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Dopo la conclusione dei lavori della parte romantica del Parco, la settimana scorsa è stato riaperto il cancello piccolo sul retro su via Maria Luigia. Rossi: “La Provincia, proprietaria del palazzo e del Parco, si fa carico di una manutenzione particolarmente onerosa, consapevole della grande importanza di questo bene.”

Parma, 8 agosto 2019 – Anche l’ultimo cancelletto del Parco della Reggia di Colorno, quello su via Maria Luigia, è stato sistemato e riaperto. Lo annuncia la Provincia di Parma, proprietaria della Reggia e del suo magnifico Parco.
L'ingresso pedonale al giardino da via Maria Luigia quindi adesso è aperto e usufruibile dai cittadini, grazie alla convenzione col Comune di Colorno, dalle 7,30 al tramonto.

Si tratta dell’ ingresso pedonale sul retro, sistemato a conclusione dell’intervento che ha reso di nuovo fruibile la parte romantica del parco. Il cancello grande, sempre su via Maria Luigia, anch’esso apribile, resta invece chiuso, per ragioni di sicurezza. La decisione dell’apertura dei cancelli spetta al Comune di Colorno, come da convenzione con la Provincia.

Per la sistemazione del cancello, ovviamente la Provincia ha seguito scrupolosamente le indicazioni tecniche della Soprintendenza. Il cancello è stato smontato e riposizionato più alto, è stato sistemato il vialetto di ingresso per eliminare la "pecca" che creava un gradino e rendeva disagevole l’ingresso per carrozzine e passeggini.

I lavori sono stati eseguiti a cura della Provincia di Parma – Ufficio Patrimonio, dopo avere condiviso l’intervento con la Soprintendenza, ente che ha il compito di vigilare su tutti gli interventi che riguardano la Reggia e il suo Parco, affinché siano rispettate le caratteristiche storico – architettoniche di questo importantissimo patrimonio comune vincolato da precise norme.

“La Reggia di Colorno e il suo Parco costituiscono la parte più pregiata del patrimonio della Provincia di Parma – ricorda il Presidente Diego Rossi – La sua manutenzione è particolarmente onerosa e deve sempre tener conto doverosamente dei pareri della Soprintendenza. La Provincia comunque fa tutto quanto le è possibile per conservare questo bene preziosissimo di tutta la comunità provinciale e della città di Colorno, e per renderne sempre più agevole e interessante la fruizione per colornesi e turisti.”

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Giovedì, 27 Giugno 2019 21:19

Ancora atti vandalici alla stazione di Colorno.

Per l'ennesima volta ci vediamo costretti a segnalare atti vandalici che hanno preso di mira ancora una volta la stazione di Colorno.

Colorno  (PR) 27 giugno 2019 - La stazione sotto la tutela delle belle arti, il 24 giugno è si è "risvegliata" con gli ennesimi sfregi sui muri della facciata che affaccia sui binari. Una serie di vistosi graffiti incomprensibili hanno imbrattato i muri adiacenti la sala di aspetto, e all'interno a seguito di una serata di bivacco e chissà cos'altro, sono state ritrovate bottiglie di birra e rifiuti, pedate sui muri e un odore fortissimo di urina.

Una situazione ormai insostenibile per chi ogni giorno deve prendere il treno. Non è la prima volta che questo succede, e oltre alla più volte imbrattata facciata esterna della stazione, dopo che era stata ripulita, finestre e porta a vetri della sala d'aspetto sono state più volte infrante.

Per diverso tempo abbiamo cercato di chiedere ad Rfi, responsabile dell'area, di installare un sistema di videosorveglianza atto a scoprire e sanzionare con durezza i vandali, oltre a chiedere necessariamente la chiusura della stazione nelle ore notturne. Ad oggi però nulla è stato fatto in merito, e l'interesse verso la nostra stazione sembra non esserci. Facciamo quindi l'ennesimo ed ulteriore appello ad Rfi affinché intervenga rapidamente così come abbiamo chiesto da molto tempo e svariate volte.

Non è possibile continuare a cadenza periodica a raccontare questi tristi episodi di inciviltà, con frustrazione, impotenza, indignazione e rabbia.

