Domenica, 10 Ottobre 2021 08:23

L’imprenditore e l’ardua scelta tra il rispetto del green pass o la continuità aziendale In evidenza

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Al lavoro con il green pass o addio allo stipendio per l’obbligo di sospensione imposto al datore di lavoro, ma alla continuità d’impresa chi ci pensa?

Di Mario Vacca, 10 ottobre 2021 - Dal 15 ottobre scatterà l’obbligo del certificato verde per accedere a tutti i luoghi di lavoro, pubblici  e privati come previsto dal decreto legge varato dal Consiglio dei ministri. Come ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Draghi l’estensione dell’obbligo del Green pass in tutti i luoghi di lavoro è «un decreto per continuare ad aprire il Paese».

Per quanto concerne il settore privato l’obbligo di Green pass per l’ingresso nei luoghi di lavoro vale per tutti i lavoratori inclusi gli autonomi ed i collaboratori familiari mentre sono esclusi soltanto i soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della salute.

I datori di lavoro sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni vigenti ed  entro il 15 ottobre dovranno definire le modalità per l'organizzazione delle verifiche, preferibilmente all'accesso ai luoghi di lavoro - anche a campione - e con atto formale dovranno individuare i soggetti incaricati dell'accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.

Il dipendente che risulta privo di Green pass è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione (comunque non oltre il 31 dicembre 2021),  non  sono previste conseguenze disciplinari, si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro ma per i giorni di assenza ingiustificata scatta lo stop allo stipendio. Per le piccole imprese – ovvero quelle  sino a 15 dipendenti – è previsto che, dopo il quinto giorno di mancata presentazione della certificazione, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di sostituzione, comunque per un periodo non superiore a 10 giorni, rinnovabili per una sola volta, e sempre comunque sino al  31 dicembre 2021.

Il decreto poc’anzi richiamato parrebbe contrastare - in un caso ben specifico – il D.Lgs. 14/2019 che ha  modificato alcuni articoli del codice civile entrati a far parte del diritto societario sin dal 16 marzo 2019 laddove recita che “L'imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa e della perdita della continuità  aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l'adozione e l'attuazione di uno degli strumenti previsti dall'ordinamento per il superamento della crisi ed il recupero della continuità  aziendale

Il dovere, quindi, di istituire un assetto organizzativo adeguato alla natura dell’azienda che sicuramente non può prescindere anche dall’organizzazione delle risorse umane che, nel caso di professionalità altamente specializzate, seguono giorni e giorni di formazione e che  pertanto sarebbero di difficile immediata sostituzione, pena una perdita di efficienza.

Delle due l’una, l’imprenditore è quindi chiamato   all’ardua scelta tra il perseguire gli obiettivi programmati nel budget aziendale e nel programma di gestione nell’intento di non perdere commesse e clienti  - come richiamato dalla nuova formulazione dell’art. 2086 c.c. - ed il rispetto del nuovo decreto Covid lasciando a casa il collaboratore eventualmente presentatosi al lavoro in assenza di green pass con l’inevitabile conseguenza di perdita di efficienza per l’impossibilità di sostituire il personale altamente specializzato.

Ancora una volta è sulle spalle dell’imprenditore che ricade la responsabilità dell’inefficienza di scelte politiche mentre da più parti si elevano preoccupazioni in merito a quanto poc’anzi evidenziato; l’auspicio è che  che il governo provveda alla riorganizzazione del sistema di rilascio dei green pass sanando tali incongruenze.

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca

Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.

Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.

Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.

Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.

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