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Per la prima volta una ricerca IRI su vino italiano e supermercati esteri.

Verona, 7 aprile 2014. Se il mercato interno del vino nella Gdo nei primi mesi del 2014 sembra in ripresa, sicuramente più rosee sono le prospettive che si aprono nei mercati esteri. Nei supermercati Usa, l’Italia è il secondo Paese importatore con una quota del 28,3%, dopo l’Australia, distaccando di 22 punti la Francia. Anche nel Regno Unito siamo il secondo Paese con una quota del 17%, precedendo California e Francia. In Germania invece siamo il primo Paese, davanti a Francia e Spagna.

«C’è grande interesse per il prodotto italiano nella grande distribuzione estera – spiega Giancarlo Gramatica, Cliente Director Iri, illustrando la prima ricerca di settore elaborata in esclusiva per Vinitaly – Negli Usa i più venduti sono Pinot Grigio, Chianti, Valpolicella/Ripasso/Amarone oltre spumanti e Prosecco. Nel Regno Unito la classifica vede al primo posto il Pinot Grigio, seguito da Prosecco e Sangiovese. In Germania la parte del leone la fanno il Prosecco Frizzante e il Prosecco Spumante». 

La crescita delle vendite di vino italiano nella Gdo estera nel 2014 viene valutata come probabile anche da Federdistribuzione: «È prevedibile uno sviluppo di un trend già in atto – afferma Alberto Miraglia – non poche insegne portano il vino italiano nei propri punti vendita internazionali, promuovendolo con manifestazioni specifiche o inserendolo regolarmente nell’assortimento. Altre favoriscono il prodotto nazionale sfruttando rapporti consociativi con catene distributive estere, incentivando rapporti diretti tra grande distribuzione straniera e cantine italiane, indicando cantine e prodotti interessanti da inserire nelle linee di vino di marca del distributore dell’insegna estera». 

Di vino nella gdo nazionale ed estera si parla oggi alle 10.30 durante il convegno “Cantine e grande distribuzione: nuove strategie per il mercato italiano ed estero” organizzato da Vinitaly. Modera i lavori Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch; intervengono, oltre a Giancarlo Gramatica e Alberto Miraglia, anche Lamberto Vallarino Gancia, Presidente di Federvini; Domenico Zonin, Presidente di Unione Italiana Vini; Alessandro Masetti, Responsabile Reparto Bevande  di Coop Italia, Giovanni Panzeri, Group Category Manager e Responsabile Marca del Distributore di Conad, Dino Borri, responsabile Prodotto estero di Eataly.

 Ufficio Stampa Veronafiere  

Domenica, 13 Aprile 2014 09:55

OCM, esaurite le risorse

 

  

Gatto (DG Mipaaf) su OCM esaurite le risorse nazionali sino al 2016

(Vinitaly – Verona, 7 aprile 2014). "Il ministero delle Politiche agricole ha esaurito il plafond di risorse nazionali per gli anni 2014-2015 e 2015-2016, ma non significa che in quel periodo non saranno fatte iniziative di promozione, seppure in carico alle Regioni". Lo ha detto al Vinitaly Emilio Gatto, direttore generale per la promozione e la qualità agroalimentare del ministero delle Politiche Agricole, al convegno su "Ocm promozione tra opportunità, novità e criticità", organizzato dal Mipaaf in collaborazione con Business Strategies, società "professional trainer" sui mercati internazionali per le imprese italiane del vino. La futura promozione, ha ribadito Gatto, verrà declinata "concertando con le amministrazioni regionali e la filiera produttiva, in modo da avere un sistema flessibile e snello". Altro obiettivo del futuro decreto ministeriale per la promozione, "sarà l'apertura verso le micro aziende e progetti al di sotto dei 100.000 euro". “E’ un peccato – è intervenuta la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta - ma ci sono certamente modi per sopperire a questa mancanza, ad esempio attraverso i fondi regionali e quelli interregionali”.

La futura Ocm vino, che sarà aggregata all'interno dell'Ocm unica, avrà ancora finalità di promozione dei vini italiani sui mercati extra Ue e, "novità assoluta, anche sul mercato intra-Ue", come ha ricordato Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, intervenendo da Bruxelles.

Se può considerarsi positivo l'impatto delle misure per la promozione, come ha ricordato Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore generale di Federvini, "la nuova Ocm per noi presenta un punto delicatissimo, almeno finché non si chiarisce il meccanismo di passaggio dal sistema dei diritti di impianto a quello di autorizzazione". Importanti entrambe le linee di sviluppo delle misure per la promozione all'estero, ha precisato il direttore di Federvini, "sia sul piano commerciale che per l'educazione al bere, visto che in alcuni Paesi come il Nord Europa, dovremo insegnare a consumare il vino in abbinamento coi cibi come avviene nei Paesi mediterranei".

 Ufficio stampa Business Strategies: interCOM

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

 

Presentato il primo Outlook di wine2wine – L’Osservatorio b2b di Vinitaly. Intervistate le aziende espositrici di Vinitaly sul loro export e sulla loro capacità di strutturarsi e di affrontare nuovi Paesi. 

