Sabato, 13 Agosto 2022 05:21

“L’Agorà del Diritto” – una domanda, una risposta: Difetto di progettazione del serbatoio, incendio dell’autoveicolo e risarcimento del danno. Il caso “Ford Pinto” In evidenza

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foto di repertorio foto di repertorio

Di Emilio Graziuso (*) 13 agosto 2022 - Continua il viaggio della nostra “Agorà” tra i casi di risarcimento che hanno fatto la storia del diritto dei consumatori (anche per la redazione di questo articolo le fonti consultate sono stati portali statunitensi dedicati al “risarcimento del danno” ed alla tutela dei consumatori,

quali www.tortmuseum.org, www.nytimes.com, www.autosafety.org, nonché siti internet di divulgazione generale, quale www.en.wikipedia.org, www.bartleby.com, www.ruoteclassiche.quattroruote.it).

Questa settimana andiamo in California.

Siamo nel 1972 ed una Ford “Pinto”, passata alla storia come la “macchina assassina”, dopo essersi fermata improvvisamente in autostrada ed essendo stata tamponata prendeva fuoco.

Nell’incendio perdeva la vita il conducente ed un giovane passeggero tredicenne riportava gravissime ustioni e per sopravvivere veniva sottoposto ad un numero imprecisato di operazioni, riportando, comunque, danni permanenti e rimanendo sfigurato.

Causa dell’incendio?

Un difetto di progettazione del serbatoio, che sottoponeva a rischio incendio il veicolo in caso di tamponamento.

Il caso ha fatto storia.

Innanzitutto, per la drammaticità dell’evento ed in secondo luogo per l’importo del danno punitivo riconosciuto dalla Giuria occupatasi del caso pari a $ 125 milioni, ridotto dal Tribunale a $ 3,5 milioni.

Accanto al danno punitivo è stato riconosciuto anche $ 559.680 ai familiari del conducente, morto a seguito dell’incendio, e $ 2,516 milioni per il tredicenne rimasto gravemente ed irrimediabilmente lesionato.

Inoltre, nel 1978, a seguito delle indagini dell'Office of Defect Investigations (NHTSA) della National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) (Case Recall C7-38)la Ford Motor Company richiamò 1,5 milioni di Ford Pinto dal mercato, proprio per i difetti di progettazione del serbatoio e per il pericolo di incendio ad esso connesso.

Il caso esaminato è uno dei più emblematici esempi di risarcimento danno da prodotto difettoso, il quale è disciplinato anche in Italia, senza, però, la previsione di “danni punitivi” e, soprattutto, senza che vi sia un sistema che permetta un processo snello e veloce come in America.

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(*) Avv. Emilio Graziuso -  Avvocato Cassazionista e Dottore di Ricerca.

Svolge la professione forense dal 2002 occupandosi prevalentemente di diritto civile, bancario – finanziario e diritto dei consumatori.

Docente ai corsi di formazione della prestigiosa Casa Editrice Giuridica Giuffrè Francis Lefebvre ed autore per la stessa di numerose pubblicazioni e monografie.

Relatore a convegni e seminari giuridici e curatore della collana "Il diritto dei consumatori" edita dalla Key Editore.

Responsabile Associazione Nazionale "Dalla Parte del Consumatore".

Per Informazioni e contatti scrivere aQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Rubrica "L'Agorà del Diritto" www.gazzettadellemilia.it"