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Questa settimana è andato in onda l’ultimo Best Of di “Unti e Bisunti 3”, il programma che lo ha consacrato. Ma Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, non è un prodotto televisivo, è un professionista che da sempre lavora con passione, dedizione  e serietà. Ecco cosa ha raccontato...

- Di Chiara Marando – 

Sabato 21 Novembre 2015 -

E’ uno dei volti televisivi del momento, apprezzato, criticato, ma mai comunque ignorato. Lui è Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, un professionista fuori dal comune, fonte di interesse e curiosità per quel suo essere schietto, a volte irriverente, per il suo modo di esprimersi genuino che si distacca dal classico linguaggio ed atteggiamento tipici del piccolo schermo. Gabriele è uno chef non convenzionale, un esperto di cucina che ama interfacciarsi con la gente piuttosto che chiudersi dietro i fornelli, un uomo che ha scelto la sua strada vivendo di continue scoperte.

Oggi ha raggiunto il successo, proprio questa settimana è andato in onda su DMAX l’ultimo Best Of di “Unti e Bisunti 3”, la trasmissione che lo ha consacrato e che rappresenta buona parte del suo essere e della sua ironia.

Ma Chef Rubio com’è nato? E’ lui stesso a raccontarci i suoi primi anni di pratica ed il percorso che ha intrapreso.

Gabriele proviamo a partire dall’inizio. Quando hai cominciato a renderti conto che la cucina ti attirava, che rappresentava per te una vera passione da seguire? Qualcuno o qualcosa ti ha ispirato?

Penso si possa definire quasi genetica. Non credo che il fattore sociale o le influenze esterne abbiano avuto particolare valore, ma penso piuttosto che sia il mio modo di dare, di esprimermi e donarmi agli altri con quello che più mi rappresenta. Ognuno trova spontaneamente il proprio mezzo, il mio è stato la cucina.

Tu hai studiato ad ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina, un vero e proprio punto di riferimento per lo studio della cultura gastronomica. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Devo dire che l’aver studiato ad ALMA, anche grazie ad insegnanti molto preparati, mi ha permesso di capire chi ero, cosa volessi veramente e quale strada dovevo prendere, di delineare il tipo di cucina e comunicazione che più era nelle mie corde, ovvero un percorso in solitaria ma sempre affiancandomi a professionisti con i quali confrontarmi e da cui poter apprendere nuove conoscenze.

E come potresti definire la tua “comunicazione” in cucina?

Direi a 360 gradi. Non c’è una vera e propria definizione, non mi piace l’idea di chiudere in una scatola quello che faccio. Il mio modo di comunicare riflette il mio modo di lavorare, un continuo scambio di opinioni, la ricerca, lo studio e la scoperta per riuscire a diversificare senza mai fermarsi.

CHILI

Cos’è cambiato in te da quando sei diventato un personaggio noto?

In realtà non è cambiato molto, io sono esattamente lo stesso anche se, inutile negarlo, i media hanno accresciuto la mia popolarità. Ma ciò che ero prima è esattamente quello che sono adesso. Il fatto che non debba dare retta ad autori  o fare scelte strategiche fa di me una persona più libera, insieme alla consapevolezza che non sono io ad aver cercato tutto questo, ma il contrario. Questo elemento fa la differenza.

Come vivi il tuo lavoro e quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il tuo essere professionista?

Con la massima serietà, impegno e dedizione a scapito della mia vita personale. Io ho avuto la fortuna di rendere quella che era la mia passione un lavoro. Per questo sono estremamente preciso e meticoloso in quello che faccio. Ad esempio, se una sera sono fuori a cena per un evento e potrei festeggiare fino a tarda notte, ma il giorno dopo devo lavorare o registrare, io vado a casa. Quando sono sul lavoro devo dare il massimo, per me ed anche per tutte le persone  che mi aiutano nella buona riuscita di un prodotto. Spesso il pubblico non  si rende conto di quanto sia numeroso il team che opera dietro le telecamere per fare in modo che tutto risulti al meglio, un team che merita il mio totale impegno.

Gli chef stanno acquistano sempre più popolarità, sono diventati i nuovi vip che tutti cercano e che spesso rappresentano dei veri personaggi. La tua figura però è diversa e forse è proprio per questo che risulta estremamente apprezzata dal pubblico. Riesci a creare una sorta di contatto con loro. Che ne pensi?

Non amo mettermi a confronto con i miei colleghi, ognuno ha scelto il proprio modo di essere. Non mi definisco uno chef, io preferisco definirmi una persona e devo dire che non mi piace sentirmi etichettato. Le etichette limitano le possibilità, relegano una persona imbrigliandola in un personaggio da cui non riusciranno a distaccarsi, ed è proprio il modo di comunicare la cucina e gli chef stessi che andrebbe cambiato, sarebbe importante una maggiore umanizzazione. Le persone valgono molto di più del lavoro che fanno.

