GCR Gestione Corretta dei Rifiuti PR

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La nota stampa di Aldo Caffagnini: "Il camino a singhiozzo continua nel suo incerto procedere, con pause di riflessione sempre più intense e prolungate." -

Parma, 22 maggio 2015 -

"La linea 2 era già stata spenta il 4 maggio, 18 giorni fa, ma il 18 maggio anche la linea 1 è stata messa in fermata e la situazione dura ormai da 4 giorni.
E' il languore di rifiuti che sta diventando vera e propria fame?
Il camino a singhiozzo, forse un unicum nel panorama italiano degli inceneritori, continua nel suo incerto procedere, con pause di riflessione sempre più intense e prolungate.
La vorace fornace, affetta da famelica necessità di rifiuti da bruciare, non trova sfogo nel sistema di raccolta impostato a Parma dal Movimento 5 Stelle e dall'assessore all'ambiente Folli, irrisoluti portatori sani del porta a porta, che a regime riduce drasticamente la necessità di queste macchine infernali che sparano in aria centinaia di migliaia di metri cubi di aria sporca ogni ora.
Così a Ugozzolo la fossa del residuo è sempre più vuota e visto l'avanzare della differenziata porta a porta in tutto il territorio di Parma e Provincia, non si profilano radiosi futuri ricchi di sacchi neri da attizzare.
L'inceneritore di Parma è grande almeno il doppio delle previsioni elaborate nel 2005, ma oggi risulta oltremodo ipertrofico rispetto ai piccoli numeri che rimangono dopo il tornado porta a porta.
Il gestore risponderà a questo nuovo stop con le questioni tecniche, la manutenzione, il controllo.
Ma il problema rimane l'organizzazione della raccolta degli scarti, che con il sistema domiciliare va contro come concezione stessa ad ogni tipo di smaltimento, discarica o inceneritore che sia.
E non potrà che peggiorare, per il forno.
Il sistema porta a porta ha altre frecce al suo arco.
L'obiettivo ora va oltre i numeri ormai alla portata (80%) e sposta la sua attenzione sul rifiuto residuo, che rappresenta ancora un terreno fertile di caccia per il sistema.
Si tratta di ampliare i materiali oggetto di riciclo e di ridurre gli stessi nell'ormai limitato recinto dell'indifferenziato.
Ad esempio si può lavorare sui pannolini, che ancora rappresentano un problema di non facile gestione, ma che oggi con l'avanzare della tecnologia trovano varchi virtuosi di risoluzione.
L'adozione di pannolini lavabili nei nidi darebbe una scossa ai numeri, sia quelli della montagna di usa e getta che sparirebbe, sia per l'impatto ambientale drasticamente ridotto, sia per il risparmio economico per le casse comunali.
Questo è solo un esempio delle ulteriori mosse che il sistema porta a porta può implementare.
Il Pap è un raffinato cecchino che non sbaglia un colpo, e in questo caso nel mirino cadrebbero vittima l'inquinamento e lo spreco, a favore di salute, risparmio e consapevolezza."

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti)

Giovedì, 04 Dicembre 2014 13:09

Rifiuti, sotto il muro dei 100 kg

La premiazione del progetto "Sotto il muro dei 100 kg". Tra i comuni primi classificati per aver ridotto i rifiuti residui al di sotto dei 100kg pro/capite, il secondo posto se l'è aggiudicato Felino e Parma è risultata come miglior Comune capoluogo per i rifiuti residui secchi avviati a smaltimento -

Parma, 4 dicembre 2014 -

Sabato scorso a Monte San Pietro, Bologna, si è svolta la premiazione del progetto "Sotto il muro dei 100 kg", promosso dall'Ecoistituto di Faenza, diretto da Natale Belosi e indetto da WWF, Legambiente, Movimento legge rifiuti zero, Associazione Comuni Rifiuti Zero, Associazione GCR.

La campagna "Sotto il muro dei 100 Kg: comuni verso rifiuti zero" è nata con l'obiettivo di individuare, premiare e dare visibilità a quelle esperienze in cui la combinazione di riduzione, prevenzione e raccolta differenziata ha portato a quantitativi molto ridotti di rifiuto urbano residuo, attraverso la diffusione di buone pratiche di gestione dei nostri scarti.