 

Verona, 8 aprile 2014. Russia, Brasile, Stati Uniti Area Centrale, sono questi i primi tre mercati su cui punteranno gli espositori di Vinitaly per aumentare il loro export. Emerge dal primo Outlook di wine2wine – L’Osservatorio b2b di Vinitaly, presentato oggi a Veronafiere.

Una raccolta di informazioni interessanti, ma soprattutto con un punto di vista originale, che è quello appunto degli oltre 4.000 espositori di Vinitaly, che rappresentano le aziende più importanti ed export oriented italiane.

Questo Outlook, con focus sull’export, è il primo di una serie di ricerche dell’Osservatorio di Vinitaly nell’ambito di w2w, la nuova iniziativa di formazione, informazione e networking in chiave business a supporto dell’attività imprenditoriale di Veronafiere/Vinitaly in programma il 3 e 4 dicembre 2014 a Verona.

«L’Outlook di Vinitaly ora e wine2wine a dicembre – ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – sono i nuovi tasselli che aggiungiamo a Vinitaly, inteso come piattaforma di servizi alle imprese vitivinicole italiane che prima ascolta i propri clienti e poi li accompagna sui mercati internazionali».

Scorporando i dati raccolti dall’indagine sugli espositori (presentata da Enrico Gallorini di GRS Ricerca e Strategie), divisi in base al fatturato, emergono differenze significative rispetto all’export e ai Paesi target.

Se quelli con fatturato fino a 100.000 euro esportano mediamente in sei Paesi, quelli sopra i 500.000 mila euro sono presenti con i propri in vini mediamente in 20 mercati; i primi prevalentemente nell’Europa comunitaria i secondi in tutte le aree geografiche del mondo. Primo Paese di sbocco è per tutte le classi di fatturato la Germania, mentre al secondo e al terzo posto ci sono la Francia e la Svizzera per i piccoli produttori fino a 100.000 euro di fatturato, la Svizzera e il Belgio per quelli tra 100.000 e 500.000 euro e gli Usa Costa Est e la Svizzera per le cantine di grandi dimensioni. Non mancano comunque piccole realtà capaci di esportare nella East Coast degli Stati Uniti (30%), in Giappone e West Coast Usa (23%), Cina, Hong Kong e Australia (12,5%).

Anche i mercati su cui puntare in futuro, i most favourite target Countries, si diversificano in base al fatturato. Se sul campione totale, infatti, emergono Russia, Brasile e Stati Centrali degli Usa, per i piccoli le tre aree degli Stati Uniti sono ai primi tre posti della lista per oltre il 50% delle aziende intervistate, con la Russia e la Germania che seguono con il 46% delle preferenze. Per le medie aziende ci sono ai primi posti Russia (50%), Brasile (44%), Stati Uniti Centrali (41%), Regno Unito (40%) e West Coast (38%).

Russia in testa tra i mercati su cui investire per il 44% delle grandi aziende, con il Brasile al secondo posto (39%), mentre al terzo posto ci sono gli Emirati Arabi (31%), che precedono di un soffio Singapore (30%) e Messico (29%). La lista prosegue evidenziando una voglia di diversificare non presente nelle cantine di minori dimensioni, che si giustifica sia con la loro presenza già consolidata in un numero di Paesi maggiore, sia con una strutturazione organizzativa e una capacità di investimento maggiori. I Paesi, segnalati da almeno un quarto degli intervistati, sono in parte “esotici” e in parte “tradizionali, così dal sesto al ventesimo posto abbiamo: Area Centrale degli Stati Uniti, Corea del Sud, India, Svezia, Nuova Zelanda, Vietnam, Australia, Tailandia, Cina, Norvegia, Hong Kong, Taiwan, Turchia, Stati Uniti Costa Ovest e Finlandia.

«Le ricerche – ha spiegato Mantovani – rappresentano l’offerta dell’area Outlook b2b della nuova iniziativa wine2inew; ci saranno poi lo spazio ‘evento b2b’ con il vero e proprio forum di approfondimento e lo spazio ‘network b2b’ per l’incontro e il confronto tra aziende a supporto dell’attività imprenditoriale».

«La prima edizione di wine2wine avrà luogo – ha proseguito Mantovani – quando sarà pronto il progetto complessivo per il vino ad Expo 2015, mentre la seconda edizione si avrà nell’inverno 2015 a conclusione della grande esposizione mondiale e diventerà sicuramente un momento di consuntivo sulle attività svolte».

Il report completo, contenente anche un focus sull’export delle aziende che producono vino biologico, è scaricabile dal sito wine2wine.net  

 

Expo2015: a Veronafiere l’incarico di allestire il padiglione del vino. 

  

L’annuncio dell’incarico è stato comunicato dal Ministro delle politiche agricole alimentari forestali, Maurizio Martina, presente alla giornata inaugurale della 48ª edizione di Vinitaly, nel corso della conferenza stampa “Il Vino italiano per Expo Milano 2015”, tenutasi presso l’area Mipaaf.