DMAX CHEF RUBIO CAVA

Il tuo lavoro è un mix tra sperimentazione, curiosità, voglia di scoprire e tanto altro. Ma quanto studio c’è dietro a tutto questo?

E’ uno studio quotidiano. A volte si studia come raccontare un piatto, altre volte come prepararlo e presentarlo oppure come raccontare una storia, anche in situazioni di estrema difficoltà. La cucina è un modo per comunicare e dialogare.

Viaggiare quanto è importante?

E’ assolutamente la prima cosa che si deve fare.

Nel tuo viaggiare, c’è una cultura che ti ha più colpito dal punto di vista gastronomico?

In realtà no, tutte hanno delle caratteristiche uniche che colpiscono, non mi sembra giusto menzionarne solo una e tralasciare le altre. Ed è importante viaggiare proprio perché è l’unico modo per scoprirle ed assorbirle fino in fondo.

In quest’ultimo periodo, complice il SI del Parlamento Europeo, si parla tanto di insetti a tavola, il trend del momento che alcuni tuoi colleghi stanno cavalcando per proporre novità ed incuriosire. Tu come la vedi?

Guarda, dei SI e dei NO a me non è mai importato molto. Quando, a suo tempo, dicevano di non mangiare la “Pajata” io la mangiavo ugualmente perché purtroppo capita spesso che anche in cucina ci siano interessi che vanno oltre la gastronomia. Sicuramente hanno capito che allevare cavallette costa poco e può dare tanto profitto e quindi hanno deciso di muoversi in tal senso, non credo che nasca dall’amore per il gusto o per l’ecosostenibilità. L’insetto va mangiato quando c’è un motivo per farlo, quando è nella propria cultura. Ripeto, la curiosità è importante ma non bisogna cercare delle forzature, preferisco prendere un volo ed andare a mangiare queste cose dove veramente sono parte integrante della tradizione popolare.

Pubblicato in Cultura Emilia

Parma potrebbe diventare la prima città italiana inserita nella lista UNESCO per la sua gastronomia. I portavoce di questa parmigianità sono volati a Parigi durante un incontro ufficiale, presso la sede centrale dell’UNESCO, per promuovere ulteriormente la candidatura della cittadina ducale.

Di Chiara Marando – 11 Novembre 2015 -

Parma come città ambasciatrice della cultura alimentare italiana candidata a  “Città Creativa per la Gastronomia UNESCO”. Oggi il numero delle città creative riconosciute patrimonio dell’umanità è 69, dislocate in 32 Paesi diversi, e tra queste Parma potrebbe diventare la prima realtà italiana inserita nella lista Unesco per la sua gastronomia.

Una trattativa che si concluderà l’11 dicembre, data entro cui si saprà definitivamente l’esito delle varie valutazioni

Un processo che ha visto Parma in prima linea, capitanata dall’associazione CheftoChef, durante l’importante appuntamento che si è svolto a Parigi martedì 10 novembre, proprio presso la sede centrale dell’UNESCO. Un’occasione estremamente rilevante che ha richiamato gli ambasciatori dei Paesi membri, presenti nella capitale francese per l’Assemblea generale UNESCO, e durante la quale è stata presentata ed ulteriormente promossa la candidatura di Parma, già validata dalla Commissione Nazionale Italiana UNESCO.

Portavoce della parmigianità sono stati 4 soci di CheftoChef che hanno allestito e preparato una degustazione con eccellenze del territorio, chef del calibro di Massimo Spigaroli dell’”Antica Corte Pallavicina” di Polesine Parmense (PR) nonché Presidente di CheftoChef”, il Vicepresidente Paolo Teverini dell’omonimo ristorante di Bagno di Romagna (FC), Luca Marchini del Ristorante “L’Erba del Re” di Modena e Claudio Gatti della “Pasticceria Tabiano” di Tabiano Terme (PR). Con loro il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e l’Ambasciatore Vincenza Lomonaco, rappresentante permanente d’Italia all’UNESCO.

Pubblicato in Cronaca Parma
Martedì, 20 Ottobre 2015 16:47

Golosaria: protagonista lo showcooking Gluten Free

All’ultima edizione di Golosaria il vero protagonista è stato lo showcooking gluten free tenuto da Ilaria Bertinelli e Francesca Morandin: una brioche ripiena di mele e cannella, senza glutine e dal basso indice glicemico.