Il gruppo
Amo Colorno

Pubblicato in Cronaca Parma

Nella giornata del 20 giugno 2019, in diretta dal parco Dorotea Sofia di Colorno (Pr), nei pressi della panchina rossa simbolo della lotta alla violenza sulle donne, è andata in onda la diretta dell’intervista fatta a Rosangela Cataldi, sorella di Filomena, brutalmente assassinata dal vicino di casa di origini cinesi (Guiling Fang). Omicidio avvenuto il 22 agosto dello scorso anno a San Polo di Torrile, a seguito di una premeditazione.

Il brutale mostro ha approfittato dalla figura esile di Filomena, utilizzando la sua forza fisica e aiutandosi con un mortaio. Lo stesso Fang pochi giorni prima si era recato in casa di Filomena e Alessandro (il compagno) per fare due chiacchiere e “bere un caffè”. La stessa famiglia di Fang nel buon rapporto di vicinato di tanto in tanto dialogava rispettosamente con Filomena e Alessandro. Cosa abbia fatto scattare la rabbia del cinese non siamo in grado di saperlo con certezza, ma di certo possiamo comprendere come non avesse paura di loro, così come indicato in alcune perizie, in cui lo stesso Fang diceva di sentire voci nella testa e di temere che Filomena e il suo compagno volessero pagare delle persone di colore per farlo uccidere.

Una storia che ha dell’assurdo che si conclude nel peggiore dei modi con la perdita della vita di una persona buona, generosa, gentile e sempre sorridente. Con il decesso di una donna amorevole e combattiva nella vita. Con una ragazza appena 18enne privata di una madre, e che non potrà più condividere con lei i momenti più importanti della sua vita. Con un dolore ed una ferita immensa che mai la sorella Rosangela, legatissima a Filomena, e la sua famiglia potranno vedere richiusa. Un dolore talmente profondo che ha distrutto anche un’intera comunità che conosceva Filomena, e che oggi si stringe alla famiglia chiedendo a gran voce giustizia. Quella giustizia che anche durante il processo definitivo è stata negata, scrivendo l’ennesima pagina di una sconfitta dello stato e delle sue leggi “uguali per tutti”. Una giustizia che ha assolto l’assassino per incapacità d’intendere e volere e che lo ha visto rinchiudere in una Rems (Residenza per le esecuzioni delle misure di sicurezza). Una struttura che ha lo scopo di reintegrare in società chi commette dei reati, e che ha sostituito gli ex ospedali psichiatrici. Non una Rems qualsiasi, bensì quella di Casale di Mezzani da cui negli ultimi anni in diversi sono riusciti ad evadere. Una struttura che di certo non è un carcere e che vedrà soggiornare l’omicida di Filomena, se tutto va per il verso giusto per dieci anni. Solo in seguito sarà rivalutata la posizione di Fang che dagli stessi giudici è stato giudicato un soggetto di altissima pericolosità sociale. 

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E’ folle sapere che un assassino è stato assolto, e che molto probabilmente riscuoterà pure una pensione d’invalidità ed è altrettanto assurdo che i famigliari della vittima sono costretti a sostenere da soli tutte le spese legali e psicologiche necessarie per tentare di recuperare dal gravissimo trauma subito. Tutto questo purtroppo a causa di leggi obsolete che andrebbero riviste. A nostro avviso un assassino deve finire in galera indipendentemente dalla capacità d’intendere e volere, e anche se ha problemi mentali deve scontare l’ergastolo, senza sconti di pena in un reparto ad hoc dell’istituto penitenziario. Una vita non può essere recuperata e chi si è sporcato le mani di sangue deve passare tutta la sua vita rinchiuso, altro che 10 anni in Rems. 

Amo - Colorno continuerà ad impegnarsi affinché si arrivi a garantire giustizia per le famiglie delle vittime e continuerà a chiedere come già ha fatto con il presidente della repubblica e con alcuni esponenti di questo governo, leggi appropriate (certezza della pena) e reale sostegno economico per chi si trova costretto a vivere situazioni del genere. Lo facciamo per Filomena. Lo facciamo per Rosangela e la sua famiglia. Lo facciamo per tutte quelle che donne che hanno perso la vita a causa di persone che possiamo chiamarle in qualsiasi modo, tranne che uomini.

Il gruppo
Amo Colorno

Pubblicato in Cronaca Parma

Civiltà e rispetto. Due termini molto usati ma che spesso rimangono solo parole fini e a se stesse.

