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Sabato, 16 Aprile 2016 10:05

T- VEG: la storia di un dinosauro vegetariano

E' sempre importante assumere in una dieta salubre ed equilibrata tanta buona verdura e frutta! Purtroppo per i più piccini diventa quasi impossibile a volte convincerli ad assoporare un buon piatto "vegeteriano" e così SOS by SUSANNA VOLIANI attraverso una lettura simpatica, colorata e divertente ci viene in aiuto grazie ad un "sorprendente" T-VEG!

Di Susanna Voliani

In questi tempi di grande attenzione al cibo buono e salutare, ecco che compare in libreria l'albo perfetto per sensibilizzare anche i più piccini. Uscito in Italia da pochi giorni, scritto dall'autrice anglo indiana Smriti Prasadam-Halls ed illustrato da Katherina Manolessu (pubblicato da Mondadori per la collana ElectaKids), si tratta di un racconto semplice e divertente che avvicina i bambini al mondo dell'alimentazione.

vegan libro illustrato nutrizione bambini

È la storia di un tirannosauro un po' speciale di nome Reginaldo, tipico nel possente ruggito, nell'aspetto spaventoso, nella forza enorme, nel digrigno dei denti, ma originale nei gusti alimentari: è vegetariano.
Mentre i suoi familiari ed i suoi amici si nutrono di succulente bistecche come tutti i T-Rex che si rispettino, lui preferisce frutta e verdura. Stufo di sentirsi escluso e deriso perché diverso, decide di andarsene via, alla ricerca di un posto nuovo e di dinosauri che possano capirlo, magari erbivori come lui. Ma i grandi erbivori non vogliono avere niente a che fare con lui, ne hanno paura: si tratta pur sempre di un mastodontico e spaventoso T-Rex! Ancora più umiliato e solo, proprio mentre amici e familiari lo stanno cercando per riportarlo a casa, Reginaldo sarà però il protagonista assoluto di un grande salvataggio, grazie alla sua smisurata forza dovuta sicuramente a tutta la frutta e la verdura di cui si nutre!

vegan libro illustrato nutrizione bambini 2

Una storia piccola ma capace di commuovere e di insegnare perché ricca di significati: una lezione contro i pregiudizi, sull'amore della famiglia e degli amici, sul coraggio di rimanere fedeli a se stessi nonostante le proprie differenze dagli altri.
E le coloratissime e brillanti illustrazioni non possono che essere utilizzate per spiegare ai nostri figli che nutrirsi bene ci mantiene in salute e rende forti e felici!Dai 4 anni.

CREDITS photo: - dietologomarcomissaglia.com – nutrisoft.com.br – gustissimo.it – giallozafferano.it – nonnapaperina.it – rec23.com – romalecool.com

Sabato, 09 Aprile 2016 10:44

A New York tutti matti per il Rainbow Bagel

Colorato, allegro e, a quanto dicono, buonissimo: si parla dell'ultima invenzione food, ovvero il Rainbow Bagel. A realizzarlo è stato il re dei Bagel, Scot Rossillo, nel suo ormai famosissimo The Bagel Store di Brooklyn a New York

Di Chiara Marando -

Sabato 09 Aprile 2016 -

Per la serie “la fantasia in cucina non è mai troppa” e “anche l'occhio vuole la sua parte", ecco che l'alimento di cui parliamo oggi supera ampiamente i concetti di normalità e monotonia cromatica, tanto da sembrare appena uscito dalla cucina di Nonna Papera.

Si tratta del rivoluzionario Rainbow Bagel, una ciambella che riprende la forma del più classico bagel, ma sembra fatta di pongo ed assemblata da un bambino: indubbiamente bellissima da vedere e, pare, eccezionale da mangiare.

Già, i fortunati che hanno avuto il piacere di provarla parlano di una vera e propria esplosione di gusto, un mix di sapori dolci e salati che si fondono ad ogni morso. Ad inventarla è stato Scot Rossillo, considerato il “miglior artista di bagel al mondo”, che lavora nel suo ormai famosissimo The Bagel Store in Bedford Ave, Brooklyn, a New York.

the bagel store 2

Con il Rainbow Bagel pare che Scot abbia veramente superato sé stesso, un prodotto che nasce dalla passione per la sperimentazione in cucina ma anche da tanta pazienza e creatività. Non a caso, come dice lui «mi ci sono voluti 20 anni di tentativi e altrettanti di fallimenti».

Scot è molto noto tra gli amanti dei bagel, ne rappresenta un vero pioniere e maestro. La sua tecnica si basa su procedimenti ancora artigianali e tradizionali, ma la sua manualità, e l'estro che lo contraddistingue, gli consentono di sfornare bagel stravaganti e di ogni colore.

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Ovviamente non è dato sapere quale sia la ricetta originale del Rainbow Bagel, impossibile riuscire a rintracciare ogni singolo ingrediente solo assaggiandolo. Una cosa però si sa: non vengono aggiunti conservanti o additivi chimici all'impasto (difficile da credere osservando il procedimento di preparazione ndr.) ed il vero segreto si trova nel goloso ripieno che completa il risultato finale.

