Tuttavia tanto gli investitori in fondi sostenibili, quanto gli stessi consulenti finanziari che li propongono, non hanno ben chiaro il funzionamento di queste strategie e nello specifico fanno fatica a comprendere cosa è realmente sostenibile e cosa non lo è.
C'è ancora poca informazione e scarsa consapevolezza degli ESG, benché la questione ambientale stia assumendo un ruolo di primo piano in tutti i settori, compreso quello economico e finanziario. Data la centralità di questo argomento, invitiamo a consultare l'articolo di onlinesim.it che spiega in dettaglio cosa sono i fondi ESG e perché sono così importanti.
Il regolamento SFDR ha cercato di rendere più trasparente la finanza sostenibile a livello globale, soprattutto per superare il problema del greenwashing, inteso come strategia di comunicazione di un'azienda finalizzato a costruire un'immagine di sé virtuosa ed eco-friendly, ma che alla fine è solo un'operazione di ambientalismo di facciata. I problemi di comprensione però persistono, tant'è che la Commissione Europea ha avviato una revisione.
Per una comprensione maggiore degli ESG, a beneficio degli investitori e degli stessi consulenti finanziari sono state introdotte le nuove linee guida dell'ESMA (European Securities and Markets Authorities) sul nome dei fondi sostenibili. Le nuove linee guida prevedono che almeno l'80% degli investimenti debba assolvere a determinati requisiti ambientali o sociali, oppure conseguire specifici obiettivi di investimento sostenibili.
È poi prevista l'applicazione delle esclusioni stabilite dalla normativa UE per i benchmark allineati con gli Accordi di Parigi (PAB) e i benchmark di transizione climatica (CTB). Nello specifico non sono ammessi investimenti in società che ottengono un tot di ricavi dai combustibili fossili. Un'ulteriore specificazione infine è stata fatta sui nomi stessi dei fondi: quelli che utilizzano il termine sostenibile devono effettivamente fare investimenti sostenibili significativi, mentre quelli che nella denominazione usano termini riconducibili alla transizione o all'impatto devono rispettare precisi standard qualitativi.
Come emerso da un recente studio, sono stati identificati circa 4.300 fondi ed ETF europei che nella denominazione contengono i termini ESG o sostenibilità e che quindi potrebbero rientrare nelle linee guida ESMA. Gli esperti che hanno condotto questo studio hanno inoltre stimato che addirittura i 2/3 di questi fondi saranno probabilmente costretti a cambiare nome, o comunque a disinvestire da quei titoli che non soddisfano i requisiti delle nuove linee guida, soprattutto quelle che riguardano la transizione climatica.
I settori maggiormente interessati sono quello energetico, quello industriale e quello che tratta i materiali di base. Per quanto riguarda i paesi, quelli che maggiormente saranno colpiti potrebbero essere gli Stati Uniti, la Francia e la Cina in termini di valori di mercato. Se invece facciamo riferimento al numero di società, i paesi più penalizzati dovrebbero essere l'India, la Cina e gli Stati Uniti.