Di Chiara Marando – Martedì 20 Ottobre 2015 - (Guarda il contributo video in fondo all'articolo)

Si è appena conclusa la 10° edizione di Golosaria, un successo annunciato per una formula che ormai da 10 anni delizia i visitatori con il meglio dei prodotti enogastronomici italiani.

Quest’ ultimo appuntamento si è svolto in una location nuova, il MiCo – Milano Congressi, un luogo dall’aspetto semplice, spogliato dall’eccesso di particolari e quindi perfetto per far risaltare esclusivamente i protagonisti dell’evento: i prodotti da assaggiare ed acquistare, quasi come fosse un enorme mercato.

Tanti sono stati gli ospiti che hanno animato il programma di questo weekend fatto di gusto e cultura, ma su un evento in particolare sono stati puntati i riflettori, uno showcooking diverso perché indirizzato ad un segmento di pubblico che ricerca una cucina Gluten Free.

A tenerlo è stata Ilaria Bertinelli, CEO di Interconsul, società leader nell’ambito dell’interpretariato professionale, e nota per essere diventata un’esperta cuoca  specializzata nella cucina  per diabetici e celiaci. Suo è il libro di  successo Uno chef per Gaia: La gioia della cucina per diabetici, celiaci ed appassionati”, diario che raccoglie ricette senza glutine da veri gourmet, del quale è da poco uscita una seconda edizione.

Con lei, e soprattutto con le sue esperte mani in pasta, Francesca Morandin, figlia di uno dei più noti panettonieri italiani. Il loro è stato un sodalizio iniziato qualche tempo fa ed è proprio Ilaria a spiegare quanto Francesca sia stata di ispirazione nel suo lavoro. Insieme hanno perfezionato la ricetta presentata durante lo showcooking, una Brioche farcita con mele del Trentino e cannella, senza glutine ed a basso indice glicemico. Chilometri di distanza, due cucine differenti ma la stessa voglia di creare qualcosa di veramente buono e sano.

Ilaria e Francesca

Già, perché come spiega Ilaria Bertinelli, la cosa veramente difficile non è trovare un alimento privo di glutine che sia saporito, bensì trovarlo che sia anche equilibrato e salutarePochi se ne rendono conto, ma le persone celiache hanno una percentuale più alta di obesità nel tempo rispetto alle altre  - e continua Ilaria – questo accade proprio per la qualità degli alimenti che assumono, troppo spesso ricchi di grassi e zuccheri. Il nostro compito è quello di dare valore a ciò che mangiamo.”

Ed è da questo concetto che deriva la ricetta proposta, un mix di ingredienti adatti a tutti, per un benessere completo dell’organismo. In fondo, la pasticceria è una “scienza esatta”, così la definisce Francesca Morandin, ed ancora di più quella senza glutine.

Ma a guardare, e soprattutto assaggiare, la loro creazione, tutto si potrebbe dire tranne che l’equilibrio costi sacrificio al palato. Un impasto fatto di ottima farina senza glutine, la Glutinò del Molino Quaglia, lievito madre, germinato di grano saraceno, poco zucchero e poco miele: il risultato è una Brioche siciliana fragrante, morbida e pronta da farcire. Proprio nel ripieno la tradizione dolciaria siciliana si sposa con i sapori del Trentino: mele saltate in padella con una spolverata di cannella.

brioche senza glutine

Quello della cannella - sottolinea Ilaria Bertinelliè un accorgimento estremamente utile perché, oltre a dare un sapore eccezionale e particolare, questa spezia ha un naturale effetto antiglicemico. Probabilmente è per questo che la cultura gastronomica dei paesi nordici ne fa un grande utilizzo, per contrastare l’innalzamento della glicemia dato dall’abbondante presenza di burro nei loro dolci tradizionali”.

ricetta

La creatività di Ilaria e l’esperienza di Francesca hanno dato vita ad una preparazione golosa, sana, capace di raccontare il mondo della tavola attraverso gli occhi di chi pone attenzione alle materie prime, alla loro stagionalità ma, soprattutto, alle necessità di chi vive una condizione che fino a poco tempo fa affrontava il cibo come una costrizione e negazione, ma che ora può finalmente guardarlo con gioia.  

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Nel weekend del 10 e 11 ottobre torna a Colorno l’8° edizione del GRAN GALA’ DEL TORTÉL DÓLS, immancabile appuntamento gastronomico con il tradizionale tortello dolce di una volta.

Parma 03 Ottobre 2015 -

Il 10 e l’11 ottobre 2015, nella splendida cornice della Reggia di Colorno, torna l’appuntamento con il Gran Galà del Tortél Dóls, manifestazione gastronomica dedicata alla valorizzazione di un prodotto unico della tradizione come il tortello dolce, primo piatto di pasta fresca con ripieno agrodolce di vin cotto, pan grattato e mostarda di frutti antichi (mela cotogna, pere nobili e cocomero bianco).

