Venerdì, 23 Aprile 2021 07:00

Dove ci porta la degustazione – Eisacktal Kellerei Val Isarco In evidenza

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L'Equilibrista intervista Andre Senoner – Una Cantina dalla Val d’Isarco

di L'Equilibrista @lequilibrista27 Parma, 19 aprile 2021- 

Dopo una parentesi davvero interessante che ci ha portato in giro per la Champagne, che per adesso è solo un arrivederci, visto il grande interesse suscitato soprattutto sui social, continuiamo con una cantina che è espressione di una vallata e di una parte davvero rilevante ed unica dell’Alto Adige: la Valle Isarco e la Cantina Kellerei, situata precisamente a Leitach Coste, nel comune di Chiusa.

Ed ecco ancora la scelta del collega Sommelier Andre’ Senoner che ci presenta una Cantina davvero speciale perché testimone di una zona di elezione dell’Alto Adige. La parola a te Andre. 

Dalla Champagne continuiamo il nostro percorso tornando in Italia e nello specifico oggi parliamo della più giovane cantina sociale dell’Alto-Adige: la cantina Valle Isarco che oggi compie ben 60 anni!!! Auguri!!!

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I vini della degustazione digitale del 29 gennaio 2020, presentazione nuovo consulente Riccardo Cotarella e nuovo logo aziendale.

Questa cantina, nata nel 1961, dispone oggi di una produzione di circa 1.000.000 di bottiglie prodotte l’anno, strutturata su ben 150 ettari vitati e costituita da 135 soci conferitori. 

In questo lato del “Sudtirol” troviamo un clima decisamente freddo di montagna, arricchito da molti microclimi che a volte diventano anche rigidi perché vanno dai 400 ai 970 m s.l.m. ed attenuato e reso più mite solo grazie alle usuali giornate soleggiate caratterizzate da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Terreni e sottosuolo sono ricchi di quarzo, roccia granitica e depositi alluvionali, tutti ben drenanti e identificabili per la loro limitata profondità. I vigneti sono invece disposti su molti terrazzamenti che vanno a scolpire queste zone caratterizzandola per una vera e propria viticoltura eroica, che ad oggi mette a dura prova i vignaioli che devono fronteggiare pendenze anche del 15%, quindi una zona dove la fisica sfida l’uomo!

I vigneti di punta della cantina sono il Kerner, vitigno di origine tedesca che nasce dall’incrocio tra un Riesling e il vitigno Trollinger (nonché l’autoctona Schiava) e che prende il nome dal medico e poeta Justinus Kerner che fu tra i suoi primi estimatori. Fin dal 1967, il Kerner veniva coltivato in questa zona del “Sudtirol” perché molto resistente alle gelate ed in grado di esaltarsi alle alte quote, a riprova di questo troviamo vigne di 25 anni di età che oggi ci regalano il “Kerner Aristos”, frutto delle le uve che provengono dalla vicina Val di Funes, oppure il Kerner Sabiona proveniente dal vigneto più importante, un vero “clos”, allevato all’interno delle mura del castello omonimo e che guarda diretto il paese di Chiusa, qui chiamato localmente Klausen. 

L’altro vitigno identificativo della cantina è il Sylvaner, anch’esso originario della zona tedesca del Franken, al centro della Germania vitivinicola, e coltivato molto anche in Alsazia. Fu introdotto agli inizi del 1900 in Alto Adige ed è un vitigno che possiamo considerare ormai perfettamente adattato qui e capace di essere alla base di vini di qualità, dai sentori speziati e di frutta croccante.

Nel corso degli anni, prima Thomas Dorfmann e successivamente uno degli astri nascenti degli enologi altoatesini Hannes Munter, dal 2017 responsabile dei vini, hanno contribuito all’evoluzione tecnica della cantina. Si è passati dalla prolungata sosta sui lieviti alla riduzione al minimo dell’utilizzo della malolattica in cantina, tanto che Hannes è ancora fermamente convinto che il vino si fa in vigna e che in cantina lo si deve solo lasciare riposare al meglio. 

Negli anni questa realtà, che con un importante lavoro di marketing e comunicazione, si è ritagliata uno spazio importante in Italia soprattutto grazie dal suo direttore generale Armin Gratl (dal 2013 in azienda) e di recente con la nomina di consulente aziendale a Riccardo Cotarella. Questa importante e strategica nomina, resa ufficiale nella presentazione del 29 gennaio scorso avvenuta in via digitale sulla piattaforma “zoom” con una degustazione virtuale, ha catturato l’attenzione anche per la presentazione del nuovo logo aziendale. L’enologo Cotarella, dallo scorso Agosto 2020, segue ed affianca Hannes in vigna ed in cantina, con l’auspicio e l’impegno di far compiere un ulteriore step in avanti a livello qualitativo ad una cantina che già ha mostrato ottime referenze ed eccellenze. 

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FT_2_logo.jpegIl nuovo simbolo della Cantina Sociale Vale Isarco

 

 

 

 

 

 

Kerner Aristos 2019, (FT 3)

 FT_3.pngQuesto vitigno da il meglio di sé in questa zona compresa fra i 600 ai 950 m s.l.m, dopo un affinamento del 100% in acciaio.

Un sorso tira l’altro, straordinaria freschezza che si esprime in sentori di pesca, mela cotogna, fiori di sambuco e note di noce moscata. Una veste contemporanea in cui agrumi ed erbe aromatiche concorrono ad un grande piacere di beva, ottima sensazione di intensa salivazione che lascia comunque una bocca asciutta. Negli anni sta dando grande prova di costanza e posso dirlo dopo aver provato numerose di queste annate.

Penso che l’abbinamento più appropriato sia con carpaccio di salmerino in salsa di asparagi e pepe rosa.

 

 

 

 

 

 

Sylvaner Sabiona 2018, (FT 4)

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Altezza ideale di coltivazione dai 500 ai 800 m s.l.m e ricavato da due ettari vitati al di fuori delle mura del Castello di Sabiona. Dopo la fermentazione sulle bucce in acciaio e tonneaux matura per il 100% in quest’ultima, mostrando un vino dalle nuances di genziana e spezie con quel touch di pietra focaia a rinfrescare il tutto, che favorisce la chiusura con una piacevole salinità ed espressività dal carattere pulito. 

 

Vorrei proporre in abbinamento con saltimbocca alla romana, che ne possa esaltare il gusto e soprattutto la sua persistenza aromatica. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kerner Sabiona 2018, (FT 5)

 FT_5.pngAltezza di coltivazione 750 m s.l.m e ricavato da ben quattro ettari vitati all’interno delle mura dell’omonimo Castello di Sabiona. A seguito della fermentazione sulle bucce, effettuata in botte di acacia di cui la Valle Isarco ne è molto rappresentativa, matura in acciaio e legno di media grandezza. Vino di complessità, dalle note di frutta tropicale che vanno dalla papaya, alle spezie come pepe bianco e che terminano su note fumé di idrocarburi, pietra focaia e ricchezza di fine sapidità.

 

Data la sua eleganza e complessità, ho pensato di proporlo in abbinamento con astice alla catalana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da L’Equilibrista @lequilibrista27

Andre Senoner  @andre_somm_