Lunedì, 06 Settembre 2021 14:22

Donne, reddito di libertà

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La definizione è quanto mai confortante: "reddito di libertà ", niente a che fare con altri tipi di sostegni ,ma soldi che servono alle tantissime donne che subiscono violenze da propri conviventi, però non possono, soprattutto per questioni economiche, staccarsi da situazioni che possono diventare pericolose quando non mortali, come dimostrano le cronache di questi ultimi mesi.

"Servono misure restrittive ancora più stringenti, serve applicarle con immediatezza e competenza"ripetono all'unisono forze politiche ed associazioni dopo i fatti di sangue che solo nel 2021 contano per il momento-41 donne assassinate dai loro compagni, mariti, ex.

Ma al di là dei provvedimenti giudiziari, noi pensiamo che sia necessario rendere almeno parzialmente indipendenti le donne che hanno difficoltà a lasciare il complesso familiare a causa di mancanza di sostentamento autonomo. 
Consideriamo per esempio una casa intestata ad entrambi i coniugi o conviventi: come fa una donna ad affittarsi una stanza o un luogo sicuro se non ha anche solo un piccolo reddito?

Ben venga il dispositivo del Governo che prevede 400€ al mese per un anno. 
Sono già stanziati 3 milioni di euro ma non ci sono ancora i decreti attuativi e i fondi restano fermi. Infatti, dopo la prima parte dell'iter che procede all'approvazione delle leggi e dopo l'attività di parlamento e governo, comincia un secondo "step" altrettanto importante, ma più lungo e complesso.

Spesso, infatti aspetti pratici, burocratici e tecnici necessari per applicare e implementare le leggi sono affidati ad altri soggetti istituzionali, principalmente i ministeri. Questi si devono occupare dei cosiddetti decreti attuativi.
Provvedimenti necessari per completare agli effetti della norma stessa. Ancora non è chiaro come si potranno ottenere questi fondi nonostante il dispositivo sia entrato in Gazzetta Ufficiale a fine luglio, in attesa che L'INPS concluda il confronto con l'insieme dei centri per mettere a punto i decreti attuativi vacanti vorrei ricordare che nelle sedi CISL possiamo attivare il cosiddetto congedo per le donne vittime di violenza. 

Significa che le donne vittime di abusi possono prendere parte a percorsi di protezione relativi alla violenza di genere, certificati dai servizi sociali del comune di residenza, dai centri antiviolenza o dalle case rifugio. 

Chi ne ha diritto può ottenere un congedo indennizzato per un periodo fino a 3 mesi, per l'invio della domanda all'INPS il patronato INAS CISL è a disposizione delle lavoratrici nella sua sede di parma in via Lanfranco 21/A.

(Angela Calò, Cisl Parma Piacenza)