Mercoledì, 24 Maggio 2023 06:45

Irlanda, il primo Paese al mondo per l’etichettatura sanitaria sugli alcolici In evidenza

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Il Ministro della Salute Stephen Donnelly, relativamente al consumo delle bevande alcoliche, ha convertito in legge i regolamenti 2023 sulla salute pubblica e le restanti disposizioni della sezione 12 della legge sulla salute pubblica.

Di Flavia De Michetti Roma, 23 maggio 2023 (Quotidianoweb.it)  - La sezione 12 e il regolamento sull'etichettatura introducono un'indicazione sanitaria completa dei prodotti alcolici venduti in Irlanda e prevedono che le informazioni sanitarie siano disponibili per i clienti nei locali autorizzati.

Nelle ultime ore, dunque, il Ministro Donnelly, ha firmato il nuovo provvedimento e l'Irlanda è destinata a diventare il primo Paese al mondo ad apporre avvertimenti sanitari sulle bevande.

Tali indicazioni avranno, dunque, come scopo quello di indicare il contenuto calorico e i grammi di alcol contenuti nelle bottiglie.

Inoltre, sarà presente l’avviso del rischio di consumare alcol durante la gravidanza, oltre a quello di malattie del fegato e cancro derivanti dall’eccessivo consumo di bevande alcoliche.

Secondo l’indagine annuale dell’Health Ireland, il 79% degli intervistati non era a conoscenza del rischio di cancro al seno associato al consumo di una quantità di alcol superiore a quella raccomandata. 

Circa il 49% ignorava la relazione tra consumo di alcol e ipertensione, mentre il 7% degli intervistati riteneva che fosse sicuro bere durante la gravidanza.

Si tratta di avvertenze sanitarie obbligatorie, già in vigore sui prodotti del tabacco, poiché introdotte con la legislazione nel 2015.

Il Ministro della Salute irlandese ha, dunque, dichiarato: “Sono lieto che siamo il primo Paese al mondo a compiere questo passo e introdurre un'etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici. Questa legge ha lo scopo di fornire a tutti noi consumatori una migliore comprensione del contenuto di alcol e dei rischi per la salute associati al suo consumo. Non vedo l'ora che altri Paesi seguano il nostro esempio”.

La legge, che dovrebbe entrare in vigore il 22 maggio 2026, prevede un tempo di attesa di tre anni, per dare alle aziende il tempo sufficiente per prepararsi ad affrontare questo cambiamento.  

A tal proposito, la Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana, criticando aspramente la misura irlandese, ritiene che si tratti “Un attacco diretto all’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale di vino con oltre 14 miliardi di fatturato”, e che “Le informazioni sui rischi per la salute sono ‘avvertenze terroristiche’”.

Nei mesi scorsi, una proposta simile avrebbe riguardato, non solo l’Irlanda, ma l'intera Unione Europea. Finita nella bozza di una risoluzione del Parlamento europeo tale proposta ha scatenato proteste e pressioni delle lobby del vino, prime fra tutte quelle italiane, le quali hanno fatto sì che il progetto venisse ritirato.

Al momento, solo l'Irlanda ha deciso di percorrere la via che prevede l'obbligo di un'etichetta che avverta sui rischi dell'alcol.

Questa decisione avrà un impatto sui consumi nel Paese, ma le potenziali conseguenze commerciali per il vino Made in Italy sono limitate.

Il Governo italiano, insieme a quello spagnolo e francese, ha duramente protestato contro il provvedimento di Dublino, cercando di bloccarlo.

Cosa teme l’Italia?

Il nostro Governo teme che l'esempio irlandese possa presto venire preso in considerazione a livello UE.

Nel 2021, infatti, la Commissione Europea ha presentato un piano per combattere il cancro, all’interno del quale inseriva il consumo di alcolici tra i rischi da affrontare, delineando alcune proposte per ridurre, entro il 2025, il consumo di tutti gli alcolici del 10%.

Perché la Commissione Europea chiede di ridurre il consumo di alcol?

Secondo l’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2016 l'alcol ha causato circa 291 mila morti premature in Europa e, nel 29,4% dei casi, si tratterebbe proprio di cancro.

I dati raccolti si basano su uno studio pubblicato dalla rivista scientifica inglese di ambito medico ‘The Lancet’, nel quale viene chiaramente indicato che gli alcolici (di qualunque genere) sono una causa di tumore al pari delle sigarette. 

Per questo motivo, l'Onu ha inserito nei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile la riduzione del 10% del consumo mondiale entro il 2025, un target condiviso da Bruxelles.

Questo obiettivo ha ricevuto diverse opposizioni, in particolare dal mondo agroalimentare italiano.

La contestazione principale è legata al fatto che un piano europeo di questo tipo dovrebbe fare prima di tutto una netta distinzione tra consumo eccessivo e consumo minimo.

La FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti ritiene, infatti, che “Non fare alcuna distinzione in base al livello e alle modalità di consumo trasmette un messaggio confuso ai consumatori, non rendendoli consapevoli dei reali rischi per la salute”.

Un ulteriore reclamo nasce dal fatto che in Italia non esiste una marcata emergenza alcol, a differenza della stessa Irlanda o di altri Paesi del Nord e dell'Est Europa, che presentano invece alti tassi di alcolismo. 

Tuttavia, lo studio della rivista scientifica sottolinea che i rischi per la salute sono sempre presenti, a prescindere dal livello del consumo di tali bevande.

Secondo le stime, infatti, tra i ragazzi, l’aumento del rischio è dello 0,5% con un bicchiere al giorno, ma diventa pari al 7% con due bicchieri al giorno e al 37% con cinque bicchieri.

La decisione dell’Irlanda arriva in un momento particolare per il Paese.

Secondo recenti aggiornamenti, basati sulla ricerca di Planet Youth, (Società di consulenza di ricerca che gestisce un programma di orientamento nella prevenzione dell'uso di sostanze da parte degli adolescenti con comunità, Paesi e città di tutto il mondo e che lavora nella prevenzione dell'uso di sostanze primarie attraverso un approccio collaborativo intitolato ‘Il modello di prevenzione islandese’) la tolleranza dei genitori nei confronti dell'ubriachezza dei minorenni è aumentata in modo significativo negli ultimi quattro anni.

Un sondaggio approfondito sullo stile di vita degli adolescenti dell’Irlanda occidentale, mostra che circa uno su cinque degli intervistati ha affermato di ricevere regolarmente alcolici dai genitori, mentre il 30% ha riferito di essersi ubriacato negli ultimi 30 giorni.

(Immagine tratta da  irlandaperitaliani.it )

Introduzione social: L’Irlanda sarà il primo Paese a introdurre un'indicazione sanitaria completa dei prodotti alcolici venduti.

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