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Si è spento questa mattina, all’Ospedale Maggiore di Parma, Francesco Bigliardi. Aveva 72 anni. Se n’è andato a pochi giorni di distanza dal fratello Claudio. Lascia la moglie Ida Marmiroli e le due figlie Francesca e Michela.

Sempre sorridente, gentile e con quel suo modo di fare accogliente, Francesco rappresentava una delle colonne della ristorazione parmigiana. Insieme alla sua adorata moglie Ida gestiva la storica Trattoria Masticabrodo, un angolo di genuina tradizione, quasi all’ingresso di Torrechiara, dove poter trovare non solo ristoro e delizia, ma anche e soprattutto un clima famigliare e confortevole. Un luogo dove sentirsi a casa.

Ma la loro storia di coppia della ristorazione è iniziata molti anni prima, quando per lungo tempo sono stati capaci di far conoscere e apprezzare la loro cucina alla Trattoria del Tribunale, nel centro di Parma.

Mai fermo, sempre disponibile e pronto ad aiutare e consigliare, Francesco era parte integrante e attiva del Consorzio Parma Quality Restaurants, dove rappresentava un punto di riferimento professionale e umano.

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Di Nicola Comparato Felino 27 marzo 2020 - Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Stefano Sidoli, nato a Parma il 10/02/1982, residente a Corcagnano e gestore di alcuni locali di ristoro. Nella lettera Stefano esprime tutta la sua preoccupazione per quanto riguarda la situazione attuale in questa emergenza Coronavirus, il suo disappunto verso le informazioni fornite dai media, il triste ruolo del popolo italiano in questa vicenda e il suo punto di vista come cittadino e ristoratore.

"Un grande maestro mi disse: ‘Loro ragionano 10 anni avanti, tu non potrai mai raggiungerli e comprendere il loro scopo. Ma puoi imparare dal loro passato e comprendere il tuo presente’.
Oggi mi viene chiesto di scrivere il mio pensiero, ossia quello di un ristoratore che fino all'altro giorno era intento principalmente svolgere al meglio il proprio lavoro, portando a tavola il piacere della condivisione. La particolare situazione attuale, dopo queste settimane di quarantena, mi sta portando ad inquadrare la realtà che ci circonda: abbiamo un virus che blocca un intero paese, questo ci fa capire che siamo molto deboli e che abbiamo tutti una grande paura della morte ma ci porta a vedere anche tutte quelle persone che lavorano per il bene degli altri e non parlo solo dei medici e degli infermieri, ma anche di commercialisti e amministratori di società che si stanno dando da fare senza sosta per salvare il nostro tessuto economico in un momento di estrema difficoltà ed incertezza. Nel frattempo la (mala)politica ci sta facendo vedere tutto il peggio che si possa immaginare. Tornando al passato, leggendo ad esempio scritti di Scipio Sighele, pensatore di fine Ottocento, già si sosteneva che la politica era qualcosa di vecchio, qualcosa di ormai corrotto dal sistema: guarda caso poco dopo si scatenò la prima guerra mondiale! Osservando il passato possiamo quindi pensare che ci siamo ritrovati in mezzo a una guerra sì epidemiologica, ma soprattutto economica; il virus come nemesi storica dell’economia selvaggia e senza regole di questi anni, dove c’è un’Italia contesa tra Stati Uniti e Cina. Anche il famigerato video di Leonardo divenuto virale dopo che Salvini l’ha postato sui suoi social (dove si parlava appunto degli esperimenti della Cina con un virus apparentemente molto simile al nostro), sembra più un attacco dettato dal Fondo Monetario verso i Cinesi, in quanto il Fondo Monetario detiene il comando principale della NATO, in antitesi a Trump, quindi potremmo arrivare a pensare che anche Salvini sia eterodiretto. Sempre osservando ciò che accade in questi giorni, Di Maio sembra essere emissario della Cina (trattato con la Cina, la Via della Seta) mentre il Premier Conte (che viene dai tempi di Monti e che in tanti sostengono essere stato dalla parte della Troika) sembra essere estremamente influenzato da Tedeschi e Francesi. Per questo, quando c’era una situazione di equilibrio con 5 Stelle, Lega e di Conte al governo, si poteva ancora sperare a una pacifica evoluzione per il nostro Paese.
Siamo arrivati a un punto dove si combattono tre fronti e a questa guerra devono sottostare 60 milioni di persone che in questo momento sono costretti a vivere nelle proprie case. Magari qualcuno è anche felice così, ma cosa possiamo fare per quelli che non possono sostenere questo momento e che stanno per cadere nel baratro, senza denaro e senza possibilità di recuperarne altro per poter andare avanti nella vita di tutti i giorni? Nel frattempo, anch’io resto a casa (non abbiamo alternativa!), in attesa di risposte e soluzioni. Saranno in grado i nostri politici di qualunque schieramento di fornirci una “ricetta”? A mio avviso no, la “cura” non ce la può dare nessuno di loro, può solo partire dalla consapevolezza che deve maturare in ognuno di noi, ragioniamo, pensiamo, leggiamo e non facciamoci più fregare!"

