Martedì, 15 Dicembre 2020 17:55

Prevenire un fallimento annunciato: perché è importante fare un programma di incubazione prima di fondare una startup In evidenza

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Le statistiche sulle startup sono deprimenti perché alcune idee diventano imprese senza aver seguito il giusto iter di validazione tramite un programma di incubazione: Startup Geeks spiega perché farlo e come sceglierlo.

12mila sono le startup attive in Italia. Di queste molte falliranno entro il primo anno dalla fondazione, altre entro i 3 anni, rimpolpando le statistiche poco rassicuranti sulla precaria vita dell’imprenditoria dell’innovazione.

Proprio da queste statistiche, Startup Geeks, la community degli startupper italiani, ha dato vita quest’anno allo Startup Builder, un programma di incubazione online che rispetto a progetti simili ha un imperativo: non fondate la vostra startup prima di completare il percorso.

Il perché è molto semplice: alcune idee di business non hanno un mercato di riferimento ovvero futuri clienti. Fondare una startup che già sarà destinata al fallimento senza aver fatto le giuste analisi è una perdita di tempo, denaro ed energie.

Il senso di un percorso di incubazione è riuscire a capire in breve tempo se la propria idea ha un mercato e se può diventare profittevole. Speriamo che i progetti che vengono ammessi possano, dopo tutte le analisi effettuate durante il percorso, diventare un’impresa innovativa. Allo stesso tempo se le analisi non danno il risultato sperato, anche decidere di abbandonare può essere una vittoria: il tempo è la risorsa più preziosa che abbiamo ed è giusto scegliere velocemente su quali progetti focalizzarsi. Se noi stessi avessimo fatto lo Startup Builder, probabilmente avremmo risparmiato 6 mesi per arrivare alle stesse conclusioni.” spiega Alessio Boceda, co-fondatore di Startup Geeks.

Solo una volta completato il percorso di incubazione gli imprenditori, seguiti da mentor appropriati, potranno capire a seconda dei risultati ottenuti se dare vita ad una startup o se lasciar perdere un’idea, risparmiando mesi di lavoro su qualcosa che non porterebbe a nulla.

“Questo è il nostro obiettivo: fare in modo che chi segua il programma di incubazione abbia chiaro che la sua idea potrebbe risultare non essere fruttuosa. Ecco perché parte del successo dei programmi di incubazione è avere i ringraziamenti degli imprenditori a cui è stato reso chiaro che il percorso che avevano in mente altro non era che un fallimento annunciato.” spiega Giulia D’Amato, co-fondatrice di Startup Geeks.

Cos’è un programma di incubazione e quali elementi deve avere

Un programma di incubazione è un vero e proprio percorso di alcune settimane in cui gli imprenditori o aspiranti tali dovranno avere del supporto dal punto di vista della formazione, della mentorship e del network per capire se la propria idea imprenditoriale può avere o meno un futuro.

Alcuni programmi sono fisici, in presenza, e possono dare anche degli spazi di lavoro condiviso mentre altri, quelli online, vengono gestiti interamente da remoto con l’ausilio di diversi tool che agevolano la comunicazione tra imprenditore e gli interlocutori con cui si interfaccerà, dando la possibilità a chiunque, ovunque, di intraprendere il percorso, eliminando le barriere geografiche che spesso rischiano di essere discriminatorie per chi non è nelle città dell’innovazione italiana.

Il programma di incubazione per alcuni potrà essere il momento in cui si capisce che la propria idea non ha un futuro mentre per altri, quelli con le idee con più spazio nel mercato di riferimento, può essere un trampolino di lancio grazie ad un evento finale in cui si presenta il proprio progetto ad un gruppo di investitori con l’obiettivo di catturare il loro interesse, proseguire le conversazioni e ottenere un finanziamento per la propria idea imprenditoriale.

Ciò che è importante per valutare la serietà di un incubatore, oltre all’analisi dei mentor, del network e del percorso in tutte le sue sfaccettature, è anche la possibilità di candidarsi al percorso e non semplicemente accedere pagando:questo aspetto conta perché mette una sorta di bollino di qualità all’incubatore che non è interessato solamente a generare fatturato ma a selezionare delle idee che potenzialmente potrebbero avere un mercato e scartare già da subito quelle che sono già viste o che già a livello preliminare si rivolgono ad una nicchia troppo piccola per riuscire a scalare” spiega Alessio Boceda.

Gli elementi da sapere prima di candidarsi ad un incubatore

Per candidarsi ad un incubatore con la propria idea di business e lavorare per farla diventare una startup innovativa, bisogna prendere in considerazione alcuni elementi per risultare credibile durante la fase di candidatura:

  1. conoscere il mercato a cui si vuole approcciare;
  2. avere chiaro il problema che la propria idea di business vorrebbe risolvere;
  3. avere chiara la proposta per la risoluzione del problema.

I numeri del primo anno dello Startup Builder e le 40 imprese che sono sfuggite al fallimento

Su 310 startup candidate alle 4 edizioni dello Startup Builder, sono state scelte 143 startup per il percorso di incubazione, di cui solo 56, le più promettenti, hanno avuto la possibilità di raccontare la loro idea di business ai più di 100 investitori presenti ai 5 eventi dedicati.

In questo primo anno di attività hanno deciso gratuitamente di fare da mentor oltre 50 top manager e imprenditori con esperienza nel mondo startup, segno che nonostante le statistiche e il periodo storico, c’è molta fame di innovazione e di voglia di contribuire allo sviluppo delle imprese future.

Di questi imprenditori che hanno partecipato al nostro incubatore online, 40 hanno deciso di lasciar perdere la loro idea: i dati sono stati chiari e hanno mostrato una probabilità di insuccesso troppo alta per poter proseguire. Ciò di cui siamo felici è che comunque non hanno desistito e stanno studiando nuovi mercati, nuovi target e nuove idee per poter portare creare qualcosa di innovativo, di utile e di scalabile che possa davvero avere il giusto potenziale per non cadere nelle statistiche negative del mondo startup.” concludono i fondatori di Startup Geeks.