Un’ampia area ristorante coperta e riscaldata darà la possibilità a tutti gli ospiti di gustare non solo il tortél dóls, ma anche altre prelibatezze del territorio. Numerosi anche gli eventi collaterali: laboratori di baby-cucina, ricco mercato con stand gastronomici e artigianato artistico, intrattenimento per le famiglie.

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L'evento culminerà con l’immancabile gara delle rezdòre: dieci massaie del comprensorio di Colorno e Comuni circostanti si sfideranno nella realizzazione dei migliori tortél dóls che saranno valutati e premiati da una giuria di esperti del settore e chef. Fra gli altri, negli anni ci hanno onorato della loro partecipazione il Maestro Gualtiero Marchesi di ALMA - Scuola Internazionale di Cucina Italiana, lo chef Massimo Bottura dell'Osteria Francescana, il direttore delle guide de L'Espresso Enzo Vizzari e Mara Nocilla de Il Gambero Rosso.

Per info e dettagli 0521 313118, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.torteldols.it

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EATBIT, startup innovativa nell’ambito food, lancia EMILIABOX: una selezione di prodotti tipici del territorio emiliano che verrà data in omaggio alle varie delegazioni durante la "V Edizione dei Giochi Internazionali del Tricolore".

Reggio Emilia – 27 Agosto 2015 -

EATBIT è una Startup innovativa nata nel 2013 da un gruppo di giovani reggiani desiderosi di internazionalizzare le eccellenze alimentari del territorio emiliano. L’idea è quella di commercializzare in un modo completamente nuovo quelli che rappresentano i sapori tipici locali.

Un percorso di formazione lungo sostenuto con tecnici ed esperti del settore che ha portato EATBIT ad evolversi e creare un prodotto nuovo, che ben si adatta con il clima di EXPO 2015: EMILIABOX, ovvero una confezione facilmente trasportabile(anche in aereo) ed eco-sostenibile, con cui èpossibile consumare un "Aperitivo Reggiano" per 2-3 persone composto da bontà pronte da gustare a marchio Campagna Amica, rete che accoglie le aziende agricole associate a Coldiretti Reggio Emilia.

I ragazzi di EATBIT, in occasione della "V Edizione dei Giochi Internazionali del Tricolore" hannorealizzato una special-edition di EMILIABOXper omaggiare le varie delegazioni presenti.

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L'obiettivo è proprio quello di lasciare a chiunque passi da Reggio un ricordo tangibile di questo territorio così conosciuto nel mondo per i suoi tradizionali prodotti agro-alimentari.

Ecco cosa si può trovare all’interno di ogni EMILIABOX:

- Parmigiano Reggiano (250 gr)

- Aceto Balsamico (10 ml) - Ciccioli Frolli (100 gr)

- Salame Strolghino (150 gr)

- Gallette di Parmigiano Reggiano (50 gr)

- Marmellata di Prugne Zucchelle (100 gr)

- Tortina di Tagliatelle (50 gr).

Un selezione attenta che attinge dal portale www.reggioexpo2015.it, vetrina in cui il Comune di Reggio Emilia, con l'occasione di Expo 2015, ha inserito le aziende agricole della provincia interessate ad una visibilità internazionale.

Lo studio dell'accostamento dei prodotti, per la creazione di un percorso culinario di "Aperitivo Reggiano" è invece stato ideato dallo Chef Gianni Brancatelli di AGRICUCINA, laboratorio alimentare dove vengono preparate ricette della tradizione con i prodotti del punto vendita rifornito dai produttori di Campagna Amica: una filiera 100% agricola e di qualità, pensata per far incontrare il produttore con l’utente finale.

Infine, un occhio ai traguardi che EATBIT ha già raggiunto grazie anche ad una collaborazione avviata con la delegazione territoriale di Coldiretti Reggio Emilia: lo scorso 14 Giugno EMILIABOX è stata presentata direttamente all'esposizione universale di Milano; nel corso dello stesso mese, EATBIT è poi risultata tra le startup vincitrici nell'ambito del bando “UP Idea!” organizzato da Unindustria Reggio Emilia, in collaborazione con REI - Reggio Emilia Innovazione e Luiss Enlabs di Roma.

Si ringrazia anche l'azienda Sa.Ga., che ha contribuito nella prototipazione dell'involucro di EMILIABOX.

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Sabato, 29 Agosto 2015 10:05

Pinsa Romana: non chiamatela pizza

Una ricetta segreta, l’inconfondibile forma ovale, la croccantezza dei bordi ed il soffice interno che si amalgama con i diversi condimenti sono le caratteristiche che fanno della Pinsa Romana una vera e propria golosità tipica.