 

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Gli chef di Parma Quality Restaurants impegnati nel preparare e consegnare in corsia pasti caldi per gli operatori sanitari impegnati nel contrasto al Coronavirus. Attive anche realtà come Barilla, Centro Agroalimentare, Fratelli Galloni e Parmalat, che hanno deciso di donare alimenti a favore dell’Ospedale Maggiore di Parma

Di Chiara Marando -

Siamo in un momento di paura, di stallo e incertezza. Un clima che mina pesantemente la nostra visione dell’oggi e del domani, ma che ci sta anche facendo ritrovare il senso di “mutuo soccorso”, la volontà di poter dare un contributo concreto, seppur nel nostro piccolo, per una causa più grande: quella della salute comune. Ecco quindi che ogni realtà si sta attivando per fornire aiuto e un minimo sollievo a chi ogni giorno si trova in prima linea, alla ricerca, alle strutture sanitare.

In questo contesto di bisogno, anche Parma UNESCO Creative City of Gastronomy si è mobilitata a fronte dell’emergenza Covid-19. A lanciare l’idea è stato il Parma Quality Restaurants, consorzio di circa 30 ristoratori del nostro territorio, presieduto dallo chef Andrea Nizzi. Un appello raccolto da Comune di Parma, Parma Alimentare e associazione “Parma, io ci sto!”, subito pronti nell’aprire un canale di dialogo con la Direzione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Ecco quindi che da alcuni giorni i medici e il personale del Pronto Soccorso e dei reparti dell’Ospedale Maggiore di Parma, impegnati costantemente nella gestione dell’emergenza Covid-19, ricevono direttamente in corsia pasti gratuiti curati appunto dagli chef di Parma Quality Restaurants.

Il cibo è gioia, è piacere di stare insieme: in un momento difficile per noi operatori della ristorazione, a causa della chiusura forzata dei locali, abbiamo deciso di fare rete e di mettere il nostro tempo e il nostro talento in cucina a disposizione di chi è in prima linea al fianco dei cittadini nella lotta a un nemico tanto invisibile quanto pericoloso - spiega chef Andrea Nizzi, Presidente di Parma Quality Restaurants - Con il nostro piccolo gesto speriamo di poter regalare un momento di sollievo agli operatori sanitari dell’Ospedale Maggiore”.

Ma il Consorzio di ristoratori non è stata la sola realtà pronta a intervenire in questa situazione, anche alcune aziende alimentari parmensi hanno deciso di donare cibo al personale che opera all’interno dell’Ospedale Maggiore di Parma, come atto simbolico di gratitudine e riconoscenza nei confronti di medici, infermieri e volontari: è il caso di Barilla, Centro Agroalimentare, Fratelli Galloni e Parmalat.

“È un grande orgoglio far parte di una squadra composta dagli amici del Parma Quality Restaurant e da aziende come Barilla, Centro Agroalimentare, Fratelli Galloni e Parmalat – commenta Cristiano Casa, Assessore al Turismo e al progetto UNESCO del Comune di Parma - Tutte realtà sempre vicine al territorio e alla città, sia quando le cose vanno bene, sia in un momento come questo, di grave emergenza. A loro va il nostro ringraziamento: come Amministrazione, è un onore e un privilegio avere al nostro fianco soggetti con questa sensibilità”.