Certamente, esaminare il momento della realizzazione risulta estremamente affascinate, sembra di giocare con enormi pezzi di pongo, esattamente come facevamo da piccoli quando ci divertivamo a modellare delle improbabili composizioni o formine.

Ma che sapore ha questa invenzione?

Pare sia simile a quello dei lecca lecca, di tutti i gusti messi insieme appassionatamente, anche se con un risultato meno dolce. Poi, come già premesso, c'è il tocco finale, ovvero una farcitura dal nome improbabile: Funfetti-style cream” che consiste in una crema al formaggio amalgamata con i “Candy cotton”, quei i bastoncini colorati e zuccherati dall'aspetto fiabesco.

The bagel store

E qui scatta la domanda: ma c'era proprio bisogno di un ennesimo junk food?

A onor del vero non si conoscono la reale portata calorica ed i grassi, quindi abbiamo ancora un po' di tempo per illuderci che non si tratti proprio di “cibo spazzatura”....ma temo proprio sia poco tempo. Nel caso, siccome in cucina non si butta via nulla, si può sempre pensare di utilizzarlo come allegro soprammobile.

Pubblicato in Cultura Emilia

Dall'11 al 13 Aprile al Palacassa, all'interno delle Fiere di Parma, si svolgerà la 25esima edizione del Campionato Mondiale della Pizza: 35 nazioni coinvolte per un totale di 650 concorrenti e quasi 7mila visitatori.

Parma, 8 Aprile 2016 

Tutto è pronto per uno dei momenti più golosi dell'anno: 12 mila pizzaioli si sono incontrati e sfidati, più di 25 mila pizze sono state sfornate dal 1992, anno in cui l'evento si è svolto per la prima volta.
Stiamo parlando del Campionato Mondiale della pizza, un appuntamento che dall'11 al 13 aprile coinvolgerà quasi 35 nazioni (Italia, USA, Francia, Australia, Giappone, Brasile, Thailandia, Messico, Canada, Germania, Gran Bretagna, Russia, Polonia, solo per citarne alcune) per un totale di 650 concorrenti e quasi 7 mila visitatori.
Come ogni anno sarà il Palacassa, all'interno delle Fiere di Parma, ad ospitare questo imperdibile momento che durante questa edizione, la 25esima, si preannuncia ricco di novità: 4 aree tematiche dedicate a specifiche ricette di pizza e primi piatti, 13 specialità tra gare di cottura e abilità e soprattutto, la grande opportunità di vedere riuniti più di 650 maestri della pizza in azione.
Testimonial speciale della kermesse sarà l'attore Gian Marco Tognazzi. Tra i main sponsor, l'azienda Agugiaro&Figna, con il brand "Le 5 Stagioni", marchio leader per farine e preparati per pizzerie, con oltre 20 tipologie di prodotti presenti in tutti e cinque i continenti come simbolo di italianità e qualità.
Quindi, pizza come piatto tipico ma anche come ricerca e alta cucina, un'evoluzione che ha portato la cultura della vera pizza anche fuori dai confini nazionali.
Per info www.campionatomondialedellapizza.it 

Pubblicato in Agroalimentare Parma

La mostra di murales monumentali celebra Parma città della Gastronomia creativa Unesco. Le opere saranno battute all'asta per il diritto all'acqua. Ecco tutti gli appuntamenti del Fuori salone che prevede serate gourmet, appuntamenti con il bio e degustazioni di vino.

Di Alexa Kuhne, ph. Francesca Bocchia

Parma, 8 aprile 2016

Food, ma anche street art, monumentale e dirompente. Perché "Cibus in Fabula" è soprattutto creatività.
Il cibo può essere raccontato con la forza dell'arte visiva, quella di strada, imponente e piena di fascino, come quella rappresentata nei 13 monumentali murales di altrettanti nomi del panorama internazionale.
L'energia dei colori e della immaginazione dei 13 artisti racconta di ciò che ci nutre, il punto di forza della cultura "Made in Italy" che vede in Parma un territorio di eccellenze.
Parma è stata, recentemente, definita Città Creativa della Gastronomia Unesco e si celebra, in occasione di Cibus questo suo riconoscimento con una mostra di opere dall'effetto straniante curata da Felice Limosani nello spazio della crociera dell'Ospedale Vecchio di via d'Azeglio.
L'esposizione, che chiuderà il 22 maggio, rappresenta il fiore all'occhiello del cartellone di eventi di "Cibus in Fabula", il fuorisalone di Cibus, dal 6 - 15 maggio, regala alla vista queste tele di 70 mq che nei mesi di Expo hanno raccontato il food sulla facciata esterna del padiglione di Federalimentare-Fiere di Parma.

