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Da qualche giorno è in atto lo psicodramma dell’orso assassino anche se, per natura, gli orsi non sarebbero animali aggressivi.

Pubblicato in Politica Emilia
Martedì, 02 Agosto 2022 06:26

Brutta avventura per un turista in trentino

Orsa a zonzo con il piccolo insegue un'escursionista in Trentino

Pubblicato in Ambiente Emilia
Giovedì, 08 Luglio 2021 17:16

Bauer: Qualità Certificata per tutti

Quando tradizione fa rima con sicurezza

Pubblicato in Cronaca Emilia
Mercoledì, 17 Febbraio 2021 17:56

Il Paradiso delle Mele: habitat di animali e piante

L’ecosistema di un frutteto

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Se dei vini frizzanti del Trentino già potevamo conoscere per alcuni e immaginarne la piacevolezza per altri, un straordinaria sorpresa è invece stato l'abbinamento di un "Parmigiano Reggiano" stravecchio di 90 mesi con una aromatica, equilibrata e ben invecchiata nelle tradizionali botti di rovere, grappa del Trentino.

di LGC Parma 12 aprile 2019 - Non c'è che dire, alla degustazione, organizzata al Vinitaly 2019 presso lo stand del Trento DOC e che ha visto la compartecipazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, l'abbinamento tra varie stagionature della più famosa DOP al mondo (4 prodotti di 24, 3,6 70 e 90 mesi di stagionatura) e una panoramica di vini frizzanti e Grappe del Trentino ha lasciato a bocca aperta i giornalisti chiamati a esprimersi e guidati nella degustazione dagli esperti dei consorzi rappresentati.

I frizzanti trentini hanno dimostrato subito di trovarsi in una armoniosa e piacevole complicità con le due stagionature più "giovani" di Parmigiano Reggiano (24 e 36 mesi). Un accoppiamento gradevolissimo che richiama immediatamente esperienze ludiche e conviviali più volte vissute e apprezzate.
Ma la sorpresa è stato l'incontro tra la famosa grappa trentina (una giovane o bianca e una riserva o stravecchia) e due inconsuete stagionature di "Parmigiano" (70 e 90 mesi).

Il gusto secco, franco, gentile e pulito della grappa più giovane si è sposato adeguatamente con il Parmigiano Reggiano frutto di una lunga stagionatura di 70 mesi. Un incontro sorprendente per l'esplosione di profumi e aromi che si miscelano nelle narici e sulle papille gustative, ma l'eccellenza, quello che assolutamente non ci si aspetta è la combinazione esplosiva tra la grappa stravecchia, invecchiata per almeno 18 mesi in botti di rovere e uno strepitoso Parmigiano Reggiano di 90 mesi (7,5 anni) di stagionatura.

Un'esperienza gustativa unica che si imprime nella memoria in attesa di essere ripetuta. I forti e equilibrati sapori del Parmigiano stravecchio vengono "sciolti" dai complessi aromatici della grappa e rilasciati in una nuova forma, in una combinazione armonica di sapori che che diventa sapore unico e indistinguibile, come se la grappa e il parmigiano, entrambi stravecchi, fossero stati inventanti per vivere un matrimonio perfetto.

Una combinazione da gustare in solitaria meditazione o con il proprio ristretto gruppo di amici e familiari dove l'intimità entra come terzo fattore dominante dell'incontro.

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Sabato, 03 Novembre 2018 05:44

Qualcosa e' cambiato!

"Mai tanta violenza era arrivata sin qui" ... "Qui da Noi una cosa così è totalmente nuova", "Neanche il carico della neve in piena stagione aveva mai fatto danni del genere"

da L'Equilibrista - Moena, Trentino Alto Adige 02-11-2018 -
E' toccato anche al Trentino, quel tanto adorato paesaggio che ha sempre ospitato feste e momenti gioiosi di tanti di Noi, farci comprendere come le situazioni a volte siano davvero appesa ad un filo, quanto le circostanze possano cambiare radicalmente la vita di ognuno senza preavviso e senza una ragione.

Arrivo sul posto pensando di registrare qualche sporadico cedimento del terreno e magari dare voce all'Amministratore di turno che condanna una situazione protratta per anni e che, magari per mancanza di fondi, non è mai stata sanata prima.

Stavolta invece si tratta di arrendersi nuovamente davanti a Madre Natura, accettando come non ci sia proprio nulla da fare nonostante manutenzioni periodiche, efficienza e scelte strategiche siano buona pratica di queste Amministrazioni. Sul territorio trentino infatti sono risultate ininfluenti stavolta e nulla si è potuto fare al fine di prevenire qualcosa che non era scritto e che ha condannato un paesaggio ed una Comunità a prendere atto di quanto accaduto limitandosi solo ad arginarlo alla bene meglio.

