Mercoledì, 20 Novembre 2013 09:23

Sanità, AUSL unica in Romagna. E' legge. In evidenza

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Sede Regione Emilia Romagna - foto repertorio - Sede Regione Emilia Romagna - foto repertorio -


Una risposta alla sfida dei "tagli". Salvaguardati i diritti dei lavoratori e introdotta la partecipazione dei territori.

Bologna, 20 Novembre 2013 - -

L'Ausl unica della Romagna è legge. "Nuovo assetto istituzionale dei servizi sanitari delle quattro attuali aziende sanitarie di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini in un'unica Azienda (Usl di Romagna); ingresso della Regione nel capitale sociale dell'Irst di Meldola al fine di acquisire la quota di maggioranza relativa nella compagine societaria": queste le finalità della proposta di legge, d'iniziativa della Giunta, approvata oggi a maggioranza dall'Assemblea legislativa regionale. Contrari: Pdl, Lega nord, Mov5stelle e Gabriella Meo di Sel-Verdi. Astenuti: Udc e Gian Guido Naldi di Sel-Verdi. Approvata anche una risoluzione presentata da Fds (prima firmataria Monica Donini), Pd, Idv e Matteo Riva (Misto); contrari al documento si sono espressi Pdl e Lega nord. Astenuti Sel-Verdi, Udc e Mov5stelle.

Soddisfazione è stata espressa dal relatore del provvedimento di legge, Roberto Piva (Pd): "Un atto - ha detto - molto, molto importante. Una innovazione che sarà da esempio per altri territori, non solo della nostra regione".

La scelta di arrivare ad una Ausl unica della Romagna, si legge nella relazione di accompagnamento al progetto di legge varato, si inserisce in un contesto normativo e organizzativo che, sia a livello nazionale che in ambito regionale, ha posto "al centro delle politiche pubbliche processi e misure di razionalizzazione amministrativa e unificazione di enti e servizi pubblici, in particolare di piccole dimensioni, con la finalità di garantire il contenimento della spesa pubblica, l'adeguatezza delle funzioni gestionali e la conseguente liberazione di risorse economiche". Tra gli obiettivi: "La riduzione degli apparati burocratici amministrativi, necessaria in un momento di forte contrazione delle risorse messe a disposizione del Servizio sanitario regionale, che induce pertanto a ripensare i modelli organizzativi in un'ottica di integrazione funzionale e strutturale idonea a mantenere i servizi alla persona secondo gli attuali standard qualitativi e quantitativi".

Le quattro aziende afferenti all'Area Vasta Romagna hanno già realizzato alcune forme di consolidamento "che hanno determinato il miglioramento della qualità tecnica del processo assistenziale, attraverso la costituzione di gruppi professionali ad hoc con lo scopo di concertare le politiche di erogazione dei servizi e la realizzazione di forme di produzione coordinata di servizi in cui la gestione operativa è affidata a una delle aziende (Centrale operativa dell'Avr e Laboratorio di Pievesestina)". Sono poi in atto dei processi di concentrazione strutturale delle funzioni tecnico-amministrative. Nelle intenzioni della Giunta, "la realizzazione dell'Azienda unica persegue in particolare l'obiettivo di potenziare la qualità, l'omogeneità e l'appropriatezza dei servizi di tutela della salute nell'interesse delle persone e della collettività. I medesimi obiettivi di innalzamento del livello qualitativo dei servizi sono altresì perseguiti mediante lo sviluppo dell'Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori - Irst di Meldola - in un'ottica di piena integrazione con la costituenda azienda unica e negli assetti del Servizio sanitario dell'Emilia-Romagna".

