Visualizza articoli per tag: GCR

Dopo il caso delle ceneri di cui non si conosce la destinazione GCR si interroga sulle latte scadute dell' inceneritore di Ugozzolo -
 
Parma, 21 settembre 2013
 
Il comunicato di GCR
 
Il 15 ottobre è scaduto il permesso a costruire del Paip di Parma.
Ma a Ugozzolo si continua a lavorare.
Certo non stiamo parlando di lavori strutturali.
Probabilmente lattonerie e ammenicoli vari.
Ma proviamo a pensare se in un nostro cantiere si provasse a piantare un chiodo senza autorizzazione, tirare un intonaco senza il foglio di carta che me lo consenta.
Sappiamo come finirebbe.
Il minimo che potrebbe capitare è che il solerte vigile compili puntualmente una salata sanzione, da saldare in tutta fretta.
In caso invece di grave inadempienza si aprirebbero le procedure di sigillo del cantiere.
In strada della Lupa invece tutto procede in rilassatezza.
Non giungono notizie di visite scomode, né di reprimende.
Si continua a lavorare, a latte scadute.
 
(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Lunedì, 14 Ottobre 2013 11:46

Le ceneri di Parma, chi le ha viste?

 
Le problematiche relative all' inceneritore di Parma continuano e ora GCR tratta la questione sul caso delle ceneri di cui non si conosce la destinazione -
 
Parma, 14 ottobre 2013
Comunicato GCR
 
Il 28 agosto 2013 l'inceneritore di Parma ha iniziato a bruciare rifiuti.
Lo farà 8000 ore l'anno, 24 al giorno, durante i 330 giorni in cui è previsto il funzionamento.
Ogni anno solare l'inceneritore di Ugozzolo produrrà circa 40 mila tonnellate di ceneri.
Una bella montagna difficile da nascondere specie quando si sostiene che con l'accensione del camino si chiuda il ciclo dei rifiuti, che Parma sarà indipendente e non avrà bisogno di rivolgersi fuori provincia per gestire i materiali post utilizzo.
Perché la realtà è molto diversa.
L'umido sarà portato a Carpi, Imola, Sant'Agata, Ostellato ed altri.
La plastica, dopo la prima cernita, verrà portata fuori provincia.
Idem il vetro, il ferro, l'alluminio
Almeno così recita il rapporto di rifiuti della Provincia, fermo al 2011, due anni orsono.
Ma veniamo alle ceneri.
Da Ugozzolo ne fuoriescono 100 tonnellate al giorno.
Quindi dalla sua apertura l'asticella segna 5000 tonnellate.
Ceneri di fondo, ricche di sostanze come metalli pesanti, diossine, furani.
Una bella montagna di materiale da trattare con le dovute attenzioni e cautele.
Ma fino ad oggi nessuno sa dove vada a finire tutta questa roba.
Dentro il famoso cerchio della provincia, il cerchio virtuoso dei rifiuti dell'inceneritore, dove tutto si chiude, non ci sono discariche a disposizione.
La trasparenza finora non ha portato a conoscere i contratti inerenti lo smaltimento delle ceneri.
Qualcuno proponeva il loro utilizzo nei cementifici, come sostitutivo di alcuni componenti delle malte cementizie.
Se l'intenzione è quella di portare nei mattoni le molecole di cui sopra, metalli pesanti, furani, diossine, noi vorremmo conoscere marca e modello dei mattoni made in inceneritore, ovviamente per tenerli lontani da casa nostra.
In Veneto uno stabile fu abbattuto pochi anni fa a causa del cemento di scarsa qualità in cui erano state convogliate anche ceneri da combustione.
Oggi abbiamo scritto una lettera ufficiale ad Arpa per conoscere il destino delle ceneri di Parma.
Altrimenti ci dovremo rivolgere a "Chi l'ha visto?".

