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Il gutturnio riserva 2010 della Cantina si riconferma campione di casa a Verona. Gran Menzione ottenuta all'edizione 2015 di Vinitaly. -

Piacenza, 21 aprile 2015 -

È ancora il Duca di Ferro, pregiato gutturnio riserva, a portare in alto i colori di Cantine Casabella grazie alla Gran Menzione ottenuta all'edizione 2015 di Vinitaly, i cui risultati sono giunti solo ieri. Un vino che ricorda nei forti sentori di cuoio e di vaniglia, percepiti durante l'affinatura in barriques, la tradizione della Terra del Vino, che continua ad alimentarsi di profumi caratteristici e sapori armonici ed eleganti.
Il Duca di Ferro è l'emblema di questa terra: è un vino potente ed elegante, caratteristiche che riprendono la figura epica cui il vino si ispira. È un inno alla terra del Mont'Arquato, di Castell'Arquato, splendido borgo medievale, protagonista di indimenticabili vicende storiche. Così come tutta la linea "Mont'Arquato".

La Gran Menzione a Vinitaly, dopo il prestigioso premio "Denominazione di Origine" del 2014, proprio nell'anno del Centenario della cantina, è una conferma del lavoro svolto fino a questo momento. Un lavoro che parte dall'attenzione per un territorio storicamente vocato alla produzione enologica e che giunge ai grandi numeri dell'esportazione della cantina, che va a toccare tutti e cinque i continenti, amplificando il nome di Piacenza e di Castell'Arquato.

Protagonista della linea il Duca di Ferro, il cui abito grafico riprende nella linea elegante ed armoniosa la storica armatura del Duca Alessandro Farnese, accanto allo stemma del Mont'Arquato.
"Siamo molto soddisfatti anche di questo risultato" ha commentato il direttore di Cantine Casabella Gianfranco Rossi. "È la conferma che stiamo crescendo, bene e con ottimi prodotti che vanno a colpire nella giusta direzione. Vinitaly si conferma un'ottima vetrina internazionale e siamo lieti che, ancora una volta, il nostro lavoro abbia ottenuto i riscontri sperati".
È un risultato che giunge nell'anno di Expo2015, anno in cui Cantine Casabella propone un omaggio a questa terra con la linea "I Vini della Tradizione": gutturnio e malvasia rifermentati in bottiglia, ispirati alla metodologia usata ancora oggi, come un tempo, nelle nostre campagne.

In allegato scaricabile la brochures del Duca di Ferro

(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)

I vini premiati potranno fregiarsi di una speciale etichetta identificativa. Al concorso del Vinitaly, considerato uno dei più rigorosi al mondo, hanno partecipato 2.585 vini provenienti da 32 paesi. -

Modena, 21 aprile 2015

Sono sei i premi conquistati dalle cantine aderenti a Confcooperative Modena al 22esimo concorso enologico internazionale di Vinitaly, svoltosi alla Fiera di Verona dal 12 al 16 aprile. La Cantina S. Croce di Carpi ha vinto una medaglia d'argento con il suo Emilia Igt Lambrusco semisecco "Il Castello" 2014 e una gran menzione con il Lambrusco di Sorbara doc secco 2014.

La Cantina Formigine Pedemontana ha ottenuto due gran menzioni: una per il Lambrusco Igt Emilia rosato frizzante "Tramontino" 2014 e una con il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro doc amabile "Rosso Fosco" 2014. La Cantina Settecani di Castelvetro ha ricevuto una gran menzione per l'Emilia Igp Lambrusco rosato secco "Vini del Re" 2014, mentre la Cantina di Carpi e Sorbara ha conquistato una gran menzione con il Lambrusco Mantovano dop secco "P1946" 2014.

I vini premiati potranno fregiarsi di una speciale etichetta identificativa. Al concorso del Vinitaly, considerato uno dei più rigorosi al mondo, hanno partecipato 2.585 vini provenienti da 32 paesi. Sono state assegnate complessivamente 75 medaglie; i vini delle cantine cooperative italiane hanno conquistato dodici medaglie e un premio speciale. Tutte le cantine saranno premiate durante l'Expo di Milano nel padiglione "Vino – A taste of Italy".

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

Domenica, 12 Aprile 2015 09:24

Ad Enolitech vince l'innovazione


Soddisfatti gli espositori presenti al 18° Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l'Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie svolosi dal 22 al 25 marzo. Premiato soprattutto chi ha presentato innovazioni di prodotto e di sistema e chi offre servizi personalizzati. I visitatori, in crescita sul 2014, sono stati 42.000, il 20% esteri da 68 Paesi.

Verona – «Il nuovo è il successo", ne è convinto Othman Freihat, direttore commerciale di Labelpoint, azienda specializzata in etichette personalizzate in rilievo autoadesive in vari metalli, nastri stampati in serigrafia e/o a caldo e rivestimenti speciali per bottiglie. «Il nostro prodotto – prosegue Freihat – è una novità e ha successo. Da due anni veniamo ad Enolitech, che è diventata la nostra fiera di riferimento, la migliore, capace di dare buoni contatti».