Soprattutto nelle serata di Lunedì, si è registrato infatti un vero e proprio incubo per gli abitanti della val di Fassa e della val di Fiemme che sono stati letteralmente investiti da una progressione di vento e pioggia senza precedenti e che ha letteralmente sradicato alberi centenari dal suolo facendoli cadere privi di vita mettendo a repentaglio tutto quanto fosse sulla loro discesa incontrollata agevolata da dirupi e sentieri montani.

Solo grazie alla celerità dei Corpi forestali, dei Vigili del Fuoco e delle Prefetture è stato possibile evitare danni peggiori ma certamente questo grave avvenimento ha mostrato quanto una zona tanto efficiente e così ben gestita non possa essere indenne dalla forza della Natura.

Il tutto ha generato una reazione a catena che ha interessato circa 1800 piante ad alto fusto che sotto le sferzate del vento sono cadute come birilli. Questi alberi sono tesori per la gente locale tanto che, come tutti sappiamo, nelle Valli sono assai numerosi e ricoprono le colline caratterizzando queste zone sia in estate quando sono verdi brillanti o in inverno quando sono splendidamente imbiancati.

Si è quindi creata una situazione che non ha precedenti e che ha riportato questi territori, fortunatamente solo per alcuni giorni, indietro di cento anni privando le Comunità locali di luce, energia e tagliando alcune vie di comunicazioni con le altre zone circostanti.

L'evento di proporzioni ancora incalcolabili ha creato dissesti terribili anche nelle vicinanze di Dimaro e in Val di Sole. Già nella giornata di oggi le cose sono visibilmente migliorate e l'umore della gente incontrata, da atterrito si è fatto incredulo ma conservando il proverbiale pragmatismo e spirito di iniziativa che ha sempre contraddistinto queste persone generose ed unite.

 

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Pubblicato in Ambiente Emilia
Sabato, 30 Novembre 2013 11:07

A Natale è tutto più "buono"

Di Chiara Marando - Parma 30 Novembre 2013

Eccoci a dicembre. Il freddo è arrivato e ahimè si fa sentire, la prima neve è già scesa e le città stanno cominciando ad illuminarsi a festa ricordandoci che il Natale si avvicina. Un’atmosfera capace di regalare una frenesia contagiosa che per qualche breve momento ci fa allontanare dalla realtà di tutti i giorni. Sarà grazie a questo clima gioioso e fatato che ogni anno i famosi Mercatini Natalizi nordici richiamano migliaia di visitatori ed appassionati, una vera e propria caccia all'hotel solo per riuscire a trascorrere un weekend tra le allegre e colorate bancarelle che arredano le principali piazze cittadine.

Il Christkindlmarkt di Bolzano è ormai una tappa quasi obbligata in questo periodo dell’anno. Dal 29 novembre fino al 6 gennaio  la bellissima Piazza Walther sarà ornata con splendidi addobbi, luci e  caratteristiche casette in legno, un mix ormai collaudato ed ulteriormente arricchito dagli invitanti profumi di cannella, spezie e dolci fatti in casa che invaderanno l’aria. Una moltitudine di oggetti fatti a mano, decorazioni, candele e ghirlande da scoprire ed acquistare, magari tenendo tra le mani un caldo Vin brulè oppure un dolce Brulè di mele.  Se desiderate qualche informazione utile sull'argomento vi basterà cliccare qui www.mercatinodinatalebz.it, il sito ufficiale della manifestazione.

Bolzano dicembre 2011 10

Inutile dire che non si può proprio pensare alla dieta davanti alle prelibatezze che questi luoghi offrono. Come resistere ai biscotti speziati, allo Strudel di Mele, alle frittelle o agli Zelten con i canditi? Quindi mentre godiamo del panorama circostante e camminiamo rapiti dall’atmosfera incantata come in una fiaba, approfittiamone per gustare le ottime specialità locali. Tanti sono i ristoranti dove è possibile assaporare i piatti tradizionali altoatesini, ma se volete andare a “colpo sicuro” allora vi consiglio una sosta gastronomica  alla “Paulaner Stuben” nel cuore del centro storico di Bolzano, in uno degli edifici più antichi della città. Tre ampie stanze arredate in legno e caratterizzate da eleganti soffitti a volta, un ambiente caldo ed accogliente in stile tipicamente bavarese.

paulaner stuben bolzano 02

Ovviamente il menù non delude le aspettative. Antipasti classici come il tagliere con Speck e formaggio di malga oppure il più ricercato Salmone affumicato o il Carpaccio di pesce spada, questo solo per scaldarsi in attesa di scegliere tra Canederli allo Speck con funghi porcini, deliziosamente stuzzicanti e compatti, Pappardelle al ragù di capriolo, e “Schlutzkrapfen”, ovvero i ravioli tirolesi ripieni di ricotta e spinaci.

