Redazione

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Nel 17° libro che vede protagonista il commissario uscito nel 1999 dalla penna di Luigi Guicciardi un serial killer miete vittime illustri nel mondo del pallone. E, ancora una volta, a fare da sfondo è Modena, ma il volto "bene" della città della Ghirlandina ha anche un lato oscuro.

Di Manuela Fiorini

MODENA – Il corpo di Lorenzo Mistero, medico sociale della Modenese Calcio, squadra che milita in serie B, viene trovato nel Parco Ferrari di Modena. Sul cadavere ci sono evidenti segni di tortura. Chi poteva odiarlo tanto da ucciderlo in maniera così brutale? Per scoprirlo viene chiamato il commissario Giovanni Cataldo, che si troverà a indagare nel mondo del calcio modenese, tra luci e ombre. Le cose si complicano, tuttavia, quando viene ucciso anche il bomber brasiliano della squadra, idolo dei tifosi, ma, soprattutto, delle tifose e fidanzato con la figlia del ricco sponsor. È questa la trama di Nessun posto per nascondersi, 17° romanzo che vede protagonista l'investigatore nato dalla penna di Luigi Guicciardi, modenese, insegnante di liceo, critico letterario e con una passione per il giallo. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare come nasce questa nuova avventura, qualche curiosità sulla trama e anche qualche anticipazione per il futuro.

In questo nuovo romanzo il commissario Cataldo si trova a indagare su una serie di omicidi che coinvolgono il mondo del calcio modenese. Come mai hai scelto questo contesto? C'entra qualcosa il tuo essere tifoso o le recenti "disavventure" del Modena Calcio?
"Le recenti disavventure del Modena Calcio non hanno influito, dal momento che questo romanzo l'ho ideato e scritto molto prima che il Modena F.C. dichiarasse fallimento e di conseguenza venisse radiato dal calcio professionistico. E ciò risulta evidente anche dalla peculiarità della trama: nel mio giallo si parla della Modenese Calcio, che milita nel campionato nazionale di serie B, ha appena sfiorato i play off per la promozione in A, ha un ricco sponsor, fior di calciatori anche stranieri, e così via. Una società ben strutturata, insomma, con un organico importante, che una serie di delitti viene a insanguinare in modo tragico e inaspettato. C'entra molto, invece, il mio essere tifoso di calcio, che seguo da sempre con passione e che finora mi mancava come location per i miei gialli con Cataldo. Credo inoltre che avesse ragione Desmond Morris, che in un suo saggio di molti anni fa, La tribù del calcio, definì questo sport una vera e propria "visione del mondo", in quanto richiede ai suoi praticanti quelle stesse qualità o caratteristiche umane che sono fondamentali per la vita – quotidiana e sociale – di ognuno di noi".

Ancora una volta a fare da sfondo alle indagini è una Modena riconoscibilissima per chi ci è nato, ma anche per chi è stato solo "di passaggio" in città. Nelle intenzioni dell'autore, che Modena è quella di "Nessun posto per nascondersi"?
"È una Modena reale, contemporanea, ma al tempo stesso diversa da quella dei romanzi precedenti, quando il lettore era chiamato a viaggiare tra le comunità di recupero dei tossicodipendenti, i profughi di guerra, i rancori universitari, il vizio del gioco, l'usura, il mondo dorato dei gioielli e del collezionismo, e via via delle gallerie d'arte, dei licei e delle parrocchie. Qui c'è una Modena abbiente: per interrogare i calciatori o il presidente della squadra Cataldo va in viale Reiter, in viale Vittorio Veneto, in largo Aldo Moro, nei palazzi più belli. Però c'è anche la periferia, la Madonnina, la Crocetta, quartieri meno eleganti. Una pittura di Modena, del resto, che di romanzo in romanzo cambia, si evolve o si involve, così come cambia lo stesso commissario, che invecchia di anno in anno. Non va dimenticato che questo è il 17° giallo della serie che ho cominciato nel '99, e le varie "puntate" rappresentano anche lo sviluppo di questa città".