Verona, 6 aprile 2014.   Vinitaly, rassegna di riferimento a livello internazionale nel settore enologico organizzata da Veronafiere, è stata incaricata della realizzazione e gestione del Padiglione del Vino per Expo Milano 2015. L’incarico è stato assegnato sulla base della convenzione siglata tra Padiglione Italia e Veronafiere, a meno di un mese dalla firma del protocollo tra il Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, il Padiglione Italia e Expo 2015 S.p.A. (firmato lo scorso 10 marzo).

Commentando l’annuncio, il Ministro Maurizio Martina ha dichiarato: «La scelta di Vinitaly è una scelta di competenza, esperienza e professionalità, fatta nella consapevolezza che possa assicurare al vino Italiano una importante e adeguata rappresentazione nell’ambito di Expo Milano 2015. Vinitaly è la manifestazione che più di ogni altra ha scandito e accompagnato l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, contribuendo negli anni a rendere il vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario».

Diana Bracco, Presidente Expo 2015 S.p.A e Commissario per il Padiglione Italia, ha aggiunto: «L’accordo di oggi è importantissimo perché un altro pezzo fondamentale della cultura e della produzione italiana fa il suo ingresso nel grande mosaico del Padiglione Italia all’Expo 2015. In particolare il vino è uno degli elementi centrali della nostra storia e della nostra stessa identità. I vigneti punteggiano tutta la nostra penisola e rendono il comparto vinicolo italiano unico al mondo per varietà e qualità. Il Padiglione Italia sarà il cuore dell’intera Esposizione, e il fatto che la stessa Unione Europea abbia deciso di collocare il proprio spazio espositivo al suo interno, a poca distanza dal vino italiano, è un’ulteriore occasione di attrattività del nostro Cardo: il vino pertanto avrà la giusta primazia che si merita».

«In virtù della profonda conoscenza di Veronafiere del settore agroalimentare, abbiamo ritenuto fin da subito un dovere mettere a disposizione del Paese la nostra esperienza per un’occasione tanto importante e strategica come EXPO 2015, e abbiamo trovato nel Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, in Expo 2015 S.p.A. e nei rappresentanti di Padiglione Italia interlocutori che, con altrettanta sensibilità, hanno dimostrato attenzione e piena comprensione per il valore aggiunto che il coinvolgimento di Vinitaly può portare nel corso dell’Esposizione Internazionale. Desidero infine sottolineare che l’incarico rappresenta un riconoscimento all’intero sistema fieristico italiano» ha dichiarato Ettore Riello, Presidente di Veronafiere.

«Opereremo con il preciso obiettivo di dare massima e piena rappresentazione del comparto, della sua storia e identità e delle sue potenzialità, coinvolgendo tutte le espressioni della filiera, valorizzando per ciascuna di esse il contributo unico e determinante che ha apportato e potrà apportare al comparto, nell’ambito dei precisi contenuti che animeranno il Padiglione» ha concluso Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere.

Il Padiglione del Vino a Expo Milano 2015 si svilupperà su una superficie di circa 2.000 metri quadrati e sorgerà nelle aree di pertinenza del Padiglione Italia, esattamente all’incrocio tra il Cardo NE e il Decumano, pertanto nella piazza centrale dell’intera area Expo, dove godrà della massima visibilità.

Nella realizzazione dello spazio e gestione della regia, Vinitaly lavorerà in concerto con Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, Padiglione Italia ed Expo 2015 S.p.A per il coinvolgimento di tutta la filiera vitivinicola italiana: dalle associazioni ai grandi gruppi di produttori, dai comitati alla distribuzione ai soggetti che ne divulgano la cultura.

Il Padiglione del Vino italiano racconterà la storia e la tradizione culturale del comparto, riserverà un’area dedicata al “primo approccio” al mondo del nostro vino per i milioni di visitatori che non lo conoscono, destinerà spazi agli educational attraverso wine tasting e masterclass, nonché con il coinvolgimento di produttori e testimonial, e guiderà agli abbinamenti “wine&food” nell’area specifica.

Un focus importante sarà inoltre sul turismo del vino, sulla cultura del territorio e le bellezze italiane ad esso legate. Non mancherà una forte connotazione tecnologica, fino ad offrire veri e propri viaggi virtuali ed interattivi alla scoperta di attrezzature, macchine e prodotti per la produzione, l’imbottigliamento ed il confezionamento di vino. I visitatori potranno infine accedere all’“Enoteca dei vini italiani”, con relativo wine shop, per la vendita diretta del prodotto confezionato, con consegna a domicilio, merchandising e gadget del vino e di EXPO 2015.

Diana Bracco - foto repertorio

L’elaborazione delle linee strategiche di sviluppo e definizione del progetto sarà in capo al Comitato Scientifico, di prossima costituzione. Al fianco di Diana Bracco, Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia e, presieduto da Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi), il Comitato vedrà anche: Piero Antinori, Presidente Istituto del vino italiano di qualità - Grandi Marchi; Giovanni Mantovani, Direttore Generale Veronafiere;  Ruenza Santandrea, Presidente Gruppo Cevico; Lamberto Vallarino Gancia, Presidente Federvini; Domenico Zonin, Presidente Unione Italiana Vini; il Presidente del Comitato Grandi CRU che sarà nominato dall’Assemblea. Del Comitato farà parte anche Raffaele Borriello, Vice Capo di Gabinetto del Ministero delegato all’EXPO 2015, in qualità di coordinatore.

