la trasferta asiatica segnò la resa della squadra di Maranello e Vettel perse per motivi tecnici, ed incidenti, quei punti necessari a tenere aperto il sogno iridato. Anno nuovo, vita nuova. Ed invece no. Il Circus va in Cina e si materializza lo spauracchio Ferrari, quel Max Verstappen che sarà pure un predestinato, un futuro campione, ma intanto è capace di collezionare, quest'anno, figuracce epiche tornando anche alla sua specialità: non i sorpassi spettacolari, a farli ci pensa il sottovalutato compagno di squadra Ricciardo, ma l'autoscontro. Ed ancora una volta la sua vittima preferita è, da buon torello, la Rossa di Vettel. A fine gara i due si sono parlati ed il 4 volte campione del mondo, con quella calma zen che gli era mancata lo scorso anno, ha preferito tenere toni bassi nonostante l'evidente, enorme, delusione. Perchè in Ferrari ci avevano creduto. Soprattutto dopo l'ennesima prima fila tutta Rossa conquistata in un sabato da ricordare che, a livello prestazionale, ha segnato la svolta in questa Formula Hybrid: due Ferrari in lotta per la pole position, conquistata di un soffio da Vettel, con le Mercedes, incapaci di contrastare l'armata Rossa, staccate di mezzo secondo. Poco davanti alle due Red Bull, con Verstappen e Ricciardo nell'ordine quinto e sesto. Mettere a confronto la classifica del sabato pomeriggio con quella di fine gara è uno shock: Raikkonen terzo a tenere alto l'onore del Cavallino mentre Vettel, giunto solamente ottavo al traguardo, non ha potuto far altro che raggiungere in qualche modo il traguardo nonostante una vettura mal ridotta nel contatto con Verstappen. Eppure nella prima parte di gara tutto lasciava pensare che avremmo assistito alla terza vittoria consecutiva della casa di Maranello.

Ferrari sbaglia strategia. Verstappen pericolo ambulante

Al via il tedesco aveva difeso, con forse troppa "cattiveria", la posizione su Raikkonen e si era involato in prima posizione, mentre il compagno, rallentato dalla manovra di Vettel, veniva sfilato prima Bottas e poi da Verstappen. Dopo due gare vinte "di strategia" la Ferrari, al 19esimo giro, effettuava il primo errore della stagione lasciando a Bottas la possibilità di entrare ai box prima del tedesco della Scuderia italiana, offrendo il fianco all'undercut. Un giro dopo Vettel è entrato a sostituire gli pneumatici ma tanto gli è bastato per perdere la leadership. Il ferrarista aveva ancora la possibilità di dire la sua per la vittoria ma quando è entrata la safety car, necessaria per permettere la rimozione dei detriti frutto del contatto fratricida fra Gasly, penalizzato poi di 10 secondi, e Hartley, la Ferrari non ha azzardato quell'ulteriore cambio gomme fatto invece dai due Red Bull Ricciardo e Verstappen. In Red Bull hanno colto l'occasione d'oro, come Arrivabene e compagni avevano fatto a Melbourne, quando meno consapevoli dei loro mezzi avevano consegnato la vittoria a Vettel sfruttando la Virtual Safety Car. Chi di strategia ferisce, di strategia perisce e stavolta a Maranello hanno lasciato agli altri le carte migliori da giocare. Ma il patatrack è avvenuto dopo e porta, come detto, la firma di Max "Versbatten". Per Vettel la vittoria era divenuta un miraggio, forse poteva sbarazzarsi di Bottas ma difficilmente sarebbe riuscito a tenere dietro le due Red Bull che, con i freschi pneumatici soft montati durante il regime di Safety Car, erano pronte a conquistare un'inaspettata doppietta. Per concretizzare una buona strategia servono comunque degli ottimi piloti, come evidenziato da Vettel in Australia e Bahrain e come mostrato da Ricciardo in Cina. L'australiano ha rimontato caparbiamente, con sorpassi stupendi ma sempre nel rispetto degli avversari. Tutto il contrario del compagno Verstappen, il quale ha prima rischiato la collisione con Hamilton e poi ha speronato malamente Vettel: il tedesco stava già percorrendo la curva quando Verstappen alle sue spalle lo ha centrato danneggiando la fiancata della Ferrari e costringendo il ferrarista alla misera ottava posizione finale. I dieci secondi di penalità comminati al giovane olandese suonano come un insulto al buon senso: il pilota Red Bull ha perso una sola posizione finale, a vantaggio di Hamilton.

