Martedì, 21 Maggio 2013 09:30

La Piena del PO e i danni da maltempo al nord In evidenza

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di Virgilio --
Parma, 21 Maggio 2013 - -
Almeno il 30 per cento di raccolti in meno per le principali produzioni del nord Italia è il drammatico bilancio dell'ultima ondata di maltempo

secondo il monitoraggio di Coldiretti la quale chiede che venga dichiarato lo stato di emergenza per le aree più colpite.

Dal Piemonte alla Lombardia, dall'Emilia Romagna al Veneto, le campagne sono sott'acqua  - sottolinea la Coldiretti - con decine di migliaia di ettari di terreno allagati perché non riescono piu' ad assorbire le precipitazioni cadute in misura straordinaria come dimostra la piena del po che è significativa della situazione idrogeologica complessiva con tracimazioni e allagamenti dffusi. Non c'è raccolto che non sia compromesso, dal pomodoro al riso, dalle patate alla frutta, dalla soia al mais fino al fieno che rimane a marcire nei campi con gravi  problemi per l'alimentazione degli animali. In Piemonte le eccessive piogge si sono abbattute sul riso con punte in alcuni comuni del vercellese e del novarese di oltre il 50 per cento di danno. Nelle altre province da Alessandria a Cuneo, da Asti a Torino è la produzione del mais ad essere colpita con cali percentuali oscillanti tra il 30 e il 45 per cento. Rovinata anche per almeno il 30 per cento la raccolta del fieno maggengo a causa delle piogge che hanno ritardato il primo taglio. Notevoli ritardi si segnalano anche sulle produzioni frutticole dove i tecnici Coldiretti rilevano come sia stata compromessa di almeno il 30 per cento la fase di allegagione dei fiori. In Veneto si calcola che secondo la Coldiretti si è praticamente dimezzato il raccolto di soia e mais ma e' danneggiato anche il 20 per cento del fieno nella Regione con il maggior numero di allevamenti da carne in Italia. Le fragole pronte per il mercato sono sott'acqua nel veronese dove si registra la meta' dell'allegagione rispetto agli anni scorsi per susine, pesche, nettarine e albicocche mentre le ciliegie si sono spaccate prima della maturazione per la troppa acqua. Nel padovano - riferisce la Coldiretti - a rimetterci è soprattutto il mais, le cui semine sono bloccate al 50 per cento, ma anche la soia mentre il grano sta maturando con difficoltà a causa delle continue piogge, così come gli ortaggi a pieno campo sono compromessi dai continui allagamenti. In Emilia Romagna  l'eccesso di pioggia sta creando situazioni generalizzate di crisi per l'agricoltura in quanto i terreni non hanno più capacità di assorbimento. Problemi gravi per soia, mais e fieno che faranno lievitare i costi per l'alimentazione negli allevamenti dove si produce il latte per il prestigioso parmigiano reggiano o la carne per i prosciutti di Parma . Nelle province occidentali, soprattutto Piacenza, non è stato trapiantato il 70 per cento del pomodoro, mentre - continua la Coldiretti - è ferma la semina delle patate sia nel bolognese (patata Dop di Bologna), sia nel piacentino (patata tradizionale di Mareto). Nel ferrarese stop anche alla semina del riso, che non è andata oltre il 7 per cento delle semine degli ultimi anni. In Lombardia le semine delle principali colture come soia e mais sono in ritardo di quasi un mese e ci si aspetta riduzioni delle rese dal 30 al 50 per cento. Cali produttivi dal 30 al 35 per cento - precisa la Coldiretti - sono previsti per il pomodoro perché in molti casi non si riesce a entrare nei campi per mettere a dimora le piantine e danni dal 20 al 30 per cento si contano anche per meloni e angurie del mantovano e del cremonese e per le mele della Valtellina e per mele e pere IGP del Mantovano. A causare i danni sono stati sicuramente gli effetti del cambiamento climatico che quest'anno al nord si è manifestato al nord con il 53 per cento di precipitazioni cumulate in piu' rispetto alla media, ma - denuncia la Coldiretti - ha contribuito anche l'azione dell'uomo con troppe case, strade e capannoni che hanno ridotto la capacità dei terreni di drenare l'acqua in eccesso, soprattutto in periodi di maltempo come quelli che stiamo vivendo.  Le condizioni meteo - spiega la Coldiretti - diventano ogni anno più estreme e imprevedibili. Con un contesto del genere, i terreni coltivati, grazie alla loro capacità di assorbimento, rappresentano un vero e proprio airbag naturale contro l'impatto dell'acqua. Purtroppo - afferma la Coldiretti - l'Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell'abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che in Italia - sottolinea la Coldiretti - oltre 5 milioni di cittadini si trovano  in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell'intero territorio nazionale. "Per proteggere il territorio ed i cittadini  l'Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall'abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell'attività agricola" afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare "l'impegno degli agricoltori italiani è proprio quello di affermare e trasmettere alle nuove generazioni un modello di sviluppo diverso e piu' sostenibile".

(Fonte Coldiretti)