Venerdì, 29 Gennaio 2016 15:35

Festa per il 30ennale di Caleidos, la cooperativa che si occupa dei profughi

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Ieri sera festa al Baluardo con il sindaco Muzzarelli. La cooperativa sociale Caleidos di Modena è specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. 

Modena, 29 gennaio 2016

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Ha compiuto trent'anni Caleidos, la cooperativa sociale di Modena specializzata nell'accoglienza dei profughi e rifugiati, attiva anche nel campo delle dipendenze e gestione di canili. La ricorrenza è stata celebrata ieri sera al Baluardo della Cittadella con un incontro condotto dalla giornalista Giulia Bondi. Sono intervenuti, tra gli altri, i sindaci di Modena Gian Carlo Muzzarelli, Soliera Roberto Solomita e Pievepelago Corrado Ferroni, assessori e docenti universitari, rappresentanti di Confcooperative Modena e del Consorzio di Solidarietà Sociale.

Nata a Sassuolo nell'ambito dell'associazionismo cattolico con il nome SolDoFa (Solidarietà Donare Facendo) per assistere giovani disabili, nel 2008 ha assunto il nome di Caleidos cooperativa sociale e trasferito la sede a Modena. «Quando abbiamo cominciato eravamo in venti, ora siamo 120 – racconta la presidente di Caleidos Elena Oliva, che guida anche Federsolidarietà (l'organismo che rappresenta le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Modena) - I nostri operatori aiutano tutti i giorni persone che hanno bisogno (stranieri, tossicodipendenti, prostitute), oppure accudiscono animali. Sono dei professionisti "speciali", perché chi lavora nel sociale deve avere qualcosa in più, oltre alle competenze richieste in qualsiasi professione». Attualmente Caleidos cooperativa sociale si occupa di assistenza a persone con problemi di dipendenza, attività di sensibilizzazione nelle scuole, centri per stranieri, mediazione linguistico-culturale, integrazione, unità di strada per prostitute e gestione di canili comunali; inoltre Caleidos ha aperto Nostra Tellus, un'azienda agricola che si trova a S. Cesario sul Panaro e nella quale, sotto la guida di un tecnico agronomo, lavorano nove migranti giunti a Modena nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum.

(fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)