Giovedì, 08 Giugno 2023 05:42

Castelli Romani, Zeppieri: “Inceneritore Santa Palomba porterà diossina e nessun vantaggio per i romani” In evidenza

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Di Giulia Bertotto Roma, 7 giugno 2023 (Quotidianoweb.it) - Alessandra Zeppieri è consigliera regionale, eletta alle recenti elezioni regionali del Lazio, con la lista Polo Progressista, in alleanza con il Movimento 5 Stelle.

L’abbiamo intervistata per parlare di almeno due guerre che la classe dirigente sta portando avanti contro i cittadini italiani. Una guerra ambientale e alla salute, in questa fattispecie nel territorio dei Castelli Romani -a sud-est della Capitale- e la guerra in Ucraina, che mette l’umanità intera in pericolo; vedremo come le dinamiche siano in qualche modo molto simili.

Onorevole Zeppieri, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, nel 2022, affermava di non volere il termovalorizzatore per la capitale, ora sembra aver cambiato idea. Perché i Castelli Romani rifiutano questo impianto?

Nel 2023 puntare agli inceneritori è del tutto obsoleto, se vogliamo davvero che i rifiuti siano una risorsa. L’alternativa al rifiuto come fonte inquinante deve essere quella del rifiuto come fonte di materie ancora performanti, ed è quello che si chiama economia circolare: più intelligente, meno dispendiosa e meno dannosa. Il modello che scegliamo ci indica anche quale società vogliamo. In tema rifiuti questo significa recupero materia anziché centralità di discariche e inceneritori: un modello che ci ha portato alla perenne crisi che viviamo in questo settore. Ad  indicarlo è la stessa UE, sin dal Pacchetto Economia Circolare UE del 2018, che esplicitamente pone limiti a tutti i trattamenti che non siano di recupero materia. Qualsiasi filosofia che non faccia del rifiuto un bene di nuovo utile è da respingere. In piena crisi agricola ed energetica, puntare sul recupero energetico significa adottare soluzioni più sostenibili in quanto meno impattanti, meno costose, più tempestive e che consentono un risparmio energetico ben superiore al poco approvvigionamento, che oggi l'Italia trae da inceneritori e digestori anaerobici. Adottando queste pratiche con prioritaria attenzione alla frazione organica, porterebbe poi a porre le basi per il ritorno alla vocazione agricola di molti territori, nell'interesse delle Comunità e non dei soliti pochi grandi soggetti economici.

Dobbiamo aggiungere che il progetto è secretato e perciò non lo conosciamo con precisione, ma se andiamo a vedere le altre realtà simili a questa, esse non filtrano quelle polveri sottili e cariche di diossina, le quali si espanderebbero nel raggio di 20 km e oltre. I danni al suolo, all’aria, alle aziende agricole sarebbero enormi. La stessa agenzia per la sicurezza alimentare europea indica di non praticare coltivazioni nelle vicinanze di impianti che comportano produzione di diossine. Per di più vicino a un territorio che ha già dato tantissimo in termini ambientali, a 500 metri in linea d’aria dalla discarica di Roncigliano. Questo piano dell’amministrazione Gualtieri prevede anche due impianti di biogas, noi respingiamo in toto questo modello di pensare e trattare i rifiuti.

Se non bastasse la mortificazione del territorio pensiamo anche ai danni alla salute umana: nelle aree intorno a queste strutture sono alte le percentuali di malattie respiratorie.

I sindaci di Marino, Albano, Ariccia, Genzano, Ardea, Castel Gandolfo e Lanuvio, i comuni dei castelli romani che fanno parte del cosiddetto “cratere”, non vogliono il termovalorizzatore di Santa Palomba e nel 2022 hanno scritto una lettera al primo cittadino di Roma. Gualtieri ha mai risposto a quella lettera?

No, mai.

A marzo del 2023 anche lei ha partecipato al corteo sull’Appia. Nonostante le leggi contrarie, le proteste dei comitati e le mobilitazioni dei sindaci, l’inizio dei lavori è previsto per il 2024.

Dal punto di vista legale la normativa europea e quella italiana prevedono un altro tipo di risposta tecnologica alla questione, infatti i fondi del PNRR non finanziano assolutamente impianti di questo genere. Già prima del Pacchetto Economia Circolare, con la c.d. "Direttiva Rifiuti" del 2008, secondo la normativa europea l’incenerimento dei rifiuti è la penultima possibilità prima della discarica, prima ci sono tante altre misure da adottare. Il quadro normativo UE, e la necessità di priorità al recupero materia, superando la centralità delle discariche e dismettendo gli inceneritori a partire dal 2032, è stato recepito sia nell'Ordinamento italiano con legge che nel sistema regionale del Lazio col Piano Rifiuti, nel 2020.

Scegliendo l’inceneritore ci facciamo un danno immane: optiamo per maggiore inquinamento, per lo svilimento del territorio, e rischiamo anche di respingere i turisti! E neppure sgraviamo Roma dall’onere della sua spazzatura. Quello che la Capitale deve fare è una raccolta differenziata seria ed efficiente, al 70%. Se Roma arrivasse a questa percentuale di differenziata, anche l’impianto di San Vittore potrebbe essere ridotto fino ad essere avviato negli anni a dismissione: come impongono le norme e come numero alla mano dimostra il Piano Regionale di Gestione Rifiuti.

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Come mai ci si ostina allora a scegliere questo tipo di (non) soluzioni?

Non c’è alcuna razionalità dietro, se non quella del profitto. E questo perché il sistema di gestione dei rifiuti implica investimenti e circuiti di interessi privati, occorre dirlo chiaramente.

Anche il Piano regionale rifiuti non prevede inceneritori e termovalorizzatori. Il Comitato No Inceneritore a Santa Palomba e l'Associazione Vas hanno dato mandato a uno studio di avvocati di Roma che ha esposto dubbi circa la legittimità costituzionale del progetto che il commissario e sindaco Roberto Gualtieri vuole realizzare per smaltire 600mila tonnellate di immondizia.

Forse proprio perché il PRGR non prevede incenerimento, studiando un sistema adeguato alle norme e scientificamente orientato al recupero materia, guarda caso il Commissariamento Gualtieri ne ha comportato la sospensione sul territorio capitolino.

Le nostre leggi prevedono il danno ambientale,  che tuttavia è molto difficile da dimostrare- anche in sede giudiziaria (si pensi ai casi Ilva o Thyssen Kroup). Per non sbagliare, tuttavia, Gualtieri è stato dotato di poteri commissariali che gli consentono di contraddire le norme con scudo penale: praticamente una sorta di decisore monocratico legibus solutus.

Inoltre, Gualtieri può realizzare questo impianto in quando dotato di poteri speciali di commissario in vista del Giubileo, e qui troviamo l’ennesima assurdità di questa faccenda: per il Giubileo questo impianto non sarà mai pronto!

Ci dicono che a differenza degli inceneritori, i quali bruciano semplicemente rifiuti residui, i termovalorizzatori hanno dei sistemi di recupero del calore derivante dalla combustione.

Pur creando energia è molta di più quella che utilizzano per produrla, è un assurdo logico prima che una presa in giro verso i cittadini! Anche se si cerca di presentare la struttura come un impianto all’avanguardia -mascherato anche dal termine Termovalorizzatori (che non esiste in nessuna definizione di legge), suggerendo impunemente l’idea che aggiunga valore -non è così. Si pensi poi che per motivi climatici, gran parte dell'energia che quell'ecomostro produrrebbe (energia termica, da utilizzare subito col teleriscaldamento), non potrebbe essere usata perché presupporrebbe riscaldamenti o aria condizionata attivi h24 e per 12 mesi l'anno.

Anche l’alimentazione di questi impianti non pare sia sostenibile.

Essendo il progetto ancora secretato non possiamo essere certi di questo, ma solitamente questi impianti necessitano di raffreddamento ad acqua, che in tempi di crisi idrica non sembra essere la miglior soluzione alla siccità registrata negli ultimi anni.

La domanda è: da dove si vorrebbe attingere questa enorme mole idrica per raffreddare l’impianto, visto che la zona dei Castelli già soffre da anni di problemi idrici? Basta vedere lo stato in cui versa il Lago Albano, già da anni le sue acque sono in calo, causando morie anche tra le specie animali e vegetali.