Di Chiara Marando – Sabato 29 Agosto 2015

Una pasta elastica cotta al forno a legna e condita a piacere con delizie quali mozzarella, pomodoro, olive, capperi, prosciutto crudo, lardo e così via. No, non è quello che pensate…non chiamatela pizza!

Il nome e l’aspetto possono trarre in inganno, ma la Pinsa Romana è una specialità dalla personalità e dal sapore ben definito, il frutto di ingredienti e lavorazioni particolari che nel tempo si sono evolute fino ad arrivare alla ricetta odierna: una miscela di tre farine differenti, frumento, soia e riso, a cui viene aggiunta una parte di pasta madre essiccata che ne determina la corretta lievitazione, morbidezza e soprattutto digeribilità.

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L’inconfondibile forma ovale, la croccantezza dei bordi ed il soffice interno che si amalgama con i diversi condimenti sono le altre caratteristiche che fanno della Pinsa una vera e propria golosità tipica.

La ricetta originale risale ai tempi dell’Antica Roma, ed è l’eredità lasciata dalle popolazioni contadine che vivevano fuori le mura  e che, grazie alla macinazione di cereali come miglio, orzo e farro, insieme all’aggiunta di sale ed erbe aromatiche, riuscivano a cucinare queste deliziose schiacciate o focacce (il termine Pinsa deriva dal latino Pinsere “allungare-stendere), ormai diventate un cibo quotidiano.

Insomma, si tratta di un prodotto la cui storia ha viaggiato nei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri, una specialità che dal Lazio si è spostata facendo conoscere tutto il suo gusto.

Ecco perché anche a Sarzana, terra di confine tra Liguria e Toscana, è possibile gustare una Pinsa Romana di tutto rispetto.

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Provate a prenotare un tavolo alla “Pinseria Gabarda”, sedetevi e prendetevi qualche minuto per scorrere le varie proposte del menù: una ricca scelta di condimenti che spaziano dal più semplice pomodoro, mozzarella e basilico, passando per quello con pomodoro, speck e mascarpone oppure mozzarella, lardo di colonnata, rucola e pachino, fino al particolare mozzarella, pesto, stracchino e pinoli ma anche fior di latte, pere e gorgonzola.

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E non vi aspettate il classico piatto, ma godetevi la rusticità del tagliere in legno che vi verrà servito direttamente al tavolo con la Pinsa appena sfornata e fumante: un cuore di sapore circondato da una pasta fragrante tutta da addentare.

 

Pinseria Gabarda

Via Variante Aurelia, 66

Sarzana (SP)

Tel. 0187 626085

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Rinnovato appuntamento domenica 20 settembre per la passeggiata lungo il territorio de la Bismantova, assaporando un intero menù a base di parmigiano reggiano, anche senza glutine

Castelnovo Monti (Reggio Emilia) – Vini e prodotti emiliani, con il Re dei formaggi indiscusso protagonista, ambiente, cultura, sport per tutti e intrattenimenti ludici: ingredienti di qualità di un' evento che si svolgerà nei luoghi de La Bismantova, l'area rurale attorno alla celebre Pietra, rupe simbolo dell'Appennino, il 20 settembre prossimo.

Una manifestazione che viene riproposta, la Magnalonga in ricordo di Azzio Benassi, per la sua settima edizione, arricchita di elementi ulteriori che la renderanno ancora più appetibile per i partecipanti, mantenendo invariato il suo obiettivo: quello di rendere piacevole una giornata di scoperta di luoghi, saperi e sapori di Appennino, per famiglie e bambini.

Si ripropone dunque il percorso sulla strada che si dipana tra i borghi rurali alle pendici della Pietra di Bismantova, su un percorso ad "anello" di 12 chilometri complessivi, tra diverse "tappe" gastronomiche basate sulle specialità di punta del territorio.

Affiancata alla Magnalonga vi sarà la prima edizione di un Trail podistico organizzata dallo Stone Trail Team, sempre nel contesto geografico della Bismantova, che partìrà da Piazza Peretti. La Magnalonga prevede, anche quest'anno, la degustazione di un menù senza glutine con la rinnovata sponsorizzazione di materia prima della Barilla Spa, per consentire a tanti di assaporare l'Appennino emiliano nel piatto, grazie all'aiuto di volontari AIC di Reggio Emilia e i piatti cucinati dalla Chef Maria Teresa Bonati. E il Re dei formaggi verrà valorizzato anche attraverso la tradizionale cottura a legna della forma in modo artigianale, e la degustazione di piatti in modo itinerante, a piedi, tra cui l'erbazzone artigianale cotto nel forno a legna, il gelato al Parmigiano Reggiano, l'aceto balsamico, la pasta al forno con ragù tradizionale, gli sformatini alle verdure con fonduta, salumi di appennino, pecorino di Succiso, la torta tipica di tagliatelle, la piccola pasticceria. Il tutto accompagnato dai vini offertici della Cantina Fantesini, dell'azienda agricola Podere Cipolla, della Cantina Albinea Canali, e della Cantina Rinaldini Moro.