Hamilton, che succede?

L'inglese ha vissuto un fine settimana sottotono. Le ha prese da Bottas in qualifica, poco incisivo in gara, ha colto la quarta posizione finale, portandosi a 9 lunghezze nella classifica mondiale dal leader Vettel. "Ho voluto toglierti il sorriso", erano le parole che Hamilton pronunciò all'indirizzo del pilota Ferrari nella conferenza stampa post qualifiche di Melbourne: da allora è l'inglese quello che ha gioito di meno.

Red Bull, è Ricciardo il caposquadra

Chi stavolta era felice alla follia, sconfinando in una dolce commozione, era Ricciardo. Sul podio non ha retto le lacrime, prima di bere lo champagne dalla sua scarpa. E' quasi clamoroso come i vertici Red Bull continuino ad appoggiare incondizionatamente Verstappen, per inciso in questo 2018 è un pilota che neanche merita la massima Formula, rimanendo vaghi sull'eventuale rinnovo contrattuale con il forte pilota australiano. Eppure, in questo momento, è l'unico diamante che brilla fra i quattro piloti Red Bull presenti nel mondiale, tenendo in considerazione anche Gasly e Hartley, alfieri Toro Rosso. Oggi i due futuri fenomeni Verstappen e Gasly hanno compiuto errori analoghi. Se quest'ultimo può appellarsi alla sua scarsa esperienza, ricordiamoci che in Bahrain aveva ottenuto una prestazione "monstre", Verstappen ha disputato più di 60 gran premi, viene sempre osannato quando conquista un podio o una vittoria ma mai troppo criticato dalla squadra quando commette errori che privano la stessa di preziosi punti mondiali. Per contro Ricciardo da quando corre in F1 vanta una costanza impressionante, limitata quando da scarse prestazioni del mezzo, quando da problemi di affidabilità ma raramente da suoi errori. Qualunque sia la squadra che si assicurerà i suoi servigi farà un ottimo affare.

Leclerc ancora in fase tirocinio e la Sauber arranca. Renault è la prima degli altri

Top team a parte c'è da sottilineare il passo indietro compiuto in Cina dall'Alfa Romeo-Sauber: Ericsson e Leclerc hanno occupato costantemente i bassifondi della classifica, la nona posizione conquistata dallo svedese solo una settimana fa è uno sbiadito ricordo. Appiccicare sul cofano motore un marchio prestigioso non aiuta ad andare più forte e nessuno si aspettava un balzo in avanti della squadra svizzera dopo anni di vacche magre. Tuttavia ci si attendeva una spinta in più da parte del giovane Leclerc, campione in carica di F2. Questa generazione di vetture è estremamente veloce e difficile da portare al limite, lo stesso Gasly inizia solamente ora a mostrare sprazzi della sua classe, alternandoli ad errori pacchiani come quello compiuto in Cina. Hartley, velocissimo nel mondiale endurance, fatica a trovare il ritmo giusto. Vedremo quando Leclerc riuscirà ad uscire da questa impasse iniziale. Si è fatto vedere invece nelle posizioni che contano della top ten Nico Hulkenberg: il tedesco è giunto al traguardo in sesta posizione, approfittando dei problemi di Vettel e battendo Alonso e Sainz. Lo spagnolo della Renault ha conquistato la nona piazza, a pochi decimi dal sofferente Vettel, non lontano da Alonso che ha terminato in settima posizione. La zona punti non è più irraggiungile per il due volte campione del mondo che, tuttavia, rimane lontano dalle posizioni che lui e McLaren vogliono tornare ad occupare.