Poi si sa, con il freddo l’appetito aumenta quindi sarebbe un torto negarsi un energizzante ed appetitoso secondo: Stinco di maiale al forno con patate arrosto e cavolo cappuccio, carne alla griglia servita in particolari padelle in rame, la cosiddetta Rosticciata,  Cotoletta alla Viennese, ed infine il trionfo della Padella Oktoberfest, un più che sostanzioso piatto unico composto da Gulash, salsiccia, canederlo su insalata di cappuccio e patate saltate.

Bolzano dicembre 2011 08

E dato che siamo nella “casa della birra”, direi che il modo migliore per renderle onore, ed accompagnare il gusto intenso di queste pietanze, sia dissetandosi con la corposa e aromatica birra Paulaner, perfetta per stemperare il sapore deciso di queste inconfondibili specialità.



Pub Ristorante Paulaner Stuben

Via Argentieri, 6 39100 Bolzano

Tel. 0471 980407

www.paulanerstuben.com

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Sabato, 10 Agosto 2013 11:27

Ti sorridono i monti...

Di Chiara Marando - Sabato 10 Agosto 2013

Avete presente Heidi, le montagne, i prati fioriti e gli splendidi paesaggi che facevano da sfondo alle sue avventure? Ebbene, quei luoghi fatati esistono realmente. La Val Pusteria, in Alto Adige, a pochi chilometri dal confine con l’Austria, ne è un perfetto esempio. Qui il fascino delle fiabe prende corpo ed incanta con l’armonia dei suoi colori, dei suoi profumi e delle sue tradizioni.

Tanti paesini che si arrampicano sulle montagne, piccoli presepi che popolano il panorama circostante con le guglie appuntite e dorate delle chiese, i balconi fioriti ed i perfetti giardini meticolosamente curati ed abbelliti con deliziose decorazioni dal gusto tirolese.

Una storia contadina che si tramanda orgogliosamente di Maso in Maso, una tipicità gelosamente custodita che continua ad ammaliare gli “stranieri”. Un piccolo mondo a parte…un “piccolo mondo antico”.

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Ci si può perdere piacevolmente percorrendo i sentieri tra i boschi alla scoperta delle meraviglie che questi territori possono regalare. E ad ogni sosta ecco che un rifugio è pronto ad accogliere e saziare gli appetiti più esigenti con pietanze saporite e gustose.

Uno in particolare merita attenzione: il Gasthof Waldruhe, appena sopra il paese di Sesto, a 1.580 m di altitudine.

La tradizione del Waldruhe inizia negli anni ’70 quando la famiglia Senfter decide di aprire un piccolo punto di ristoro con qualche camera in quella che era stata la loro casa da generazioni. Da allora questa attività si è sviluppata ed è passata di padre in figlio conservando un’atmosfera unica e confortevole. L’interno in legno finemente arredato è impreziosito da un esterno che si giova della spettacolare vista sulla vallata, stupefacente terrazza naturale dove il fermarsi anche solo per sorseggiare  una birra fresca diventa poesia.

Ma non assaggiarne la squisita cucina sarebbe riduttivo. In ogni piatto proposto nel menù si può assaporare la tradizione altoatesina, la passione e l’amore per questa terra e per la sua cultura gastronomica. Una conoscenza che è passata dalle mani di Georg a quelle del figlio Stephan, che oggi ha preso le redini dell’attività e si diverte a preparare specialità estremamente invitanti.

Dalle Zuppe come quella d’orzo o con  canederli in brodo, ai Primi come le Pappardelle con sugo di selvaggina o funghi porcini, passando per  l’imperdibile Tris di Canederli che crea dipendenza già dal primo boccone, fino alle saporite Mezzelune fatte in casa ripiene di patate e cipolle.

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I secondi poi sono una vera gioia per occhi e palato. Solo per stimolare l’appetito  ecco qualche esempio di tutto rispetto: Filetto di cervo con patate arrostite e funghi porcini, Leberkäse, ovvero una succulenta pasta di würstel alla griglia con uova e patate, il famoso Stinco di maiale con canederli e crauti, e ancora Trota fritta accompagnata da patate o verdura.

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Inutile dire che la vetrina dei dolci è il paradiso dei golosi, con l’immancabile Strudel di mele, la Sacher Torte, il Waffel caldo con panna e marmellata di ribes, il portentoso Kaiserschmarren (un vero e proprio pasto completo) e la profumata Linzer Torte.

Chi conosce il Waldruhe, e l’incantevole location nel quale è inserito, sa che non può mancare l’appuntamento con la passeggiata nel Sentiero della Meditazione, un percorso suggestivo tra i boschi dove i soli rumori percepibili sono quelli della natura, una fusione quasi spirituale con l’ambiente circostante che conduce fino alla piccola Cappella nel Bosco, una chiesetta in legno costruita durante la Prima Guerra Mondiale che appare magicamente tra gli alberi, avvolta in un silenzio irreale, rassicurante.

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Per informazioni e prenotazioni:

Gasthof Waldruhe
Ausserberg/Monte di Fuori
I-39030 Sesto (BZ)

Tel. 0474 710 512

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia