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Batteriosi del pomodoro: OI istituisce un fondo di emergenza per anticipare parte dell'indennizzo previsto dalla Regione. Rabboni: "Nessun agricoltore sarà lasciato solo
Risposta compatta della filiera per individuare ogni focolaio". Sino ad ora interessati 41 ettari in Emilia Romagna.

20170918-OI POMODORO Batteriosi del pomodoroParma 18 settembre2017 - Un fondo di emergenza, finanziato dai soci dell'OI (Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia), per contrastare il pericolo della diffusione della batteriosi Ralstonia Solanacearum attraverso il riconoscimento anticipato di una parte delle risorse – 3mila euro all'ettaro – previste dalla Regione Emilia Romagna come forma di indennizzo per l'agricoltore il cui campo sia colpito dal diffondersi di una malattia di tipo colturale che pregiudica la crescita della pianta.
È questa la decisione presa dal comitato di coordinamento dell'OI per affrontare il problema della batteriosi Ralstonia Solanacearum, la cui presenza è stata riscontrata su 41 ettari complessivi nel territorio della regione Emilia Romagna, con interessamento prevalente di alcuni terreni nelle province di Parma e Ferrara.
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Tecnicamente l'anticipazione finanziaria al singolo agricoltore avverrà tramite l'Organizzazione dei produttori a cui è associato oppure tramite l'industria di trasformazione nel caso in cui si ricada nella casistica del contratto diretto.
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L'operazione di anticipo degli indennizzi, deliberata dal comitato di coordinamento dell'OI, sarà ora sottoposta all'approvazione dell'assemblea della stessa OI con contestuale definizione del regolamento di funzionamento del fondo di emergenza.

FOTO: Piantine di pomodoro che hanno contratto la batteriosi.

Pomodoro. Rabboni: "Bene l'impegno del ministro Martina per l'etichetta d'origine obbligatoria anche per i derivati del pomodoro. L'OI del Nord Italia è favorevole e pronta per la sperimentazione"

Parma 4 settembre 2017 - "Accogliamo con grande favore l'impegno del ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina per l'estensione dell'obbligo di indicazione di origine in etichetta anche per i derivati del pomodoro, un provvedimento che come OI ci vede da tempo favorevoli anche in termini di disponibilità per una prima concreta sperimentazione come filiera in accordo con lo stesso ministero dell'Agricoltura".
Ha commentato con queste parole Tiberio Rabboni, presidente dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia, le dichiarazioni del ministro Martina che, nel giudicare positivamente l'acquisizione del marchio De Rica da parte del Consorzio Casalasco del pomodoro, ha parlato espressamente della volontà di estendere l'etichettatura di origine anche al settore del pomodoro dopo quanto già avvenuto per latte, pasta e riso.
"L'indicazione dell'origine del pomodoro in etichetta – ha aggiunto Rabboni – può tutelare il made in Italy e i consumatori e valorizzare ulteriormente la qualità della produzione del Nord Italia. La dichiarazione del ministro arriva dopo l'approvazione, un mese fa, da parte della Commissione agricoltura di una risoluzione proposta dal deputato Giuseppe Romanini con la quale si è impegnato il Governo a convocare con la massima sollecitudine un tavolo di confronto con tutti i soggetti della filiera del pomodoro da industria con l'obiettivo di adottare i provvedimenti necessari al fine di estendere anche a questo settore l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di produzione e l'origine della materia prima. Sono tutti segnali positivi – ha concluso Rabboni – in linea con la posizione assunta da tutta la filiera del pomodoro da industria del Nord Italia".
Nello specifico l'OI chiede che a livello europeo – come proposto in occasione dell'audizione alla Commissione agricoltura della Camera di fine giugno - sia introdotto l'obbligo di indicazione del Paese di origine della materia prima agricola utilizzata, con la facoltà per i produttori di ricorrere ad una delle seguenti diciture:
"singolo paese di origine europeo", se tutta la materia prima giunge da un unico paese;
"origine in Ue", quando la materia prima agricola proviene da due o più paesi dell'Ue, ma solo da essi;
"origine Extra Ue", quando anche solo una quota della materia prima proviene da paesi ExtraUe;
"origine in un singolo paese Extra-Ue" quando la materia prima proviene da uno specifico paese Extra-Ue.
Contestualmente l'OI esprime soddisfazione anche per l'accordo che ha portato uno dei propri soci, il Consorzio Casalasco del pomodoro, ad acquisire il marchio De Rica rafforzando così il valore della produzione made in Italy.

Domenica, 27 Agosto 2017 08:27

Pomodoro: il grande nemico è la crisi idrica

Oi e Regione insieme per trovare soluzioni a salvaguardia del comparto. Il punto sulla campagna: già trasformate 1,2 milioni di tonnellate (il 46,13% del contrattato)

C'è un grande nemico che minaccia, ormai ogni anno, la filiera del pomodoro da industria del Nord Italia. È la crisi idrica che quest'anno – con il 70% di piogge in meno nel bacino di Parma e Piacenza – ha messo a dura prova la coltivazione del pomodoro. Un nemico che l'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, in stretto accordo con la Regione Emilia-Romagna, vuole combattere progettando soluzioni di medio lungo periodo che permettano di superare questa criticità attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro, coordinato dall'OI, per raccogliere le esigenze della filiera e presentarle in modo compatto al mondo istituzionale affinché in tempi stretti si adottino soluzioni, prima tra tutte quella che porta alla costruzione di invasi per trattenere acqua nei periodi in cui è presente.

È stato questo il tema al centro della visita alla filiera del Nord Italia da parte dell'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli che – insieme al presidente dell'OI Tiberio Rabboni e ai rappresentati delle Organizzazioni di produttori e dei trasformatori – ha fatto tappa prima alla Mutti e poi alla Columbus, entrambe in provincia di Parma, per il consueto punto di metà campagna.

"La più grande emergenza del nostro settore è quella dell'approvvigionamento dell'acqua – ha subito introdotto l'argomento più scottante Francesco Mutti, presidente di Mutti Spa -. La crisi idrica potrebbe essere fatale per il nostro settore ed è per questo che non si può affrontare questo tema con leggerezza. Serve un time table chiaro con un gruppo di lavoro che, già entro dicembre, possa presentare un piano che ci tuteli per il futuro".

Concorde il presidente dell'OI Rabboni: "Molto si è fatto, ma tanto resta da fare per fronteggiare il cambiamento climatico. Positive sono state le deroghe al deflusso minimo vitale dei fiumi concesse dalla Regione così come costante è l'impegno della filiera nel ricercare varietà sempre meno idroesigenti, nell'estendere ulteriormente le pratiche di irrigazione a goccia in campo e di riciclo delle acque negli impianti di trasformazione. Ora però è necessario lavorare per ridurre gli sprechi degli impianti di distribuzione delle acque più obsoleti e soprattutto realizzare nuovi invasi irrigui, anche ad uso plurimo delle acque, di capacità idonee a rispondere ai fabbisogni della filiera del pomodoro da industria e delle altre filiere agricole di questo importante territorio dell'agroalimentare italiano. L'OI, a questo scopo, è disponibile a collaborare alla ricerca di un'intesa tra amministrazioni, comunità locali, filiere produttive agricole, Regione ed altre istituzioni sovraordinate per l'individuazione e la localizzazione concorde dei nuovi e necessari invasi irrigui".

L'assessore Simona Caselli ha ricordato che "il contrasto al cambiamento climatico e alle sue conseguenze sull'agricoltura è da tempo al centro dell'impegno della Regione. A breve uscirà il nuovo bando da 18 milioni di euro per la realizzazione di invasi fino a 250mila metri cubi, mentre in accordo con l'assessorato all'Ambiente rivedremo le previsioni sugli invasi del vigente piano di tutela delle acque per individuare eventuali nuove localizzazioni, sia in relazione alle maggiori criticità, sia laddove a seguito della crisi edilizia le cave previste non si realizzeranno in tempi congrui. Altrettanto importante il nostro impegno sulla ricerca e sull'innovazione per sostenere le nuove tecniche irrigue, il risparmio, la diffusione di varietà meno idroesigenti e l'agricoltura di precisione. Il Psr mette a disposizione, attraverso i Gruppi operativi per l'innovazione, risorse significative pari a circa 50 milioni di euro, di cui oltre la metà sono già state impegnate; altre risorse possono essere efficacemente mobilitate per questi stessi scopi attraverso l'utilizzo ottimale dell'Ocm ortofrutta e in particolare dei Programmi Operativi delle Organizzazioni dei Produttori".

Poi facendo il punto sulla campagna ha aggiunto: "Nel 2017 si sono dovute affrontare tante criticità come la crisi di Ferrara Food, per altro nella provincia con il più alto tasso di disoccupazione in regione, e quella di Copador, risolta grazie a un lavoro di squadra che ha visto l'impegno delle istituzioni e dei sindacati, l'efficace e tempestivo lavoro del tribunale di Parma e dei commissari nominati e la disponibilità delle imprese del territorio a partecipare all'asta che ha visto prevalere Mutti Spa che sta attualmente conducendo l'azienda. Ci sono poi state le gelate di fine aprile e la siccità affrontata con una valida cabina di regia, che ha coinvolto attivamente l'OI e che ha visto in Parma e Piacenza le uniche province a livello nazionale nelle quali è stato riconosciuto lo stato di emergenza idrica". La visita dell'assessore è poi proseguita allo stabilimento Columbus dove ci si è soffermati, in particolare, sulle forme di produzione innovative legate al settore del pomodoro biologico. "Un segmento in forte espansione – hanno sottolineato Cristina Bertolini e Fabio Santi di Columbus -. Il nostro obiettivo è proprio quello di fidelizzare l'area agricola emiliana tra Parma, Reggio e Modena alla produzione biologica".

Il punto sulla campagna
Ha ormai raggiunto il giro di boa la campagna 2017 del pomodoro da industria del Nord Italia. L'ultimo rilevamento dell'ufficio tecnico dell'OI ha certificato che, al 20 di agosto, sono state trasformate 1.282.666 tonnellate di pomodoro, pari al 46,13% del quantitativo contrattato con un brix medio che si attesta a 4,76, quindi più basso degli ultimi anni.
La campagna 2017 si sta contraddistinguendo per un ritmo molto sostenuto negli stabilimenti di trasformazione visto che le elevate temperature di quest'annata hanno accelerato la maturazione del prodotto.

Le rese in campo sono buone, nonostante i deficit idrici di alcune aree, mentre le rese in stabilimento sono al di sotto delle aspettative per cui è necessario un maggior quantitativo di materia prima per realizzare i prodotti trasformati.

Nel complesso sono 36.707 gli ettari di superfici effettive coltivate a pomodoro per il 2017, in calo del 7,5% rispetto al valore dello scorso anno e in diminuzione del 2,5% rispetto a quanto contrattato ad inizio campagna. Buono il dato della produzione biologica che conferma il proprio trend di crescita: il bio rappresenta il 6,6% delle superfici effettive delle Op associate, superfici che passano dai 1.316 ettari di due anni fa agli attuali 2.310.

L'Emilia Romagna si conferma la regione con la quota più consistente di superfici coltivate a pomodoro da industria pari a 24.866 ettari, seguita da Lombardia (7.494), Veneto (2.121) e Piemonte (2.029). Questa la ripartizione nelle principali province contraddistinte dalla presenza della coltivazione del pomodoro da industria: Piacenza: 10.003 ettari; Ferrara: 6.177; Parma: 4.666; Mantova: 3.963; Cremona: 2.102; Ravenna 1.929; Alessandria: 1.821; Reggio Emilia: 993; Rovigo: 895; Verona: 780 e Modena: 729. Seguono altre province con valori più contenuti.

Domenica, 30 Luglio 2017 08:33

Pomodoro, calo del 7,5% ma cresce il Bio.

Sono 36.707 gli ettari di superfici effettive coltivate a pomodoro da industria nel Nord Italia per il 2017. Calo del 7,5% rispetto al 2016 -2,5% rispetto al contrattato di inizio campagna. Cresce il bio che rappresenta il 6,6% della coltivazione totale.

Parma 25 luglio 2017 - Sono 36.707 gli ettari di superfici effettive coltivate a pomodoro da industria da agricoltori associati alle Organizzazioni di produttori (Op) e da agricoltori singoli nell'area del Nord Italia per la campagna 2017 che vede iniziare la fase di trasformazione della materia prima negli stabilimenti proprio in questi giorni.
Il dato dell'annata 2017 – frutto delle comunicazioni ai tecnici dell'OI - mette in evidenza un calo delle superfici del 7,5% rispetto al valore dello scorso anno ed una diminuzione del 2,5% rispetto a quanto contrattato ad inizio campagna. Buono il dato della produzione biologica che conferma il proprio trend di crescita: il bio rappresenta il 6,6% delle superfici effettive delle Op associate, superfici che passano dai 1.316 ettari di due anni fa agli attuali 2.310.

"L'aspetto positivo che emerge – commenta Tiberio Rabboni, presidente dell'OI – è il sostanziale rispetto della programmazione visto che lo scostamento in diminuzione del 2,5% delle superfici effettive rispetto a quelle contrattate è di portata molto contenuta e rappresenta in assoluto lo scostamento più basso degli ultimi anni. La sostanza ci dice che in campagna oggi troviamo il pomodoro effettivamente richiesto per la trasformazione, in linea quindi con quelli che sono gli equilibri di mercato del nostro settore".

La ripartizione territoriale delle superfici

L'Emilia Romagna si conferma la regione con la quota più consistente di superfici coltivate a pomodoro da industria pari a 24.866 ettari, seguita da Lombardia (7.494), Piemonte (2.029) e Veneto (2.121).
Questa la ripartizione nelle principali province contraddistinte dalla presenza della coltivazione del pomodoro da industria: Piacenza: 10.003 ettari; Ferrara: 6.177; Parma: 4.666; Mantova: 3.963; Cremona: 2.102; Ravenna 1.929; Alessandria: 1.821; Reggio Emilia: 993; Rovigo: 895; Verona: 780 e Modena: 729. Seguono altre province con valori più contenuti.

Grafici:
Grafici con la ripartizione delle superfici per le principali regioni e province.

20170725-002-OI-POMODORO-Grafico-regionale

 

20170725-003-OI-POMODORO-Grafico-province


(Fonte OI Pomodoro Nord Italia)

Domenica, 16 Aprile 2017 10:37

Pomodoro. Produzione in calo.

Ci sarà meno pomodoro dello scorso anno nel Nord Italia. In calo le superfici contrattate per la prossima campagna. Dopo il surplus del 2016, i dati per il 2017 sono in linea con la programmazione.

Ci sarà molto meno pomodoro nel 2017 rispetto allo scorso anno nel Nord Italia, ma sarà un quantitativo che si preannuncia in linea con gli obiettivi di una corretta programmazione. Sono queste le prime importanti indicazioni che giungono dalla consegna dei contratti all'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia.

L'analisi dei 145 contratti depositati all'Oi mostra che la superficie contrattata, dalle Organizzazioni di produttori (Op) associate all'Oi, è pari a 33.733 ettari, in calo di 6.548 ettari rispetto allo scorso anno (-16,25%), in linea con i quantitativi programmati in occasione della sottoscrizione dell'accordo quadro ad inizio marzo.

"Allo stato attuale i dati raccolti dall'Oi – commenta il presidente dell'Organizzazione interprofessionale Tiberio Rabboni – mettono in evidenza la netta contrazione di superfici di pomodoro rispetto allo scorso anno quando si registrò un esubero di produzione con conseguenti penali per i produttori e difficoltà di collocamento dei derivati sui mercati per i trasformatori. Come Oi – aggiunge Rabboni - abbiamo verificato che gli impegni fissati dai singoli contratti tra Op e trasformatori sono in linea con l'obiettivo generale previsto dal Contratto Quadro d'Area del Nord Italia. Ora l'Oi provvederà a convertire quanto contrattato in obiettivi di produzione per singola Op, obiettivi superati i quali scatterà l'addebito della penale di 20 euro a tonnellata previsto dal contratto quadro".

(Fonte OI Pomodoro nord italia 12 aprile 12017)

Rabboni (OI) replica a Tonello (Coldiretti): "L'OI non può partecipare alle trattative per l'accordo quadro. Non le si imputino colpe che non può avere"

Il presidente dell'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia Tiberio Rabboni replica alle dichiarazioni rilasciate nel pomeriggio dal presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello in merito alla trattativa per la determinazione dell'accordo quadro della campagna del pomodoro 2017.

"Il contratto quadro su quantità e prezzo del pomodoro 2017 – spiega Rabboni - lo negoziano e sottoscrivono, come sempre, esclusivamente le organizzazioni dei produttori e le rappresentanze dei trasformatori.

L'Organizzazione Interprofessionale del Nord Italia non c'entra assolutamente nulla con tutto questo, come ben sanno coloro che conoscono le norme europee ed italiane in materia. L'Ue vieta tassativamente alle OI di occuparsi di contratti e di prezzi. I suoi compiti sono altri. Quindi non si imputi all'OI quel che all'OI non si può imputare. I ritardi nella sottoscrizione del Contratto quadro ci sono, ma dipendono dalle distanze negoziali tra produttori di pomodoro e trasformatori, che mi auguro si risolvano quanto prima, e dalle incertezze su superfici e quantitativi determinate dalla crisi finanziaria delle aziende Copador e Ferrara Food".