CIBUSINFABULA 2016 mostra di Street Art di Felice Limosani

"Tangibile e intangibile si mixano" -, come ha detto il curatore, Limosani: "da un lato il tangibile, ovvero la produzione eno-gastronomica e il saper fare di tutto un territorio unico al mondo, quello parmense, dall'altro l'intangibile, ovvero 13 tappe artistiche, oniriche e creative di un viaggio chiamato Food, che interrogano ora su una equilibrata distribuzione delle risorse economiche nel mondo ( come 'Communicating vessels' dell'artista pugliese Agostino Iacurci) ora su un rapporto più responsabile con la natura ( come 'Life and Hope' del collettivo spagnolo Boamistura o 'Genesi 2.0' dell'italiano Vesod) oppure sul benessere alimentare (come 'Fast, Gourmet & Light' del tedesco Tasso o 'Picture of Health' dell'irlandese Maser )".

"Il senso di questa esposizione – ha affermato Antonio Cellie, Amministratore Delegato di Fiere di Parma – vuole essere un tributo ad un tessuto imprenditoriale unico al mondo per capacità di saper fare, per dedizione e amore al territorio,per rispetto delle tradizioni e per capacità creativa. Come i nostri imprenditori illuminati questi murales intendono rappresentare un impegno che è una scommessa per il futuro,interpretando le sfide che tutti noi dovremo affrontare".

Temi diversi raccontati con sensibilità diverse che arrivano da tutto il mondo ( Giappone, Irlanda, Spagna, Francia, UK, Russia solo per citarne alcuni) per un unico "affresco globale del Food". E non è un caso che Felice Limosani abbia scelto i graffiti per rappresentare artisticamente il food. " Il futuro del cibo è nelle mani dei Millenials che numericamente rappresentano il sesto continente - afferma Limosani - con questa generazione è indispensabile attualizzare il linguaggio per far passare concetti come responsabilità, sostenibilità, distribuzione delle risorse, rispetto delle Natura, ecc. Sono soddisfatto che questo dialogo riparta da Parma, città icona del cibo e del mondo che gravita intorno.".
Dal 15 aprile al 10 maggio, le opere in mostra all'Ospedale Vecchio di Parma saranno messe all'asta sul sito www.charitystars.com. Il ricavato sarà devoluto a Oxfam Italia, ONG presente in 90 Paesi nel mondo che si occupa di progetti di sviluppo in ambito rurale per garantire mezzi di vita sostenibile ed il diritto all'acqua.

cibus in fabula street art parma Felice Limosani

Il fuorisalone "Cibus in Fabula", che punta a rafforzare la leadership di Parma quale città di riferimento della gastronomia, valorizzando la qualità delle materie prime e la capacità di trasformarle in piatti universalmente apprezzati, sarà caratterizzato da una serie di iniziative.
Dal 7 all'11 maggio "Sorsi di natura" animerà Piazza Garibaldi. Un appuntamento per gli amanti del bio che potranno gustare una ricca varietà di succhi "salutistici" mentre gli amanti del vino potranno, negli stessi giorni sempre in Piazza Garibaldi, andare alla scoperta dei migliori vini locali proposti dal Consorzio dei vini dei Colli di Parma, Malvasia, Sauvignon fino al popolare Lambrusco. Birre artigianali e pizza cotta su pietra sono invece al centro dell'evento organizzato in Piazza della Pilotta dal 7 al 12 maggio. Spazio poi a bimbi e famiglie con il progetto "Vivere in Armonia" curato dai servizi educativi del Comune di Parma che proporrà sabato 14 maggio in Piazza della Steccata attività divulgative, laboratori scientifici e giochi.
Ad arricchire il calendario degli eventi le iniziative organizzate in Stradello San Nicolò: un vero e proprio spazio "food&mood" dove serate gourmet saranno abbinate a performance interattive tra food e design, al foodwalking e assaggi creativi. Al pubblico dei presenti sarà omaggiata la nuova pic-nic bag: una lunch box di design per sfiziosi picnic all'aria aperta.

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Non solo wine&food comunque. Le serate del 6 e 11 maggio infatti vedranno protagonisti nell'Oltretorrente in due cene-spettacolo rispettivamente Gene Gnocchi e il fotografo-gastronauta-attore Lucio Rossi che intratterranno i loro ospiti all'insegna della parola e della buona cucina.
Il fuori salone toccherà altri luoghi simbolo del centro storico di Parma: Parco Ducale e Piazza Ghiaia, Orto Botanico e Galleria Sant'Andrea, Chiostro del Conservatorio Arrigo Boito e Auditorium del Carmine. Un quadrilatero ampio in cui tutte le location animate da iniziative del fuorisalone saranno contraddistinte a terra da un eco-graffito realizzato con un materiale a base di derivati dallo yogurt e raffigurante appunto il Logo Cibus in Fabula.
La presentazione della manifestazione ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, dell'Assessore al Turismo e Commercio Cristiano Casa, dell'Amministratore Delegato di Fiere di Parma Antonio Cellie e dello stesso Limosani.