E' il caso di Colorno, meraviglioso paese della bassa parmense, conosciuto per la dimora imperiale (la reggia) di Maria Luisa d'Asburgo e gentil consorte di Napoleone. In questo comune purtroppo esiste una sala civica che di civico ha ben poco se non nulla. Per "civico" s'intende l'appartenenza di un cittadino allo stato e ad una collettività organizzata; un serio modo di vivere con senso del dovere e molteplici virtù positive nei confronti di tutti, anche dei meno fortunati.

La sala civica del comune di Colorno è situata nel bellissimo ristorante/pizzeria "al vecchio mulino" ed è locata alla fine di due scomodissime rampe di scale. Stessa cosa per i bagni, che si trovano anch'essi alla fine di ripide scale in discesa.

Un chiaro esempio di barriere architettoniche che non è possibile in alcun modo superare. Non vi sono presenti rampe per le carrozzine, e non vi è la presenza di nessun ascensore. Una situazione davvero poco piacevole che nella giornata odierna ci ha permesso, purtroppo, di vedere persone anziane con gravi difficoltà motorie, raggiungere a fatica il piano superiore, grazie all'aiuto di più persone volenterose che li sorreggevano. Una situazione talmente surreale che ci ha fatti vergognare, nei confronti di coloro, che si sono recati a Colorno anche da altre regioni. A tal punto siamo costretti a chiederci come mai nessuno ha mai segnalato una cosa del genere? Abbiamo una stazione a cui i disabili non possono accedere ed una sala "civica" che funziona allo stesso modo.

Dov'è il rispetto per la disabilità da parte delle istituzioni?

Il gruppo

AMO - COLORNO

 

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Giovedì, 09 Maggio 2019 06:22

Maggiore cura per la Reggia di Colorno

La reggia di Colorno, soprannominata anche piccola Versailles, è da sempre il simbolo per eccellenza del paesino della bassa. Una dimora nobiliare conosciuta in tutto il mondo, edificata nel 1337 da Azzo da Correggio con lo scopo di difendere l'Oltrepò.

Perfetto esempio di stile barocco, nel 1825 a seguito del congresso di Vienna venne dichiarata dimora imperiale e fu assegnata alla moglie di Napoleone Bonaparte, Maria Luigia d'Asburgo. Decorata da stucchi e affreschi di grandissima fattura, e costeggiata dal meraviglioso giardino realizzato nel XVIII secolo da Francesco Farnese, con un laghetto, statue e giochi d'acqua, dovrebbe essere venerata e accudita come il più inestimabile dei tesori.

Da tempo immemore però questo non avviene, e il palazzo ducale di Colorno, si mostra ai tanti turisti, come una struttura abbastanza trascurata. La facciata esterna che affaccia sulla piazza è sminuita da crepe e pezzi di intonaco mancante, oltre ad alcune finestre rovinate e sporche e dai vetri in frantumi. Superando il portone d'ingresso ad arcata, si può accedere al cortile interno, passando per la zona in cui è situata la libreria. Anche qui i muri sono scrostati e rovinati e alcuni affreschi dell'area che permette di accedere al giardino della reggia sono sbiaditi e quasi del tutto cancellati.

Arrivati al cortile interno, si può notare la pavimentazione a ciottoli che ormai è quasi del tutto completamente staccata. Sono presenti piccoli "spicchi" di ciottolato, ed il resto della pavimentazione, ormai è sostituita da terriccio e da piccolissimi grani di pietra. Le cornici in pietra delle finestre che affacciano al suo interno, sono rovinate e sgretolate.

Non va meglio quando si accede al giardino del parco realizzato da Francesco Farnese. Le scale che portano alla balconata esterna, sono in condizioni pietose, e la vernice dei muri fino ad arrivare alle statue esterne, è mancante in molte parti. Su un muro della scalinata è presente una stella a cinque punte incisa da vandali con delle scritte poco gradevoli.

Il giardino invece presenta le vasche delle fontane (spente) rovinate e piene di acqua putrida, rifiuti, e rami. Costeggiando il giardino è possibile facilmente accedere ad un'area abbandonata, transennata ma di facile accesso a chiunque.

L'area è pericolante, e molti graffiti e rifiuti sono presenti al suo interno. Tra i tanti obbrobri sui muri si possono notare stelle a cinque punte, numeri dal facile abbinamento "666" e svastiche. Tutto questo è completato dall'ancora chiusa "area romantica" del giardino. L'area dove è presente il laghetto doveva riaprire a fine marzo, dopo 70 giorni di lavori di potatura e forestazione previsti dalla provincia di Parma, ma ad oggi risulta ancora inutilizzabile. Il laghetto contiene pochissime dita d'acqua sporca, in cui ad oggi continuano a nuotare ancora diversi pesci.