Un modello sbagliato non può che causare danni a catena insomma.

Esattamente, infatti le conseguenze negative ricadrebbero anche sul valore paesaggistico e naturale, e così sul turismo e sull’economia dei Castelli Romani, polmone verde di Roma, vicino al Parco Regionale dei Castelli Romani e dell’Appia Antica. Anche le case dei privati verrebbero spaventosamente svalutate. I cittadini che ancora stanno pagando un mutuo si troverebbero con un pugno di mosche in mano.

Almeno la città di Roma trarrebbe reali vantaggi dalla realizzazione dell’inceneritore di Santa Palomba?

Ricordiamo che i cittadini della capitale pagano la Tari più alta del paese. E’ falsa anche la campagna propagandistica che si fa a Roma: non è vero che i cittadini romani avranno meno spazzatura per le strade e che pagheranno meno di Tari. E’ una falsità perché il principale problema di Roma non è lo smaltimento finale ma il sistema di raccolta.

Per le ragioni climatiche di cui sopra, il mancato recupero dell'energia termica produrrebbe sicure perdite economiche. Questo farebbe sì che i gestori, andrebbero a recuperare le perdite con aumenti tari a danno dei cittadini. Non solo: l'inceneritore a Roma, che si sommerebbe all'altro impianto di incenerimento a S. Vittore (FR), vergognosamente in via di ampliamento, avrebbe bisogno di più indifferenziato: la raccolta differenziata tramonterebbe per sempre e le strade di Roma verserebbero in condizioni ancor più malsane.

Un’altra beffa: questo impianto sarà così grande che i rifiuti di Roma non basteranno ad alimentarlo e così la città dovrà prendere la spazzatura da altri comuni italiani. Da questo sistema i privati guadagneranno, perché  questi comuni pagheranno per tale servizio. Attenzione: i privati guadagneranno, non i cittadini romani.

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A proposito. Ci avviciniamo ad un evento importante per i Castelli Romani: L’Infiorata a Genzano di Roma. I Castelli Romani sono una costellazione di paesi che hanno ciascuno il proprio carattere storico, le proprie tipicità enogastronomiche, i palazzi delle antiche famiglie. Un patrimonio naturale e culturale che circonda Roma.

Sono eventi splendidi della nostra tradizione: ricordiamo anche la Rievocazione Storica che si terrà ad Albano Laziale il 9-10-11 giugno 2020 contestualmente alla Fiera dell’editoria archeologica, forum sul mondo delle donne romane e della vita quotidiana, dal cibo alla medicina, e poi corteo della seconda legione partica.

Lei ha affermato di sostenere i referendum Ripudia la guerra e Generazioni Future, sotto l’unico obiettivo Italia per la Pace, contro l’invio di armi nei conflitti internazionali e oggi contro l’invio di armi in Ucraina.

Le firme per i referendum Italia per la pace verranno raccolte a Genzano di Roma sabato 10 dalle ore 10 alle 17, e domenica 11 dalle ore 9 alle 21, in via Italo Belardi 48.

Sì, sosteniamo i quesiti referendari e anche io stessa ho dato la mia disponibilità per la raccolta, anche autenticando alcune delle firme raccolte nella nostra zona. Le statistiche ci dicono che il 60% degli italiani rifiuta la guerra e l’invio di armi, mentre tutto l’arco parlamentare è favorevole all’invio. C’è quindi da chiedersi quanto siamo davvero rappresentati nei palazzi del potere.

Il modello capitalista che pensa il rifiuto come un peso di cui liberarsi e non come una sorgente di materia ed energia da rielaborare e da recuperare, è lo stesso che vede il profitto nella guerra e nella sciagura che essa porta con sé. La logica che guida il conflitto a danno dei popoli e quella che guida l’inquinamento a danno del cittadino è la medesima anche se una accade a livello mondiale e una a livello locale. Il paradigma capitalista ha fallito.

Nessuna guerra può essere fermata con le bombe e nessun territorio può essere valorizzato con la sua mortificazione.