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Intesa Sanpaolo sostiene gli investimenti del Gruppo OPAS (Organizzazione Prodotto Allevatori Suini Soc. Cop. Agr.) grazie ad un articolato piano di finanziamenti complessivamente pari a 15 milioni di euro

I valori della filiera del pomodoro e la sana alimentazione in 300 classi nelle province di Cremona, Mantova, Parma e Piacenza

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#Parmigianoreggiano - 

Reggio Emilia, 15 luglio 2022 - Si è svolto il 6 giugno scorso il webinar organizzato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, dal titolo “Scenari materie prime, energia e filiera Parmigiano Reggiano. Un’analisi della situazione, delle prospettive e di quali possibili strade percorrere. I prezzi – per energia e materie prime – si manterranno alti e serve un nuovo approccio, che dipenda meno dal mercato e sia più legato al territorio, a partire dalle produzioni agricole.

Parma, 16 febbraio 2022. Parma e Burundi più vicini grazie al progetto: “Maison Parma, il valore del territorio: la filiera del pomodoro e lo sviluppo sostenibile” che prosegue con importanti risultati. Nei giorni scorsi si è svolta una missione istituzionale nel Paese africano a cui hanno partecipato diversi partner di progetto e che ha dato ottimi riscontri.

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Poter tracciare l’origine degli alimenti e dei prodotti agricoli sta diventando un aspetto sempre più importante per il consumatore moderno che presta molta attenzione a ciò che mangia e da dove proviene.

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Presentato il rapporto di The European House – Ambrosetti. Nella ripartizione degli utili la quota maggiore va all’Industria. La dichiarazione congiunta delle associazioni della Grande Distribuzione.

(Roma, 5 novembre 2019) – Quali sono i veri rapporti all’interno della filiera agroalimentare italiana tra Agricoltura, Industria, Intermediazione, Distribuzione e Ristorazione? The European House – Ambrosetti ha presentato ieri il rapporto “La creazione di valore lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia” nel corso di una conferenza stampa realizzata con Federdistribuzione, ANCC Coop, ANCD Conad e in collaborazione con ADM – Associazione Distribuzione Moderna. Il rapporto analizza la ripartizione degli utili tra tutti gli attori della filiera ed evidenzia come la quota della Distribuzione sia poco più di un quarto di quella dell’Industria di trasformazione e quella dell’Agricoltura sia poco meno della metà.

“La filiera agroalimentare estesa (Agricoltura, Industria di Trasformazione, Intermediazione, Distribuzione e Ristorazione) è il 1˚ settore economico del Paese – dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti - Genera un fatturato totale di 538,2 miliardi di Euro (pari alla somma del PIL di Norvegia e Danimarca), un Valore Aggiunto di 119,1 miliardi di Euro (4,3 volte le filiere estese automotive e arredo e 3,8 volte la filiera dell’abbigliamento estesa) e sostiene 3,6 milioni di occupati (pari al 18% del totale degli occupati in Italia), con 2,1 milioni di imprese.”

Partendo dai consumi alimentari, il rapporto ricostruisce l’utile di filiera: ogni 100 Euro di consumi alimentari degli italiani, il 32,8% remunera i fornitori di logistica, packaging e utenze, il 31,6% il personale della filiera, il 19,9% le casse dello Stato, l’8,3% i fornitori di macchinari e immobili, l’1,2% le banche, l’1,1% le importazioni nette e solo il 5,1% gli operatori di tutta la filiera agroalimentare estesa.

I 5,1 euro di utile per ogni 100 euro di consumi alimentari si ripartiscono nelle seguenti proporzioni: l’Industria di trasformazione alimentare ottiene la quota maggiore, pari al 43,1%; il 19,6% va all’Intermediazione (grossisti e intermediari in ambito di agricoltura, industria e commercio); il 17,7% all’Agricoltura; l’11,8% alla Distribuzione e il 7,8% alla Ristorazione.

Il dato relativo alla Distribuzione smentisce le fake news sull’argomento, tanto più se si considera che il trend degli ultimi 6 anni vede la quota di utile di filiera della Distribuzione ridursi del 9,9%, al contrario della quota dell’Industria che cresce del + 4,9%.

Il rapporto, infine, sottolinea anche che, all’interno dell’Industria di trasformazione alimentare, la ripartizione dell’utile è altamente concentrata: le aziende leader con una quota di mercato superiore al 40% nei propri mercati di riferimento (57 aziende su 56.757) catturano il 31,1% dell’utile di tutta l’Industria alimentare e il 13,4% dell’utile dell’intera filiera.