Progetti e segnali di aiuto che verranno portati avanti per tutta la durata dell’emergenza. E non si tratta di una iniziativa chiusa, tutte le aziende food del territorio parmense possono dare il proprio contributo. L’invito è di contattare Parma Alimentare e l’associazione “Parma, io ci sto!”, così da agire in modo coordinato.

Una dimostrazione di grande solidarietà e impegno, per la quale la Direzione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma ha voluto ringraziare tutti gli attori a nome del personale impegnato nei reparti.

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Cresce anche la squadra dei ristoratori con tre nuovi ingressi e nuovi soci simpatizzanti -  (Foto di Francesca Bocchia.)

Parma, 03 marzo 2020 - Il Parma Quality Restaurants ha un nuovo presidente, è Andrea Nizzi, del Ristorante 12 Monaci, eletto dopo il termine del mandato di Enrico Bergonzi che ha guidato il consorzio dei ristoratori, dalla sua costituzione nel 2016. Il passaggio di testimone è avvenuto nel segno della continuità, con l’impegno da parte di Nizzi di proseguire il percorso seguito finora, basato sulla crescita condivisa e sulla collaborazione con le istituzioni e gli altri attori del sistema alimentare di Parma, per la valorizzazione della gastronomia locale e del territorio. Un impegno che diventa ancora più significato in questo particolare momento di crisi generale, conseguente al Coronavirus e alle relative restrizioni, come sottolineato anche dagli amministratori cittadini, al lavoro per definire azioni coordinate per il rilancio del territorio.

Con l’inizio del nuovo anno si è anche rafforzata la squadra del Parma Quality Restaurants, con tre nuovi ingressi fra i soci del gruppo: il Bistrò Il Cerchio di Collecchio dello chef Roberto Pongolini, nome di riferimento della ristorazione di qualità parmigiana; il ristorante Squid, giovane locale che porta la firma in cucina di Alberto Rossetti, noto chef del territorio, insieme all’appassionato ristoratore Lorenzo Buonocore; il ristorante La Greppia, insegna storica della città seguita con professionalità da Victor Ukaj, che vede in cucina lo chef Daniele Benecchi.

Oltre ai ristoranti soci, sempre nell’ottica di un percorso condiviso e di sinergie fra professionisti del settore enogastronomico, il consorzio ha inoltre previsto fin da subito le figure dei soci simpatizzanti, ovvero di quei professionisti, che pur non essendo ristoratori, grazie al loro lavoro e passione, promuovono quotidianamente il nome di Parma e della sua cultura alimentare.

Sono soci simpatizzanti Parma Quality Restaurants: Francesco Coppini (Coppini Arte Olearia), Massimo Bonini (Torrefazione Lady Cafè), Stefano Guizzetti (Gelateria Ciacco), Silvano Romani, Mario Marini (presidente Musei del Cibo di Parma), Alessandro Battistini (Pasticceria Battistini), Claudio Gatti (Pasticceria di Tabiano).

 

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I ristoratori di Parma uniti in un appello comune per far fronte all’emergenza che ha colpito l’economia generale: tra cancellazioni, eventi persi e tavoli vuoti, la speranza è quella di un ritorno alla normalità.

Di Chiara Marando -

Quella che si sta per concludere è stata una settimana surreale dal punto di vista della vita quotidiana, della normale gestione di impegni, famiglia e lavoro. Una settimana sospesa. Una settimana di paura crescente che ha bloccato tutti noi, portando a un brusco e doloroso calo dal punto di vista economico.

Perché il timore legato al Coronavirus ci ha reso guardinghi verso il prossimo, paralizzati all’idea di parlare faccia a faccia con gli altri, di uscire per prendere un aperitivo, di entrare in un ristorante per gustare un pranzo o una cena in compagnia. Non mi soffermerò sulla psicosi da “attacco incontrollato dei supermercati”, piuttosto vorrei dare voce alle richieste di aiuto che provengono dai ristoratori. In pochi giorni la situazione nei locali di tutto il nord Italia è diventata “nera”.

La nostra città, la Parma Capitale della Cultura 2020, sembra deserta. Un quadro triste, desolante e ingiustificato. Perché ciò che dobbiamo fare non è stravolgere le nostre vite, semplicemente porre la giusta attenzione, seguire le indicazioni che arrivano dal Ministero della Salute, che poi non sono altro che il decalogo delle buone abitudini di igiene e vivere quotidiano, magari con qualche accorgimento in più.