Per Gianguido Bazzoni (Pdl), relatore di minoranza, che insieme ai colleghi Luca Bartolini e Marco Lombardi ha presentato una proposta di legge alternativa finalizzata all'istituzione di tre nuove aziende sanitarie unificate (Bologna, Estense e Emilia), ha parlato di "legge istitutiva e non organizzativa, che rischia di creare uno scollamento tra territorio e il livello istituzionale". Bazzoni, a questo proposito, ha sottolineato l'esigenza "di dare più poteri ai sindaci e alla Conferenza territoriale, rispetto a quelli conferito al Direttore generale". Infine, il relatore di minoranza ha chiesto alla Regione "l'impegno a promuovere la clinicizzazione per i corsi di laurea di alcune specialità valorizzando le eccellenze sanitarie presenti nel territorio dell'Ausl di Romagna".

Respinti sette emendamenti. Tre a firma Gian Guido Naldi (Sel-Verdi). In particolare, in essi veniva richiesto, in sede di decisioni della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, una maggioranza qualificata di almeno i due terzi degli Enti locali. Nei due emendamenti presentati dal Pdl e respinti, si chiedeva "la non partecipazione dei direttori generali alla individuazione della sede provvisoria dell'Ausl unica". I due emendamenti presentati dall'Udc (sottoscritti anche da Pdl e Lega nord), chiedevano di "garantire maggiormente la partecipazione degli erogatori privati accreditati, insieme agli erogatori pubblici, alla piena realizzazione di un servizio di tutela della salute e una partecipazione delle parti sociali alla concertazione e al confronto".

Il dibattito in aula si era concentrato fortemente sul mantenimento della qualità dei servizi, sulla necessità di una partecipazione dei territori e ovviamente sulla salvaguardia dei diritti dei lavoratori.

SANITÀ. AUSL UNICA ROMAGNA, DIBATTITO IN AULA: "RISPONDIAMO A SFIDA TAGLI" - "A RISCHIO NOSTRE ECCELLENZE"

Da una parte la maggioranza che, pur con alcune eccezioni, difende quella che ritiene una scelta dettata dalla necessità di anticipare, piuttosto che subire, dei meccanismi di riorganizzazione territoriale inevitabili, data la dimensione delle aziende sanitarie coinvolte, dall'altra l'opposizione, che accusa la Giunta di chiedere l'approvazione a scatola chiusa di un progetto a cui però manca un piano industriale definito: è stato preceduto da un lungo dibattito il sì definitivo al progetto di legge sull'istituzione dell'Azienda Usl unica della Romagna, confronto che ha impegnato i lavori dell'Assemblea legislativa per la seconda parte della seduta antimeridiana e per tutta quella pomeridiana di oggi.

Per Luca Bartolini (Pdl),"l'obiettivo dell'Assemblea dovrebbe essere quello mantenere l'alta qualità dei servizi presenti al momento in Romagna, invece siamo di fronte al rischio di un vero e proprio smantellamento delle nostre eccellenze- accusa-, di fatto sarà una sperimentazione sulla pelle dei cittadini, e come se non bastasse solo di quelli della Romagna, una scelta difesa parlando di cifre che assolutamente non tornano". Mauro Manfredini (Lega Nord) ricorda le "perplessità espresse in primo luogo dai medici" e annuncia il parere contrario del suo gruppo perché "siamo di fronte ad una scatola vuota su cui la Giunta chiede un voto di fiducia che però non ha ragione di essere". Al contrario, Tiziano Alessandrini (Pd) rivendica una scelta fatta "non per rincorrere problemi o emergenze, ma per anticipare eventuali criticità legate alle dimensioni delle singole aziende. Questo è il primo vero percorso intrapreso dopo anni di sterilità progettuale, e ovviamente come per ogni processo innovativo serve del coraggio per portarlo avanti".

Gabriella Meo (Sel-Verdi) parla invece di "situazione molto complicata, dove era inevitabile la creazione di dinamiche territoriali contrapposte, la scelta a senso unico portata avanti dalla Giunta ci costringe a una riorganizzazione che tralascia la partecipazione da parte dei territori, ora è a rischio la qualità dei servizi offerti, e ciò ci preoccupa particolarmente".