Pubblicato in Cronaca Parma
Sabato, 02 Aprile 2016 11:14

Purple Bread: il pane viola dai tanti benefici

Arriva una novità in cucina, un pane che promette notevoli effetti benefici grazie all'alto contenuto di antiossidanti: il Purple Bread, ovvero il pane viola, nato da un'idea del dottor Zhou Weibiao, scienziato della National University di Singapore.

Di Chiara Marando -

Sabato 02 Aprile 2016 -

Per la serie “ novità in cucina” ecco un pane che promette notevoli effetti benefici per la salute: si chiama Purple Bread, ovvero pane viola, ed è nato da un'idea del dottor Zhou Weibiao, scienziato della National University di Singapore. Pare essere l'ultimo ritrovato food, il primo supercibo lievitato al mondo. Già un supercibo, e non si tratta di un nome che deriva dai fumetti, ma di quella categoria di alimenti che presentano una densità fuori dal comune di proprietà nutritive utili al benessere fisico e mentale.

Nel caso del Purple Bread, il plus è rappresentato dalle antocianine, un gruppo di flavonoidi che danno anche il caratteristico colore viola e sono noti per il loro potere antiossidante e antinfiammatorio.

La particolarità delle antocianine è quella di prevenire le malattie cardiovascolari e neurologiche, ma anche di agire positivamente su patologie quali l'obesità. Ovviamente, perché siano efficaci, è necessario che siano estratte dagli alimenti ed aggiunte durante la preparazione del pane, così da conservare intatte le loro proprietà, anche se in misura ridotta: è bene ricordare che sono termolabili, questo vuol dire che la cottura ne diminuisce del 20 % le peculiarità nutrizionali.

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E proprio su quest'ultimo aspetto il dottor Zhou Weibiao ha subito chiarito la sua posizione, specificando che questo pane è preparato utilizzando una tecnica che riesce a conservare integre l'80% delle anticianine e che, per sfruttarle al massimo, la ricetta da lui ideata prevede una cottura estremamente breve: precisamente 8 minuti, a 200 gradi Celsius.

Ma dopo tutto questo parlare, la domanda sorge spontanea: quali sono le differenze tra il pane viola e quello bianco?

Cominciamo con il dire che si tratta sicuramente di una novità interessante ma non è comprovato che il Purple Bread possieda concretamente tutte le proprietà benefiche che gli vengono attribuite.

Ad esempio, non è da prendere come certa la teoria che riesca ad abbassare l'indice glicemico grazie ad una particolare reazione chimica tra antocianine e amidi, e nemmeno che renda la digestione più lenta del 20% rispetto al pane bianco. Ciò che invece può essere considerato sicuro è il suo alto contenuto di antiossidanti, quindi non sarà miracoloso ma sicuramente diviene un alimento da considerare nella propria dieta di tutti i giorni.

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Purtroppo, pensare di farlo in casa sfruttando ortaggi come il cavolo rosso o frutti come i mirtilli, non è così semplice come spiega la dott.ssa Katia Petroni, Ricercatrice di Genetica presso l'Università degli Studi di Milano e sostenuta dalla Fondazione Umberto Veronesi: “L'ideale sarebbe avere un estratto o aggiungere farine di mais rosso, perché il limite resta la cottura. Con la bollitura, necessaria per usare l'ortaggio durante la preparazione del pane, un'altissima percentuale di antocianine viene persa, perciò lo sforzo ha molto meno senso».

«In ogni caso è fondamentale ricordare – aggiunge la dottoressa - che un pane del genere non potrà mai essere un alimento sostitutivo, e che il nostro organismo ha comunque bisogno di fare il pieno di antocianine con la frutta e la verdura rossa»

Torna l'appuntamento per i più golosi e curiosi: dall'8 al 10 Aprile a Reggio Emilia si svolgerà “In Food We Truck”, il festival itinerante dedicato allo street food che coniuga cultura del buon cibo con la voglia di scoprire le tipicità regionali.

Reggio Emilia, 02 Aprile 2016 -

Torna un appuntamento imperdibile per golosi e curiosi food lovers: dall'8 al 10 aprile Reggio Emilia sarà “In Food We Truck”, l'evento interamente dedicato allo street food.

La location è quella classica delle passate edizioni,Viale IV Novembre, proprio di fronte alla Stazione. Inizia da qui, proprio da Reggio Emilia, il tour di questo festival dello street food che girerà l'Italia nel corso dell'anno. Un appuntamento unico nel suo genere che vedrà presenti i migliori food truck italiani, pronti a servire specialità enograstronomiche tipiche e deliziare i palati degli avventori. Ma questi tre giorni non saranno solo cibo, sarannocultura del cibo, alla scoperta di tradizioni, storie curiose e bontà regionali. A completare l'evento, un ricco programma di eventi collaterali che animeranno questo secondo weekend di aprile: intrattenimento per bambini, musica e creatività.

