Giovedì, 17 Febbraio 2022 16:43

Cannabis: si potrà davvero coltivare in casa? In evidenza

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Via libera dalla Camera: la Commissione di Giustizia approva il progetto di legge.

Via libera alla coltivazione di non oltre 4 piante femmine per uso personale e intensificate le pene per detenzione, traffico e spaccio. Questo è quanto recita in poche parole il testo base della legislazione approvata lo scorso 8 Settembre 2021 dalla commissione di giustizia della Camera. Dopo più di un anno e la mediazione necessaria, date le divergenze di opinione in materia, il testo rappresenta il compromesso raggiunto tra ben 3 proposte differenti e mette finalmente d’accordo tutti, o quasi.

Importante considerare anche il volere degli italiani in merito alla questione. Il popolo, stando ai dati raccolti dall’istituto di ricerca SWG, si schiera a favore della legalizzazione della cannabis con il 58% di sì. E lo ha dimostrato anche con i tempi record della raccolta firme. 500 mila in una settimana, complice la facilità introdotta dal sistema di raccolta online.

Ma cosa propone il testo base?

Tra chi acquista semi fast flowering online, a questo punto la domanda è una soltanto: cosa prevede la modifica della legge?

L’attuale modifica intende variare il testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati.

Costituito da 5 articoli, il testo base della legislazione pone l’accento su diverse questioni. Prima fra tutte la difficoltà nel reperire la cannabis di quella fetta importante di consumatori che ne fa un uso di tipo terapeutico.

Fondamentale ricordare infatti che il 2 dicembre 2020 l’ONU ha riconosciuto ufficialmente le proprietà medicinali della cannabis, impiegata efficacemente nella cura di malattie quali sclerosi, morbo di Parkinson, cancro, epilessia e dolore cronico.

Paradosso italiano:Tra depenalizzazione ed inasprimento.

A questo proposito, la grande novità illustrata nell’Articolo 1, consiste nel consentire “a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto”.

L’altra importante modifica riguarda le pene previste in caso di illeciti.

L’articolo 2 prospetta infatti un aumento delle sanzioni relative al traffico, alla detenzione e allo spaccio di grandi quantità di cannabis.

Mentre le sanzioni attualmente in vigore prevedono da 3 a 12 anni di reclusione e il pagamento di multe da 20 mila a 250 mila euro, per i trasgressori lo scenario peggiora e vede incrementati sia gli anni di reclusione, da 8 a 20, che la somma dovuta, da 30 mila a 300 mila euro.

L’approccio scelto invece in merito ai reati riguardanti il possesso o la cessione di quantità cosiddette di lieve entità, vede nella depenalizzazione la soluzione ottimale, prevedendo la reclusione fino a un anno e l’introduzione di misure alternative, quali i lavori di pubblica utilità fino ad un massimo di due volte, dopo le quali si procederebbe all’arresto.

Depenalizzazione sì, ma l’atteggiamento cambia notevolmente se le violazioni dovessero vedere il coinvolgimento di minori o dovessero avere luogo in prossimità di istituti di istruzione.

S’infiamma il dibattito tra gli schieramenti politici.

“Una notizia importante: è stato approvato in commissione giustizia il testo base sulla cannabis che depenalizza la coltivazione domestica. Una norma di civiltà per i malati che ne devono fare uso terapeutico e fondamentale per combattere la criminalità organizzata. Ora avanti in aula” recita un tweet di Marco Furfaro, deputato del partito democratico.

Simile la posizione del M5s. “Una porta che finalmente si spalanca sul cieco proibizionismo”: così Aldo Penna definisce l’approvazione del testo base della proposta di legge e aggiunge: “Un atto concreto per iniziare a sottrarre alla mafia il mercato dello spaccio, contribuendo allo stesso tempo a non inondare tribunali e penitenziari con accuse e condanne per produzione e possesso di piccole quantità”.

Dello stesso avviso anche Elio Vito, parlamentare di FI, il quale nonostante la fermissima opinione contraria del suo partito, si definisce grato al suo gruppo e al leader Roberto Occhiuto di avergli dato l’opportunità di manifestare il suo voto favorevole, in coerenza con la sua storia e le sue convinzioni radicali ed antiproibizioniste.

In sostanza, poco di nuovo o non prevedibile rispetto alle prese di posizione dei vari schieramenti politici.

Contrari all’unanimità i partiti di centrodestra, eccezion fatta per Elio Vito, e Italia Viva astenuta. A favore invece il Movimento Cinque Stelle, il Partito Democratico, Liberi e Uguali e i Radicali.

In conclusione

L’italia compie il primo passo verso la depenalizzazione per l’uso personale della cannabis. Una novità importante se allarghiamo lo sguardo verso l’Unione Europea. Sono diversi infatti gli Stati che hanno già optato per la legalizzazione della cannabis, garantendosi così la gestione di un’attività che per quanto riguarda l’Italia rimane invece monopolio della criminalità organizzata. La depenalizzazione assicurerebbe anche una notevole boccata d’aria fresca per la burocrazia italiana, notoriamente pesante e problematica. Purtroppo però non è ancora detta l’ultima parola. Difficile prevedere lo sviluppo delle fasi successive all’approvazione del testo base. La proposta può subire e quasi sicuramente subirà delle modifiche, che potrebbero rallentare non di poco l’arrivo della promulgazione.