Tra di esse la promozione del compostaggio domestico, l'uso dell'acqua di rubinetto, l'incentivazione dell'uso dei pannolini riutilizzabili, la vendita di prodotti alla spina, nell'ottica secondo cui il miglior rifiuto è quello non prodotto. 
L'individuazione dei comuni più virtuosi deriva dai dati Arpa Emilia Romagna, anno 2013, calcolati, per tutti i 348 comuni della Regione, sulla base dei criteri della proposta di legge ed elaborati dall'Ecoistituto di Faenza, quale Ente certificatore, che ha stilato una graduatoria generale, una graduatoria per le 3 aree di pianura, di montagna, dei capoluoghi e costa (le aree proposte dal piano regionale) con ulteriori suddivisioni per numero di abitanti, e una graduatoria per provincia.

Alla premiazione erano presenti diversi amministratori pubblici e volontari delle Associazioni impegnate sul tema dei rifiuti.
Oltre a WWF e Legambiente, l'Associazione GCR ha partecipato presentando il progetto "Rifiuti?Risorse!", come esempio di buone pratiche che debbono essere diffuse.
Alla sua terza edizione, il progetto propone agli Istituti scolastici di Parma un impegno su due fronti. La riduzione del rifiuto residuo e la raccolta differenziata "spinta" dei diversi materiali prodotti nel corso dell'attività scolastica (carta, cartone, plastica, lattine, barattolame, etc.).
La partecipazione al concorso a premi "Rifiu-Ti-Amo!", per un coinvolgimento più attivo e creativo dei ragazzi.

Al termine dell'anno scolastico, saranno premiate le scuole che risulteranno aver esposto il contenitore del rifiuto residuo il minor numero di volte e le scuole che avranno prodotto gli elaborati più originali sul tema delle 6R.
Tra i comuni primi classificati per aver ridotto i rifiuti residui al di sotto dei 100kg pro/capite, il secondo posto se l'è aggiudicato Felino. Ha ritirato il premio la vicesindaco Elisa Leoni, illustrando l'impegno dell'amministrazione e dei cittadini che, anche grazie alla tariffazione puntuale, hanno ottenuto ottimi risultati.

Era presente anche l'assessore Gabriele Folli, in quanto Parma è risultata come miglior Comune capoluogo per i rifiuti residui secchi avviati a smaltimento. I dati, riferiti all'anno 2013, sono destinati a migliorare, sia perché di recente tutta la città è stata coperta dal sistema di raccolta "Porta a porta", sia perché , dopo la sperimentazione nel periodo gennaio-giugno 2015, la tariffazione puntuale entrerà a pieno regime da luglio.

Enzo Favoino, tecnico e ricercatore presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, centro di ricerca che ha avuto un ruolo fondamentale in Italia ed Europa per lo sviluppo ed il consolidamento delle pratiche di raccolta differenziata, riciclaggio, compostaggio, riduzione, ha ribadito l'importanza di perseguire l'obiettivo di riduzione dei rifiuti, illustrando vari dati a livello europeo.
Il presidente della Dismeco, azienda di Marzabotto leader nel recupero dei rifiuti Raee, ha invitato a riflettere sulla necessità di creare una filiera corta anche per il recupero e riciclo dei materiali recuperati, spesso inviati ad aziende troppo lontane.
Interessante è stato anche ascoltare un'esperienza di co-housing, la condivisione di spazi, di strumenti comuni (lavatrice, attrezzi dell'orto-giardino, compostiera) da parte delle famiglie di un condominio.
Dall'assessore all'Ambiente del Comune di Monte San Pietro, vincitore del premio "Sotto il muro dei 100 kg", l'invito a lavorare in una rete di esperienze virtuose, affinché siano adottate da altre amministrazioni e a mantenere alta l'attenzione sia sulla Legge di iniziativa Popolare sui Rifiuti e sulle decisioni della regione in merito al decreto " Sblocca.Italia".

(Fonte: ufficio stampa Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

La nota stampa di Aldo Caffagnini di Gestione Corretta dei Rifiuti sulla vicenda dell'inceritore: "Mercato distorto e favori, concorrenza violata" -

Parma, 23 ottobre 2014 -

Il Fatto Quotidiano di ieri riporta l'ennesimo colpo di scena sull'inceneritore più odiato d'Italia.
Tutto è partito da una delle molteplici denunce, presentate dagli avvocati parmigiani Arrigo Allegri e Pietro De Angelis, denunce che ogni tanto vanno a bersaglio.

L'Anac ha analizzato la vicenda del sistema rifiuti di Parma a largo raggio, allungando lo sguardo fino alla sua genesi, quando nel dicembre 2004 l'Ato di Parma affidò ad Amnu la raccolta dei rifiuti, escludendo all'articolo 4 che l'accordo comprendesse anche lo smaltimento.
Per l'Autorità Anticorruzione la vicenda si caratterizza per una serie di "favori" gentilmente concessi alla multiutility, che da impresa pubblica (la municipalizzata Amnu), al 100% pubblica, si trasformò in società per azioni quotata in Borsa (Iren), mantenendo curiosamente i privilegi del pubblico senza sottostare ai paletti dei privati.