 Servizio Stampa Veronafiere

 

 

Domenica, 13 Aprile 2014 08:40

Marche: export boom per il verdicchio.

È boom per l'export dei vini marchigiani con un +36% rispetto al 2012

(Verona, 6 aprile 2014). È boom per l'export dei vini marchigiani con un +36% rispetto al 2012: su un fatturato complessivo del pianeta vino che nelle Marche supera i 136 milioni (+8,8%), le esportazioni valgono oltre 68 milioni di euro, il 50% del totale. A fare da traino è il Verdicchio – il vino bianco fermo più premiato dalle guide italiane 2014 e ambasciatore delle Marche nel mondo – che con 17 mln di euro assorbe circa il 25% delle esportazioni e fa un balzo sorprendente nel 2013: +41,6% in valore e +10% in quantità (8 milioni e mezzo le bottiglie all'estero). Merito di politiche promozionali vincenti e di una riconosciuta qualità, a partire dalla crescita del prezzo medio del Verdicchio a ettolitro, aumentato del 17,6% rispetto all'anno precedente (dati Ismea). Ma anche della versatilità dell'offerta, sia in termini di varietà – dal Verdicchio al Rosso Piceno, dall'Offida Pecorino al Falerio, dalla Lacrima all'Igt Marche – che di rapporto qualità-prezzo, con bottiglie dai 3 ai 10 euro e oltre. Un boom dell'export che è andato a compensare il -9,4% in valore del mercato interno rispetto al 2012. Fondamentale perciò è stato il sostegno della Regione Marche, che negli ultimi quattro anni ha investito attraverso Ocm e Psr 11.159.000 euro per i viticoltori. A sottolineare la vocazione export oriented dei vini marchigiani è stata l'assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Maura Malaspina, intervenuta oggi nella giornata inaugurale del Vinitaly in rappresentanza del presidente della Regione  Marche, Gian Mario Spacca, assieme ai direttori dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni e del Consorzio Vini Piceni, Armando Falcioni.

Tra i Paesi di riferimento della regione vitivinicola più collinare e più longeva d'Italia, Stati Uniti (che assorbono circa il 60% dell'export), Canada e Giappone. Nel Vecchio Continente la parte da leone la fa l'Europa del Nord: Belgio, Olanda, Germania, Svezia e Inghilterra, con un mercato che vale circa 13 milioni di euro sui 20 milioni dell'Ue-28. Buone performance extra Ue anche in Svizzera e in Norvegia, destinazione sulla quale si stanno concentrando molte cantine marchigiane. Sul fatturato totale dei vini marchigiani, l'accelerazione maggiore (+10,3%) la porta la qualità delle produzioni a marchio Doc, Docg e Igt, che passano da 80 a 88,2 milioni di euro. Significativa la linea degli spumanti (il cui simbolo regionale, oltre al Verdicchio, è la Vernaccia di Serrapetrona, unico vino italiano che subisce tre fasi di spumantizzazione), che incide complessivamente per 36,2 milioni e registra un +15% sul 2012.

Tra i segmenti emergenti, in linea col dato nazionale, c'è anche il biologico. Con circa 3.278 ettari di superficie vitata bio (fonte: Sinab), pari al 19% della superficie vitata regionale (17.400 ettari), le Marche sono la sesta regione d'Italia più votata alla viticoltura bio (dopo Sicilia, Puglia, Toscana, Umbria e Abruzzo). Un interesse verso il settore che ha portato alla nascita di un'associazione di 'vignaioli bio' sul territorio. Si chiama Terroir Marche, con 8 produttori che su 93 ettari hanno sposato la filosofia biologica, per una produzione complessiva di 338mila bottiglie.

Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d'Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica. Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva. 

Sono in vetrina al Vinitaly i vini selezionati nell'ambito del Concorso enologico "Matilde di Canossa - Terre di Lambrusco" promosso dalla Camera di Commercio. Operatori australiani e il Team Grissin Bon nello stand della CCIAA -

 

Reggio Emilia, 7 aprile 2014 -

La Camera di Commercio rilancia gli investimenti per diffondere la conoscenza del Lambrusco, che si conferma il vino più venduto in Italia con 15 milioni di bottiglie (precedendo così il Chianti) e uno dei prodotti trainanti l’export italiano di vini, che nel 2013 ha fatto segnare un incremento di oltre il 7% in valore, superando i 5 miliardi di euro.

I vini selezionati nell’ambito del Concorso Enologico “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”, promosso proprio dall’Ente camerale, sono, infatti in vetrina da ieri, nell’ambito della più prestigiosa kermesse mondiale per il vino: il Vinitaly, in corso a Verona fino al 9 aprile (www.vinitaly.com) e pronto a battere le cifre del 2013, che parlano della partecipazione di oltre 4.000 espositori e 148.000 visitatori, di cui 53.000 dall’estero.

