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Sabato, 14 Settembre 2013 09:40

Abbiamo provato il nuovo Burgman 650 In evidenza

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Notevolmente migliorato nella guidabilità pur mantenendo l'eccellenza nel comfort. Un grande viaggiatore, buono per la città ma non disdegna le "pieghe" in collina.


Di Cristiano – Parma, 14 Settembre 2013
Le case produttrici sanno bene che rinnovare un modello di successo, rappresenta sempre un'incognita: i rischi di andare "fuori tema" sono sempre dietro l'angolo specie se si parla del sempreverde, longevo e poderoso Burgman 650. In questo caso la Suzuki ha operato in maniera molto accorta e mirata.
Innanzitutto il peso: da una prima presa di contatto risulta subito evidente come la inusuale, per uno scooter, stazza del Burgman 650 sia stato oggetto di un notevole lavoro di "compattamento" del veicolo (riduzione interasse) il che ha contribuito in maniera determinante ad un notevole miglioramento della maneggevolezza generale del veicolo, tanto da rendere le curve un piacere e non un patema d'animo. Certo, non al livello di alcuni scooter "vocati" alla sportività (T-max), ma comunque entro ottimi livelli per la tipologia di scooter che, ricordiamolo, con il Burgman, la casa giapponese, sin dal suo debutto nel 1998, ha inventato il filone "touring" imponendosi per tecnologie applicate, potenza, ricchezza di dotazioni e comodità. L'attitudine quindi, lo era al debutto, è rimasta quella di regalare il comfort su due ruote. Un veicolo che permette viaggi in totale relax grazie alla ineguagliabile protezione fornita dalla generosa carena da tourer, impercettibilmente diminuita nella nuova versione, le cui forme risultano nel complesso più filanti e compatte.

Burgman 650 - comfort e protezione
Un intervento sul posteriore meglio integrato con l'anteriore avrebbe giovato non poco all'impatto estetico complessivo, che comunque mantiene quei canoni stilistici che hanno decretato il successo della versione precedente. L'impostazione di guida è ancor più migliorata grazie ad un manubrio più stretto e meglio coordinato con il piano della seduta che vede, finalmente, anche una sensibile diminuzione della larghezza della porzione della sella destinata al passeggero con ovvi positivi riflessi (minor sforzo per vincere la pressione dell'aria) sul confort specie nelle lunghe tratte autostradali .
Oltre al telaio accorciato, anche il motore ha subito alcune migliorie per lo più legate alle normative antinquinamento che, come era lecito aspettarsi, hanno leggermente "strozzato" l'unità termica (sempre molto valida ed esente da vibrazioni) compensata però da un incremento della elasticità a tutti i regimi. L'impianto frenante, sempre dotato di efficace, quanto irrinunciabile, impianto antibloccaggio, ha tratto ovviamente giovamento dalla diminuzione del peso del veicolo, e questo aiuta non poco il guidatore che si trova a dover gestire una "logica" di trasmissione del moto alla ruota motrice che ora privilegia (ancor più) il confort. E' stato perciò eliminato quel freno motore (caratteristica del cambio del Burgman 650, da alcuni apprezzato, da altri meno) che, specie nella guida cittadina, poteva creare qualche problema di stress. Ora si viaggia veramente sul velluto a costo però di utilizzare molto le leve dei freni: chissà, un qualche marchingegno elettronico che permetta al motociclista la regolazione dell'intensità del freno motore secondo il tracciato...
Sempre valido invece il tasto "power" che, una volta attivato, incrementa il numero di giri del motore per un utilizzo più brillante e sportivo. Il cruscotto, ora simile a quello di un'autovettura (analogico a lancette), ha guadagnato in leggibilità e finalmente si sono ridotti, in maniera sensibile, i riflessi tipici del vecchio cruscotto digitale.
Sul prezzo nulla è cambiato: maxi lo scooter, maxi il prezzo. Prendere o lasciare.

Burgman 650 - Cockpit

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