Il percorso si snoderà lungo la sentieristica del territorio de La Bismantova allungandosi, per chi volesse, anche nel centro del paese di Castelnovo Monti dove varie attività ludiche agroalimentari sono già programmate.
Diverse le attività previste durante il percorso: la proiezione di immagini relative alla Transumanza legate all'Appennino tosco-emiliano, l'esposizione di fotografie di Giovanni Chesi, la presenza di corner di prodotti agroalimentari, canti de Il Maggio, laboratori del gusto.

L'evento vede la collaborazione del Comune di Castelnovo Monti e del Parco nazionale. Afferma Chiara Borghi, Assessore al Turismo di Castelnovo ne' Monti: "La Magnalonga rappresenta un evento significativo perché racchiude molte sfumature gastronomiche del territorio unite alle bellezze paesaggistiche, architettoniche e naturalistiche.

Quest'anno poi il percorso partirà e arriverà dal centro di Castelnovo, e questo è un modo per valorizzare a far scoprire il centro storico. Inoltre il trial della Pietra sarà un importante appuntamento con lo sport e la natura, un evento che permetterà a turisti di entrare a contatto con il territorio in modo profondo e intimo attraverso un percorso eccezionale che gira intorno a Bismantova, ai Gessi Triassici, per arrivare fino alla sommità della Rupe. Il weekend della Magnalonga sarà importante anche per il commercio: i negozi di Castelnovo apriranno con promozioni e offerte aspettando la Fiera di San Michele di fine settembre, e nella serata di sabato offriranno uno spettacolo pirotecnico. Per questi eventi sarà possibile soggiornare a prezzi convenzionati".

Aggiunge Sara Manfredini, Assessore allo Sport: "La Magnalonga valorizza in modo importante i sentieri ed i percorsi attorno alla zona di Bismantova, che rappresentano per il territorio castelnovese una sorta di grande "infrastruttura sportiva" all'aperto, che ogni giorno viene utilizzata da molte persone per camminare, correre, andare in bicicletta, fare nordic walking, in una cornice ambientale davvero di eccezione, che dimostra anche di essere estremamente versatile con questa bella manifestazione che coniuga il camminare con le eccellenze agroalimentari del territorio".
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La Magnalonga è un evento organizzato da Gusto sapiens ed in particolare da Monica Benassi, in collaborazione con la Pro-loco Casale di Bismantova, Incia Soc. Cooperativa, Il cuore della Montagna, Pro-Loco del Casale di Bismantova, il Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, AIC - Emilia Romagna Onlus sede di RE; C.A.I. Sezione Castelnovo Monti Bismantova; la consulente Emanuela Zannoni; il Ristorante La Grattugia di Montecchio; StrabbaDolcieria di Felina; l'agenzia Viaggiar Teatrando; l'agenzia Food Valley Travel; Legambiente Appennino Reggiano; Comunità Marta Maria; Associazione Italiana Celiachia sezione di Reggio Emilia; l'Associazione Onlus Casina dei Bimbi.
Sponsor della manifestazione con i loro prodotti o servizi, o con contributo economico, sono il Comune di Castelnovo Monti, Assessorato alla promozione del territorio e assessorato allo sport, il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, il Podere Cipolla di Denny Bini, la Latteria Casale di Bismantova, la Barilla S.p.A., Il Forno Simonazzi, il consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, le cantine nominate, la Bismantour, la Fattoria Monte Bebbio, il Salumificio Gianferrari, Il vascello del Monsignore, la Gelateria Magnolia, La Valle dei Cavalieri.
E i patrocinatori : GAL Antico Frignano ed Appennino Reggiano, la Strada dei Vini e dei Sapori dei colli di Scandiano e Canossa, la Coldiretti di Reggio Emilia, WE A-RE –Reggio Emilia per Expo 2015, Interconsul s.r.l, Stone Trail Team.
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La partenza è prevista alle 9,30 dalla latteria del Casale di Bismantova dove inizierà il percorso lungo circa 12 km praticabile anche dai bambini (ma non con passeggino, essendo strade sterrate di montagna). Il costo della partecipazione sarà di 19 euro a persona (escluso il costo della assicurazione di 1,50 euro a persona da pagare in loco) 17 euro i bambini dai 3 ai 10 anni .