Lo stand camerale dedicato al concorso è  situato nel padiglione dell’Emilia Romagna – il n. 1  stand A9 - ed ospita l’intera selezione dei lambruschi dell’edizione 2013 del “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”.

Sommelier professionisti permettono agli operatori, al pubblico o ai semplici curiosi di fare un viaggio nelle terre del Lambrusco di qualità da Parma a Reggio Emilia, da Modena a Mantova,  per conoscere le varie tipologie delle bollicine rosse.

All'interno dello stand della Camera di Commercio, i visitatori possono degustare i lambruschi selezionati dall'ultima edizione del concorso e, grazie all'ausilio della guida “Terre di Lambrusco” (la pubblicazione multilingue che riporta i nomi, i produttori e la descrizione dei vini vincitori), acquisiscono informazioni sul territorio e sulle sue eccellenze vinicole.

Tra le tante iniziative rivolte a operatori commerciali e consumatori, spiccano sicuramente tre eventi che si muovono tra promozione economica e spettacolo.

Il primo – tenutosi il 6 aprile, giornata inaugurale del Vinitaly – ha avuto per protagonisti una decina di operatori commerciali australiani, che nello stand della Camera di Commercio di Reggio Emilia (con la partecipazione di esponenti di Veronafiere e della Camera di Commercio italiana a Melbourne, coprotagonisti dell’evento) hanno potuto degustare i lambruschi selezionati nell’ambito del Concorso Camerale (90 etichette, complessivamente).

Nel pomeriggio di domani, 8 aprile, poi, nello stand camerale è atteso l’intero Team Grissin Bon, che parteciperà alla presentazione della nuova edizione del Concorso “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco” con annessa degustazione.

Dieci aziende vinicole reggiane, infine, sono state  protagoniste del grande workshop che si è svolto oggi, 7 aprile, con incontri b2b tra produttori di vino emiliano romagnoli e 40 importatori provenienti da 11 Paesi extra UE (Birmania, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Russia, Stati Uniti d’America, Sud Africa e Thailandia) e 7 nazioni Europee (Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Svizzera). L’iniziativa rientra nell'ambito del più ampio progetto regionale (denominato “Deliziando”) promosso da Unioncamere, dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e finanziato anche dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Agli incontri con gli operatori commerciali stranieri hanno partecipato la Cantina sociale di Puianello e Coviolo, l’azienda agricola Podere Giardino, la Società agricola Storchi di Storchi Gianni, la tenuta La Piccola Società Agricola, Rinaldini-azienda agricola Moro, Ferrarini spa, la Tenuta di Aljano-società agricola di Marco Ferioli, Casali Viticoltori, Lini Oreste & Figli e la cantina sociale di S. Martino in Rio.

 

 

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

Cantine Casabella: il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, è premio speciale "Denominazione di Origine 2014" nel centenario della cantina -

 

Piacenza, 7 aprile 2014 -

Si chiude con un premio prestigioso, lo speciale "Denominazione di Origine 2014", la 48.esima edizione Vinitaly delle Cantine Casabella di Castell'Arquato per il "Duca di Ferro" gutturnio doc riserva, cavallo di battaglia della casa. Un grande riconoscimento che si è andato ad aggiungere alla Gran Menzione.
A ritirare il premio, nella sala Rossini del padiglione conferenze di Vinitaly, a Verona, il direttore delle Cantine Casabella Gianfranco Rossi. A consegnare l'attestato all'interno delle premiazioni del 21 Concorso Enologico Internazionale, Damiano Berzacola, Vicepresidente di Verona Fiere, e Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato Nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. A vincere il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, che ha conseguito, in assoluto, il miglior punteggio quale vino di denominazione di origine italiana, giudicato da una giuria, severissima, che ha lavorato in 15 sessioni per oltre 40 ore di valutazione su circa 3 mila campioni pervenuti alla rassegna per essere degustati dalle 21 commissioni giudicatrici.
Un vanto per le Cantine Casabella che, proprio nell'anno del centenario, vedono riconosciuto un lavoro che dura da anni ed a cui partecipano tutti gli operatori che si muovono attorno questo marchio: dagli agricoltori agli operai, dagli export manager agli impiegati, sino ai commerciali ed agli enologi. Una squadra di primo livello, con nomi importanti nel mondo dell'enologia: tra tutti gli enologi Stefano Testa ed Antonio Maccieri, creatori dei vini di questa cantina. Ed è un premio doppiamente gustato se si considera che il gutturnio riserva 2010 è stato scelto dalla cantina quale rappresentante di questo primo secolo di vita e che quindi esce dalla produzione in una veste grafica d'eccezione, con tre etichette scudate ed in serie limitata a cento per ricordare questi cento anni di vini. Un traguardo nelle terre del Ducato. E la rassegna veronese è stata per Casabella la conferma di un messaggio di tradizione ed innovazione, che sta portando la cantina nel mondo, con una produzione di circa 6 milioni e mezzo di bottiglie.
«Vinitaly è per noi un appuntamento irrinunciabile- ha confermato il direttore Gianfranco Rossi- a cui giungiamo sempre con piacere perché è una delle vetrine più prestigiose a livello internazionale, con una rigida selezione dei riconoscimenti. Inoltre è un momento di conoscenza, di marketing e di comunicazione verso chi già ci conosce e chi ancora non ha avuto modo di incontrare Casabella. Il premio speciale è solo una tappa del percorso di qualità che abbiamo intrapreso. È un premio di squadra, di tutta la famiglia Casabella, che ringrazio e che sprono a proseguire su questa strada».