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Quindi perché smettere di godere di un buon pasto fuori casa, comodamente seduti a tavola in uno dei tanti ristoranti a disposizione?

Sono proprio loro a lanciare un appello accorato, dopo giorni di prenotazioni saltate, eventi cancellati e tavoli vuoti. Questo quanto è emerso dalla chiacchierata con alcuni di loro.

 “Quella che abbiamo appena trascorso è stata una settimana disastrosa per l’intero comparto della ristorazione parmigiana, proprio com’è successo nel resto della Penisola – spiega Enrico Bergonzi, presidente Parma Quality Restaurants - Confrontandosi con i vari colleghi è emerso un quadro molto preoccupante, con danni economici che in molti casi si ripercuoteranno sul lungo periodo. E tutto questo è accaduto da un giorno all’altro, oltretutto in un momento dove si iniziavano a pianificare investimenti e nuove assunzioni, stimolati dagli effetti di Parma Capitale italiana delle Cultura e dai numerosi eventi in programma, senza dimenticare l’apertura della stagione fieristica. Sicuramente la presenza del Coronavirus in Italia richiede delle scelte politiche e sanitarie di un certo tipo, necessarie per contenere il contagio, ma occorre restare con i piedi per terra e la mente lucida. Parma non rientra in nessuna zona rossa o gialla, si può continuare a uscire, frequentare negozi e ristoranti, sperando nella riapertura di scuole e luoghi di cultura. I ristoranti, così come le pizzerie, i bar, i negozi non sono mai rientrati negli obblighi di chiusura stabiliti dalla Regione a causa del Cov-19 o siamo stati soggetti a controlli particolari. Quello che ci terremmo a sottolineare è che continuare a frequentare i ristoranti non è pericoloso”.

Mariano Chiarelli (Ristorante I Du Matt, Parma): “Dopo un inizio anno molto buono, con il ristorante praticamente sempre pieno, siamo all’improvviso passati a faticare a ricevere prenotazioni e questo per un locale si traduce in costi, oltretutto non pianificati. La situazione è davvero preoccupante, occorre che le istituzioni pensino seriamente ad azioni a sostegno del comparto che sta subendo un contraccolpo immotivato. Il panico generale causato da una cattiva informazione sta provocando un effetto a catena disastroso. Serve un segnale forte che ridia fiducia alle persone”.

Andrea Nizzi (Ristorante 12 Monaci, Fontevivo): “Domenica sera siamo andati a dormire pensando alle prenotazioni confermate in occasione di Mercanteinfiera e lunedì mattina è stato tutto annullato. Mai vista una cosa del genere in trent’anni che faccio questo lavoro. Tutto il mese di marzo cancellato. Cene, eventi fieristici, catering, accordi con il personale già presi per gestire al meglio tutto e invece ora dobbiamo ridurre al personale l’orario di lavoro. E poi i fornitori, ai quali devi disdire gli ordinativi, perché non è possibile fare scorta di materie prime. È un effetto domino che sta travolgendo tutti, ma non possiamo arrenderci. Anzi, occorre riprendere un po’ di fiducia. Io sono un ottimista per natura e sono convinto che con la riapertura delle scuole la situazione possa ritornare lentamente alla normalità. Riaprire gli istituti scolastici sarebbe un segnale molto importante per ridare serenità e fiducia ai cittadini”.

Davide Censi (Trattoria Antichi Sapori, Gaione): “Sono senza parole, abbiamo ricevuto il 90% di disdette. Una nazione è stata messa in ginocchio. Il panico che si è creato ha fatto più danni del virus stesso”.

Filippo Cavalli (Osteria dei Mascalzoni, Parma): “Prima era tutto uno squillare del telefono per le prenotazioni, ora le chiamate sono solo per disdire. È una situazione assurda e molto preoccupante. Vedere via Farini deserta e i negozi del centro vuoti è devastante. C’è stato un crollo emotivo enorme che sta portando a reazioni fuori controllo. I gruppi che avevano prenotato fino a metà mese, hanno già chiamato tutti per disdire. E poi le aziende che annullando le trasferte, annullano di conseguenze le prenotazioni ristorative e alberghiere. Stavo valutando una nuova assunzione, ma non so se posso più permettermelo, perché se le presenze nei ristoranti non ripartono, sarà l’intero sistema a collassare”.

