Venerdì, 19 Maggio 2023 06:16

Stop Superbonus 110%: Giù gli investimenti In evidenza

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I dati Enea al 30 aprile

Di Giuseppe Storti Cagliari, 18 maggio 2023 (Quotidianoweb.it) - Il Superbonus nella sua versione del 110% introdotto dal Governo Conte è stato subissato di critiche in seguito alla scoperta di numerose truffe perpetrate a danno del pubblico erario.

Quindi  prima è stato modificato dal Governo Draghi, ed infine eliminato dal Governo Meloni.

Va detto però che è stato uno strumento in grado di contribuire al rialzo del PIL, in un periodo in cui l’economia italiana usciva dai terribili anni della pandemia, rivitalizzando un settore, come quello delle costruzioni, che si è rivelato decisivo per risollevare le sorti della nostra economia.

Purtroppo, la norma del superbonus venne scritta in maniera tale da consentire a delinquenti senza scrupoli di frodare lo Stato per molti miliardi di euro.

Lo dimostrano le tantissime inchieste della Guardia di Finanza, e gli accertamenti partiti in questi giorni dell’Agenzia dell’Entrata, finalizzati al controllo dei soggetti che hanno usufruito del superbonus al fine di verificare la liceità dei requisiti e la veridicità delle ristrutturazioni.

Ma come accade spesso in Italia, per risolvere il problema delle truffe sul superbonus, si è eliminato il problema stesso. Buttando via il bambino con l’acqua sporca, come si suol dire.

Oggi i primi dati già segnalano un calo degli investimenti nel settore edilizio, che dà lavoro a migliaia di persone, e tiene in piedi miriadi di piccoli e grandi imprese del ramo.

Puntuale, infatti, è arrivato il monitoraggio dell’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente), che per il mese di aprile, per la prima volta, registra una “frenata” delle asseverazioni e degli investimenti legati al Superbonus 110%.

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Le ultime rilevazioni, aggiornate al 30 aprile scorso, attestano un incremento rispetto al mese di marzo, dello 0,9%. Il dato più basso da diversi mesi a questa parte (era stato del +4,9% al 31 marzo e del +3,4% al 28 febbraio).

Altrettanto puntuale è arrivata la denuncia del Presidente della Federazione nazionale delle imprese di costruzione, che in un comunicato stampa ha così commentato i dati dell’Enea: “È evidente – afferma il presidente Antonio Lombardi – che inizia il calo degli investimenti, che porterà di qui a poco all’azzeramento totale, dopo la frettolosa decisione di cancellare le detrazioni fiscali introdotte dal governo Conte.

Le conseguenze per l’economia e per l’occupazione saranno molto pesanti.

Ogni miliardo investito sul Superbonus, ha creato 15.132 posti di lavoro. 8.018 nel settore dell’edilizia, 3.641 nell’indotto diretto dei fornitori, 3.473 nell’indotto indiretto.

Si tratta di professionalità che difficilmente le aziende avranno necessità di mantenere e che pertanto verranno espulse dal ciclo produttivo: eppure l’Italia ha da rispettare, con l’Unione europea, impegni precisi che si muovono proprio nella direzione della riqualificazione energetica degli edifici, del contenimento del consumo, dell’adeguamento e messa in sicurezza di immobili vetusti ed energivori”.

Il Presidente Lombardi si riferisce alla cosiddetta direttiva green sulle case; un ennesimo regalo dell’Europa a danno dei cittadini. 

Detta direttiva sulle c.d. case green, impone agli Stati membri interventi finalizzati a raggiungere l’obiettivo delle “emissioni zero” degli edifici entro il 2050, con step intermedi particolarmente impattanti ed onerosi per l’Italia.

Entro il 2030 infatti (2027 per gli edifici pubblici) tutti gli edifici dovranno essere portati in classe energetica E, che diventerà D entro il 2033.

Vale a dire che oggi il 61% degli immobili (7.622.524) è oltre le classi energetiche minime di tolleranza indicate dall’Europa e necessita di interventi urgenti di riqualificazione, sul modello di quelli del Superbonus, cancellati dal Governo.

La famosa transizione ecologica, potrà avvenire solo a patto che i singoli governi, in primis quello italiano, concordino in sede europea, una serie di politiche di sostegno, per questa poderosa categoria di interventi, programmando anche misure di incentivazione fiscale idonee a smobilitare ed attirare capitali privati.

Insomma, le politiche dirigistiche della UE rischiano di tradursi in un vero e proprio bagno di sangue per i cittadini italiani e soprattutto per le loro già vuote  tasche.

Considerato il fatto che il patrimonio immobiliare della nostra Italia è alquanto vetusto, sicuramente non in linea con gli stringenti parametri temporali fissati nella direttiva green di adeguamento alle nuove classi energetiche.