Nelle foto: il direttore di Cantine Casabella con la Gran Menzione ed al ritiro del premio speciale.

 

(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)

 

 

 

 

Vinitaly inaugura in un bagno di folla. Il Ministro Martina «Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo. I numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza delI’agroalimentare del Paese»

 

di Virgilio - 

Verona 06 Marzo 2014 ----

Complice la temperatura estiva un bagno di folla ha celebrato l’avvio della 48esima edizione di vinitaly. Migliaia di persone hanno preso d’assalto gli oltre 4.200 espositori presenti alla più importante manifestazione mondiale dedicata al vino.

E, come consuetudine, il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Alimentazione e Foreste. La prima volta del Ministro Maurizio Martina, il quinto in cinque anni, il quale intervenendo per ultimo al convegno inaugurale promette solennemente di “combattere senza sosta l’italian sounding” ma anche di dare una definitiva svolta alla semplificazione delle procedure raccogliendo l’invito del governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha  anche chiesto di perseguire le vere frodi. 

«Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo» ha dichiarato Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, intervenendo all’inaugurazione del salone questa mattina. «Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione – ha continuato il Ministro – perché i numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza del'Italia».

Paolo De Castro e Maurizio Martina

Per il Presidente De Castro «il dato estremamente positivo che celebriamo al 48° Vinitaly di Verona riguarda la straordinaria crescita che il settore sta registrando in tutti i mercati del mondo. Il 2013 si è concluso con saldo positivo all’estero di oltre 5 miliardi: è avvenuto il cosiddetto “sorpasso”, cioè esportiamo più vino di quanto ne beviamo in Italia. Merito della vitalità delle nostre imprese».

Per Martina, infine, ai formidabili dati dell’export occorre affiancare un processo utile a “riattivare la domanda interna”.

Alla cerimonia di apertura presenti anche il Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il Presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, e il Sindaco di Verona, Flavio Tosi. A rappresentare Veronafiere, il Presidente, Ettore Riello e il Direttore generale, Giovanni Mantovani. 

La cerimonia si è quindi conclusa con le premiazioni del 21 esimo concorso enologico internazionale assegnando 73 medaglie uscite da 21 commissioni, presiedute da Giuseppe Martelli, Direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. che hanno valutato oltre 3.000 vini provenienti da 30 diversi Paesi.

Il premio “Gran Vinitaly 2014” è stato assegnato alla CAVIT di S.C. di Trento che ha ottenuto il maggior punteggio con due medaglie conseguite in gruppi diversi.

Il Premio Speciale “Vinitaly Nazione 2014” quest’annoè andato in Italia a Cantine Due Palme Soc. Coop. Agricola - Cellino San Marco.

Invece il premio "Banca Popolare di Verona" è stato assegnato al vino Colli Piacentini Doc Malvasia Passito "Sensazioni D'inverno - le Virtù del Poggio" 2011 della Società Agricola Terzoni Claudio S.r.l. - Vernasca (PC) per aver conseguito il miglior punteggio fra tutti i vini veneti, o emiliano romagnoli, o trentini o friulani di tutte le categorie previste dal regolamento del 21° Concorso Enologico Internazionale.

(La classifica completa 2014 è disponibile su http://www.vinitaly.com/areaEspositori/concorsiVinitaly/sel/2)

 

Insieme a Vinitaly, hanno aperto i battenti anche Sol&Agrifood, la Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie.
«Sono due manifestazioni dalle potenzialità di successo replicabili come quelle di Vinitaly – ha commentato ancora Martina –. Oltre al vino, nel settore agroalimentare abbiamo altri prodotti e altre filiere d’eccellenza che lavorano altrettanto bene».

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Sabato, 05 Aprile 2014 11:59

Vinitaly, domani inizia la kermesse veronese

Vinitaly, domani inizia la kermesse veronese

Dal 6 al 9 aprile Verona ospiterà il gotha dell’enologia e non solo. Alle 11,00 manifestazione di inaugurazione del 48esimo Vinitaly.

di Virgilio - 

Parma 05 Marzo 2014 --

Numeri in crescita così come la qualità degli eventi  che arricchiscono una delle più importante rassegne internazionali dedicate al mondo del vino. 