Angelo Cammarata (Ristorante La Forchetta, Parma): “Da inizio settimana la clientela è calata molto. Da oggi sembrerebbe ci sia una lenta ripresa, speriamo continui così perché il danno causato da una non corretta gestione della comunicazione sta producendo conseguenze irreparabili. La chiusura improvvisa delle scuole ha generato il panico assoluto, le persone hanno perso ogni sicurezza. La nostra prima preoccupazione sono stati i dipendenti e la loro tutela. Confidiamo che ci sia presto un segnale forte che restituisca fiducia a tutti”.

Nico Tamani (Ristorante La Vecchia Fucina, Bannone di Traversetolo): “Noi questa settimana siamo riusciti a lavorare un pochino a mezzogiorno con i pranzi di lavoro, ma la sera è stato il nulla. E i musei chiusi hanno aggravato la situazione, anche il weekend si prospetta tutt’altro che roseo. Noi approfittiamo del tempo a disposizione studiando i piatti della primavera, in attesa di momenti migliori. Io cerco di farmi tornare il buonumore preparando la nostra famosa zuppa inglese. Certamente però serve un segnale forte perché la situazione non può continuare così”.

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Gare singole e a squadre, il nuovo contest Street Food e il Contest Ragazzi Speciali, dove la cucina diventa vera e propria strada verso l’inclusione.

Di Chiara Marando -

Si è conclusa la quinta edizione dei Campionati della Cucina Italiana 2020, la più importante e completa competizione italiana per tutte le categorie della cucina, organizzata dalla Federazione Italiana Cuochi, in collaborazione con IEG – Italian Exhibition Group, all'interno del Beer&Food Attraction, svoltosi a Rimini dal 15 al 18 febbraio scorsi.

Sono stati oltre 1.500 i cuochi presenti, provenienti dall'Italia e dall'estero, per 4 giorni di gare con altrettante cucine pronte a ospitare le competizioni a squadre, 6 laboratori dedicati alle gare dei singoli, 45 giudici, oltre a giornalisti chiamati a decretare i migliori cuochi italiani di categoria.

Come ogni anno, nel corso del primo giorno, si è svolto il Contest Ragazzi Speciali presieduto questa volta dallo chef stellato Stefano Ciotti del ristorante Nostrano di Pesaro. Una ulteriore dimostrazione di quanto la cucina sia espressione di passione e inclusione, un luogo dove abbattere e combattere le barriere. Due batterie di partecipanti, composte da un ragazzo del IV o V anno con programmazione scolastica differenziata e un suo compagno di scuola in veste di tutor. Vincitori per la cucina fredda sono stati Martina Amicone e Giuseppe Marinucci dell’IPSOAR F. De Cecco di Pescara, mentre per la calda Alessia Bruno e Alessandro Lo Presti dell’IPSSEOA Pietro Piazza di Palermo. Tutti i partecipanti hanno ricevuto un particolare riconoscimento e il diploma di partecipazione al concorso.

Durante le varie giornate, oltre alle gare di cucina calda, cucina fredda per singoli e squadre, la pasticceria da ristorazione e l’artistica, il contest “Street Food”, una prima assoluta che ha visto i cuochi sfidarsi in una categoria nuova e avvincente. Uno sguardo approfondito sulla grande varietà dei cibi di strada e la cultura gastronomica italiana in generale,  viaggiando sensorialmente da nord a sud del Bel Paese.

“Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato Rocco Pozzulo, presidente nazionale della Federazione Italiana Cuochi – perché ogni anno cresce il numero dei cuochi partecipanti e questo rappresenta un elemento molto importante per la crescita della cultura gastronomica del paese che evidenzia la vo-lontà di mettersi in gioco per confrontarsi con un regolamento molto rigoroso che impone allo stesso tempo disciplina, competenze tecniche e creatività, tre fattori che assumono ancor più valore se sono adottati nella formazione delle nuove generazioni di cuochi”.