Nata nel 1998 come fiera di "servizio" agli espositori e ai visitatori di Vinitaly e Sol – Salone dell'Olio di Oliva (ora Sol&Agrifood) grazie alla sua ampia merceologia che copre tutte le esigenze delle filiere vino e olio, andando dai mezzi tecnici per la coltivazione agli accessori per il servizio e il consumo, Enolitech - Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l'Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie continua a svolgere pienamente questo ruolo crescendo di anno in anno, al passo con le richieste di innovazione espresse dagli operatori (www.enolitech.it).
Quest'anno i visitatori sono aumentati rispetto al 2014, raggiungendo quota 42.000, il 20% dei quali in arrivo da ben 68 paesi. Duecento gli espositori, provenienti anche da Francia, Svizzera, Stati Uniti, Taiwan e Germania.
Proprio la capacità di assecondare le nuove tendenze eco-friendly o biologici è alla base del successo di
Fertenia, l'azienda salernitana attiva anche all'estero specializzata in fitofortificanti, biopromotori di origine vegetale, biostimolanti, fertirriganti, integratori speciali, microelementi, integratori fogliari, concimi minerali ed organici per l'agricoltura biologica, a Verona per la prima volta quest'anno: «Non avevamo idea di come sarebbe andata, ma a consuntivo – dice Valerio Conza, proprietario con la famiglia e marketing manager di Fertenia – posso dire che oltre a nostri grandi clienti consolidati presenti a Vinitaly siamo stati contattati da nuovi viticoltori, che hanno guardato con interesse i nostri prodotti. Enolitech ci ha permesso di consolidare la nostra immagine».

L'innovazione di Coravin è stata anche la carta vincente del successo di Ceretto ad Enolitech. L'azienda piemontese, insieme all'ingegnere americano Greg Lambrecht inventore del sistema, ha presentato a Verona un cavatappi che non stappa la bottiglia ma penetra nel tappo attraverso un ago, permettendo la mescita al bicchiere. L'imissione di gas argon e l'elasticità del sughero preservano il vino rimasto dal contatto con l'ossigeno, mantenendo all'interno della bottiglia un ambiente adatto alla prosecuzione del suo naturale invecchiamento. «Il padiglione di Enolitech – spiega Mauro Mattei – si è dimostrato tranquillo e ideale per lavorare con una clientela ampia e selezionata, interessata all'aspetto tecnologico e soprattutto enologico del sistema. Un elemento, questo, vincolante quando si deve decidere la partecipazione ad una fiera».
Molto dell'efficienza della filiera enologica e dell'olio di oliva dipende dalla logistica e dai trasporti, sia per la necessità di dare un servizio adeguate ad aziende anche di piccole dimensioni sparse sul territorio nazionale ma attive all'estero, sia per la delicatezza del prodotto. Enolitech offre soluzioni anche in questo campo, con espositori specializzati, come JF Hillebrand Italia presente – come ricorda il suo direttore commerciale Mascia Giannetti – ormai da 18 anni.
Esperta nel trasporto espresso su pallet e presente per l'ottavo anno consecutivo ad Enolitech anche Palletways: «Il vino, e l'olio rappresentano per noi, in termini di volumi, il 30% circa del nostro business – afferma Roberto Rossi, presidente di Palletways Italia e Francia e consigliere di Palletways Europe GmbH –. Questo grazie alla nostra capacità di specializzarci e differenziarci dalla concorrenza, anche con una politica attenta all'ambiente. Per questo Enolitech – conclude – si conferma un appuntamento irrinunciabile, che ci dà la possibilità ogni anno di entrare in contatto con centinaia di produttori di vino e olio e di consolidare il rapporto privilegiato che da anni ci lega a questi settori».
Positivo sulla sua presenza ad Enolitech Giancarlo Simonelli, titolare de L'Officina delle Idee 3.0, società specializzata nel supporto alle piccole e medie imprese nell'ambito della comunicazione e dell'immagine (suo l'originale allestimento in cartone proposto nel Bistrot Enolitech e nel Ristorante Goloso di Sol&Agrifood): «Anche quest'anno l'impressione sulla fiera è stata buona – dice Simonelli – con un numero di contatti rilevante. Molti i contatti anche nel 2014, diversi dei quali si sono concretizzati nel corso dell'anno con opportunità commerciali che siamo riusciti a sfruttare. Del resto la filiera enogastronomica è quella che più si addice ai nostri prodotti e servizi».
Sempre più soddisfatto della sua partecipazione ad Enolitech, sia come espositore che come partner di Vinitaly e sponsor tecnico di Vinitaly and the city, Federico de Majo, titolare di Zafferano, azienda leader nella produzione di calici da degustazione: «È con estrema soddisfazione che, anche quest'anno, abbiamo affiancato il nostro marchio a questa manifestazione sempre molto attesa, che attrae, oltre a moltissimi operatori italiani, anche una grande quantità di buyer stranieri. Le degustazioni guidate, la presenza in diversi padiglioni della manifestazione e l'utilizzo da parte di numerosi espositori del nostro ormai noto ed inconfondibile calice 'Esperienze', hanno dato alla nostra azienda una invidiabile visibilità. Da non sottovalutare la grande risonanza che ha avuto nelle piazze della Città l'evento Vinitaly and the City, al quale Zafferano ha voluto partecipare in qualità di sponsor con i propri calici. Ogni partecipante ha potuto avere in omaggio il calice ufficiale con l'acquisto di un buono per le consumazioni, un'opportunità di notorietà rivolta al grande pubblico. Arrivederci dunque ad Enolitech e alla prossima edizione di Vinitaly, quella del cinquantesimo!».