Insomma, tutto quello che rappresenta aggregazione e relax: una cultura itinerante capace di regalare esperienze nuove anche con un occhio attento al portafogli.

Per maggiori info www.infoodwetruck.net

 

 

Gola Gola!Food and People Festival: Il 10, l'11 e il 12 giugno Parma si animerà con oltre 100 eventi in programma, showcooking, street food, tour dell'arte e del buon gusto, cultura e intrattenimento.

Di CM 

Parma, 28 Marzo 2016 

Il 10, l'11 e il 12 giugno Parma si animerà con oltre 100 eventi in programma, showcooking, street food, tour dell'arte e del buon gusto, cultura e intrattenimento.
Insomma, un Festival del cibo, dove il cibo rappresenta il collante tra le persone, la filosofia di uno stile di vita allegro e gioioso che incarna l'essenza della cultura italiana, quella del buon vivere.
Al Gola Gola ! Food and People Festival il visitatore sarà attratto dal gusto, dalla possibilità di assaggiare le tipicità del territorio ed imparare di più sulle tradizioni, ma sarà catturato anche dagli spettacoli, dall'allegria e dal momento di aggregazione.
Gola Gola ! Food and People Festival si svilupperà attraverso 4 aree tematiche, di cui 3 in città, che corrispondono ad altrettanti luoghi del centro storico, ovvero piazza Garibaldi, piazza Ghiaia, piazzale della Pace, e una quarta fuori porta che consisterà in 5 percorsi "etnogastronomici" che nei tre giorni del Festival e con tre partenze quotidiane, andranno da Parma verso la provincia e province limitrofe di Piacenza, Cremona, Mantova, in un percorso tra castelli, pievi, parchi, musei, salumifici, caseifici e aziende agricole.
"Abbiamo investito in questo Festival – ha esordito il sindaco Federico Pizzarotti – nell'intento di creare un evento dedicato all'agroalimentare, ma soprattutto al buon cibo e alla cultura del buon vivere, che potesse essere di richiamo per i turisti e di valorizzazione del territorio. Questa edizione zero ci farà capire la risposta dei parmigiani e dei turisti ad un appuntamento così ricco e, speriamo, coinvolgente per tutti".
"Questo progetto – ha detto l'assessore alle Attività produttive, Commercio e Turismo Cristiano Casa – è inserito nel dossier che ha reso Parma Città creativa Unesco per la Gastronomia, un festival del cibo a 360°, caratterizzato da una grande condivisione di intenti e sinergia operativa tra i vari attori, enti e privati, finalizzata a valorizzare e rendere attrattivo il nostro territorio in un periodo, giugno, che per la nostra città è caratterizzato da un leggero calo turistico".

Il cuore del festival sarà la Piazza Garibaldi con i Portici del Grano. Casa SMEG sarà la riproduzione di una cucina di casa, dove ogni giorno, dalle 10 alle 22 e il sabato fino a mezzanotte, si terranno showcooking e laboratori di cucina con chef e blogger e temi dedicati a cucina tradizionale, innovativa, vegana, e non solo. Incontri nei quali si parlerà di buon mangiare e salute, ma anche e soprattutto di passione attraverso le testimonianze di imprenditori, medici e artisti.
Un palcoscenico ospiterà appuntamenti quotidiani con intellettuali, musicisti e personaggi del mondo dello spettacolo come i vincitori delle ultime 3 edizioni di Bake Off, il famoso programma di Real Time, il sabato pomeriggio dirigeranno un grande showcooking collettivo, che coinvolgerà quasi 100 persone pronte a preparare, ciascuno, una crostata successivamente cotta nel Forno gestito dall'associazione panificatori dell'Ascom di Parma.

La seconda area attività è la piazza Ghiaia, sede storica del mercato alimentare, che ospiterà il Mercato delle Specialità, Gola Gola! Food Market: un mercato, aperto dalle 10 alle 22, con la partecipazione di espositori, piccole aziende artigianali o agricole con prodotti di qualità, provenienti da tutta Italia. Ed ancora, degustazioni guidate a cura dei Consorzi, delle associazioni assaggiatori e delle aziende.

Infine la terza area è quella definita Gran Teatro del Cibo, in Piazzale della Pace: un grande tendone da circo, allestito con tavoli e sedie e un palcoscenico per ospitare durante il giorno animazioni e laboratori sul cibo per i bambini, che si trasformerà, a pranzo e a cena in un ristorante en plein air dove gustare Street Food di qualità, allietati da spettacoli di Teatro Danza e Teatro di strada.
In occasione del festival verrà anche inaugurata una passeggiata Le Vie dei Sapori, una camminata attraverso il centro di Parma che racconta la storia dei quartieri, le loro vocazioni merceologiche e consente di visitare i monumenti che contengono opere d'arte dedicate al cibo.

Poi, sabato 11, la Notte dei Golosi: dall'aperitivo fino alla colazione, con una maratona dei monumenti, un concerto di primo mattino, negozi aperti, locali in festa, fornai e pasticceri al lavoro, concerti e balli nelle strade e possibilità per mangiare, bere e degustare in ogni dove.