Questi tutti i premi assegnati ai Campionati della Cucina Italiana 2020:

Artistica Junior Singolo, Marco Andronico;

Artistica Senior Singolo, Laura Maria Novi;

Cucina Calda Junior Singolo, Maria Anna Migliozzi;

Cucina Calda Senior Singolo, Fabio Mauro Tommaso Gallo;

Pasticceria da ristorazione Junior Singolo, Matteo Collura;

Pasticceria da ristorazione Senior Singolo, Sarah Cucchiara;

Mistery Box Cucina Calda, Daniele Piccoli, Davide Patat;

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Dal 14 gennaio fino al 30 aprile venti ristoranti di alta cucina del territorio lombardo offriranno la possibilità di gustare menù completi - antipasto, primo, secondo, dolce e bevande - a 60 euro.

Di Chiara Marando -

L’alta cucina apre le sue porte a un pubblico più ampio di appassionati e curiosi gourmet, attraverso un progetto che si ripete forte del successo ottenuto: con l’inizio dell’anno è uscita anche la nuova edizione della Guida INGruppo 2020, edita da Mediavalue.

Ecco, quindi, prendere forma sulle pagine della Guida la sempre attuale alleanza tra alcuni dei migliori ristoranti situati nel territorio lombardo, con lo scopo di far conoscere e assaporare la loro personale proposta culinaria attraverso questa tanto apprezzata iniziativa: un menù completo a prezzo fisso.

Sono 20 i ristoranti coinvolti, per un totale di 14 stelle Michelin complessive: 16 tra Bergamo e provincia, 1 nel territorio di Monza e Brianza, 2 a Milano e 1 in provincia di Sondrio. Nella lista anche due nuovi ingressi, e precisamente Impronte di Bergamo e Il Cantinone di Madesimo.

In sintesi, l’idea cultural/commerciale (come definita dagli ideatori stessi), iniziata il 14 gennaio, prevede che fino al 30 aprile (a esclusione di San Valentino e giorno di Pasqua) sia possibile prenotare, a pranzo e a cena, il proprio posto per gustare un menu completo di antipasto, primo, secondo, dolce, caffè, acqua e vino al costo prefissato di 60€ a persona. Unica eccezione, Da Vittorio, Enrico Bartolini Ristorante (tre stelle Michelin) e Sadler.

Una formula, divenuta vincente, che combina l’eccellenza a tavola con un prezzo che si può definire accessibile, il tutto senza limitazioni di età.

Come prenotare? Semplicemente chiamando direttamente il ristorante e specificando la volontà di usufruire dell’iniziativa INGruppo.

InGruppo

 

 

 

 

 

 

Quella portata avanti dalla Guida INGruppo è una linea di azione che vuole mettere in luce l’importante ruolo culturale della cucina d’autore, avvicinando a essa una fascia di persone sempre più consistente. Per farlo ha scelto una duplice via: da una parte l’idea di questa azione concreta in accordo con i ristoranti interessati, dall’altra descrivendone le caratteristiche attraverso precise schede esplicative.

Questi i ristoranti coinvolti:

    Al Vigneto, a Grumello del Monte BG

    Antica Osteria dei Camelì *, ad Ambivere BG

    Casual Ristorante *, a Bergamo Alta

    Collina, Almenno San Bartolomeo BG

    Cucina Cereda, a Ponte San Pietro BG

    Da Vittorio ***, a Brusaoporto BG

    Frosio *, ad Almè BG

    Il Saraceno *, a Cavernago BG

    Impronte, a Bergamo

    La Caprese, a Mozzo BG

    Lio Pellegrini, a Bergamo

    LoRo *, a Trescore Balneario BG

    Osteria Della Brughiera *, a Villa d’Almè BG

    Posta, a Sant’Omobono Terme BG

    Roof Garden Restaurant, a Bergamo

    Tenuta Casa VIRGINIA (ex Villa Patrizia), a Petosino di Sorisole BG

    Enrico Bartolini al Mudec ***, Milano

     Sadler *, Milano

    Pomiroeu, a Seregno MB

    Il Cantinone *, a Madesimo SO

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148 chef coinvolti in 39 Paesi del mondo per un totale di 700 ore ai fornelli: il 3 dicembre arriva la cena mondiale Grand Gelinaz Shuffle

Di Chiara Marando -

Una serata fatta di cucina, commistione, esperienze culinarie e mistero: si tratta del Grand Gelinaz Shuffle, che torna con un appuntamento unico, durante il quale saranno coinvolti 148 chef provenienti da 138 ristoranti in 39 Paesi differenti. A metà tra cooking show virtuale, incontro sociale e jam session ai fornelli, Gelinaz nasce da una idea di Andrea Petrini, definito il “God of Good” in ambito gastronomico, e si presenta al pubblico con una prima edizione nel 2005. All’epoca erano solo una decina gli chef internazionali chiamati a reinterpretare una ricetta di Fulvio Pierangelini, rendendo concreta una provocazione in piena regola. Fu un successo. Da quel momento Gelinaz ha viaggiato, è cresciuto e ha lasciato il suo segno indelebile, quel graffio saporito e culturalmente fervido che continua a pulsare.