Mancati pagamenti ai produttori di pomodoro da industria. L'OI: "Chiederemo i motivi dei ritardi e come si intende sanare la situazione. Verificheremo con le OP creditrici l'affidabilità dell'impegno al rientro E se questo non avverrà renderemo pubblici a tutte le OP i profili dei debitori"

"É previsto che l'OI chieda conto dei motivi dei ritardi del pagamento del pomodoro da industria e di come si intenda sanare la situazione che si è determinata. Verificheremo con le Organizzazioni di produttori creditrici l'affidabilità dell'impegno al rientro. E qualora l'impegno non sia considerato adeguato o sufficiente renderemo pubblici a tutte le Op del pomodoro i profili dei debitori insolventi perché ne traggano le dovute conseguenze. Grazie a queste informazioni tutti i soggetti della filiera potranno orientare al meglio le trattative per la nuova campagna che sono nella fase di avvio. Infine sottoporremo agli organi dell'Interprofessione la decisione sulle conseguenti sanzioni sociali".

Agirà in questo modo l'Organizzazione interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia per fronteggiare il problema del mancato pagamento di una quota di prodotto lavorato nel corso della scorsa campagna.

"La verifica del rispetto della puntualità dei pagamenti alle Op – ha aggiunto il presidente Tiberio Rabboni – è proprio una della regole condivise promosse dall'OI per garantire a tutti gli aderenti trasparenza, equità ed eguali condizioni di competitività. Chi aderisce all'OI, infatti, è tenuto a fornire periodicamente lo stato dei pagamenti effettuati per dare modo all'Interprofessione di rilevare e segnalare agli associati eventuali ritardi o mancati pagamenti. Quello che sta emergendo in questi giorni a proposito di mancati pagamenti è quindi l'esito di una regola condivisa voluta dall'OI. In nessuna altra filiera esiste qualcosa di simile".


(Fonte OI Pomodoro da Industria del Nord Italia 9 gennaio 2017)


Campagna pomodoro 2017 - Rabboni: "L'obiettivo è l'equilibrio tra domanda ed offerta, definendo con certezza i reali fabbisogni di materia prima con un accordo volontario tra i soggetti della filiera, maggiore responsabilità e prevedendo penalità per quantità prodotte o acquistate in eccesso"

L'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia ha elaborato una proposta per la filiera per un miglioramento della programmazione produttiva in vista della campagna 2017. Il presidente dell'OI Tiberio Rabboni, su mandato del coordinamento dei soci dell'OI e con il supporto del consulente scientifico professor Gabriele Canali, punta a raggiungere un maggiore equilibrio tra domanda ed offerta e, segnatamente per la campagna 2017, a conseguire una riduzione dei quantitativi e delle superfici rispetto al 2016.

"Abbiamo illustrato – ha spiegato il presidente Rabboni intervenendo al convegno Pomodoro da industria in Spagna e nel Nord Italia organizzato da Syngenta a Piacenza - una prima proposta di lavoro incardinata su una procedura di preventiva e concorde definizione dei reali fabbisogni di materia prima dei trasformatori, su un successivo accordo volontario tra agricoltori, industriali e cooperatori sugli obiettivi condivisi per il 2017 e su di un meccanismo di responsabilizzazione delle singole organizzazioni di produttori e delle singole imprese di trasformazione al raggiungimento degli obiettivi condivisi, il tutto incentrato sulla penalizzazione economica per le quantità prodotte o acquistate in eccesso. In questo ci sarà un ruolo di supporto e di controllo da parte dell'OI".

Fondamentale la tempistica. "Tutto va determinato entro il mese di gennaio – ha aggiunto Rabboni – ossia prima della definizione tra le parti dell'Accordo Quadro e della negoziazione del prezzo. Se tutti i soci dell'interprofessione - cioè organizzazioni di produttori, industrie e cooperative - condivideranno la proposta formulata, la campagna 2017 potrà avviarsi su basi di maggiore certezza e stabilità".
(OI Pomodoro da Industria Nord Italia - 30 novembre 2016)

Pomodoro da industria del Nord Italia: consegnate 2.773.146 tonnellate. Il voto di approvazione per l'elezione del nuovo presidente sarà all'ordine del giorno del prossimo 7 novembre.