Servizio Stampa Veronafiere  8 aprile 2015

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 13 29 marzo 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 13 29 marzo 2015

(in allegato il documento scaricabile in pdf)


1.1 editoriale Miracolo italiano: Expo 2015
2.1 Speciale vinitaly Vinitaly 2015: un'ottima annata
3.1 cereali e materie prime (2) Comincia a farsi sentire il peso dei raccolti sud americani.
4.1 export e tutela L'Europa deve difendere la qualità per competere sui mercati
5.1 cereali e materie prime (1) mercato infiammato
6.1 Lattiero caseario Listini stabili su tutti i fronti
7.1 italian sounding Reggio Emilia chiede al Governo più tutela internazionale per il Parmigiano Reggiano
7.2 speciale vinitaly Torna a volare il mercato interno delle Cantine Lungarotti
8.1 export russia Crollo dell'export verso la Russia
8.2 speciale vinitaly Bevitori alla guida tremate. L'autovelox si è montato l'alcoltest
9.1 speciale vinitaly Le idee stravaganti e qui il tasso alcolico non c'entra
10.1 lavoro Street Food, come "aprire" una cucina su 4 ruote
11.1 speciale vinitaly Le creazioni di luce che seducono i wine blogger
11.2 prezzi origine Ismea, più 0,4% i prezzi agricoli a febbraio
12.1 speciale vinitaly Inaugurato il 49° Vinitaly con il Ministro Martina e una grandissima affluenza di pubblico.
12.2 speciale vinitaly Vinitaly, una grande festa italiana
13.1 speciale vinitaly Vinitaly, Valpolicella e Parmigiano insieme
14.1 promozioni Per Bacco che promozioni e che Partner

Domenica, 29 Marzo 2015 11:13

Vinitaly 2015: un'ottima annata

Crescono i Buyer esteri provenienti da 140 paesi. 150.000 i visitatori, in crescita dalle regioni del far east del mondo.

Verona, 25 marzo 2015 – Tutto il mondo a Vinitaly, con operatori professionali da 140 Paesi, ben 20 in più rispetto al 2014. «Il risultato centra l'obiettivo che ci eravamo prefissati. Grazie all'aumento del 34% degli investimenti dedicati all'incoming e alla collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico, l'Agenzia-ICE e il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, abbiamo aumentato la già alta partecipazione di buyer stranieri», ha affermato Ettore Riello, presidente di Veronafiere.

In totale i visitatori sono stati circa 150mila, ma rispetto al passato c'è più Far East, con Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia. Crescono il Messico e anche l'Africa, con new entry interessanti come Camerun e Mozambico. Bene pure il Nord Africa, con la ripresa di Egitto, Tunisia e Marocco sia per il vino che per l'olio extravergine di oliva di Sol&Agrifood.

«I grandi mercati di Usa e Canada da soli rappresentano il 20% degli oltre 55mila visitatori esteri. L'area di lingua tedesca, Germania, Svizzera e Austria, si conferma la più importante con il 25% delle presenze, il Regno Unito è al terzo posto con il 10%, seguono in termini numerici i buyer dei Paesi Scandinavi e quelli del Benelux – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Abbiamo registrato grande soddisfazione da parte degli gli espositori, per la capacità di Vinitaly di migliorare di anno in anno il numero di buyer esteri e la qualità dei visitatori, mantenendo alto il numero dei contatti, tanto che aziende private di grande rilevanza hanno già sottoscritto rinnovi triennali per le prossime edizioni».

Merito anche della nuova profilazione dei visitatori adottata quest'anno, con un ulteriore affinamento della selezione del target dei visitatori e con la registrazione di tutte le persone in ingresso: questo costituirà un data base di straordinario valore per le prossime iniziative di marketing e sviluppo internazionale.

Nella top ten dei Paesi, impressiona la crescita della Francia, che precede il Giappone, mentre Cina, Hong Kong e Taiwan si collocano all'ottavo posto. La Russia, nona, è l'unica in controtendenza come conseguenza della difficile situazione geopolitica in atto. Chiude al decimo posto il Brasile.

Sono in aumento le presenze da altri Paesi dell'Unione Europea, in particolare da Polonia e Romania. Questo Vinitaly assiste anche al ritorno di un certo ottimismo per il mercato interno, con operatori interessati provenienti da tutta Italia, sia del canale horeca, sia della Gdo.

La manifestazione è stata seguita da oltre 2.600 giornalisti da 46 nazioni.

DICHIARAZIONI ESPOSITORI

Zonin 1821 – Domenico Zonin
«Un Vinitaly effervescente. Buono il mercato interno con la piccola ripresa dell'economia che sta dando i suoi frutti. Bene appuntamenti e presenza di buyer».

Mastroberardino - Piero Mastroberardino
«Tanta clientela business con una copertura completa dei mercati classici e al lunedì grande partecipazione di clientela business nazionale.
I numeri sono importanti e abbiamo meeting con operatori anche oggi che è l'ultimo giorno.
Abbiamo avuto contatti anche con operatori di mercati non maturi e in fase di sviluppo, che approcciano al vino con interesse. Siano riusciti a presentare alcune nostre nuove iniziative innovative e a veicolare messaggi più raffinati che in passato».

Frescobaldi – Leonardo Frescobaldi
«Sento commenti positivi e, oltre a tanta soddisfazione, vedo l'ingresso di nuovi giovani produttori e questo è un bene. Noi siamo contenti soprattutto per la qualità dei visitatori, sempre più sensibili all'origine del vino. Buyer da tutto il mondo: Usa, Estremo Oriente, Europa, siamo soddisfatti».