Vedere il più grande tesoro di Colorno, dimora imperiale che fu di Maria Luigia, ridotto in questo stato, fa piangere il cuore dei colornesi, che oggi altro non possono fare, che immaginare il suo splendore passato.

Tutto questo dimostra il disinteresse delle istituzioni per la tutela della nostra storia, della nostra arte e della nostra cultura.

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Il coordinamento del gruppo
AMO - COLORNO

Pubblicato in Arte Parma

Era l'8 febbraio del 2018 quando il gruppo AMO COLORNO segnalava la pericolosità della porta della sala d'aspetto della stazione di Colorno. In quell'occasione una mamma non vedente con un bambino di soli due anni, sfiorandola con il suo bastone, sentì cadere una barra di metallo a pochi centimetri dalla testa del suo bambino, assieme ad alcuni vetri. Dopo ciò ci interfacciamo con RFI e riuscimmo ad ottenerne la riparazione, così come la reimbiancata dei muri interni e della facciata esterna che ad oggi è stata nuovamente deturpata da squallidi graffiti.

Da quel giorno, le cose non sono migliorate, e diversi furono i tentativi del nostro gruppo di richiedere l'installazione di videosorveglianza nell'area a costante vandalismo e degrado, nonché la chiusura della stazione, nelle ore notturne. Per chiedere questo chiedemmo anche al consigliere regionale Dott. Giancarlo Tagliaferri di FDI di eseguire in regione per nostro conto un'interrogazione, a cui RFI rispose di essere disposta a "ragionare" sull'installazione delle telecamere. A seguito dell'interrogazione regionale n. 7197 del 21 settembre 2018, però, nulla è stato fatto.

Nelle scorse settimana abbiamo deciso di contattare il presidente della regione Dott. Stefano Bonaccini, che ci ha fatti contattare con una cortese telefonata, dal sottosegretario Dott. Giammaria Manghi, il quale dopo aver chiesto dettagli sulla situazione della stazione di Colorno, ci ha informati che si sarebbe interessato.

I cittadini di Colorno attendono che la stazione tutelata dalle belle arti, nodo cruciale di collegamento tra due regioni (vista anche la chiusura del ponte sul PO tra Colorno e Casalmaggiore), torni ad essere decorosa, come si addice ad un paese di grande interesse turistico di Colorno e mentre questo avviene, arriva la notizia di un ulteriore atto di spregevole vandalismo. La vetrata della porta della sala d'aspetto viene nuovamente distrutta e la stanza deturpata ovunque dall'urina.

A questo punto non sappiamo davvero più cosa debba accedere prima di decidere di installare la videosorveglianza e di programmarne una chiusura notturna. Non basta l'aver dovuto reimbiancare per 3 volte di fila la facciata della stazione? Non basta l'aver dovuto imbiancare più volte i muri della sala d'aspetto? Non basta l'aver riparato inutilmente una porta a vetri?...

Se RFI ha soldi da spendere faccia pure, ma vogliamo ricordare che il biglietto noi lo paghiamo, e non meritiamo tutto questo. In stazione a Colorno, non ci sono nemmeno i bagni agibili. Speriamo che si decida finalmente di rimediare e questa volta con cognizione.

 

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Il gruppo
AMO - COLORNO

Pubblicato in Cronaca Parma
Giovedì, 18 Aprile 2019 12:24

Annullata la festa della Rems di Mezzani

Il gruppo Amo Colorno desidera informare la collettività che l'evento per la festa di compleanno della struttura REMS di Casale di Mezzani è stata annullata al pubblico.

A seguito di conversazione telefonica intercorsa con la direzione della struttura, siamo stati informati che dopo la nostra richiesta, è stato deciso di ridimensionare l'evento, offrendolo al solo personale della struttura, e quindi non agli ospiti della stessa o alla cittadinanza.

Tale nostra richiesta era partita doverosamente data la presenza di assassini detenuti (Guelin Fang assassino di Filomena Cataldi, e Solomon Niantakyi brutale carnefice della mamma e della sorellina). Abbiamo ritenuto ingiusto e inappropriato permettere a tali soggetti di festeggiare e di godersi un concerto a stretto contatto con i cittadini.

Continuiamo altresì a ritenere che chi ruba una vita, debba scontare la sua pena (ergastolo) in carcere, indipendentemente dalla capacità d'intendere e volere.

