Domenica, 02 Ottobre 2016 23:44

F1, Malesia: sprofondo Rosso nel giorno di Ricciardo In evidenza

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F1, Malesia: sprofondo Rosso nel giorno di Ricciardo foto tratta dalla pagina Facebook "FIA"

La Ferrari delude nel giorno della debacle di Hamilton. Vettel sbaglia e si ritira, Raikkonen solamente quarto. Vince meritatamente Ricciardo. Festeggia Rosberg, terzo e sempre più leader del mondiale.

di Matteo Landi

Lo scorso anno in Malesia la Ferrari festeggiava la prima vittoria del nuovo ciclo targato Vettel. Stavolta si lecca le ferite lasciate dall'ennesima gara deludente, una delle peggiori di questo disgraziato 2016. Raikkonen fa quello che può e termina al quarto posto con una vettura che, a livello prestazionale, subisce il confronto con Mercedes ed adesso, pesantemente, anche con Red Bull. Una stagione dopo l'esaltante vittoria di Vettel, alla seconda gara con la Scuderia di Maranello, il tedesco perde il ruolo di faro della squadra, di finalizzatore dell'armata Rossa, lasciando il team principal Arrivabene a bocca aperta in diretta mondiale quando alla prima curva della gara arriva lungo nel tentativo di sorpasso su Verstappen - sempre lui! - e colpisce l'incolpevole Rosberg che si ritrova così dalla prima fila sullo schieramento all'ultima posizione nel giro di pochi metri. Un errore inaccettabile, quello che autoelimina Vettel dalla gara, abbastanza banale ma sicuramente non da idiota come in un team radio lo ha definito Verstappen. L'olandese farebbe bene a contare fino a dieci e tenersi per se certi commenti nei confronti di un quattro volte campione del mondo. Il quale dovrà scontare pure tre posizioni di penalità sulla griglia di partenza del prossimo GP che si disputerà in Giappone il prossimo weekend. Penalità dura ma giusta. Come quella che i commissari affibbiano a Rosberg, reo di aver superato in maniera troppo aggressiva Raikkonen: il tedesco della Mercedes si è visto sommare dieci secondi al tempo di gara ma questo non ha compromesso la sua terza posizione finale, dopo una grande rimonta dal fondo del gruppo.

Rosberg, un terzo posto che vale una vittoria. Hamilton, la fortuna quest'anno non lo assiste

Per il tedesco sarebbe un risultato deludente se non fosse che il dominatore Hamilton ha visto negli specchietti il posteriore della sua Mercedes in fumo e fiamme. Come ai vecchi tempi, quando le rotture erano all'ordine del giorno, con motori progettati per durare 300 km. Così la furbata compiuta dalla Mercedes a Spa, quando ha deciso di sostituire ad Hamilton ben tre power unit in modo da far "magazzino" fino al termine della stagione, non è servita. San Giovanni non vuole inganni. Adesso Rosberg ha ben 23 punti di vantaggio sul compagno di squadra, a 5 gare dal termine della stagione. Per vincere i mondiali serve anche quella fortuna che effettivamente Rosberg non ha mai avuto ed adesso potrà addirittura provare a gestire il cospicuo vantaggio per concretizzare quel sogno che lo proietterebbe fra i campioni di sempre. Sicuramente non ha la velocità istintiva e la cattiveria agonistica di Hamilton, ma se lo meriterebbe per come ha costruito, passando anche attraverso annate difficili vissute al volante di monoposto mediocri, il pilota solido ed affidabile che è adesso.

Ricciardo: campione autentico

La classe del campione sicuramente non manca a Ricciardo, vincitore con ampio merito del Gran Premio di Malesia. Sempre nelle prime posizioni ha saputo approfittare del ritiro di Hamilton per tornare a quella vittoria che gli mancava dall'agosto 2014. Nonostante la Red Bull gli abbia messo i bastoni fra le ruote chiedendogli di cedere il passo al veloce Verstappen: l'australiano ha fatto bene a disobbedire. Come lo scorso anno fece proprio Verstappen, quando la sua squadra per cui correva allora, la Toro Rosso, gli chiese di lasciare la posizione al più rapido Sainz. Verstappen ha così terminato la gara in seconda posizione, completando una doppietta Red Bull che avvicina la squadra austriaca al titolo di vicecampione del mondo costruttori, per il dispiacere della Ferrari che vede così svanire anche il secondo obiettivo stagionale. Il primo era il titolo.

Verstappen: veloce e furbo. Troppo

L'olandese avrebbe potuto terminare più indietro se ancora una volta non si fosse reso protagonista dell'ennesimo episodio controverso. In regime di safety car virtuale in teoria i piloti dovrebbero procedere a velocità ridotta mantenendo le distanze dagli altri concorrenti, in pratica l'olandese ha sfruttato l'occasione per attaccare Raikkonen, che avrebbe fatto la figura del pollo se non esistessero i "replay". Strano che ai commissari sia sfuggito questo episodio, in una gara in cui avevano mostrato di essere decisamente sul pezzo viste le numerose penalità elargite.

Palmer, mai decimo posto fu così dolce

Dietro ai tre top team, hanno ben figurato le Force India, con Perez e Hulkenberg rispettivamente sesto ed ottavo al traguardo, e Palmer. L'inglese ha conquistato il suo primo punto in carriera al volante di una racalcitrante Renault. La squadra francese quasi sicuramente non lo confermerà al volante delle proprie vetture il prossimo anno e la decima piazza conquistata meritatamente in Malesia resterà con ogni probabilità l'unico segno lasciato nella storia della Formula 1 dal giovane pilota britannico.