Le associazioni della Grande Distribuzione (Federdistribuzione, ANCC Coop, ANCD Conad, ADM – Associazione Distribuzione Moderna) hanno partecipato unitariamente alla conferenza stampa con i loro leader: Claudio Gradara, Presidente di Federdistribuzione; Marco Pedroni, Presidente di Coop Italia; Francesco Pugliese, Amministratore Delegato di Conad; Giorgio Santambrogio, Presidente di ADM. E hanno rilasciato una dichiarazione comune, seguendo una prassi inconsueta, a dimostrazione della determinazione di voler offrire un quadro veritiero sulla Distribuzione: “L’analisi di The European House – Ambrosetti pone in luce una situazione inequivocabile: la filiera agroalimentare in Italia produce poco utile per i suoi azionisti diretti e la ripartizione di questo utile è dominata dall’Industria di Trasformazione, con una quota in crescita significativa negli ultimi 6 anni e un estremo livello di concentrazione, considerando che solo 57 grandi imprese industriali, in gran parte multinazionali, assorbono un utile complessivo superiore a quello dell’intera Distribuzione.
Un quadro di squilibrio che dura da anni e che si è accentuato nel tempo, lasciando alle altre componenti della filiera la ripartizione di un utile sempre minore. La quota di utile ottenuta dalla Distribuzione è infatti poco più di un quarto di quella dell’Industria ed è in diminuzione, come lo è anche quella dell’agricoltura. Il fatto che solo l’1 per mille delle imprese industriali assorba un utile di filiera così elevato pone un serio problema di equilibrio: questi pochi gruppi si pongono di fronte alle altre componenti di filiera, a monte e a valle, in una posizione di grande forza, capace di superare ogni confronto e di imporre le proprie condizioni in tutte le forme di negoziazione e trattativa”.

“Questo studio – prosegue la dichiarazione delle associazioni della Grande Distribuzione - offre dunque chiarezza e accende la luce su una realtà spesso dominata da informazioni distorte che però rischiano di guidare scelte importanti che possono influenzare gli assetti competitivi e strategici e i pesi tra i diversi operatori”.

La dichiarazione delle quattro associazioni della Grande Distribuzione si conclude con un appello alle istituzioni ed al mondo politico:
“La filiera agroalimentare italiana è un patrimonio che dobbiamo coltivare e sviluppare, non solo per il valore che ha di per sé ma anche per la sua capacità di attivare indotto e crescita dei territori. E’ necessario che il mondo delle istituzioni favorisca questa dinamica positiva, creando le condizioni per ridare slancio ai consumi e agli investimenti delle imprese, ponendo in questo modo le basi per aumentare il valore complessivo creato nella filiera. Occorrono decisioni che partano da un’analisi corretta e oggettiva della situazione e che favoriscano la collaborazione tra tutti gli stakeholders coinvolti, pubblici e privati, contribuendo così ad aumentare la capacità complessiva della filiera agroalimentare di produrre sviluppo per sé e per l’intera collettività, rendendola in questo modo ancor più protagonista della ripresa del Paese”.

Nota: Il rapporto di The European House – Ambrosetti è disponibile alla stampa in forma di abstract. Per analizzare il valore generato dalla filiera agroalimentare estesa, The European House – Ambrosetti ha ricostruito una base dati estensiva: sono stati analizzati circa 90.000 bilanci di imprese su un orizzonte temporale di 7 anni per 40 Key Performance Indicator, per un totale di 25 milioni di osservazioni.

 

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(Bologna, 24 aprile 2019) – Raccontare la filiera agroalimentare italiana, accendendo i riflettori sul ruolo della cooperazione e con una particolare attenzione alle peculiarità dell'Emilia-Romagna.

Se ne parlerà all'evento "Comunicare la filiera agroalimentare e il ruolo della cooperazione tra analisi, dati e fake news" in programma venerdì 3 maggio 2019 dalle 9.30 alle 13.30 al Palazzo della Cooperazione di Bologna (via Calzoni 1/3). Si tratta di un corso di formazione professionale per gli operatori della comunicazione (la partecipazione attribuisce 4 crediti formativi agli iscritti all'Ordine dei giornalisti), promosso dall'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna in collaborazione con Confcooperative Emilia Romagna e ARGA (Associazione interregionale giornalisti agroalimentari).

Dopo i saluti di Pierlorenzo Rossi (direttore Confcooperative Emilia Romagna) ed Emilio Bonavita(vicepresidente Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna), il corso entra nel vivo con i relatori. Denis Pantini, direttore area agroalimentare di Nomisma, interverrà su "La filiera agroalimentare italiana. Numeri, valori e caratteristiche per raccontare un asset strategico dell'economia nazionale"; Paolo Bono, responsabile Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, si soffermerà su "Il ruolo della cooperazione nella filiera agroalimentare italiana ed emiliano-romagnola". Spazio poi a due giornaliste: Lisa Bellocchi (presidente Arga) interverrà su "Fake news in agroalimentare", Ilaria Vesentini (ilSole24Ore) su "Raccontare la filiera agroalimentare. Il ruolo del giornalista".

I partecipanti al corso iscritti all'Ordine dei Giornalisti sono tenuti a registrarsi tramite la piattaforma Sigef e possono lasciare l'auto nel Parcheggio Multipiano Calzoni (via Calzoni n. 8 – davanti al Palazzo della Cooperazione). Occorre ritirare il biglietto alla cassa e presentarlo al servizio accoglienza all'ingresso della Sala "Bersani" per ottenere il pass gratuito.

Al termine dell'evento è previsto un buffet per tutti gli intervenuti.

Per informazioni: 051.375210 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

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