Lunedì, 22 Giugno 2015 09:00

F1, Austria: vince Rosberg. Ferrari, che succede? In evidenza

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Ennesimo dominio delle due Mercedes. Vettel perfetto, Raikkonen e la Ferrari no. Troppi errori per puntare in alto.

di Matteo Landi Parma, 22 giugno 2015 -

Dopo i progressi dimostrati dalla Ferrari nella prima parte di stagione, 6 podii su 7 gare ed il ritorno alla vittoria dopo un 2014 a bocca asciutta, l'obiettivo della squadra di Maranello era quello di avvicinarsi alle prestazioni Mercedes approfittando di loro eventuali errori per poter vincere ancora.

Invece, arrivati ad un passo dal bottino grosso la Ferrari si scopre col fiatone. In Canada Kimi Raikkonen commette lo stesso errore dell'anno precedente e perde un podio ampiamente alla portata. In Austria il finlandese si qualifica 18esimo, partendo 14esimo grazie a penalità altrui, ed al primo giro, vittima di un terribile incidente con Fernando Alonso, termina il suo weekend nero. Per entrambi l'unica gioia della domenica è quella di esserne usciti senza un graffio.

E' facile additare tutte le disgrazie Ferrari al pilota che nel 2007 ha portato la squadra italiana al suo ultimo mondiale. Andando ad analizzare meglio le circostanze si evince che la pessima qualifica deriva da una mancata comunicazione fra il box ed il pilota finlandese, convinto di avere ancora tempo sufficiente per un altro giro veloce. In merito all'incidente, invece, non è ancora chiaro se Alonso abbia colpito la Ferrari di Raikkonen, facendolo sbandare, prima di franargli addosso o se l'incidente derivi da un altro errore del finlandese: le immagini della camera car del ferrarista e l'assenza totale di quelle della vettura dell'asturiano non chiariscono le idee.

Vettel, l'unico a non sbagliare

Tuttavia il fine settimana degli "orrori" Ferrari non si esaurisce con il ritiro di Raikkonen. Vettel dopo aver conquistato un'ottima terza posizione in qualifica, nonostante un venerdì passato per lo più come spettatore ai box a causa di problemi tecnici alla sua vettura, era riuscito nella prima parte di gara a non perdere troppo terreno dalle due Mercedes consapevole che con le gomme meno soffici nella seconda parte di gara avrebbe potuto dire la sua. Peccato che, al cambio gomme, si sia conclusa la serie di errori del box Ferrari: problema nel fissaggio della posteriore destra e più di dieci secondi gettati al vento. Il tedesco, perfetto alla guida della sua auto, ha visto così mutare il suo obiettivo dalla caccia alle Mercedes alla rincorsa del podio senza riuscire a centrarlo, finendo quarto dietro la Williams di Felipe Massa, velocissima e inattaccabile in rettilineo.

Massa torna sul podio, ma quanti dubbi sulla power unit Mercedes!
Il brasiliano, al primo podio stagionale, è stato autore di un'ottima gara, ma restano dei dubbi sulle recenti modifiche apportate alle power unit Mercedes: se gli aggiornamenti erano necessari ai fini dell'affidabilità, come dichiarato dalla casa tedesca, senza intaccare i "gettoni" di modifiche consentite dalla Federazione a fini prestazionali, come si spiega il ritorno alle posizioni che contano di Williams, Force India e Lotus, guarda caso tutte motorizzate Mercedes? Le difficoltà di Vettel nell'avvicinare in rettilineo la vettura di Massa, nonostante l'ala posteriore "aperta", non fanno che aumentare i dubbi.

Mercedes ancora imprendibile
Le certezze arrivano invece dalla squadra Mercedes: un'altra sonante doppietta con Rosberg vincitore pronto ad approfittare della domenica no del compagno di squadra. Hamilton non è riuscito a sfruttare al meglio la pole position, venendo subito sopravanzato da Rosberg e perdendo progressivamente terreno durante i 71 giri di gara, con l'aggravante della penalità di 5 secondi sul tempo finale per avere oltrepassato la linea bianca in uscita dal pit stop. Una distrazione che riporta Hamilton sulla terra e tiene vive le speranze mondiali di Rosberg.

McLaren-Honda: il dramma non ha fine
E' senza speranza invece la McLaren Honda: partiti in fondo allo schieramento Alonso e Button hanno compiuto entrambi pochi km. Alonso, franato addosso a Raikkonen, è parso rassegnato all'attuale situazione McLaren, Button, ritiratosi al decimo giro, trova conforto nel duello velocistico (per modo di dire) con lo spagnolo in cui, contro tutti i pronostici, non sta affatto sfigurando. Nella sua lunga carriera l'inglese ha saputo spesso far ricredere molti giornalisti ed addetti ai lavori dando del filo da torcere a compagni esperti come Barrichello e particolarmente veloci come Hamilton ed adesso Alonso.

Hulkenberg, Maldonado e Verstappen: punti che valgono oro
Carriera ancora breve ma con un successo in più quella di Nico Hulkenberg. Il pilota della Force India, fresco vincitore della 24 ore di Le Mans, sulla spinta emotiva del prestigioso successo, ha raccolto un sesto posto e otto punti importantissimi per la sua squadra. Ottima anche la prova di Maldonado: con la sua Lotus è giunto settimo al traguardo dopo una bella lotta con Verstappen, Toro Rosso, al limite della correttezza nella sua difesa ma buon ottavo all'arrivo.

Red Bull: poca gloria sulla pista di casa, dietro anche a Toro Rosso
La piccola scuderia faentina sta spesso battendo la sorella maggiore Red Bull: nobile decaduta, sulla pista di casa e di sua proprietà ha colto solamente la decima piazza con Ricciardo. Sul risultato finale hanno inciso le dieci posizioni di penalità in griglia per entrambe le vetture austriache a causa dell'utilizzo del quinto motore Renault della stagione a fronte dei quattro permessi dal regolamento. Ancora problemi di affidabilità alla power unit francese che si vanno a sommare alle scarse prestazioni. Fra due settimane a Silverstone, circuito forse più congeniale alle caratteristiche della loro vettura, la Red Bull avrà l'occasione per dimostrare se vi è una totale responsabilità Renault per gli scarsi risultati ottenuti o se, oltre a prendersela con la casa francese, dovrà fare una profonda riflessione. Così come, già da adesso, dovranno fare in Ferrari: ora la vettura è abbastanza veloce da poter i più occasioni impensierire la dominatrice Mercedes, quel che manca è il sangue freddo. Gli errori ed i problemi di affidabilità avuti negli ultimi due appuntamenti del mondiale non dovranno più ripetersi altrimenti, invece di puntare al successo, dovranno guardarsi le spalle.