Il 3 dicembre 2019, quindi, andrà in scena quella che si può definire la più grande e più lunga cena mai organizzata a livello mondiale, caratterizzata da un comune denominatore: l’imprevisto.

A essere significativa in questa edizione non sarà soltanto la portata sempre più importante a livello di protagonisti, ma anche l’aspetto eco-compatibile che assumerà l’evento, la quasi totale assenza di CO2, insieme a un particolare estremamente interessante e inaspettato.

Di cosa si tratta? Semplice, in occasione di Gelinaz 2019 non saranno gli chef a viaggiare, ma le loro ricette e gli ospiti conosceranno il nome dell’autore solo al termine della cena. Il tutto con l’interpretazione data dagli chef patron dei ristoranti coinvolti, anch’essi all’oscuro dell’identità del collega che si troveranno a raccontare con i piatti proposti. Una fusione quindi, la volontà di unire culture e cucine nel segno del gusto e della sperimentazione senza limiti. Una sorta di appuntamento al buio che, proprio per la sua natura criptica, diventa ancora più coinvolgente e affascinante.

Seguendo i diversi fusi orari dei Paesi interessati, la serata inizierà in Nuova Zelanda con Monique Fiso (Hiakai) e Peter Gordon (The Sugar Club), per terminare sulla costa occidentale degli Stati Uniti a Brandon Jew (Mister Jiu's) o Charles Chen (Maum). Un vero e proprio spettacolo di alta cucina durante il quale i cuochi creeranno ai fornelli con tempistiche distanti, ma uniti dal cappello Gellinaz, per un totale di circa 700 ore di cucina dal vivo.

Ecco chef e ristoranti italiani coinvolti in questa attesa edizione di The Great Gelinaz Shuffle 2019:

Karime Lopez (Gucci Osteria)

Isa Mazzocchi (La Palta)

Aurora Mazzucchelli (Marconi)

Fulvio Pierangelini (Mosaico)

Niko Romito (Reale)

Diego Rossi (Trippa)

Luigi Taglienti (Lume)

Stefano Terigi, Benedetto Rullo and Lorenzo Stefanini (Giglio)

Viviana Varese (Viva Ristorante by Viviana Varese) 

Anthony Genovese (Il Pagliaccio)

Gianluca Gorini (Da Gorini)

Antonia Klugmann (L’Argine a Venco)

Giuliano Baldessari (Aqua Crua)

Massimo Bottura (Francescana at Maria Luigia)

Riccardo Camanini (Lido 84)

Carlo Cracco (Cracco)

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Milano, 8 novembre 2019 – Apre oggi, venerdì 8 novembre il nuovo ristorante McDonald’s di Piacenza, situato in via Stradiotti. Si tratta del terzo ristorante in città, in cui McDonald’s è presente dal 1996.

Nel ristorante lavorano 35 persone, molte delle quali selezionate durante la tappa del McItalia Job Tour che si è svolta nel mese di ottobre.
Per l’occasione si terrà il 17 novembre la festa di inaugurazione del nuovo ristorante.
Nel ristorante, dotato di 194 posti a sedere tra interno ed esterno, è presente il McDrive, grazie al quale è possibile ordinare, pagare e ricevere il proprio ordine direttamente dalla propria auto in modo comodo e rapido.
Presente anche il McCafé, uno spazio ideale per una colazione o una pausa: McCafé offre ai clienti la possibilità di gustare con calma un caffè di qualità e un’offerta varia di soft drink e prodotti da forno. Tutto questo in un ambiente costruito all’insegna del comfort, del calore e dell’accoglienza.