La maggior parte degli eventi saranno gratuiti, ma accessibili su prenotazione a chi avrà acquistato la Gola Gola! Card, disponibile anche on line, che con un costo di 5 euro consentirà di accedere agli eventi su prenotazione fino a esaurimento posti, di degustare gratuitamente i prodotti e di avere condizioni promozionali presso le salumerie, i negozi e gli esercizi convenzionati oltre a sconti per gli eventi del festival che saranno a pagamento.
Per maggiori informazioni: www.golagolafestival.it 

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Gli ultimi dati usciti dalla Oxford University raccontano di uno studio eseguito sulla dieta mondiale e dicono che sarebbero 8 milioni i morti in meno entro il 2050 se solo si modificassero le abitudini alimentari diminuendo il consumo di carne

Di Chiara Marando -

Sabato 26 marzo 2016 -

Gli ultimi dati usciti dalla Oxford University raccontano di uno studio eseguito sulla dieta mondiale e dicono che sarebbero 8 milioni i morti in meno entro il 2050 se solo si modificassero le abitudini alimentari.

Più in dettaglio, una dieta strettamente vegana eviterebbe 8,1 milioni di decessi prematuri ma, anche senza arrivare ad un completo stravolgimento della nostra alimentazione, basterebbe limitare il consumo di carni rosse a 300 grammi la settimana per raggiungere quota meno 5 milioni di morti.

Questi sono solo due dei quattro scenari tracciati dagli esperti della Oxford University e pubblicati su Pnas, una tra le più note pubblicazioni di carattere scientifico.
Strade diverse con altrettanti scenari futuri: c'è quello in cui nulla cambia e vengono mantenute le attuali tendenze in termini di dieta, oppure quello in cui si limita la carne a 300 grammi a settimana aumentando l'apporto di frutta e verdura, per arrivare a quello strettamente vegetariano ed, infine, vegano.

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Che si sia d'accordo oppure no, pare che i maggiori vantaggi arrivino dalla scelta vegana, seguita a ruota da quella vegetariana. I benefici sarebbero riscontrabili soprattutto in relazione alle malattie cardiovascolari minori, nonché tumori e problemi correlati all'obesità.

Ma sarebbe anche l'ambiente a beneficiarne, perché questi due regimi alimentari permetterebbero anche una maggiore riduzione delle emissioni (63% per la dieta vegetariana e 70% per la vegana, mentre quella carnivora ma con moderazione le ridurrebbe solo del 30%.)

Vantaggi in termini di salute, ma vantaggi anche per il portafogli con un risparmio notevole per quanto riguarda le spese sostenute dai sistemi sanitari.

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Alla luce di quanto emerge, non è sempre corretto continuare a mettere la carne sotto accusa ma, certamente, l'eccesso ed il consumo senza freno che se ne fa, anche solo per soddisfare il palato, non solo la risposta più adeguata per il benessere del corpo e dell'ecosistema. Come in tutte le cose sarebbe un grande successo riuscire a raggiungere una sorta di equilibrio che permetta di mangiare quello che più ci piace senza danneggiare la nostra salute ed il pianeta in cui viviamo.

Ricette da far venire l'acquolina. Un itinerario virtuale lungo lo Stivale alla scoperta delle squisitezze più antiche. Basta trovare la ricetta che vi ispira per fare una Pasqua, gustativamente parlando, diversa...

Di Alexa Kuhne

Parma, 26 marzo 2016

La Pasqua è anche la festa dei golosi. E forse nessuna ricorrenza come quella di questi giorni si accompagna a una enorme varietà di dolci della tradizione che assumono caratteristiche particolari in base al territorio in cui vengono prodotti.
Vogliamo proporre una carrellata delle squisitezze della cultura gastronomica italiana per indurvi a sperimentare e provare nuove esperienze per il palato. Con la curiosità e la voglia di assaggiare si possono fare viaggi gastronomici davvero appaganti, basta trovare la ricetta che vi ispira per fare una Pasqua, gustativamente parlando, diversa...

La bella Mantova, per esempio, ha una vera e propria venerazione per il Bussolano. E' una morbida ciambella che nasce dalla tradizione popolare lombarda. La sua consistenza è data dalla mancanza di lievito. La caratteristica di questo dolce è che è adatto a essere inzuppato direttamente nel vino lambrusco

bussolano dolce pasqua tradizione

Il cugino del bussolano mantovano è il Bensone modenese. Le due ricette sono davvero molto somiglianti, con la differenza che quella gonzaghesca è più ricca di grassi. L'antenato comune pare sia nato a metà strada diffondendosi in tutte le campagne circostanti, seppure cambiando nome ad ogni sosta. Che parliamo di bensone, di bussolano o di pinza, sempre di un pane dolce a base di uova, farina e grasso si tratta, anche se le proporzioni variano.