Per Monica Donini (Fds) "bisogna razionalizzare i costi ma solo con operazioni che non sottraggono garanzie ai cittadini, quindi una condizione obbligatoria per questo processo è mantenere inalterata la quota del Fondo sanitario destinata alla Romagna, oltre che un governo partecipato della elaborazione della politica sanitaria". Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), invece, avverte sul fatto che "gli obiettivi di questo progetto di legge sono ambiziosi, complessi e difficilmente interpretabili, non si può pensare ci sia una unica soluzione sicuramente migliore delle altre, le organizzazioni troppo centralizzate hanno creato sempre dei problemi con i cittadini, dobbiamo poter determinare anche il processo di riorganizzazione, mettendo al primo posto la salvaguardia dei servizi e del personale". Mario Mazzotti (Pd) ricorda che "la vera sfida della sanità ora è la sostenibilità, e questa nuova dimensione è la nostra risposta ai bisogni del territorio, il nostro obiettivo è aumentare la qualità dei servizi, non ci saranno tagli ma solo rafforzamenti alle funzioni sanitarie, affronteremo e governeremo la fase di passaggio".

Silvia Noè (Udc) lamenta che "la concertazione del progetto di riorganizzazione doveva coinvolgere tutte le parti e non limitarsi alle conferenze territoriali, in linea di principio il giudizio sarebbe anche positivo se non fosse per alcuni particolari tecnici su cui confido si interverrà in fase di emendamento".

Secondo Thomas Casadei (Pd),"in Romagna i cittadini non saranno affatto cavie ma partecipi di un percorso di costruzione di un sistema che vuole insieme offrire una maggiore qualità dei servizi e una prossimità adeguata, il progetto prevede una strutturazione molto articolata sul piano territoriale". Andrea Defranceschi (M5s) in fase di dichiarazione di voto accusa: "Il progetto è solo una cornice a cui manca il quadro, che in questo caso è la concertazione; delegando alle conferenze territoriali si finisce in verità per cancellare la partecipazione, è risaputo che in quelle sedi contano i dirigenti Ausl e non i sindaci". Per Stefano Cavalli (Lega Nord),"siamo di fronte ad una approvazione solo di tipo fiduciario, il piano industriale non c'è o è tenuto nascosto dalla maggioranza, forse a causa dei malumori delle amministrioni locali, l'unica certezza per ora è il dominio e il controllo assoluto della politica sulla sanità in Romagna".

In conclusione del dibattito generale, l'assessore alla Sanità, Carlo Lusenti, è intervenuto per replicare ad alcune affermazioni dei consiglieri: "Vogliamo costruire il futuro prima di essere costretti a subire i cambiamenti, l'obiettivo di questo progetto non è fare risparmi, anzi vogliamo investire ogni centesimo possibile- spiega-, non si può parlare di mancanza di partecipazione dopo un confronto aperto durato due anni, con decine e decine di incontri nei territori, la nostra scelta è il modo migliore per garantire ai cittadini il loro diritto all'assistenza con questi livelli di qualità, anche altre Regioni ci seguiranno".

SANITA'. AUSL UNICA ROMAGNA, APPROVATA RISOLUZIONE FDS, PD, IDV E RIVA (MISTO): PARTECIPAZIONE TERRITORI E SALVAGUARDIA DIRITTI LAVORATORI