Il ristorante è dotato di chioschi digitali self-service grazie ai quali sarà possibile accomodarsi dove si desidera e aspettare che i prodotti acquistati vengano serviti al tavolo dal personale McDonald’s. I clienti che sceglieranno di ordinare tramite chioschi digitali potranno inoltre personalizzare alcune ricette, modificando le quantità degli ingredienti.
Per i più piccoli, il ristorante mette a disposizione una playland esterna, dove divertirsi in piena sicurezza, e un’area dedicata alle feste di compleanno.

Il ristorante di Piacenza sarà aperto dalla domenica al giovedì dalle 7:00 alle 01:00 e venerdì e sabato 24 ore su 24. La corsia Drive rispetterà gli stessi orari.

 

Mercoledì, 30 Ottobre 2019 11:37

Michelin svela i nomi dei nuovi Bib Gourmand 2020

La presentazione della 65°edizione della Guida Michelin Italia si sta avvicinando: in anteprima la Michelin svela i nomi dei ristoranti Bib Gourmand.

Di Chiara Marando -

A pochi giorni dalla presentazione della Guida 2020, la Michelin svela i nomi dei nuovi Bib Gourmand, ovvero la faccia sorridente dell’Omino Michelin, il pittogramma che indica un ristorante nel quale poter vivere una piacevole esperienza gastronomica, con un menù completo a meno di 35€.

Nella nuova edizione 2020 sono 25 i nuovi Bib Gourmand, per un totale di 266 ristoranti.

Una selezione che parte dall’attento lavoro degli ispettori, impegnati a identificare le attività in tutta Italia che si distinguono nel campo della ristorazione secondo determinate caratteristiche. Una ricerca che va dalle grandi città fino ai piccoli centri raggiungibili per strade sterrate. A fare la differenza è il rapporto qualità/prezzo, ma anche la passione per la tavola la giusta atmosfera unita a gustose ricette, spesso ispirate alla tradizione.

 “Tra le novità, ci sono 3 ristoranti che propongono cucina asiatica. Il Kanton Restaurant, a Capriate San Gervasio, stupisce per il felice mix tra la tradizione cinese e le cotture all’avanguardia, a Le nove Scodelle, a Milano, si gustano piatti dell’entroterra cinese della regione del Sichuan, e Green T, a Roma, armonizza menu dai profumi d'Oriente e cucina imperiale, ovvero quella che da Mao in poi è diventata la "cucina dei banchetti ufficiali – spiega Sergio Lovrinovich, Direttore della Guida Michelin Italia - Tra i Bib Gourmand legati al nostro patrimonio gastronomico regionale incuriosisce l’Osteria Ophis di Offida, un suggestivo borgo medievale tra le colline del Piceno, ristorante fedele alle tradizioni locali, dove, però, allo chef piace sempre "inventare qualcosa di nuovo".

Ma chi sono i 25 nuovi ristoranti Bib Gourmand?

Ecco la lista completa:

L’Osteria del San Giorgio (Genoa)

Osteria La Torre (Cherasco)

Impero (Sizzano)

Italia (Quarona)

Kanton Restaurant (Capriate San Gervasio)

Le nove scodelle (Milano)

Elisa e Fausto-Locanda Setteca’ (Valdastico)

Kurbishof (Anterivo)

Alpenrose (Bressanone)

La Grotta da 1918 (Sasso Marconi/Mongardino)

La Campanara (Galeata)

Trattoria Antichi Sapori (Parma/Gaione)

Podere 39 (Firenze)

Tipico & La Locanda del Capitano (Montone)

Il Tiempio del Gusto (Spoleto)

Da Gregorio (Orvieto/Morrano Nuovo)

Osteria Ophis (Offida)

l’Oste della Bon’Ora (Grottaferrata)

Da Armando al Pantheon (Roma)

Green T. (Roma)

Trattoria Pennestri (Roma)

Estro (Pescara)

Spoon (Teramo)

Le Antiche Sere (Lesina)

Veneziano (Randazzo). 

Queste le regioni con il maggior numero di Bib Gourmand:

Emilia Romagna 33

Piemonte 32

Lombardia 28

Toscana 27

Veneto 22

Ora non rimane che aspettare il 6 novembre per conoscere le nuove stelle Michelin 2020, che verranno svelate a Piacenza. Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming sul sito live.michelin.it

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