In questo tuo ultimo romanzo troviamo ancora Lea Ghedini, la giovane ispettrice che ha fatto da coprotagonista a Cataldo nel libro precedente "Una tranquilla disperazione". Se le avventure di Cataldo fossero una serie TV, potremmo dire che il personaggio di Lea diventerà un "regular"?
"Potrebbe, ma direi di no, che non è conveniente. Cataldo è più convincente come uomo solo, sempre più malinconico e riflessivo, che tiene a bada i ricordi familiari e i rimpianti sentimentali col lavoro, in cui ha raggiunto il culmine della maturità professionale, soprattutto per l'esperienza sviluppata e la conoscenza ormai completa che ha di Modena e dei modenesi. La sua infatuazione per Lea Ghedini, difficile e tardiva, è di quelle che difficilmente hanno un futuro".

Calciatori, procuratori, allenatori, sponsor, ricchi industriali...si potrebbe dire che "il riferimento a fatti, personaggi realmente accaduti non è puramente casuale?
"Infatti. Di là da quella foglia di fico che è la dichiarazione preliminare – cautelativa e di prammatica – che si tratta di un "romanzo di finzione", si sa che si parte spesso da persone reali e conosciute, che poi s'incarica di modificare (poco o tanto) quel fenomeno psicologico particolare che è la fantasia di ogni scrittore".

Una curiosità sui cognomi dei tuoi personaggi. Alcuni sono prettamente modenesi, come Pellacani, Aggazzotti, Tarabini, Parmigiani, altri sembrano riflettere le caratteristiche del personaggio, come Mistero, Pivello...un caso oppure no?
"Il battesimo onomastico di un personaggio è sempre un'operazione calcolata. E nel caso di questo romanzo, molti cognomi – come Mistero, Pivello, Riso, Parmigiani e altri ancora – per associazione d'idee, sinonimia, assonanza o altro alludono a quelli reali dell'organigramma del Modena F.C. negli anni tra il 2012 e il 2014. Ovviamente lascio al lettore modenese, che abbia memoria e sia anche tifoso, la possibilità di identificarli, se avrà voglia di farlo".

Come nei precedenti romanzi che vedono protagonista il commissario Cataldo, anche in "Nessun posto per nascondersi" la trama è molto complessa, i personaggi sono delineati nella loro personalità e psicologia, ci sono elementi di indagine, di anatomopatologia forense, di medicina...Come nasce un'avventura del Commissario Cataldo? Come ti documenti per descrivere le parti più complesse?
"Tutto nasce da uno spunto imprevedibile, offerto di volta in volta da una notizia di cronaca, dalla sequenza di un vecchio film, dal ricordo di una pagina letta, da una vecchia memoria di famiglia... Poi, una volta presa forma la trama, giro per Modena per trovare le location più plausibili alla storia: per esempio, per la Modena-bene, viale Moreali o Montale; per la Modena popolare o imbarbarita, certe periferie come la Madonnina o la Sacca... Per i dati tecnici di medicina legale, di balistica o altro, ricorro invece alla consultazione di manuali specialistici o alla benevolenza di qualche conoscente, che di mestiere fa l'armiere o il medico di base (e che regolarmente ringrazio in nota)".

Recentemente, hai partecipato con tuoi racconti ad alcune antologie, tra le ultime "L'anno di fuoco – Modena nel Sessantotto" e "Giallomodena". Che cosa "bolle in pentola" per il futuro? Avremo altre avventure di Cataldo oppure hai intenzione di esplorare altri contesti?
"Il prossimo romanzo vedrà ancora Cataldo indagare nella Modena-bene. In particolare, si parlerà di chirurgia estetica e ci sarà anche uno spazio concesso per la prima volta a Sestola, la "perla dell'Appennino". E le vittime, ahimè, saranno tutte donne: sarà un giallo sul tema tristemente attuale del femminicidio".

SCHEDA DEL LIBRO
Luigi Guicciardi
Nessun posto per nascondersi
Fratelli Frilli Editori – collana I Tascabili
Pag 300 - € 12,90

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Dal 6 all'8 aprile 2018 alla Fiera di Modena. L'evento continua a crescere e passa da due e a tre giornate. Tra le novità Play Kids, dedicato alle famiglie anche con bimbi piccoli e Play Trade destinato ad editori, illustratori, autori e gestori di negozi. Focus sull'importanza dell'intrattenimento educativo e sul tema "Gioco ed Errore". Tema storico dell'anno il 1968.

