Venerdì, 29 Gennaio 2021 11:28

Fabio Fecci (ANCI): è imperativo pensare alla ripresa. In evidenza

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Fabio Fecci, Sindaco di Noceto e Vice Presidente ANCI regionale, scrive al Ministro della Salute e ai presidenti della Regione e del nazionale ANCI affinché si mettano in campo azioni anti crisi. "Credo che oggi - dopo undici mesi - sottolinea Fabio Fecci - occorra necessariamente guardare alla ripartenza, e l’imperativo categorico sia quello di un giusto bilanciamento fra la tutela della salute e quella del tessuto economico produttivo, che in certi settori sta davvero collassando."... In allegato la lettera in originale.

 

  • All’attenzione del Ministro della Salute

On. Roberto Speranza 

 

  • All’attenzione del Presidente della Regione Emilia-Romagna 

Dott. Stefano Bonaccini 

 

  • All’attenzione del Presidente di ANCI Nazionale

Dott. Antonio Decaro 

Bologna 28/01/2021 

Prot. n. 33 

Sig. Ministro,  

Sig.ri Presidenti, 

l’attuale stato di emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 sta mettendo in gravissima difficoltà il tessuto economico, produttivo e sociale dei nostri comuni. 

Per questo motivo le locali associazioni di artigianato e commercio hanno inoltrato al Presidente della Regione Emilia-Romagna, alle autorità competenti e a noi sindaci la proposta di riparametrare i dati epidemiologici del territorio parmense su base provinciale e non più regionale. 

Quest’ipotesi, che a mio avviso dovrebbe essere estesa a tutto il territorio nazionale, è stata peraltro annunciata anche dal Premier Conte e ricompresa nel vigente DPCM. Ora abbiamo maggiori conoscenze sul virus e sulla gestione dell’epidemia rispetto ai mesi drammatici in cui ci ha sopraffatto, e possiamo puntare sullo strumento fondamentale dei piani vaccinali, sui quali convogliare tutte le energie e le risorse possibili. 

Premetto che se questa ipotesi fosse stata avanzata nei primi mesi della pandemia non mi avrebbe trovato d’accordo, segnalo che io sono stato uno dei primi Sindaci ad adottare fin dal 23 febbraio provvedimenti restrittivi e di massimo rigore su tutto quanto si svolgeva su suolo pubblico, mercati compresi, attirandomi dapprima molte critiche e successivamente stima e riconoscimento per quanto fatto. 

Credo che oggi - dopo undici mesi - occorra necessariamente guardare alla ripartenza, e l’imperativo categorico sia quello di un giusto bilanciamento fra la tutela della salute e quella del tessuto economico produttivo, che in certi settori sta davvero collassando. In altre parole il modello del lockdown generalizzato dello scorso anno e degli altri provvedimenti restrittivi che sono seguiti negli ultimi mesi del 2020, erano certamente indispensabili, penso per  che ora non siano più sostenibili: occorre piuttosto orientarsi a misure mirate e più di dettaglio, dove il perimetro sono le singole realtà provinciali, che presentano situazioni epidemiologiche molto differenti anche all’interno della stessa regione.  

Due i presupposti sui quali deve necessariamente appoggiarsi questa ipotesi:  

  

  • il costante monitoraggio dell’indice di trasmissibilità da parte delle AUSL e delle Aziende Ospedaliere, in coordinamento con Regione e Ministero della Salute, utilizzando gli attuali parametri che disciplinano la collocazione dei territori nelle varie zone di rischio;
  • una stretta sul sistema dei controlli sull’osservanza delle prescrizioni con un inasprimento delle sanzioni per chi trasgredisce. 

Anche se il trend dell’epidemia oggi ci apre ad un cauto ottimismo e tutti auspichiamo che possa costantemente migliorare fino a portare tutte le regioni in “zona gialla”,  un sistema di classificazione  territoriale su base provinciale avrebbe anche il vantaggio di riuscire ad “isolare” in maniera mirata e tempestiva  le province  che presentano parametri negativi e quindi un alto livello di rischio, che invece oggi -  con l’attuale metodologia e  se comprese in una regione che presenta globalmente parametri buoni -  sono regolate da misure più morbide e quindi meno efficaci a ridurre i contagi. Ovviamente gli spostamenti sarebbero possibili solo fra territori provinciali limitrofi classificati come “gialli”, salvo che per le note motivazioni, salute, lavoro, comprovate necessità. 

Un altro tema importante a favore, è quello dei ristori economici: la parametrazione su base provinciale permetterebbe di rimodularne il piano di assegnazione, per trasferire alle attività commerciali presenti nei territori interessati dalle chiusure più rigide le risorse destinate a quelle che, passando in zone a minor rischio, possono riprendere a lavorare.  In questo modo, da subito, interi comparti in sofferenza potrebbero riattivarsi.  

Un dato su cui riflettere è che – per citare la mia regione, l’Emilia Romagna – cinque province su nove – fra cui Parma - potrebbero già da ora passare a “zona gialla”. 

Penso che non sia più possibile procrastinare strategie - pur nel massimo rispetto delle prescrizioni sanitarie - atte a tentare soluzioni alla crisi profonda che stiamo attraversando, che da sanitaria si è progressivamente estesa, con uguale virulenza e velocità, a tutto il mondo produttivo, per questo chiedo che la presente proposta possa essere concretamente esaminata con la dovuta attenzione nelle sedi competenti, al fine di poterne dare concreta e rapida attuazione.  

Cordiali saluti 

Fabio Fecci 

Vice Presidente  

Delegato Politico alla Protezione Civile, Sicurezza e Polizia Municipale,  

Coordinatore provincia di Parma, Consigliere nazionale ANCI e 

Sindaco di Noceto 

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