bensone modenese dolce pasqua tradizione

Non c'è Pasqua, al Sud, senza Casatiello, una 'torta' sontuosa e sapida, ricca di simbolismi. A Napoli si dice di una persona noiosa e pesante 'I che casatiello!'. E questo proverbio la dice lunga sulla pesantezza, direttamente proporzionale alla bontà, di questa particolarissima torta salata. L' impasto è una quantità massiccia di farina, lievito, acqua, sale, pepe, sugna (in italiano strutto), uova sode, salame, formaggio e ciccoli (ciccioli) di maiale. Il termine casatiello deriva da "caso", che in dialetto napoletano vuol dire formaggio, e allude alla cospicua presenza al suo interno di formaggio pecorino. Il pane di cui è composto è il simbolo del corpo di Cristo, le uova incastonate al suo interno rappresentano la rinascita...

casatiello dolce pasqua tradizione

In Meridione, ancora più giù, nella meravigliosa Sicilia, le vetrine delle pasticcerie sono un tripudio di colori. E' tempo della Cassata (dall'arabo qas'at, "bacinella" o dal latino caseum, "formaggio"). La torta è a base di ricotta zuccherata di pecora, pan di spagna, pasta reale e frutta candita..
Inizialmente la cassata era un prodotto della grande tradizione dolciaria delle monache siciliane. Un proverbio siciliano recita "Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua" ("Meschino chi non mangia cassata la mattina di Pasqua"). La decorazione caratteristica della cassata siciliana con la zuccata fu introdotta solo nel 1873.
Le radici della cassata risalgono alla dominazione araba in Sicilia quando vennero introdotti a Palermo la canna da zucchero, il limone, il cedro, l'arancia amara, il mandarino, la mandorla. Insieme alla ricotta di pecora, che si produceva in Sicilia da tempi preistorici, erano così riuniti tutti gli ingredienti base della cassata, che all'inizio non era che un involucro di pasta frolla farcito di ricotta zuccherata e poi infornato.

Nel periodo normanno, a Palermo, presso il convento della Martorana, fu creata la pasta reale o Martorana, un impasto di farina di mandorle e zucchero, che, colorato di verde con estratti di erbe, sostituì la pasta frolla come involucro. Si passò così dalla cassata al forno a quella composta a freddo.
Gli spagnoli introdussero in Sicilia il cioccolato e il pan di Spagna. Durante il barocco si aggiungono infine i canditi. L'introduzione della glassa di zucchero coperta di frutta candita che avvolge tutto il dolce come un vetro opaco potrebbe ricondurre il nome all'inglese glass, vetro da cui glassata - classata -cassata.

E poi c'è la Pastiera, la regina delle torte napoletane. Va confezionata con un certo anticipo, non oltre il giovedì o il venerdì santo, per dare agio a tutti gli aromi di cui è intrisa di bene amalgamarsi in un unico e inconfondibile sapore. Appositi "ruoti" di ferro stagnato sono destinati a contenere la pastiera, che in essi viene venduta e anche servita, poiché è assai fragile e a sformarla si rischia di spappolarla irrimediabilmente. La ricetta tradizionale dice di mescolare alla ricotta semplici uova sbattute; una seconda versione, decisamente innovatrice, raccomanda di unirvi una densa crema pasticciera che la rende più leggera e morbida, innovazione dovuta al dolciere-lattaio Starace con bottega in un angolo della Piazza Municipio non più esistente. Per il resto non è pastiera se non c'è estratto di fiori d'arancio e grano cotto, oltre a canditi.

pastiera dolce pasqua tradizione

Si racconta che Maria Cristina di Savoia, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", cedendo alle insistenze del marito buontempone, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere. Pare che a questo punto il re esclamasse: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo". La pastiera, forse, sia pure in forma rudimentale, accompagnò le feste pagane celebranti il ritorno della primavera, durante le quali le sacerdotesse di Cerere portavano in processione l'uovo, simbolo di vita nascente. Per il grano o il farro, misto alla morbida crema di ricotta, potrebbe derivare dal pane di farro delle nozze romane, dette appunto "confarratio". Un'altra ipotesi la fa risalire alle focacce rituali che si diffusero all'epoca di Costantino il Grande, derivate dall'offerta di latte e miele, che i catecumeni ricevevano nella sacra notte di Pasqua al termine della cerimonia battesimale. Nell'attuale versione, fu inventata probabilmente nella pace segreta di un monastero dimenticato napoletano. Un'ignota suora volle che in quel dolce, simbologia della Resurrezione, si unisse il profumo dei fiori dell'arancio del giardino conventuale. Alla bianca ricotta mescolò una manciata di grano, che, sepolto nella bruna terra, germoglia e risorge splendente come oro, aggiunse poi le uova, simbolo di nuova vita, l'acqua di mille fiori odorosa come la prima vera, il cedro e le aromatiche spezie venute dall'Asia. È certo che le suore dell'antichissimo convento di San Gregorio Armeno erano reputate maestre nella complessa manipolazione della pastiera, e nel periodo pasquale ne confezionavano in gran numero per le mense delle dimore patrizie e della ricca borghesia.