Ringraziamo la Rems di Casale di Mezzani che ritenendo giuste le richieste di Amo Colorno e di tutta quella parte della politica che si è schierata con il gruppo civico, ha deciso di non dare prosieguo ad un evento che sarebbe stato una vera e propria pugnalata per tutte quelle famiglie che ad oggi piangono ancora le loro vittime.

Queste famiglie continueranno a soffrire per sempre, e una vita spezzata non si potrà mai più recuperare.

Il coordinamento del gruppo
AMO - COLORNO

Pubblicato in Cronaca Parma
Lunedì, 15 Aprile 2019 09:39

Colorno, muri di cinta ben poco regali.

Il gruppo civico "Amo Colorno", segnala la necessità di intervenire quanto prima sui muri di cinta del parco ducale della reggia di Colorno.

Da diversi anni, la recinzione della nostra "piccola Versailles" è puntellata e pericolante. Il giorno 30 marzo 2019 abbiamo effettuato un sopralluogo nella zona che costeggia la scuola elementare del paese, e abbiamo riscontrato la caduta di piccoli pezzi di muro nonché l'instabilità della struttura. Con il susseguirsi delle stagioni, e quindi delle intemperie, il muro è a rischio crollo a causa anche della costante umidità che contraddistingue il territorio della bassa est parmense.

Riteniamo opportuno intervenire quanto prima al fine di mettere in sicurezza l'area della scuola elementare e del parcheggio adiacente, zone situate a pochissimi passi dal muro pericoloso, nonché tutta l'area interessata al perimetro del parco della reggia. La situazione è critica già da troppo tempo e non è più tollerabile che a due passi da un luogo frequentato da bambini, vi debba essere una così fatiscente muraglia.

A tal proposito abbiamo deciso di scrivere missiva alla provincia di Parma, con la speranza che quanto prima decida di intervenire per la sicurezza di tutti, e nel rispetto che merita una così meravigliosa area turistica e artistica come è la reggia di Colorno.

Il coordinamento del gruppo

Amo - Colorno

 

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Pubblicato in Cronaca Parma
Mercoledì, 03 Aprile 2019 10:33

La REMS di Mezzani è prossimo alla chiusura?

Arriva una notizia importante per la bassa est parmense. La Rems (Residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza) di Casale di Mezzani, finalmente dopo 4 anni, sta per essere chiusa. Da questa struttura negli ultimi anni sono state diverse le fughe o i tentativi di farlo. (in calce si può votare il sondaggio sulla questione della "incapacità di intendere e di volere - per approfondire link)

Tra le evasioni più eclatanti annoveriamo quella di Solomon Nyantakyi che fu recuperato alla stazione di Colorno, dopo aver perso il treno, oppure quella di un venticinquenne che era uscito dalla struttura senza autorizzazione e solo quando "si è stancato di stare in giro" ha avvisato l'Ausl chiedendo di essere riportato in struttura per "la cena".

Situazioni che hanno dell'incredibile e difficili da credere, che hanno messo a rischio l'incolumità di un intero territorio.

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La struttura "groviera" sembra che chiuderà i battenti entro novembre di quest'anno, dopo 4 anni di attività. Non è ancora ben chiaro dove saranno ricollocati gli ospiti della struttura e se la stessa chiuderà solo la parte legata alla detenzione dei pazienti, oppure continuerà a svolgere solo un servizio prettamente sanitario. Il trasferimento degli ospiti dovrebbe essere fatto utilizzando le strutture di Bologna a Reggio Emilia. Per capienza di posti a disposizione la struttura di Reggio dovrebbe essere operativa entro giugno del 2020, e quindi la struttura di Casale di Mezzani, dovrebbe completare il trasferimento di tutti i suoi ospiti entro la fine del 2020. A causa di lunghissime liste di soggetti che dovrebbero essere detenuti nelle Rems, molti sono attualmente in libertà vigilata in attesa di ricevere "alloggio". Un sistema che avrebbe dovuto sostituire gli OO.PG prevedendo percorsi di responsabilizzazione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. Cosa che riteniamo impossibile per assassini condannati all'ergastolo, che hanno avuto la capacità ad esempio, di uccidere a sangue freddo, sfruttando la propria forza fisica, una donna, dal fisico esile e dai modi gentili che mai avrebbe fatto male ad alcuno. Privandola della vita con una ferocia inaudita, afferrandola per la gola, buttandola a terra, e colpendola con un mortaretto da cucina in varie parti del corpo tra cui anche la testa. Per costoro non ci potrà mai essere reinserimento sociale, riabilitazione e cura!!!