Masi - Alessandra Boscaini
«Come sempre Vinitaly è un evento molto impegnativo. Abbiamo visto molti giornalisti, molti clienti italiani anche dal Sud Italia e questo fa certamente piacere. Molta affluenza dai mercati esteri nonostante Prowein prima e Vinexpo a giugno. Per noi è stato un bel Vinitaly, con molto interesse per i vini della Valpolicella e l'opportunità di celebrare il Campofiorin, il vino inventato da mio nonno cinquant'anni fa».

Banfi - Rodolfo Maralli, responsabile marketing e commerciale
«Abbiamo avuto una grandissima affluenza forse la migliore di sempre in termini qualitativi, compresa la domenica. La diversificazione di provenienza e questi numeri tutti gli anni sono un grande risultato di Vinitaly».

Umani Ronchi - Michele Bernetti
«Vinitaly è la fiera dove c'è il focus del vino italiano e dove tutto il mondo converge. Sono per noi giorni importanti e di grande soddisfazione».

Biondi Santi – Tancredi Biondi Santi
«Abbiamo visto tanti importatori anche la domenica, mentre lunedì ci sono stati gli operatori della ristorazione. Si lavora tanto e abbiamo tante soddisfazioni da Paesi asiatici, da Cina, Stati Uniti e America Latina. È importante continuare così».

Ferrari – Camilla Lunelli
«Per quanto riguarda i buyer esteri il bilancio è positivo. Bene anche il mercato-Italia, con Gdo e ristoratori di alto livello. Ottima l'anteprima di OperaWine».

Tommasi – Dario Tommasi
«Vinitaly anche quest'anno si conferma l'appuntamento fondamentale per il mondo del vino. Molti i contatti utili, molto buona la presenza degli operatori italiani ed esteri, in particolare degli asiatici, segno che il vino italiano sta crescendo in modo interessante anche a Est. Abbiamo visto anche alcuni importatori africani, che sono passati dal nostro stand e con cui abbiamo accordi commerciali. La fiera è stata pure una grande opportunità per lanciare il nuovo progetto di famiglia a Montalcino, con la recentissima acquisizione di Fattoria Casisano».

Marchesi di Barolo - Valentina Abbona
«In questo Vinitaly abbiamo avuto la conferma che, almeno per quanto riguarda il settore agroalimentare, quanto da tempo auspicato si sta rapidamente realizzando: un flusso continuo di operatori da ogni Paese del mondo. Australia, Malesia, Indonesia, Taiwan, Corea, Giappone, Kazakistan, Emirati e tanti altri: un interesse vero che coniuga cultura e passione con il business».

Antinori – Albiera Antinori
«Vinitaly è andato bene, con tanta gente e un buon mix tra italiani ed esteri».

DICHIARAZIONI BUYER ESTERI

Lory Polep, Vicepresidente Polep Distribution Services - USA
«Vinitaly è un'esperienza assolutamente interessante, ritengo che ci siano diversi momenti dedicati alla formazione sulla cultura del vino italiano ed è anche un'ottima occasione per incontrare le diverse figure professionali con le quali generalmente mi interfaccio in un unico luogo. Qui posso incontrare sia i produttori che i buyer. Un'opportunità di business davvero preziosa».

Marne Anderson, vicepresidente del Wine Sales For Star Distributors di Memphis, Tennessee USA
«Trovo che Vinitaly sia una fiera davvero spettacolare. È la mia prima volta qui e posso dire che la manifestazione si distingue per professionalità, design ed organizzazione. È una grande occasione per approfondire la conoscenza del vino italiano e soprattutto per assaporarlo in comodità e acquisirne la vera essenza. È un'occasione unica soprattutto per la formazione, attraverso di diversi seminari e per scoprire i piccoli produttori».

Paul Farrell – Dipartimento vini pregiati del Monopolio dell'Ontario
«Il mercato del vino in Ontario continua a crescere, in particolare il settore premium. I canadesi stanno modificando le proprie abitudini, da birra e alcolici verso il vino. Per questo si registra un continuo aumento del business del vino, e il vino italiano è sicuramente parte di questa crescita. Soprattutto i vini rossi. I bianchi vanno molto bene ma sono limitati a un numero ristretto di varietà, mentre i rossi sono molto più diffusi in diverse regioni e tra i supplier. I vini toscani sono i più famosi tra i consumatori canadesi, seguiti dai vini veneti e dai piemontesi anche se negli ultimi tempi abbiamo visto un aumento dell'interesse verso i vini pugliesi.
È la mia prima volta a Vinitaly, sono stato invitato dalla Camera di Commercio Italiana dell'Ontario. Vinitaly offre la grande opportunità di avere la panoramica dell'intera produzione italiana. Ho potuto incontrare le persone chiave per il mio business con cui discutere delle strategie di crescita future, oltre alla possibilità di conoscere vini ancora sconosciuti in Ontario. È stata un'esperienza importante per comprendere le diversità delle varie regioni italiane e, anche grazie al confronto con altri buyer e operatori del settore, capire come l'industria si sta muovendo. Abbiamo trovato molti nuovi vini interessanti e creato contatti importanti».
Peter Lundgard Schmidt - Buyer dalla Danimarca
«Le domande del mercato danese relativamente al settore vitivinicolo sono indirizzate verso la ricerca di vini fruttati e poco corposi. È proprio nella produzione italiana che il nostro mercato trova la risposta ideale a queste esigenze. Ho frequentato diverse fiere dedicate al settore, ma è la mia prima volta a Vinitaly. Ho scelto di venire a Verona con la consapevolezza di trovare nuovi produttori ed occasioni di business molto interessanti».

Helene Hansen – Proprietaria Allwine, buyer dalla Svezia
«Sono a Vinitaly per consolidare i rapporti con alcuni produttori con cui c'è già un legame di business in essere e per trovare nuove e interessanti cantine da proporre al mercato svedese. In Svezia, la vendita dell'alcol è in mano al monopolio di Stato ed è consentita direttamente solo attraverso il canale horeca. Il consumatore finale, che desidera il vino italiano, può solo recarsi al monopolio, per cui il flusso vendita-acquisto non è del tutto semplice. Nonostante ciò, il vino italiano in Svezia, oltre a essere molto popolare, è anche molto richiesto».

Clinton Ang – Corner Stone, buyer da Singapore (il principale importatore dal sud-est asiatico)
«Il mercato del vino italiano a Singapore sta vivendo una stagione molto positiva. Il nostro Paese ha scoperto da poco il cibo italiano e le qualità enogastronomiche dell'Italia intera. Tutte le regioni sanno offrire una produzione vitivinicola eccellente e in grado di rispondere a tutte le esigenze, nonché a sposare sapientemente qualsiasi pietanza.
La mia famiglia viene a Vinitaly da tre generazioni e per me è già il quinto anno. Solo qui troviamo tutti i produttori che ci interessano e riusciamo a fare business in modo efficiente e molto concentrato, è la fiera perfetta in questo senso ed ogni anno ci consente di stringere rapporti commerciali molto importanti.
Sono in questi giorni a Verona rappresentando circa 27 regioni del Sud-est asiatico da Singapore a Hong Kong: l'obiettivo che ci eravamo posti prima della partenza era quello di trovare un Prosecco che rispondesse a determinate caratteristiche. Non solo ho già trovato quello che cercavo, ma da questo incontro è nata una joint venture con l'azienda. Non posso che ritenermi soddisfatto».

Radhika Ganaphaty Ojha, delegato Veronafiere nel Sud-est asiatico
«Nel sud est asiatico c'è stato un aumento della quota italiana anche grazie all'apertura di numerosi ristoranti italiani. La conoscenza e la qualità del vino italiano è diffusa e spesso la richiesta di alcune etichette arriva direttamente dal consumatore. Abbiamo fatto un'indagine a tutto tondo, intervistando diversi player, dal settore ho.re.ca, ai ristoranti, ai consumatori e il feedback è stato unanime, sono tutti molto interessati al vino italiano.
Inizialmente, le delegazioni del sud-est asiatico presenti a Vinitaly erano quelle dei Paesi più sviluppati, Singapore, Thailandia e Malesia, ma negli ultimi anni la tendenza ha visto nuovi mercati emergenti interessati all'importazione, Brunei, Myanmar, Laos e Cambogia che in questo momento stanno investendo molto nel settore turistico e registrano una richiesta sempre più importante di vino italiano.
Riguardo al mercato coreano, dopo la firma dell'accordo bilaterale con l'Unione Europea abbiamo assistito a un aumento molto rapido del consumo di vino italiano. Per Taiwan, invece, sono necessarie azioni promozionali più intense per la diffusione del valore italiano.
Il canale di distribuzione ho.re.ca in questi mercati è decisamente quello trainante, anche se recentemente sono subentrati tra i player della filiera i negozi specializzati enogastronomici. Questo fenomeno ha introdotto un nuovo flusso di domanda-offerta. I negozi invitano i loro clienti-consumatori finali a degli eventi ad hoc ed acquistano direttamente anche in quantità considerevoli. È un canale nuovo e interessante».

Wong Yin-How – Managing Director Vintry, buyer dalla Malesia
«Il mercato del vino in Malesia sta crescendo di circa del 10% e anche i vini italiani stanno guadagnando nuove quote di mercato. Per il momento i vini più venduti sono quelli toscani, ma ho scelto di venire a Vinitaly proprio per cercare nuove cantine che producano vini bianchi e freschi. Posso definirla sicuramente un'esperienza costruttiva, ho trovato produttori del Piemonte, Sicilia, Umbria e Campania, davvero molto interessanti. La mia permanenza in fiera non è ancora conclusa, sono certo che troverò anche altri produttori potenzialmente interessanti per il nostro mercato».

DICHIARAZIONI ISTITUZIONALI

Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, agroalimentari e forestali
«Il settore vitivinicolo è un patrimonio fondamentale per l'Italia con oltre 14 miliardi di euro di fatturato e migliaia di aziende che rappresentano con passione, innovazione e professionalità la ricchezza dei nostri territori. Vogliamo aiutare queste esperienze a crescere, liberandole da lacci burocratici che le hanno appesantite in questi anni. In questi dodici mesi abbiamo messo in campo un'operazione di semplificazione che ha portato alla dematerializzazione di 64mila registri, al taglio di burocrazia inutile e che ha iniziato davvero a mettere la pubblica amministrazione al servizio delle aziende. Abbiamo anche approvato il tanto atteso decreto per i diritti d'impianto e siamo stati protagonisti del piano straordinario per l'internazionalizzazione che vedrà proprio l'agroalimentare al centro delle azioni».

Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
«Vinitaly è una grande vetrina che consente a tutti di far vedere cosa succede in questo settore e permette alle aziende di confrontarsi con i colleghi produttori».

Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole, agroalimentari e forestali
«Questa edizione ha manifestato ancora più delle precedenti la grande voglia di internazionalizzazione del nostro Paese che nel settore del vino vede uno degli elementi di massima qualità. Qui abbiamo una straordinaria espressione di quell'Italia che vuole farsi conoscere nel mondo per eccellenza e innovazione. Per questo abbiamo dato il via ad un grande progetto per l'agroalimentare made in Italy, che coinvolge Mipaaf, Mise e Affari esteri, con anche un Piano Fiere finalmente strategico. Se vogliamo arrivare ai 50 miliardi di export in questo comparto, dobbiamo mettere in campo tutto questo».

Servizio Stampa Veronafiere

Venerdì, 27 Marzo 2015 13:38

Ecco come ti trasformo lo spumante.

L'Emilia è diventata terra di spumanti ad alto impatto gusto-olfattivo. Grazie a particolari sperimentazioni non ha nulla da invidiare alle più note cantine italiane e francesi. -

Modena, 27 marzo 2015 - 

Nasce il Lambrusco spumante 2011 metodo classico 30 mesi nelle versioni Brut e Pas Dosé.
Il riscontro continua ad essere incoraggiante anche per il lambrusco a rifermentazione Ancestrale 2012, un omaggio alla tradizione enologica.
Queste etichette, prodotto della sperimentazione e della ricerca dell'eccellenza da parte della famiglia Giacobazzi, sono disponibili in degustazione presso il Wine Shop e il "Museo del Vino e della Civiltà Contadina" a Nonantola (MO), una delle tappe del tour "Discover Ferrari & Pavarotti Land" organizzato dal Casa del Cavallino Rampante nel periodo dell'EXPO 2015.

Le due novità sono state presentate nei giorni scorsi a Verona, al Vinitaly e hanno incontrato sia il gusto di chi è legato ai vini della tradizione sia quello di chi cerca nuove esperienze gusto-olfattive. Il Lambrusco Spumante 2011 Metodo Classico 30 mesi nelle versioni Brut e Pas Dosé hanno infatti declinato ognuno a proprio modo i sapori e i profumi di una terra da sempre vocata alla produzione di eccellenze. Uve Sorbara in purezza vinificate in bianco e rifermentate naturalmente in bottiglia secondo il Metodo Classico per le due versioni dello Spumante vendemmia 2011. Due produzioni a tiratura limitata, che escono sul mercato dopo aver riposato sui loro lieviti per 30 mesi durante i quali hanno sviluppato caratteristiche uniche.

Ottimo riscontro anche per il Lambrusco a rifermentazione Ancestrale 2012 che, ottenuto seguendo l'antica tecnica di spumantizzazione con rifermentazione naturale in bottiglia grazie ai propri zuccheri residui, si presenta come un omaggio alla storia enologica della sua terra.

Metodo-Classico-30-mesi pas-dose brut-e-Ancestrale rid interna

Le tre etichette, prodotto della sperimentazione e della ricerca dell'eccellenza da parte della famiglia Giacobazzi, sono disponibili in degustazione e in vendita presso il Wine Shop e il "Museo del Vino e della Civiltà Contadina" a Nonantola (MO). Proprio per la capacità di produrre vini straordinari e per il suo impegno a mantenere viva la memoria della tradizione, Gavioli Antica Cantina è stata scelta dalla Ferrari tra le realtà di eccellenza nel panorama modenese per il "Discover Ferrari & Pavarotti Land".

Il tour per tutto il periodo dell'EXPO 2015 condurrà i partecipanti alla scoperta del cuore della terra del Cavallino Rampante: terra del mito del Made in Italy e del gusto, di auto leggendarie e di una indiscussa tradizione eno-gastronomica, di cui il Lambrusco è tra i protagonisti assoluti.

Pubblicato in Agroalimentare Modena

49° Vinitaly. Bere con consapevolezza e per stare bene. Per questo il sistema al laser per scovare i guidatori ubriachi senza fermarli per l'alcoltest è stato presentato a Veronafiere in questi giorni. -

Parma, 25 marzo 2015 - di Alessandra Ardito -

Sembra fantascienza ma diventerà realtà: l'autovelox al laser per beccare 'al volo' conducenti in stato di ebbrezza convince anche al Vinitaly.
L'invenzione è stata messa a punto da tre ricercatori della Military University of Technology di Varsavia che hanno progettato un'apparecchiatura in grado di rilevare, oltre alla velocità, anche il tasso alcolico. Il sistema si serve di un laser che attraversa l'abitacolo della vettura e calcola la densità delle molecole d'alcol emesse dai polmoni del conducente ( www.wat.edu.pl ).
Se il macchinario ha una sensibilità molto elevata – è capace di riconoscere una concentrazione di alcol anche solo dello 0,1 per mille – pare, però, che ci siano ancora diversi accorgimenti da prendere. Uno tra tutti, il calcolo sulle molecole alcoliche riguarda l'intero abitacolo dell'auto che, però, oltre a guidatore, può ospitare anche altri passeggeri.
 Dettagli a parte, c'è poco da scherzare: la campagna europea contro l'abuso di alcol non si arresta.

Secondo quanto riportato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'alcol provoca circa 2 milioni e mezzo di decessi l'anno ed è la prima causa di morte tra i giovani fino a 24 anni, compresi i decessi causati dagli incidenti stradali sotto effetto di alcolici.
In questo modo, in futuro, le forze dell'ordine, anziché fermare gli autoveicoli e sottoporre i conducenti al test dell'etilometro, potrebbero limitarsi ad utilizzare questo nuovo autovelox, come già avviene per calcolare la velocità. Tale controllo è possibile su veicoli in movimento grazie alla spettroscopia, una tecnica che ha permesso di studiare la composizione del sole.