(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Martedì, 08 Ottobre 2013 13:19

Il boschetto mangiapolveri era una bufala

Parma, 8 ottobre 2013 -
 
Il boschetto mangiapolveri ha magnificato spesso e volentieri l'iter di progettazione del forno di Ugozzolo, visto che il fogliame doveva creare una valida barriera agli inquinanti emessi dal camino.
Perché anche se sperimentale, la piantumazione doveva consentire di assorbire ingentissimi quantitativi di polveri emesse dall'inceneritore, almeno se si voleva credere ai proclami dei sostenitori a tutto tondo del progetto.
E i numeri parlavano chiaro. Una tonnellata di polveri trattenuta dalle foglie. Ma erano solo acchiappafantasmi.
I dubbi sul boschetto li abbiamo avuti e manifestati fin da subito, e a parte le risposte pseudo rassicuranti degli addetti ai lavori, che insistevano nel lodare la foglia kamikaze, ci fu anche un siparietto divertente nel corso di una trasmissione televisiva, durante la quale un ricercatore universitario smontò con un eloquente sorriso tutte le fandonie raccontateci.
Il video: http://goo.gl/lnUPS0
Ma del boschetto si è continuato a parlare fino a che il camino è partito senza.
Dalla verifiche sul posto ci siamo resi conto che del boschetto non vi era traccia alcuna se non in tremolanti, nudi steli che punteggiavano i campi intorno all'inceneritore.
Il servizio fotografico: http://goo.gl/a8SEnv
Abbiamo quindi provveduto a scrivere ad Arpa, chiedendo lumi sulla vicenda. Era il 4 settembre: http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/arpa-boschetto.pdf
Il giorno 7 ottobre, oltre un mese pi tardi, a risponderci è la Provincia di Parma e non Arpa.
Il responsabile unico del procedimento del Pai, Gabriele Alifraco, risponde al quesito solo all'ultima frase, un attimo prima del commiato: "Risulta impossibile ottemperare la prescrizione 29".
Ergo, il boschetto è una bufala. A partire dalla specie piantumata, che risulta caduca, quindi non scherma, nel periodo tardo autunno-invero, proprio nulla, perché gli schermi sono caduti a terra con i primi freddi.
Proponiamo una soluzione: accendiamo il forno solo d'estate, a schermi presenti. Ci sarebbero poi anche le verifiche sul progetto sperimentale del boschetto. Calma e gesso: ci saranno nel 2014, nel 2015, nel 2021...
Abbiamo capito l'antifona. Il boschetto fa parte di quegli specchietti per le allodole in cui si incappa sempre quando si deve presentare un progetto inviso alla popolazione, ma appetito da chi costruisce e gestisce.
Si infilano 2, 3 fuochi d'artificio, che fanno il botto subito, e tanto basta.
Che resti solo il fumo non è un problema. Nel frattempo la faccenda è risolta, le caselle sono andate al loro posto, il camino è acceso. Con tanti saluti alla salvaguardia del nostro territorio.

Dire che ci si sente presi in giro è un eufemismo.

www.gestionecorrettarifiuti.it/pdf/RiscontroRichiestaGCR_presc29.pdf

(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)
Mercoledì, 28 Agosto 2013 18:23

Inceneritore, acceso senza contestazioni


L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi 479 giorni fa.

di Lamberto Colla -
Parma 28 agosto 2013 - -
28 agosto 2013, primo giorno dell'era dell'inceneritore di Parma. L'inceneritore di Ugozzolo, come il cavallo di Troia, ha acconsentito l'assalto "grillino" al governo della città ducale la scorsa primavera e oggi è diventato il simbolo della più grande promessa non mantenuta da parte del Sindaco Pizzarotti.
I timori che questa mattina, giorno dell'accensione ufficiale del termovalorizzatore, si sarebbe radunata una folla contestatrice davanti ai cancelli dell'impianto sono stati completamente disattesi. Noi stessi, per gioco ma soprattutto per misurare la temperatura sull'argomento, abbiamo postato, sulla nostra pagina facebook, un video che invitava a "incenerire" l'inceneritore. La sorpresa è stata enorme alla verifica dei dati. Forse, e può anche essere, non è stato gradita la qualità video ma il dato "statistico", seppure nella sua relatività, ha confermato la realtà. Pure l'Ansa ha rilevato come notizia l'assenza di folla contestatrice: "Di fronte alla struttura, - è il commento ANSA - , costruita a poca distanza dallo stabilimento Barilla di Pedrignano, non c'era nessuno. Auto della polizia, però, hanno pattugliato la zona fin dalle prime ore del mattino."
Infine, GCR (Gestione Corretta dei Rifiuti di Parma) che si è da sempre battuta per contrastare la messa in funzione dell'impianto, sin dalla sua progettazione, si è limitata a esprimere le perplessità soprattutto "di fronte alle considerazioni di questi giorni fatte da personaggi dell'ambientalismo cittadino, con i quali abbiamo anche condiviso tanti momenti della battaglia contro l'inceneritore ".