Il termine ultimo per iscriversi alla Magnalonga è il 17 settembre tramite pagamento anticipato in contanti presso: Viaggiar Teatrando Srl, Via Che Guevara, 55/D - Reggio Emilia, Tel. 0522 284642; Food Valley Travel di Terre Emiliane Srl Viale Fratti 40/A, Parma, Tel. 0521 798515.
Con bonifico: conto corrente n 000102795145 intestato a associazione culturale enogastronomica "In Gustosapiens.it", Agenzia Unicredit di Castelnovo né Monti (RE) Iban: IT25V0200866280000102795145. Invio contabile entro tale data al numero 0522 611582 o il numero di Cro via mail all'indirizzo di seguito indicato.

La manifestazione avrà luogo anche in caso di maltempo.
Per tutte le informazioni ulteriori necessarie: Monica Benassi - Gusto sapiens 339 3965678, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Dall'8 al 14 Agosto 2015 a Rivisondoli (Aquila) avrà luogo la prima edizione di "CiboTurismo – La Fiera degli Appennini", un percorso tra bellezze paesaggistiche e tipicità enogastronomiche. -

Parma, 1 agosto 2015 -

Un percorso tra bellezze paesaggistiche e tipicità gastronomiche, questo è "CiboTurismo – La Fiera degli Appennini", l'evento che prenderà il via sabato 8 agosto a Rivisondoli (L'Aquila).
"L'evento è rivolto al pubblico – spiega Antonio Benincasa di Total Expo, organizzatore della fiera – e coniuga gastronomia, turismo, natura e cultura. Abbiamo chiesto il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, che dovrebbe arrivare a giorni, per questa fiera che ha l'ambizione di collegare il territorio abruzzese ad Expo2015, mettendo in mostra la grande varietà dell'alimentare italiano e la sua qualità".

Un appuntamento che vedrà piccole e medie imprese, espressione tipica del made in Italy, mettere in mostra tutto il meglio dell'enogastronomia dell'Italia Centrale fino al 14 agosto 2015.
 Oltre alle famose scamorze e mozzarelle di Rivisondoli, l'aglio rosso di Sulmona, lo zafferano aquilano, la castagna Roscetto della Valle Roveto ed il caciofiore aquilano, i visitatori potranno degustare salame stagionato sotto cenere, ciauscolo, salsicce e salame di cervo, di cinghiale, di asino, prosciutto di Norcia, lonze, capocolli (anche senza glutine e lattosio) e prodotti tipici di altre regioni.

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La prima edizione di "CiboTurismo" rappresenterà un grande "open air" lungo le vie, i prati e nelle piazze più suggestive della città, il tutto al fine di dare sostegno e favorire lo sviluppo e la promozione delle micro imprese abruzzesi e delle regioni circostanti, vero patrimonio per la produzione delle eccellenze dell'agroalimentari italiane.
 
Una manifestazione totalmente gratuita che tra le molteplici possibilità di svago proporrà anche eventi ludici, tra cui lo spettacolo teatrale all'aperto "La Notte dei Briganti", che si svolgerà nella notte del 12 agosto. La performance teatrale, portata in scena dall'Associazione Culturale "Sylva Tour and Didactics" di Alberobello (Bari), sarà realizzata alla luce delle fiaccole e racconterà uno scorcio della nostra storia legato al "brigantaggio", fenomeno che ha interessato in particolare le terre pugliesi.

Raggiungere Rivisondoli è facile: in auto, si esce al casello Pescara dell'autostrada e in meno di 1 ora si sale a Roccaraso; in treno si arriva da Roma, Pescara o Napoli nella Stazione ferroviaria di Rivisondoli. La cittadina dispone di ottime strutture alberghiere.
Per gli amanti della vacanza en plein air, è disponibile un'area di sosta per camper e caravan vicina al centro cittadino e adiacente al Campo Sportivo – Località Piè Lucente.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.ciboturismo.it

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Di Chiara Marando – Sabato 25 Luglio 2015 -

Rimini Street Food la prima guida, ma anche web app, interamente dedicata ai cibi di strada, prosegue il suo viaggio alla scoperta delle migliori piadinerie, locali, bar e chioschetterie del territorio riminese.

Un  percorso ed uno sguardo nuovo verso la tradizione più genuina, alla scoperte delle vere eccellenze romagnole e di quei luoghi affascinanti ancora poco noti ai turisti. Strade diverse, magari da scoprire in sella ad una moto, per imparare a conoscere gli artigiani e le loro botteghe che di questa terra sono l’anima.

