Domenica, 06 Giugno 2021 05:42

Frammenti di Gestione d’Impresa L’imprenditore evoluto ed il nuovo rapporto Banca- Impresa (Seconda Parte) In evidenza

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Di Mario Vacca Parma, 6 giugno 2021 - La valutazione sintetica della solvibilità aziendale – il c.d. rating – di cui ho accennato nel precedente articolo del 30 maggio  (clicca il link) - è l’elemento principe con il quale l’istituto di credito decide se affidare o meno l’impresa ed influenza in modo determinante la possibilità di ricevere un finanziamento.

Tipicamente le aziende che fanno ricorso alla leva finanziaria vengono sottoposte dai loro istituti di credito ad un processo istruttorio volto a valutare la capacità di generare flussi di cassa coerenti con le posizioni debitorie, ovvero la valutazione dell’istituto nell’ accertare se l’azienda sara’ in grado di restituire capitale e interessi con regolarità e puntualità.

Il Rating e, uno dei suoi principali contributori, la Centrale Rischi di Banca d’Italia raffigurano due elementi chiave, contribuendo a definire l’affidabilità aziendale all’interno del processo di concessione di un finanziamento bancario. Per l’imprenditore si rende imprescindibile comprenderli a fondo per rendere più efficiente il dialogo con le banche e migliorare l’accesso al credito.

Il “Rating”, che le banche assegnano alle imprese affidate, è una valutazione sintetica della solvibilità aziendale che esprime  quantitativamente la probabilità di insolvenza (PD = probability of default) associata ad una specifica realtà.

Al fine di evitare ripercussioni sul sistema finanziario  generate dall’instabilità di alcuni Paesi o da operazioni di speculazione che hanno carattere globale Le Banche Centrali dei maggiori Paesi Europei hanno raggiunto un accordo, c.d. Basilea giunto oggi alla terza versione, per adottare un sistema comune per la valutazione del rischio di credito, introducendo un set di regole che creano un rapporto diretto tra:

  • la quota di capitale “assorbita” per la banca a fronte del singolo prestito concesso;
  • il livello di affidabilità dell’azienda beneficiaria di tale prestito (espresso dal Rating);

A seguito di tali decisioni – nell’operazione di valutazione del finanziamento – gli istituti sono obbligate a porre in essere operazioni di salvaguardia del proprio capitale attraverso:

  • l’orientamenti dei finanziamenti verso le imprese con Rating migliori, contenendo o azzerando il supporto finanziario ad imprese con rating deteriorati;
  • l’applicazione di tassi di interesse più elevati alle aziende con Rating peggiori, riservando condizioni migliori solo alle imprese con rating eccellenti.

Scopo di questo articolo è informare l’imprenditore che – in particolar modo  in ordine a questi due ultimi punti – per l’impresa, che fa ricorso al credito bancario, è  necessario agire per difendere o migliorare il proprio Rating.

A seguito di una richiesta di concessione di credito, o magari al rinnovo annuale di un affidamento, l’istituto procede all’assegnazione della classe di rating associata all’azienda e con essa la probabilità che diventi insolvente entro i dodici mesi successivi. Un’attività che può essere svolta con due approcci: 

  • ricorrendo ad un Rating esterno, determinato da società specializzate;
  • utilizzando un modello sviluppato dall’istituto bancario e costruito su dati storici del portafoglio clienti a seguito dell’autorizzazione di Banca d’Italia;

All’assegnazione del rating segue l’inserimento dell’impresa in un cluster dove tutte le aziende sono considerate equivalenti in termini di rischio e di condizioni economiche applicabili.

Esistono agenzie specializzate all’emissione di Rating le cui classi vengono sovente prese come riferimento da tutti gli istituti specializzati, classi che vanno da (A, AA, AAA, alla CCC,CCC-). A seguito della raccolta e dell’analisi di informazioni economiche-finanziarie o qualitative, l’istituto può dare avvio al passaggio da una classe all’altra del merito creditizio tra le quali esistono differenze evidenti in quanto si parla sempre e comunque di rischio d’insolvenza e quindi all’aumentare della probabilità di essa le banche dovranno aumentare il pricing applicato per coprire le perdite relative ad aziende che, pur avendo lo stesso Rating, potrebbero – statisticamente -  andare in default nell’arco di 12 mesi:

  • Le classi AAA, AA, A e BBB sono considerate ‘Investment Grade’ ed identificano cluster di aziende più sicure;
  • Man mano che dalla BB si scende verso classi più basse sono considerate ‘Speculative Grade’ o ‘Junk’ ed individuano imprese che dovranno sopportare termini di accesso al credito con costi più elevati, sino addirittura – per alcune classi più – al mancato accesso al credito. 

Verosibilmente il Rating  può essere  annoverato tra gli   strumenti  fondamentali per l’impresa essendo un vero e proprio feedback sul suo stato di salute finanziaria.

Si rende pertanto necessario comprendere le variabili chiave incluse nell’algoritmo di Rating ed utilizzate dalle banche in fase di delibera, affinchè sia possibile  comprendere quali azioni compiere per migliorare il grado di affidabilità finanziaria dell’azienda, per migliorare – come evidenziato poc’anzi, il rapporto fiduciario con i partner finanziari.

In tanti si domanderanno quali siano le azioni per migliorare il giudizio finanziario dell’azienda; occorre partire innanzitutto dal conoscere quali informazioni influenzano il rating, dettagli che vedremo nel prossimo articolo….

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca

Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.

Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.

Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.

Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.

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