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Domenica, 28 Marzo 2021 07:46

Frammenti di gestione d’impresa, la riclassificazione dello stato patrimoniale In evidenza

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Di Mario Vacca Parma 28 marzo 2021 - Nell’articolo precedente, “interpretazione di bilancio, abbiamo visto che il bilancio descrive - in forma sintetica - il  vero stato di salute di un’azienda attraverso un incrocio di dati che  vanno individuati con un’opportuna riclassificazione.

Oltre il conto economico è necessario riclassificare anche lo stato patrimoniale con una logica leggermente diversa infatti, la riclassificazione dello stato patrimoniale segue dei ragionamenti differenti rispetti a quella di conto economico in quanto vengono ricercate informazioni di altra natura. 

Rammentando che lo stato patrimoniale è  un documento che contiene informazioni riguardanti gli investimenti effettuati per il funzionamento aziendale (attività) e le fonti di finanziamento per tenere in piedi tali investimenti (passività), è possibile individuare due principali criteri di riclassificazione dello stesso  utilizzabili a seconda di diverse logiche aziendali, o delle diverse le informazioni da ricercare che sono il criterio finanziario ed il criterio funzionale.

La riclassificazione effettuata con il criterio finanziario  viene utilizzata quando si ricercano informazioni riguardo la solvibilità dell’impresa e prevede la riorganizzazione delle voci secondo il loro grado di liquidità/esigibilità. Questa modalità fa emergere con chiaramente il capitale circolante ovvero  l'ammontare di risorse che compongono e finanziano l'attività operativa dell’azienda. La logica ( o la variabile) alla base del criterio è quella del tempo, ovvero le tempistiche con le quali le fonti (passività) si estingueranno e gli impieghi (attività) diventeranno liquidi. Per entrambi, il valore è entro od oltre l’esercizio che, come sappiamo in ambito contabile viene definito un arco temporale di 12 mesi. 

La riclassificazione effettuata con criterio funzionale, viene utilizzata quando servono informazioni sulla solidità dell’impresa e prevede la riorganizzazione delle voci in base all’appartenenza – o meno – delle stesse alla gestione caratteristica

Tramite tale criterio si mette in mostra la composizione del patrimonio aziendale al fine di verificare quanto sia legato alla produzione oppure quanto ad aspetti esterni all’azienda e/o di carattere finanziario piuttosto che produttivo.

Ne deriva che quanto è legato direttamente alla produzione viene considerato caratteristico, e pertanto la variabile   da tenere in considerazione naturalmente è la natura della voce di conto. Le attività vengono divise in Attività caratteristiche (immobilizzazioni materiali ed immateriali, rimanenze, crediti commerciali etc), in Attività accessorie(immobilizzazioni non utilizzate per produrre), Attività Finanziarie (partecipazioni e titoli, Banca e Cassa, prestiti), mentre di contro si avranno le Passività Caratteristiche (Patrimonio netto, debiti commerciali, tfr, fondi rischi) e Passività Finanziarie (Mutui, Prestiti, etc).

Con le due riclassificazioni  quindi sarà possibile valutare l’equilibrio finanziario e la solidità patrimoniale pervenendo anche ad altri valori come “il margine di tesoreria” noto per porre all’attenzione la liquidità aziendale o il “margine di struttura” un primo indice tenuto in considerazione dagli analisti bancari per l’accesso al credito, oltre naturalmente “all’indice di indebitamento”, al “quick ratio” ed “all’indice di autonomia finanziaria”. Non viene meno l’indagine secondo il nuovo codice della crisi d’impresa giacché  attraverso la riclassificazione è possibile ricercare gli “indici di liquidità” e di “adeguatezza patrimoniale”.

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca

Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.

Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.

Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.

Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.

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