La pericolosità dell'alcol risiede nel suo status di sostanza legale, socialmente e culturalmente accettata. La Ricerca Minerva, contenuta nella "Relazione Annuale sullo stato delle tossicodipendenze nei Servizi erogati dall'Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze, edizione 2013", mostra che, in media, il primo contatto con le bevande alcoliche avviene nella fascia d'età compresa tra i 12 e i 13 anni. Particolarmente preoccupante risulta il fenomeno del "Binge Drinking", ovvero l'assunzione consecutiva di cinque o più drinks per gli uomini e di quattro o più drinks per le donne, al solo scopo di bere fino ad ubriacarsi. Questo fenomeno è cresciuto notevolmente, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 17-18 anni (42,9%). All'interno del gruppo dei consumatori di alcolici, 4413 persone su un campione totale di 6498 partecipanti, quasi la metà (49,6%), ha ammesso di essersi ubriacato almeno una volta nella vita.

Resta dunque il fatto che il problema della guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe è un problema più di natura preventiva e di educazione stradale che di controlli a posteriori.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Curiosando nei padiglioni di Vinitaly, tra 576.000 vuoti di bottiglie stappate e inventori di wine addicted...-

Parma, 25 marzo 2015 - di Alessandra Ardito - in galleria tutte le foto di Vinitaly -

Non sono il risultato indotto da un culto bacchico globale, come potrebbe apparire visto le ben 576.000 bottiglie stappate al Vinitaly, bensì le idee bizzarre proposte a Veronafiere sono il frutto di attenta ricerca e lungo studio.
In fondo, hanno una loro ragione d'essere e, sicuramente, hanno destato tantissima curiosità.

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Eccone dieci, quelle che ci sono apparse le più originali.

1) Perché nel vino ci sono anche sostanze di origine animale? Se è vero che i vini biologici e artigianali sono ormai diventati "normali", ci pensano i primi produttori di vini vegan a fare notizia. Si tratta di vini ottenuti senza sostanze di origine animale, proposti a Vinitaly da 35 cantine, destinati a una nicchia di mercato di 800.000 vegani in Italia, ma che possono interessare 4 milioni di vegetariani.


2) Dormire in una botte – non di ferro, per carità! – deve essere davvero rassicurante...l'esperienza si può fare in una barrique abitale, una micro-suite con tutti i comfort e gli optional, per trascorrere una notte tra i filari dentro una botte ( www.alberiecase.it ).

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3) ...e la bottiglia di Pinocchio...Restando in tema, c'è anche la barrique in bottiglia, la "Pinocchio Barrique Bottle", una bottiglia in legno di quercia per replicare gli effetti dell'invecchiamento in botte direttamente a casa; il progetto è in cerca di finanziamenti su Kickstarter"; www.kickstarter.com 

4) L'autovelox 'bastardo'. Dal sogno degli eno appassionati a quello dei tutori della sicurezza, la Military University of Technology di Varsavia ha progettato un autovelox che misura anche il tasso alcolico, con un laser che attraversa l'abitacolo della vettura e calcola la densità delle molecole d'alcol emesse dai polmoni del conducente ( www.wat.edu.pl ).

5) Il carretto passava e quell'uomo gridava....A riportare il vino in strada tra la gente, invece, è un food truck che è possibile incontrare per lo più ad eventi di street food in Italia, ribatezzato "Car-à-vin Street Wine". Si tratta di un wine bar itinerante su quattro ruote che offre in degustazione etichette di qualità a prezzi contenuti ( www.coravin.it ).

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6) Reality in più reality in meno...A proposito di popolarità, se in Usa i talent show enoici sono già da tempo realtà ( www.winewarriors.com ), in Italia anche una emittente nazionale ne ha in mente uno per aspiranti sommelier dal titolo "Un'ottima annata".

7) Perché anche l'uva necessita di crema solare. Arriva invece dall'Australia la crema solare per acini d'uva. Nella Tyrrell's Wines (www.tyrrells.com.au ), nella Hunter Valley, quando il sole picchia più forte, i grappoli vengono ricoperti con uno strato di caolinite capace di assorbire i raggi Uv, per evitare che le uve si scottino.

8) Per i malati di eno-accessori: da aggiungere alla propria collezione c'è "Horn", il primo decanter musicale al mondo, che è anche uno strumento sonoro. Per mescere senza stappare la bottiglia c'è invece Coravin, l'innovativo sistema che oltre a non togliere il tappo preserva l'invecchiamento del vino che rimane in bottiglia. Ed è possibile vederlo ad Enolitech, il Salone delle attrezzature per la filiera vinicola e olearia che si svolge in contemporanea con Vinitaly.


9) Tra una bollicina e un bordeaux giochiamo a "Monopoly de la France viticole". Vera novità per autentici wine lover ti fa essere proprietario virtuale di vigneti nientemeno che in Francia, dalla Champagne a Bordeaux, dalla Borgogna alla Vallée du Rhône.

10) L'abito diVino. Due, invece, gli oggetti cult da indossare: la camicia di jeans tinta con il vino firmata Robert Mondavi Winery, azienda leader della Napa Valley ( www.robertmondaviwinery.com ), e gli occhiali da sole in legno di barrique esauste, in cui sono stati affinati Franciacorta e Brunello, e che ne diventano la montatura ( www.barriqueeyewear.it ). Da abbinare con le francesine tinte a mano con vinacce e invecchiate, limited edition, nessuna uguale all'altra e confezionate con una Magnum di Guado al Tasso 2011 di Marchesi Antinori.