A meno che non intervengano nuovi stop dalla magistratura o dalle autorità pubbliche, dopo i tre mesi di esercizio provvisorio, l'inceneritore dovrebbe andare a regime.


Il Comunicato stampa di GCR Parma
Siamo perplessi di fronte alle considerazioni di questi giorni fatte da personaggi dell'ambientalismo cittadino, con i quali abbiamo anche condiviso tanti momenti della battaglia contro l'inceneritore e francamente non capiamo come da ambientalisti si possa essere a favore di un impianto di questo genere, inutile, al posto del quale in questi anni si sono evidenziate quali e quante altre alternative potrebbero essere utilizzate.
Un impianto che non risolve la questione della autosufficienza (le ceneri fuori provincia, l'organico fuori provincia, il differenziato fuori provincia, la fos fuori provincia, il polverino fuori provincia)
senza dimenticare i miliardi di metri cubi di aria inquinata che usciranno.
Un impianto che impatterà sulla salute non solo dei cittadini di Parma ma su tutti quelli del bacino padano, andandosi ad aggiungere con le sue emissioni a tutte le centinaia di camini presenti sul territorio.
Una felicità che davvero non comprendiamo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 agosto 2013

Pubblicato in Ambiente Emilia
Lunedì, 26 Agosto 2013 09:04

Parma, l'inceneritore accende i motori.


di Virgilio-
Parma 26 agosto 2013 --

I ringraziamenti del Comitato GCR - Gestione Corretta Rifiuti di Parma.


Ancora poche ore e il termovalorizzatore di Parma riprenderà a fumare e questa, forse, dovrebbe essere la volta definitiva.
A comunicarlo il comitato Gestione Corretta dei Rifiuti che nell'occasione "ringrazia" tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione e accensione dell'impianto di Ugozzolo.
Come si sa il Comitato si era battuto, sin dall'inizio, affinché a Parma non tornasse un impianto di trattamento termico dei rifiuti dopo lo spegnimento del "Cornocchio"., da sempre contrario all'inceneritore di Parma, avversato anche dal Comune a 5 Stelle guidato dal sindaco Federico Pizzarotti. Il comitato Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma ha seguito tutta la costruzione dell'impianto, comprese diverse sospensioni per inchieste della Procura, ancora in corso, e procedimenti amministrativi davanti al Tar.
"I rifiuti sono già dentro il Paip - comunica il l'associazione GCR - e il 28 agosto il camino di Ugozzolo comincerà a fumare, questa volta senza soluzione di continuità.
E' l'ultima domenica di pace per la città, mentre a San Leonardo già lamentano puzze e miasmi, forse stanno scaldando i motori.
Ancora una manciata di ore e Parma tornerà ad avere un inceneritore, dopo 12 anni di assenza dalla chiusura del camino del Cornocchio (2001).
In questa giornata festiva vogliamo ringraziare gli amici del forno, i nemici di Parma, che in questi anni si sono prodigati per liberare la città della grave mancanza, una lacuna, quella parmigiana, rispetto a tutte le province regionali, tutte ordinatamente con un impianto di incenerimento, salvo Reggio che lo ha spento lo scorso anno.
I nemici di Parma non si dovevano affaticare troppo, anche perché Ugozzolo non è l'unica fiamma accesa sul nostro territorio martoriato. A Rubbiano di Solignano, un co-inceneritore di oli esausti e altri materiali pericolosi dal 2000 ne brucia ogni anno oltre 50 mila tonnellate, a Noceto un impianto militare di distruzione di esplosivo da scoppio e di propellenti, a Polesine abbiamo scoperto in queste ore la presenza di un impianto di termodistruzione che si occupa di materiali organici come il pollame colpito da aviaria.
Quindi Parma non sentiva la mancanza di un forno in città, l'aria era già sufficientemente mefitica senza l'aggiunta di un altro camino."
(in Allegato il comunicato stampa di GCR)