Quattro giorni intensi che se dovessero replicare i numeri dello scorso anno vedrebbero 148.038 visitatori dei quali quasi 53.000 esteri aggirarsi tra gli oltre 4.000 espositori ben organizzati all’interno degli 89.000 mq di superficie netta.

I presupposti per replicare i numeri dello scorso anno ci sono tutti. Espositori e eventi di qualità e per tutti i gusti.

Al debutto quest’anno uno spazio espositivo dedicato al vino biologico, organizzato da Vinitaly grazie alla collaborazione di FederBio. In scena aziende produttrici Bio per eccellenza, che rispondono con rigore alle normative di tutela UE, raccontando storie di vini che ignorano la

chimica e piegano la tecnologia al rispetto della totale naturalità. Insieme agli stand, a disposizione del pubblico, un’enoteca per la degustazione di tutti i vini bio-certificati presenti a Vinitaly (VINITALYBIO: DEBUTTA IL SALONE DEDICATO AL VINO BIOLOGICO CERTIFICATO).

Enolitech e Sol&Food sono due eventi nell’evento che vanno a completare l’offerta di Vinitaly. Il primo dedicato alle tecnologie nel settore enologico e oleario (L'INNOVAZIONE NEL MONDO DEL VINO E DELL’OLIO PASSA PER ENOLITECH), mentre il secondo più dedicato al palato; OLIO, FOOD E BIRRA: I TRE VOLTI “BUONI” DI SOL&AGRIFOOD.

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

  

 

E fra I benefici della nuova Pac, ricorda l’ex ministro dell’Agricoltura, «i produttori potranno contare, oltre che sulle tradizionali risorse destinate alla promozione nei Paesi terzi, anche su nuovi fondi destinati alla promozione nel mercato europeo».

 