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Bene l'Europa, giù la Russia. L'azienda di Torgiano (PG) cresce in doppia cifra sul mercato interno e conferma il trend positivo sulle importanti piazze di Germania (+8%), Danimarca, Giappone e Stati Uniti. -

Parma, 24 marzo 2015 -

Cambia la geografia delle vendite delle Cantine Lungarotti e migliora la performance del vino bandiera dell'azienda: il Rubesco. È la sintesi 2014 dell'azienda di Torgiano (PG) che cresce in doppia cifra sul mercato interno (+10% in valore contro +3,6% del 2013) e conferma il trend positivo sulle importanti piazze di Germania (+8%), Danimarca, Giappone e Stati Uniti. Ma la buona annata è segnata soprattutto dalla performance del Rubesco, che si attesta a circa il 20% delle vendite italiane, sbanca in Danimarca (80% delle vendite Lungarotti) e vola in Francia, con un +35% sull'anno precedente. Bene anche i numeri del Rubesco Riserva Vigna Monticchio che, se da una parte sconta non poco la crisi russa, dall'altra guadagna in 2 mercati chiave: Germania (+8%) e Danimarca (+36%).

"La Russia - ha detto l'amministratore unico, Chiara Lungarotti - era e resta un mercato importante per il nostro vino di punta, perciò speriamo che l'impasse congiunturale possa risolversi in breve tempo. Detto questo, siamo tornati in doppia cifra sul mercato interno e questo è un fondamento importante, raggiunto anche grazie al successo del nuovo progetto territoriale denominato "L'U", nella versione Rosso a base di Sangiovese e Merlot e in quella di Bianco, ottenuto da uve Vermentino e Chardonnay".

Complessivamente i vini delle Cantine Giorgio Lungarotti - esportati in 50 Paesi - presentano 28 etichette (2,4mln di bottiglie all'anno) prodotte nei 250 ettari delle tenute di Torgiano e Montefalco. L'azienda è attiva su tutta la filiera del vino e dell'agroalimentare, con produzioni di olio, condimento balsamico e confetture. Particolare impegno del gruppo anche in campo turistico-culturale, con la Fondazione Lungarotti e i suoi Musei dell'Olio e del Vino (definito "il migliore in Italia" dal NY Times), il resort Le Tre Vaselle - un relais di lusso con Spa dedicata alla vinoterapia - e i 12 appartamenti dell'agriturismo Poggio alle vigne. Nel suo complesso il gruppo ha realizzato un fatturato di 11,4 milioni di euro.

(Fonte: Ufficio Stampa Gruppo Lungarotti)

49° Vinitaly. Oggi focus per le aziende sulle prospettive di sviluppo dei mercati esteri verso i quali si prevede un forte aumento di vendite nel corso del 2015. -

Parma, 24 marzo 2015 - di Alexa Kuhne -

Il futuro del vino italiano all'estero? Molto lontano dalla nostra cultura: ad accogliere il nostro prodotto sono il Giappone e il Brasile.
Due popoli agli antipodi per geografia e cultura, ma accomunati dall'amore per il vino italiano. Due mercati, consolidato l'uno, emergente l'altro: sono il Giappone e il Brasile, protagonisti, in questa giornata, di due particolari approfondimenti. I due paesi sono mercati molto appetibili, come conferma l'indagine dell'Osservatorio Vinitaly-wine2wine che li posiziona entrambi nelle top ten delle nazioni dove le aziende italiane prevedono di lievitare le vendite nel 2015. 
Nell'Isola del Sol Levante, il vino made in Italy è tra i più conosciuti e apprezzati, tanto da essere il secondo tra quelli importati.

Nel 2014 il vino italiano ha superato in Giappone i 430mila ettolitri, per un controvalore di quasi 153 milioni di euro. 
Dati che confermano come la cultura del vino sia sempre più radicata e diffusa, con i consumatori giapponesi disposti a spendere di più per poter degustare le etichette italiane, percepite come prodotto di alta qualità. 
Una tendenza che sarà analizzata, quest'oggi alle 15.00 (ore 15.00, Palaexpo Veronafiere - Sala Respighi), insieme a Tara Tan Kitaoka, la maggiore esperta di vino italiano in Asia, e Shigeru Hayashi, per quattro anni presidente di Eataly Japan, presenti al seminario Focus mercato giapponese. 


Vinitaly, infatti, rappresenta la più importante piattaforma internazionale per il settore vitivinicolo, con buyer da 120 nazioni e delegazioni commerciali da 52 paesi verso cui Veronafiere ha potenziato del 34% gli investimenti per favorire l'incoming di operatori stranieri. 
Da un mercato maturo come quello giapponese, si passa poi alla promettente "matricola" Verdeoro: sotto la lente di Vinitaly International, sempre oggi (ore 14.30, Galleria padiglioni 6/7 - Sala Puccini) , c'è anche il Brasile con il workshop Brasilian wine market brief. 
L'interesse dei brasiliani per il consumo del vino, pur recente e limitato ai rossi, in particolare al Lambrusco, mette in luce una realtà in espansione, con una previsione di crescita di quasi il 40% nei prossimi anni. Merito dello sviluppo di una classe media di 100 milioni di cittadini dotata di una rinnovata capacità di spesa. Ad oggi, il vino italiano detiene in Brasile una quota di mercato del 12%, al quinto posto tra i Paesi di riferimento per l'import vinicolo.

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