Mercoledì, 07 Giugno 2023 05:24

Susanna Zanda: Giudice punita per aver difeso la verità In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 6 giugno 2023 (Quotidianoweb.it)  - La notizia dell’avvio del procedimento disciplinare firmato dal guardasigilli Carlo Nordio contro la giudice Dottoressa Susanna Zanda del Tribunale di Firenze, sta scatenando un’ondata di malumori e ha infiammato il dibattito sul tema della credibilità della magistratura.

Quella impartita da Nordio sembra essere, più una punizione verso la giudice che dichiarò illegittimo l’obbligo vaccinale, anziché un’azione disciplinare.

Ma la magistratura non è indipendente e autonoma?

L’iniziativa promossa dal Procuratore Generale della Corte di Cassazione nei confronti della giudice Susanna Zanda, potrebbe sembrare, un palese uso strumentalizzato di questa decisione.

Va ricordato che lo stesso CSM ha sempre opposto l’insindacabilità del merito della funzione giurisdizionale da parte dei giudici.

La dottoressa Zanda è quel giudice che ebbe il coraggio di dimostrare la nullità del decreto Draghi sull’imposizione vaccinale attestando, che nessuno può essere obbligato a subire una cura.

Sostanzialmente Susanna Zanda, Dna Sardo, ha avuto il coraggio di emettere una sentenza su evidenze scientifiche di dominio pubblico, già all’epoca dei fatti, ma secondo il procedimento, depositato a maggio scorso, avrebbe dovuto attenersi alla sentenza della Corte Costituzionale.

Su questo punto già abbiamo scritto in un precedente articolo che, nell’ordinamento giuridico italiano, i giudici di merito come la Zanda, sono indipendenti e possono esercitare il loro ruolo in autonomia, proprio perché le decisioni della Corte Costituzionale non sono per essi, vincolanti.

Tutti ormai sappiamo che la propaganda, messa in atto h24 dal mainstream, era volta solo a sostenere ad arte scelte politiche altamente discutibili che nulla avevano di scientifico, erano solo “info” funzionali ad una censura della realtà che di fatto violavano le libertà personali.

Le intercettazioni tra Speranza e Brusaferro, pubblicate sui vari quotidiani dell’inchiesta di Bergamo, ne sono l’evidenza di quanto veniva “confezionato”, ad uso e consumo di una “verità” ufficiale.

Il senso di questa decisione nei confronti della Zanda è davvero incomprensibile. Soprattutto è da capire la finalità e la logica di un’azione del genere, perché parrebbe un avvertimento verso tutti quei giudici che contraddicono le decisioni politiche del governo di turno.

Ci sono troppe coincidenze temporali in questa fase a “carico” di Susanna Zanda, che mettono in pericolo la difesa delle libertà personali da parte di chi ha il compito di tutelarle, rischiando, essi stesi, di esserne incolpati o incolpate.

Link utili:

https://www.quotidianoweb.it/attualita/susanna-zanda-responsabilita-e-impegno-per-la-verita/