Giovedì, 18 Giugno 2020 09:42

L’Italia è un Paese avviato al tramonto? In evidenza

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di Matteo Impagnatiello Parma, 17 giugno 2020 - Evidentemente i gruppi di esperti (le cosiddette task forces) incaricati di studiare e fronteggiare la crisi in campo sociale ed economico, sebbene composti da oltre un migliaio di tecnici, non erano poi così tanti: come si sa, il presidente del Consiglio ha rilanciato con gli Stati generali. Intanto nel nostro Paese, già provato dalla Grande Recessione del 2007-2008, continua a imperversare la più grossa crisi dai tempi della seconda guerra mondiale.


Nelle scorse settimane, l’Istat stimava una marcata contrazione del Pil, con una discesa dell’8.3% e una parziale ripresa nel 2021, con una stima al rialzo del 4.6%. Ai vari indici economici contraddistinti dal segno negativo, vanno aggiunti i ritardi e/o mancate erogazioni del bonus 600 euro e della cassa integrazione. Confindustria ha tuonato contro l’Esecutivo, che pare immobile e confuso sulla strada da prendere per circoscrivere le drammatiche conseguenze della pandemia di coronavirus.

Molti ricorderanno i numerosi Don Ferrante, di manzoniana memoria, che pullulavano sia nell’attuale maggioranza sia nell’entourage gravitante intorno alla sinistra di governo, i quali, al pari del personaggio dei Promessi Sposi, promuovevano campagne del tipo “abbraccia un cinese” o sostenevano che si trattava di “poco più che un raffreddore”.

Dopo aver relegato il malessere socio-economico alle chiacchiere delle stanze di Villa Pamphili, il Governo ha deciso di dedicare energia e tempo nel modificare i Decreti sicurezza, peraltro approvati con la firma dello stesso Conte e di Maio, con buona pace degli italiani alle prese con la sfavorevole congiuntura economica: come se la madre di tutte le battaglie fosse la cancellazione di quanto di buono sia stato prodotto dal precedente Governo.

Non mancano neppure continui allarmi sul pericolo di derive illiberali e minacce per la democrazia, sventolando all’occorrenza lo spettro del fascismo. Viene da dire che i primi ad aver attentato alla democrazia sono proprio coloro i quali hanno costruito il moloch burocratico europeo, che non permette ai cittadini di pronunciarsi; coloro i quali hanno vietato ai cittadini di schierarsi contro la politica del 3% di deficit/Pil: tali regole non solo si sono mostrate inefficaci, ma le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

L’Italia deve tornare a rivestire un ruolo di grande potenza ed esercitare liberamente la propria sovranità politica, economica e monetaria. Per questo, vanno combattute con forza e rispedite al mittente precise strategie di altri Paesi che tendono a impoverire l’Italia, per colpire i suoi interessi e costringerla in una posizione minimalista e di subalternità. Ma occorre soprattutto che gli italiani tornino a crederci, coadiuvati da governi composti da figure competenti che abbiano a cuore il supremo interesse nazionale.

“L’Italia può farcela, e può farcela da sola”, sostiene l’economista Alberto Bagnai.