La situazione non è così semplice come si pensi e l'attesa sarà ancora piuttosto lunga, mettendo a rischio l'incolumità del territorio in caso di evasione di soggetti anche di alta pericolosità sociale. Ricordiamo che alla Rems di Mezzani è detenuto anche l'assassino di Filomena Cataldi, Gueling Fang, giudicato dai giudici stessi "soggetto altamente pericoloso".

Tempo addietro proprio la struttura di Casale, annunciò a seguito di una fuga, che sarebbero state alzate le recinzioni e che a seguito di questo intervento la struttura sarebbe diventata molto sicura. Sappiamo poi com'è andata a finire.

Nell'attesa di questi trasferimenti e della chiusura o riconversione del servizio, chiediamo doverosamente un innalzamento dei livelli di sicurezza, ad oggi garantiti in loco solo da limitato personale sanitario, da cooperative, e da poca vigilanza. Che venga garantita la massima sicurezza nella struttura e che si accelleri rapidamente il processo che porrà al termine di questi 4 anni difficili per tutti.

Il coordinamento del gruppo
Amo - Colorno

(Vota il sobdaggio)

 

 

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Lunedì, 18 Marzo 2019 08:05

Mezzano Rondani, "Stazione pericolosa"

A distanza di circa sei mesi da un precedente sopralluogo dell'area, alcuni iscritti del gruppo Amo - Colorno hanno deciso di ritornare presso la "fermata - stazione" di Mezzano Rondani, per verificare la situazione attuale. Con nostra sorpresa la strada d'accesso ai binari è stata riasfaltata (in passato era piena di buche). Arrivati ai binari abbiamo notato con piacere che la struttura un tempo adibita a stazione, negli ultimi anni pericolante e ricolma di rifiuti di ogni genere, è stata finalmente abbattuta.

Purtroppo oltre a questi elementi positivi, ci tocca documentare nuovamente lo stato di incuria, degrado e pericolosità in cui ancora riversa.

La banchina ferroviaria è accessibile soltanto attraversando i binari e non vi è presente alcuna passerella pedonale. Un pericolo per tutti i viaggiatori che rischiano di essere investiti dal treno di passaggio. Arrivati poi alla banchina, si può scorgere una pensilina coperta e decisamente mal messa. Oltre a vetri rotti, sono presenti diversi graffiti e rifiuti, e quel che é peggio é la presenza di scatole elettriche aperte con moltissimi cavi in vista. Una situazione inaccettabile e dall'alto rischio di prendere uno shock specie in caso di pioggia. Non vi sono esposti nemmeno gli orari dei treni in una bacheca fatiscente e coperta di polvere.

Altro aspetto preoccupante e la mancanza di una recinzione adiacente alle "rovine" della vecchia stazione. Nonostante vi sia la presenza di un vistoso segnale di pericolo, chiunque può accedere all'area, perché la rete arancione che dovrebbe delimitare l'area è stata tagliata.

Non è possibile tenere attiva una fermata del treno in queste condizioni. Manca addirittura una seria illuminazione, e il rischio di illeciti è fortissimo. Abbiamo rinvenuto addirittura diversi "preservativi" nella zona.

Riteniamo doveroso segnalare nuovamente la cosa, chiedendo a chi di dovere di intervenire rapidamente, al fine di garantire sicurezza a tutti coloro che usufruiscono del treno. Attendere un treno di sera presso la fermata - stazione di Mezzano Rondani è davvero una brutta cosa da fare, specialmente per una donna e la zona è piuttosto isolata.

Occorre provvedere a rimettere in decoro la pensilina d'attesa, ripulendo la bacheca e affiggendo degli orari dei treni. Occorre installare un sistema di illuminazione e di videosorveglianza collegata direttamente alle forze dell'ordine e riteniamo assolutamente necessario provvedere a realizzare una pensilina per l'accesso alla banchina dei binari. Tutti elementi fattibili e dal costo limitato ma essenziale per offrire un servizio decente alla collettività.

Solo così potrà essere utilizzabile tale stazione. Diversamente non dovrebbe essere più utilizzati, perché i rischi e i pericoli sono decisamente troppo alti.

 

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Il coordinamento del gruppo
AMO - COLORNO

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