Pubblicato in Ambiente Emilia
Martedì, 06 Agosto 2013 07:36

Iren può (deve) cambiare. E noi con essa


Comunicato stampa GCR -
Parma, 06 Agosto 2013 - -
Parma e Torino, due grandi città sulla linea del fuoco.
Il fuoco delle fornaci gestite da Iren attraverso impianti pericolosi e anti-moderni.
Non che sia tutta colpa del gestore, che ha colto l'invito delle amministrazioni locali, sostenitrici dei cancro-valorizzatori nonostante le evidenze scientifiche sempre più emergenti, e nonostante sia possibile e realizzabile a costi inferiori una alternativa di gestione efficace.
Reggio Emilia è lì a dimostrare la tesi del cambiamento. Spento il vecchio forno, la politica locale ha portato Iren a ragionare sul trattamento a freddo e si sta sviluppando su quel territorio la fabbrica dei materiali, per recuperare gran parte degli scarti.
L'incenerimento appartiene al passato.
E' una visione miope e parziale della realtà, è vedere i rifiuti solo come scarto da distruggere e nascondere, invece che considerarli una miniera urbana di materiali da recuperare e riciclare fino all'ultima briciola.
Incenerire comporta anche la finzione che non ci siano comunque scarti e che la procedura non comporti inquinamento ulteriore. Un terzo dei materiali bruciati diventa cenere (come in tutte le stufe del mondo) e il processo comporta l'emissione di gas tossici (significa trasferire la discarica dalla terra al cielo).
Quindi occorre che si guardi avanti, si cambi strada, si recuperi il tempo perduto.
E' l'unica via percorribile per la spa.
Una società che deve ri-nascere. Recepire appieno le indicazioni dell'Europa, che al 2020 ha previsto il divieto di incenerimento per i materiali riciclabili e/o compostabili.
Se l'incenerimento fosse davvero la soluzione ideale, come i sostenitori dei forni continuano incessantemente a ribadire, non si capirebbe la preoccupazione dell'Europa, che ha intuito il sovradimensionamento impiantistico e i rischi sanitari legati all'incremento delle micro polveri nell'aria.
E' una rivoluzione, da attuare perché l'unica possibilità per affrontare il presente e il futuro da protagonisti.
Intanto il territorio: Iren deve recuperare il rapporto perduto con i cittadini, oggi ai minimi termini.
Significa dialogare e non scontrarsi, significa ascoltare e non chiudersi nella torre d'avorio.
Significa soprattutto offrire i servizi che i cittadini si attendono e che senza la collaborazione convinta del gestore è difficile far loro giungere.
Tutto ruota attorno al porta a porta, ma non solo.
Intanto una gestione corretta della Rd è il passo iniziale.
Raccolta dell'organico al 100% delle utenze, sia private, che aziendali, che comunitarie.
Significa avere a disposizione un fertilizzante naturale, di alta qualità, per riportare ricchezza ai nostri campi sempre più impoveriti da pratiche agricolturali pressanti e ricche di sostanze chimiche.
Portare a 100 l'organico ha un importante riflesso positivo: consente di ottenere un residuo senza odori, senza liquidi che colano, con un netto calo del peso specifico, un residuo che riducendosi e diventando stabile può essere raccolto con una frequenza inferiore, anche solo una volta alla settimana.
Comparto delle plastiche.
Tutte le plastiche vanno recuperate, anche quelle che non rientrano nell'accordo Conai.
Quindi non solo imballaggi per liquidi ma anche tutta quella serie di plastiche dure e/o eterogenee che oggi finiscono in discarica o negli inceneritori.
Perché non è una questione di sostanza ma solo un fatto squisitamente economico. Un vaso da fiori anche se fatto di Pvc oggi non viene riciclato perché non paga il contributo imballaggi. Che senso ha? Gli esempi virtuosi oggi ci sono. Come quello di Pontedera dove Revet recupera e ricicla ogni anno migliaia tonnellate di plasmix, il termine con il quale vengono identificate le plastiche eterogenee. Con questi materiali si producono panchine, vasi, scope, dissuasori, un'infinita serie di manufatti plastici, con materiali che altrimenti sarebbero sprecati. Revet serve 195 amministrazioni comunali con la sua capillare raccolta differenziata. Iren non può copiare?
Senza cambiamenti e innovazioni il mondo sarebbe indietro di secoli.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Mercoledì, 03 Luglio 2013 14:46

Inceneritore fuori legge?

 

Parma , 03 luglio 2013 - -

 l Comune: "La richiesta di agibilità parziale presentata da Iren è inefficace"

Pubblicato in Ambiente Emilia
Pagina 6 di 6