Venerdì, 22 Luglio 2022 05:51

Caos Voli: Viaggiare nell’estate da far west In evidenza

Scritto da

Di Andrea Caldart Cagliari, 19 luglio 2022 (Quotidianoweb.it) - Nella primavera abbiamo assistito a tanti proclami, spot pubblicitari, soprattutto pagati con soldi pubblici, che ri-lanciavano l’estate “libera” dopo oltre due anni di privazioni e chiusure varie.

Subito però sono nati i veri problemi “tecnici”, dalla mancanza del personale nelle strutture ricettive di ogni “stella”, agli scioperi dei vettori aerei ed anche alla quasi misteriosa “assenza” del personale di terra e in volo.

In molti casi gli addetti ai lavori, bi e tri dosati, sono risultati positivi e, in vari casi, purtroppo hanno ri-contratto la malattia e quindi, era impossibile sostituirli.

Questo “inghippo” però era già noto fin dal 21 giugno, cioè un mese fa dove, negli Usa ad esempio, proprio quel giorno, furono cancellati 4.500 voli e altri 9.000 subirono ritardi stratosferici.

In Europa in contemporanea, iniziarono i problemi all’aeroporto di Amsterdam con il massimo record di posizioni professionali “libere” e la società di gestione di Schiphol mise in essere una “mancetta di € 5,25” quale sorta di bonus per convincere gli addetti a tornare al lavoro.

Nessuno però racconta che le compagnie aeree in Europa negli ultimi 10 giorni, hanno cancellato 45.000 voli aerei e nei vari comunicati si legge sempre la stessa notizia, la mancanza di personale unitamente alla mancanza del personale della sicurezza di terra.

E se invece le cause fossero anche altre?

In realtà, è innegabile che, la maggior parte del personale vaccinato si ammala di continuo, ma ci sono altri due fattori di cui nessuno “osa” parlare che sono, i fallimenti e bancarotte delle compagnie aeree e, il più che raddoppiato prezzo del carburante.

Quello che ci deve preoccupare per prima cosa, è la realtà vera e non veicolata, anzi palesemente taciuta sui media di informazione, perché propone l’immagine disastrata del comparto delle società di trasporto aereo ovvero, parliamo di 86 fallimenti di compagnie aeree in questi ultimi due anni, e altre 69 sono ferme in attesa di capire quale sarà il proprio futuro (fonte IATA).

L’altro elemento invece è il maggior costo del prezzo del JET A1, così si chiama il carburante che viene usato come combustibile per aeromobili, che a gennaio costava 0,38 euro/litro, arrivando a giugno a superare 1 euro/litro.

Il vero e proprio mistero riguarda il fatto del perché e da dove, sia partita questa speculazione da parte delle compagnie petrolifere, che abbiamo visto riversarsi anche sul prezzo dei carburanti a danno delle famiglie italiane.

Nell’immaginario delle persone le compagnie Low Cost, cresciute a suon di miliardi di euro di soldi pubblici regalati dai governi europei, hanno fatto credere che con 9,99 euro si possa salire su di un aereo e fare il giro di mezz’Europa.

Ovviamente in pubblicità ciò che attira è “l’affare”, ma la realtà è che qualcun altro ci ha messo la differenza per far volare quell’aereo.

Con due pesi e due misure non possiamo non riflettere sul perché del sostegno statale concesso da molti governi ad una parte del settore aereo.

In Spagna, ad esempio, si è deciso di salvare Air Europa e Plus Ultra Líneas Aéreas; in Germania e Francia la loro “ambizione” ha sostenuto Air France e Lufthansa a suon di “dosi” di miliardi di euro, o i Paesi Bassi con Klm e ovviamente l’Italia non poteva non continuare a far dissanguare le casse dello stato per aiutare Ita, la continuazione di Alitalia che si continua a chiamare, ex-Alitalia.

Infatti, dopo aver dato 14 miliardi di euro ad Alitalia, il governo dei migliori ad ottobre 2021, crea Ita, condizionata dalla UE e, ci mette dentro altri 1,35 miliardi per far fare un fatturato che, riferito al bilancio 2021 era in perdita ogni giorno di 1,9 milioni di euro.

Agli italiani va detto che, saranno nuovamente costretti a ripristinare questi nuovi buchi, ascoltando anche le lamentele del Presidente di Ita, Sig. Altavilla che, per il suo basso stipendio da 400.000 euro/anno dichiara: “La mia paga è troppo bassa, lede la mia storia manageriale”.

In due anni e mezzo di non vacanze, ci apprestiamo a vivere un’estate che non porterà tutti alla meta e soprattutto ci risveglieremo a settembre con un conto salatissimo dovuto ai risarcimenti che tutte le compagnie, a seguito della carta dei diritti dei passeggeri secondo la norma EU 261, saranno costrette ad erogare.

La stima ad oggi è arrivata ai 2 miliardi di risarcimenti da pagare, ma i soldi ci saranno per tutti? Incrociamo le dita.