 

Oltre 22 mila metri quadrati (l'equivalente di venti campi da tennis) dove immergersi con tutta la famiglia nel mondo dei giochi da tavolo con i grandi classici e le ultime novità; un padiglione "Kids" a misura di bambino con laboratori e attività interattive pensate per i più piccoli che con i loro genitori potranno sperimentare i nuovi prodotti concepiti anche per chi è in età d'asilo; il primo evento "business" in Italia dedicato esclusivamente agli attori professionali del gioco da tavolo con più di 200 iscritti e sale dedicate. Eventi straordinari per un'edizione speciale, la decima di Play-Festival del Gioco, la più grande manifestazione italiana dedicata al gioco da tavolo che in occasione del decimo compleanno porta in scena a ModenaFiere il 6,7 e 8 aprile 2018 l'edizione dei record con un ricco programma di appuntamenti e tantissime novità.

Dall'aggiunta di una giornata, che da due diventano tre, all'allestimento di Play Kids, dall'appuntamento Play Trade riservato agli operatori di settore al grande ritorno in Fiera dei LARP, i giochi di ruolo dal vivo. E poi l'unica qualificazione europea – ad oggi - del gioco di carte e dadi "Star Wars: Destiny" con partecipanti provenienti da più Paesi, i migliori esperti italiani di Edutainment che raccontano l'importanza dell'intrattenimento educativo, incontri e dibattiti sul tema "Gioco ed Errore", straordinari eventi serali dedicati ai giochi di ruolo. Il tutto con un nuovo logo rivisitato dal fumettista Lorenzo Ceccotti e con il vecchio e vincente concetto fondante del Festival dalla sua nascita ad oggi, ovvero: entra, scegli, gioca.

Organizzato da ModenaFiere con le associazioni ludiche Club TreEmme, La Tana dei Goblin e Gilda del Grifone il Festival del Gioco più atteso in Italia – che nella scorsa edizione registrò 35 mila visitatori – in questi mesi ha arricchito il suo carnet dando vita alla ludoteca più grande d'Italia.

Per info su programma, orari e costi si rimanda al sito ufficiale dell'evento www.play-modena.it 

Mercoledì, 04 Aprile 2018 14:58

La mostra "Pop Vision" di Sasha Torrisi

Dal 5 al 30 aprile lo spazio espositivo LaZona, presso il Centro Cinema Lino Ventura, ospiterà la mostra "Pop vision" di Sasha Torrisi.

L'esposizione "POPvision" nasce con l'intento di rappresentare in chiave Pop l'Italia dei grandi cambiamenti dal dopoguerra ad oggi. Non una semplice riflessione dell'artista Sasha Torrisi, bensì un'analisi articolata che racconta le profonde trasformazioni della nostra società dal 3 gennaio 1954 (esordio delle trasmissioni tv) ad oggi. Il primo palinsesto televisivo nasce come strumento educativo e di informazione: il programma "Non è mai troppo tardi" insegna a leggere e scrivere, mentre il vero e proprio intrattenimento televisivo ha inizio con il quiz "Lascia o Raddoppia", che riempie le serate di tutti gli italiani. La prima pubblicità, invece, compare solo nel 1957 con il "Carosello". "POPvision" non è solo un'esposizione sulla tv, ma una vera e propria esperienza che intreccia la storia della nostra società con il lessico della Pop Art.

Sasha Torrisi è conosciuto per essere voce e chitarra della famosa rock band italiana "TIMORIA" con la quale realizza 4 album e calca importanti palchi come quello del Festival di Sanremo.
In ambito pittorico cresce nello studio dell'artista Marco Lodola dal quale impara le tecniche della Pop Art. Le sue opere hanno una forza cromatica esuberante legata alle modalità narrative fumettistiche, ma rielaborano personaggi e dettagli fino all'astratto. Sembra che i soggetti siano indiscussi protagonisti di un immaginario Pop storyboard: si stagliano da una liquida realtà metafisica in una dimensione asettica, levigata, fluorescente, oltre la realtà delle cose. Un ritmo compositivo energico e frenetico che scaturisce dalle esperienze musicali acquisite generando uno stile unico. Ha esposto in tutto il mondo con notevole interesse di pubblico e critica.

Orari apertura LaZona - Centro Cinema Lino Ventura (Via D'Azeglio 45/D):
lunedì e mercoledì : 9.00 alle 13.30
martedì, giovedì, venerdì e sabato: 9.00 - 13.30 e 14.30 - 19
Contatti: tel. 0521/031041 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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