Arrivando molto più a nord si scopre la Gubana che è un tipico dolce delle valli del Natisone (Udine), a base di pasta dolce lievitata con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, scorza grattugiata di limone, dalla forma a chiocciola, dal diametro di circa 20 cm e cotto al forno. Viene servito irrorato da slivovitz, un liquore ricavato dalla distillazione delle prugne. Il dolce è noto fin dal 1409 quando fu servito in un banchetto preparato in occasione della visita di papa Gregorio XII a Cividale del Friuli. Facendo riferimento alla forma della gubana, la derivazione del nome è probabile che sia la sloveno guba, che significa piega.

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Spostandoci in Emilia, troviamo la colomba di Pavullo, che non ha molto a che vedere con la colomba pasquale che tutti conoscono, è infatti una focaccia dolce farcita di savor, marsala e frutta secca.

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Le pardulas o casadinas sono un tipico dolce pasquale della tradizione sarda. Sono piccole tortine con ripieno di ricotta o di formaggio, molto delicate e gustose. A seconda della zona si possono vedere in una versione dolce o salata, all'aroma di arancia o limone e, più rara, una versione con l'uvetta. Nonostante la preparazione identica, il gusto tra le pardulas di ricotta, delicatissime, e quelle di formaggio (formaggio fresco), che hanno un sapore più deciso, è molto diverso.

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La Resta, il cui profumo si avverte durante il periodo pasquale per le vie di Como, è un pane zuccherino. E' il dolce legato alla celebrazione della domenica delle Palme per via di un gesto simbolico: al suo interno viene infilato (nella pasta prima della cottura) un ramoscello di ulivo, mentre sul dorso viene inciso un disegno che ricorda la spiga detta anche "lisca o resca", simboli associati alla rinascita primaverile da cui prende poi il nome questo dolce. Anche questa prelibatezza deve sostenere ben tre lievitazioni.

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Sul Salame del papa bisogna fare subito una precisazione: non è da confondere con il noto "salame di cioccolato". Si tratta di una ricetta molto antica, tramandata per lungo tempo oralmente e di cui, proprio per questo poco si conosce; esaminando tuttavia gli ingredienti troviamo la presenza di nocciole che fanno pensare quasi tutti all'unisono che il "salam dal papa" sia nato in Piemonte. Questo dolce in origine era prettamente legato al periodo quaresimale e pasquale; ciò perché in questo particolare periodo dell'anno la religione cattolica proibisce (salvo particolari casi) di mangiare carne e dolci.

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Tra queste bontà non può non mancare una specialità toscana: la Schiaccia, che viene preparata principalmente nelle province di Pisa e Livorno. Dolce povero della tradizione contadina, prevede una lunga lievitazione che si sviluppa in quattro fasi. E' ricco di anice e non è troppo dolce ed è ideale inzuppato in un bicchierino di Vinsanto o accompagnato con un pezzetto di cioccolata.

Un dolce povero ma particolarmente apprezzato è la Miascia o Turta di paisan. E' facile trovarla sulle tavole della Brianza e dintorni. Numerose sono le varianti in cui la si può apprezzare, modifiche dovute al fatto che questo dolce non è radicato e tipico di un unico paese bensì si estende quasi e ben oltre la provincia. E' una torta casalinga fatta di pane raffermo. Tra le tantissime ricette c'è chi la prepara con cacao in polvere e fichi secchi e chi con amaretti sbriciolati e scorze di limone e pinoli.
 Il nome torta paesana deriva dal fatto che un tempo veniva preparata durante il giorno della festa del paese e anticamente veniva cotta in forni comunitari utilizzando il pane che fino a prima della preparazione era conservato nella tradizionale "panadura".

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La lista potrebbe essere molto lunga. Sta ai veri golosi uscire dagli schemi delle proprie abitudini e 'tuffarsi' in altre tradizioni dolciarie. L'esperienza può essere davvero sorprendente perché, parlando di dolci, li si associa immediatamente allo zucchero e invece, dalle antiche ricette, si scoprirà che questi sono poveri di ingredienti, visto che lo zucchero era riservato alle tavole dei ricchi e, per sostituirlo, si utilizzavano frutta secca e fresca.

Pubblicato in Cultura Emilia
Lunedì, 21 Marzo 2016 13:23

Parma: le foto di "Irlanda in festa"

Van, mini-van, truck e gazebo, hanno invaso Piazzale della Pilotta accompagnati dalla Guiness (la regina delle birre irlandesi) e dalla musica dell'isola britannica.

Dopo 10 anni di attività dalla prima edizione di "Irlanda in festa" si è svolta per la prima volta anche a Parma accompagnata dal Finger Food Festival-St.Patrik's Edition: una delle più importanti manifestazioni di eccellenze gastronomiche della penisola.

Le foto di Francesca Bocchia

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