Assicurare nel governo della nuova azienda sanitaria unica della Romagna le relazioni istituzionali disciplinate dalla legge 29/2004 attraverso lapiena e costante partecipazione delle comunità locali ai processi di programmazione e di valutazione dei servizi e della loro gestione; perseguire gradualmente la ridefinizione della rete assistenziale e di quella ospedaliera, garantendo contestualmente l'implementazione dei servizi territoriali esistenti attraverso la realizzazione dei nuclei di cure primarie, delle Case della Salute, rimuovendo quegli ostacoli che ne hanno impedito finora la diffusione generalizzata. Ancora: vigilare affinché la qualità dei servizi sia adeguata allo stato delle conoscenze del momento e della massima efficacia ed efficienza nell'assolvimento dei bisogni. Sono alcune delle richieste rivolte alla Giunta regionale e contenute in una risoluzione presenta dai gruppi Fds, prima firmataria Monica Donini, Pd, Idv e Matteo Riva (Misto), approvata a maggioranza dall'Assemblea legislativa contestualmente al via libera alla legge che istituisce l'Ausl unica della Romagna.

Nel documento si chiede inoltre di assicurare un'articolazione organizzativa che garantisca condizioni di prossimità e equa accessibilità ai servizi e di operare per la massima valorizzazione del ruolo dei Distretti socio sanitari, da intendersi come "maglia base" di una rete di servizi territoriali integrati, all'interno della quale garantire l'intera gamma dell'assistenza primaria alla persona e in base alla quale strutturare l'articolazione dell'azienda unica, pensando, ad esempio, ad un'azienda organizzata per "divisioni distrettuali". Il Distretto dovrà essere dotato di margini di autonomia finanziaria, programmatoria, tecnica e gestionale, per garantire l'intera gamma dei servizi, integrandoli con quelli erogati dalla rete ospedaliera e dall'assistenza primaria. Inoltre, si dovrà garantire l'equità del contributo alla nuova azienda da parte delle aziende sanitarie confluenti per ridurre il rischio che quelle realtà che oggi si trovano in condizione di equilibrio si sentano ulteriormente chiamate a sostenere gli effetti di piani di rientro di altre aziende che non sono ancora conclusi.

Nella risoluzione, infine, si chiede di valorizzare sempre più i percorsi di integrazione avviati fra le aziende e i servizi e delle funzioni di eccellenza di portata romagnola e regionale già consolidate, e confermare - compatibilmente con la programmazione regionale della rete ospedaliera e dei servizi - l'assetto distributivo esistente sia per le discipline specialistiche, sia per le attività distintive di livello ospedaliero e territoriale (secondo il modello "hub&spoke"), al fine di offrire la migliore qualità e di determinare la tendenziale autosufficienza della Romagna per le prestazioni di terzo livello oggi non garantite direttamente da strutture pubbliche. Bisognerà poi stabilire che la riorganizzazione dei servizi dovrà intervenire - ferma restando la salvaguardia dei diritti acquisiti delle lavoratrici e dei lavoratori – essenzialmente sui servizi non sanitari, che possono essere utilizzati da tutte le aziende e la cui localizzazione non influenza l'accessibilità e la qualità dei servizi alla persona. Ancora: in base al documento si dovrà supportare l'intero processo di riorganizzazione adottando provvedimenti volti alla tutela e alla crescita professionale della base occupazionale, sfruttando tutte le leve di gestione delle risorse umane in grado di sostenere i cambiamenti che inevitabilmente interesseranno una parte non irrilevante del personale (formazione, sistema incentivante anche integrato con parte delle economie di gestione generate dalla riorganizzazione, informatizzazione, ecc...); garantire che le economie di gestione che su base pluriennale si libereranno - attraverso la riduzione di costi generali di amministrazione, l'allineamento dei costi di produzione, il risparmio delle spese relative ai costi di transizione attualmente in essere fra le 4 Asl romagnole per i contratti di fornitura – saranno utilizzate per potenziare la qualità e la quantità dei servizi sanitari offerti ai cittadini e monitorare l'andamento del processo riorganizzativo e l'impatto sul territorio, coinvolgendo, oltre all'Assemblea Legislativa, in specie la Commissione competente, anche le comunità locali e i soggetti della partecipazione ammessi ai sensi della legislazione regionale.

(Fonti Regione Emilia Romagna)