C'è convergenza sul nome di Tiberio Rabboni, ex Assessore all'agricoltura della Regione Emilia Romagna
Sono 2.773.146 le tonnellate di pomodoro che le Organizzazioni di produttori associate all'Organizzazione Interprofessionale Pomodoro da Industria del Nord Italia hanno consegnato alle imprese di trasformazione nel periodo di campagna compreso tra il 18 luglio ed il 9 ottobre secondo i dati elaborati dall'OI e presentati nel corso dell'assemblea convocata nella sede di Parma.

Nel complesso le superfici coltivate a pomodoro da industria nel Nord Italia nel corso del 2016 sono state pari a 38.594 ettari per cui ne deriva una resa pari a 71,85 tonnellate per ettaro, la resa maggiore registratasi negli ultimi sei anni grazie soprattutto all'alta produzione dei tardivi dopo una prima fase, in agosto, con produzioni al di sotto della media.

Buona la qualità del prodotto, testimoniata da ottimi colore e consistenza, mentre il grado brix medio ponderato, ossia il grado zuccherino, è stato di 4,82 in linea con la media quinquennale.
Il raggiungimento di una quota di 2.773.146 tonnellate supera i valori del range compreso tra 2.350.000 e 2.550.000 tonnellate previsto nell'ambito dell'Accordo quadro d'area Nord per la determinazione del prezzo a riferimento per la campagna 2016 per cui scatterà la penale prevista dall'accordo.

Nel corso dell'assemblea si sono decise anche le modalità per la nomina del nuovo presidente dell'organizzazione. C'è stata convergenza sul nome dell'ex assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia Romagna Tiberio Rabboni che incontrerà la filiera il 4 di novembre. Il voto di approvazione per l'elezione di Rabboni come presidente sarà poi all'ordine del giorno della prossima assemblea dell'OI convocata per il 7 novembre.
(Fonte Oi Pomodoro da Industria Nord Italia -25 ottobre 2016)

Domenica, 09 Ottobre 2016 08:53

Boom del pomodoro biologico

Avviata collaborazione tra OI Pomodoro da industria Nord Italia e FederBio per un'attenta applicazione delle regole del settore. 

Quest'anno c'è stato un vero e proprio boom della produzione di pomodoro biologico in Italia. E così l'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia – l'organizzazione interprofessionale che raggruppa i soggetti della filiera del Nord Italia – e FederBio, si sono incontrate per avviare una collaborazione che permetta a tutti i soggetti della filiera - imprese agricole e di trasformazione - di poter applicare correttamente le tecnologie ammesse per il bio e puntare su prodotti a maggiore valore aggiunto, ma più difficili da ottenere.

All'incontro hanno partecipato il vicepresidente vicario dell'OI Rossella Martelli, il presidente di FederBio Paolo Carnemolla oltre al professor Gabriele Canali, consulente scientifico dell'OI, e tecnici dell'OI.

"Considerato l'aumento crescente dell'interesse degli operatori della filiera per i prodotti bio – commenta l'OI – e l'importanza che questo segmento produttivo sta assumendo sempre più sui mercati e considerata anche la necessità di assicurare redditività alla filiera grazie alla definizione di rapporti chiari e positivi con i consumatori, si è avviato un percorso di collaborazione con FederBio per affiancare sul piano tecnico le nostre imprese, agricole ed industriali, al fine di assicurare correttezza commerciale ed efficacia economica. Tutto questo con l'intento di una capillare verifica delle regole da parte di tutti gli operatori a tutela dei consumatori e dei produttori correttamente impegnati in questa filiera".

"La crescente richiesta di materia prima e prodotti bio di origine italiana e l'avvio della programmazione dei PSR sta favorendo anche nel comparto del pomodoro da industria la conversione al biologico di sistemi produttivi professionali e specializzati, da qui la necessità che le organizzazioni che rappresentano la filiera del pomodoro da industria e il settore del biologico cooperino fattivamente per integrare competenze e strumenti nel rispetto dei rispettivi ruoli. Quello che accomuna l'OI e FederBio – sottolinea FederBio – è la comune visione sulla necessità di un mercato organizzato a dimensione di filiera e territorio e che possa garantire con rigore e trasparenza il rispetto della normativa sulla produzione biologica".

Gli ultimi dati elaborati dall'OI parlano di un vero e proprio boom del biologico con un incremento di 548 ettari, dai 1.316 del 2015 ai 1.864 di quest'anno (+42%), delle superfici destinate alla produzione biologica.

(Fonte OI Pomodoro Nord Italia - 4 ottobre 2016)

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