Così dal vantaggio di ottenere un contratto di gestione dei rifiuti di 10 anni, si passò all'altro vantaggio, quello dell'affidamento diretto per la costruzione del forno, senza che le imprese concorrenti potessero intervenire, impedendo così il risparmio che i cittadini avrebbero ottenuto da una gara pubblica.

Iren di fatto si mise i panni di attuatore di interesse pubblico, pur avendo la carta di identità di una impresa privata.
Si giocò a nascondino, con maschere intercambiabili a seconda dall'utilità del momento.
Il risultato fu una lampante distorsione del mercato, oggi sottolineata dal documento dell'Anti Corruzione.
Vale forse la pena riprodurre alcuni passaggi di questa storia ormai dal sapore quasi epico.

Nel 2005 la Provincia approva il piano provinciale rifiuti: si dimentica di considerare soluzioni alternative all'incenerimento, ma indica la dimensione del forno in 65 mila tonnellate di trattamento annuo. Notare che poi l'impianto verrà realizzato doppio, cioè di 130 mila tonnellate.
Nel 2006 il consiglio comunale di Parma da il via libera al progetto dell'inceneritore, siglando un accordo con Enia (fusione delle municipalizzate di Parma, Reggio e Piacenza), in cui si fa espresso riferimento all'affidamento del 2004, tralasciando che fosse escluso lo smaltimento.

Nessuno eccepì a questa madornale forzatura.
E l'accordo sottoscritto è machiavellismo allo stato puro: Enia è considerata"società a capitale pubblico" a pagina 3, mentre a pagina 6 diventa privata: "Enia Spa è soggetto privato, qualificato".

Nel 2007 Enia affida, senza gara, la progettazione a Politecnica, che però indica sul proprio sito che il cliente è Hera, la multiutility bolognese, teoricamente concorrente di Enia.
Nel 2008 la conferenza dei servizi della Provincia di Parma autorizza la costruzione dell'inceneritore, consegnando a Enia l'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale, con 56 prescrizioni, tra cui: il fascinoso "boschetto mangiapolvere"; l'obbligo di allacciare il teleriscaldamento prima dell'avvio; 20 mila caldaie da collegare all'accensione del camino.
Tutte prescrizioni disattese.

Il cantiere di Ugozzolo viene inaugurato il 28 settembre 2009.
La costruzione del forno è stato un infinito libro giallo con ripetuti colpi di scena.
Nel frattempo, nel 2010, Enia si fonde con Iride e diventa Iren.
Il comune di Parma sospende nel 2011 il cantiere, quando si accorge che manca il titolo edilizio.
Il Tar dà però ragione a Iren.

Il commissario Ciclosi "si scorda" di appellarsi al Consiglio di Stato e la decisione del Tar diventa definitiva.
Nel luglio del 2012 la procura di Parma chiede il sequestro del cantiere per abuso edilizio e abuso d'ufficio, iscrivendo 13 persone nel registro degli indagati.
In settembre vengono sequestrati i beni di un indagato sospettando che fondi di Iren siano arrivati nel portafoglio privato del dirigente per "dare una mano" all'iter.

Il cantiere intanto prosegue ad avanzare mentre si scopre che le tariffe non caleranno come promesso, anche a mezzo stampa, a livello della media di Reggio Emilia e Piacenza, ma si manterranno altissime per pagare questo gioiello che nessuno vuole.
Le prime prove di accensione, aprile 2013, regalano a Iren un esposto di Arpa in Procura per il superamento dei limiti emissivi.
L'esercizio provvisorio inizia a fine agosto 2013.

Ad inizio 2014 l'inceneritore prende definitivamente avvio, ma brucia al 50% delle sue possibilità a causa della raccolta differenziata spinta che il comune di Parma ha adottato in città.
Al 70% di Rd il forno non sta acceso.
La storia dell'inceneritore è stata costellata di denunce ed esposti: alla procura, all'Antitrust, alla Commissione Europea, alla Guardia di Finanza, alla Vigilanza sui Contratti.
Nonostante tutto un filo di fumo irrora generosamente la food valley.
A dispetto anche delle migliaia di parmigiani scesi in piazza a manifestare.

(Fonte: ufficio stampa Gestione Corretta dei Rifiuti)

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