Verona, 31 marzo 2014. Il record storico di esportazioni di vino italiano nel mondo, l’abolizione delle norme anti-dumping da parte della Cina, le opportunità di promozione anche sul mercato europeo e una Politica agricola comunitaria che ha messo un paletto alla liberalizzazione selvaggia sono alcuni degli aspetti e delle opportunità per il comparto vitivinicolo nazionale. A dirlo è l’on. Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, in un’intervista all’Ufficio stampa di Vinitaly.
Alla vigilia della 48ª edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati, De Castro consacra Vinitaly come «l’ambasciatore del vino, in Italia e nel mondo, luogo di conoscenza e di creazione di valore per un prodotto che simboleggia al meglio la tradizione e la qualità italiana».
Presidente De Castro, con la riforma della Pac che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio, cosa cambia per il settore del vino?
«La nuova politica agricola ha scongiurato la liberalizzazione selvaggia dei diritti di impianto dei vigneti. Pur concludendosi il sistema dei diritti nel 2015, sarà introdotto un nuovo sistema di autorizzazioni a partire dal 2016 e fino al 2030 e gli Stati membri che si avvarranno del sistema dei diritti d’impianto avranno facoltà di decidere se passare al nuovo sistema entro il 2020. Nell’ambito dei programmi di sostegno, troveranno poi spazio nuove misure, come quella relativa all’innovazione e quella relativa alla promozione rivolta al mercato interno limitatamente all’informazione sull’uso consapevole di vino e sul sistema europeo delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche».
Quali sono le opportunità che si aprono per i produttori italiani all’interno dell’Unione europea e nei confronti dei Paesi Terzi?
«Come anticipavo, con la nuova Pac i produttori potranno contare - oltre che sulle tradizionali risorse destinate alla promozione nei Paesi Terzi - anche su nuovi fondi destinati alla promozione nel mercato europeo. Si tratta di un’innovazione che il Parlamento ha voluto introdurre su una leva che ha caratterizzato con successo la competitività degli ultimi anni, e che potrà rappresentare indubbiamente un’ulteriore opportunità per far conoscere e apprezzare ancora di più le eccellenze del settore anche in Europa. Il mercato dell’Unione rappresenta, infatti, il 60% delle “esportazioni” dei Paesi membri, basta pensare a quanto sono importanti per l’Italia mercati come quelli della Germania e dell’Inghilterra. Quote che possono continuare a crescere grazie a un sostegno adeguato e a un’organizzazione più efficiente».
In termini di aiuti per ettaro, invece, di quanto sarà la riduzione per i vitivinicoltori e su quali valori si fisserà nel 2019, tenuto conto della convergenza?
«Su questo aspetto gli istituti di ricerca stanno elaborando simulazioni sui singoli settori per verificare gli impatti della convergenza interna rispetto al quadro attuale. La scelta del modello di convergenza (regione unica piuttosto che aree amministrative) e delle modalità di applicazione del nuovo regime di pagamento fanno parte di quel “pacchetto” di decisioni che gli Stati membri dovranno notificare a Bruxelles entro il mese di luglio. Tali scelte dovranno esser prese all’interno di alcuni “paletti” fissati dalla riforma della Pac. In tale ambito, mi piace ricordare che proprio in seguito alle modifiche apportate dal Parlamento europeo durante i negoziati, gli impatti del nuovo regime rispetto a quello attuale sono stati limitati, consentendo allo Stato membro di regionalizzare solo il 60% del budget nazionale e di limitare comunque le perdite».
Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli più penalizzanti della riforma dell’ocm vino e del suo accorpamento all’interno dell’Ocm unica?
«La riforma dell’Ocm vino rappresenta un importante punto di equilibrio tra le diverse vocazioni ed esigenze dei paesi produttori dell’Unione. L’introduzione di un sistema autorizzativo al posto della liberalizzazione senza regole dei diritti di impianto dei vigneti è sicuramente un buon punto di approdo per un settore che deve stare al passo coi tempi, senza però per questo perdere identità. Certamente occorrerà, come stiamo facendo in Parlamento, monitorare la fase applicativa di tale misura, al fine di confermare i contenuti dell’accordo politico che è stato poi recepito dalle istituzioni europee e tradotto nell’atto di base. Per quanto riguarda l’accorpamento all’interno dell’Ocm unica, si tratta di una maggiore semplificazione e organicità di strumenti e misure che tra l’altro conferma un percorso già avviato con le precedenti riforme. L’importanza della funzione aggregativa è fondamentale per tutti i settori, compreso quello del vino. Solo se si è organizzati si riesce ad essere forti e competitivi e a guadagnare nuove fette di mercato. Ed è proprio questa la direzione in cui vanno le misure definite all’interno del dossier Pac».
Dopo il “Pacchetto Latte” e il “Pacchetto Prosciutto” si arriverà anche ad un “Pacchetto Vino” per la programmazione produttiva?
«A oggi non mi sembra una strada percorribile anche perché a riformare il funzionamento degli aiuti per il vino è stata la recente riforma del regolamento sull’Organizzazione Comune di Mercato all’interno della Pac2020 e tale aspetto non ha caratterizzato il negoziato. Certamente le finestre normative e di riforma che caratterizzeranno il lavoro della prossima legislatura europea (ad esempio nel caso di una riforma settoriale o di una revisione della Pac2020) possono rappresentare un’opportunità per ricalibrare e modernizzare gli aiuti europei anche nel settore vitivinicolo».
Doc, Docg e Igt: funzionano ancora e riescono a dare valore aggiunto ai prodotti?
«Certificare e garantire la materia prima e un percorso produttivo di qualità sono azioni fondamentali che l’Europa ha messo in campo per la valorizzazione del prodotto e per la corretta informazione del consumatore. Anche in questo caso, però, dobbiamo allontanare lo sguardo e ragionare in termini di contesto: torna centrale il tema dell’organizzazione per far sì che le nostre eccellenze riescano ad accedere ai mercati che maggiormente ne apprezzano la qualità. Qualità che è un elemento competitivo ormai imprescindibile ma che necessita di un modello di “azione” da predisporre in maniera meticolosa ed efficiente. In tal senso i successi del vino possono rappresentare un esempio vincente e da seguire anche per altre produzioni caratterizzanti il nostro straordinario patrimonio agroalimentare».
Vinitaly sta per tagliare il traguardo della 48ª edizione. Che ruolo svolge oggi a vantaggio del sistema vitivinicolo italiano?
«Con la 48ª edizione Vinitaly si conferma l’ambasciatore del vino, in Italia e nel mondo. La straordinaria forza aggregativa e la visione commerciale che caratterizza anche le “missioni” della manifestazione all’estero fanno sì che Vinitaly sia, anno dopo anno, un solido punto di riferimento per l’intero settore. Un luogo di conoscenza e di creazione di valore intorno a uno dei prodotti che meglio simboleggia la tradizione e la qualità italiana, che ha ancora importanti margini di apprezzamento e crescita sui mercati. Margini che, anche grazie allo spirito aggregativo e organizzativo di Vinitaly, oggi possono essere conquistati con successo».
La Cina ha annunciato l’archiviazione del dossier anti-dumping sul vino. Il Presidente Xi ha iniziato un tour in Europa, ma non sarà in Italia. Il sistema vino italiano ne uscirà danneggiato rispetto ai colleghi francesi?
«La chiusura della procedura cinese antidumping e anti-sovvenzione verso le importazioni di vino proveniente dalla Ue rappresenta una buona notizia per il nostro sistema vinicolo. Una decisione maturata anche a seguito del gioco di squadra messo in campo da Italia, Spagna e Francia. Anche per queste ragioni credo che non ci siano all’orizzonte penalizzazioni per il sistema vino italiano rispetto a quello francese, a prescindere dall’agenda del Presidente Xi. Certamente, come sistema Italia - così come accade già da tempo in Francia - dovremmo esser capaci di sfruttare le opportunità commerciali, soprattutto quelle provenienti dal mercato cinese. Il record storico delle esportazioni italiane di vino, che lo scorso anno si sono attestate su un valore di 5 miliardi di euro, costituisce un dato importante per continuare a crescere in futuro anche sul mercato orientale. In tal senso, la chiusura della procedura antidumping deve rappresentare un nuovo punto di partenza nelle relazioni commerciali con il paese asiatico».



Intervista a cura del Servizio Stampa Veronafiere