Ed è proprio come riders che chef del calibro di Massimo Bottura, Igles Corelli, Gianfranco Pascucci e Norbert Niederkofler, solo per citarne alcuni, hanno dato il loro importante contributo per rintracciare quelle tipicità gastronomiche capaci di fare la differenza.

street food

Un tour che continua e che nel 2015 conquista come testimonial un giovane talento pluristellato, che a 29 anni è riuscito ad aggiudicarsi la sua prima Stella Michelin facendo il bis a soli 33. Si tratta di Enrico Bartolini, vero e proprio re ai fornelli oggi trentaseienne, uno degli ambasciatori gourmet di Expo2015, nonché chef del rinomato ristorante Devero.

Il suo sarà un omaggio alle piadinerie romagnole, vero simbolo dello street food locale, con una ricetta tutta personale: una piada vegetariana preparata con ingredienti estremamente salutari e genuini.

piadina

Ecco la sua ricetta:

La vera novità è rappresentata dalle bacche di Goji fresche, condite con sale e pepe, da strofinare sulla piada. Si distribuiscono poi i pezzetti  e si aggiunge il dattero tagliato  a tocchetti, anch’esso fresco, basilico, prezzemolo, sesamo e melanzane viola grigliate. Infine, una spruzzata di dolce forte di uva nera, ovvero una riduzione di uva, mela, aceto, zucchero e senape. Per chi volesse qualcosa in più, si può aggiungere mozzarella di bufala a fette.

Rimini Street Food è un progetto in collaborazione con Ducati Motor Holding e Comune di Rimini con la partecipazione della Camera di Commercio di Rimini e di Apt Servizi Emilia Romagna

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia

Di Chiara Marando – Sabato 18 Luglio 2015

La dolce brezza marina che soffia regalando temperature inaspettate, i colori accesi che riflettono lo splendore della natura ed un mare cristallino che invita a tuffarsi: tutto questo è l'Isola d'Elba. Uno scrigno che racchiude spiagge dorate, scogliere e massicci granitici avvolti dalla macchia mediterranea, paesini incastonati nei monti che raccontano storie di popoli, sapori e profumi di una terra baciata dal sole e accarezzata dal vento. Ed è proprio questa varietà di luoghi e paesaggi la caratteristica dominante dell'Isola, un alternarsi di spiagge che passano dai lunghi arenili di sabbia dorata, alle piccole calette di sassolini, ai ciottoli bianchi fino al liscio granito. Si può scegliere ogni giorno un punto diverso in cui fermarsi per lasciarsi andare a sole e relax.

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La spiaggia di Cavoli è una delle perle dell'Isola. Si affaccia all'interno di una splendida insenatura circondata dalla vegetazione, il punto ideale per chi ama la tranquillità e lo spettacolo di un cielo stellato che si riflette nel lento movimento delle onde in notturna.

E ancora sabbia luminosa, acqua cristallina e scogliere protette da un promontorio selvaggio dominato dalla natura rendono la spiaggia di Fetovaia una tra le più suggestive dell'Isola.

Poco lontano, ideale per chi ha dei bambini e desidera la comodità, la spiaggia di Marina di Campo permette di camminare comodamente nell'acqua, con un fondale che degrada dolcemente anche oltre 50 metri dalla battigia. A due passi dal mare si apre il paese, le cui vie del centro sono continuamente animate da bancarelle, musica, ristoranti e negozietti tipici aperti fino a tardi. 

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Parlando di spiagge non si può dimenticare quella di Procchio, una delle più estese ed attrezzate. Percorrendo le strette stradine che fanno da anello tra i vari centri abitati si possono scorgere panorami mozzafiato dove le Isole di Capraia e la lontana Corsica fanno da cornice, calette nascoste dalla vegetazione e scogli levigati da vento e mare come nella rinomata Sant'Andrea.

Uno dei centri più mondani delle serate estive, immerso in un'atmosfera romantica soprattutto nelle ore del tramonto, quando il sole scompare dietro la Torre sul porto , è la piccola Marciana Marina. Il suo incantevole lungomare, ornato da tamerici e circondato da caratteristiche botteghe, è uno dei punti focali della vita del paese. Attraversando il vecchio borgo medievale, ciò che colpisce è la dimensione ferma nel tempo che veste ogni angolo, uno scrigno avvolto dalla macchia mediterranea che regala preziosi scorci da immortalare. La spiaggia più famosa e amata dai marinesi è quella della Fenicia, situata dietro la Torre, l’unica presente nel territorio comunale.

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E poi ci sono i sapori dell'Isola. La cucina elbana si basa su piatti semplici dove dominano la fantasia e la sapienza nella scelta degli ingredienti. La lunga  e complessa preparazione  di alcune pietanze fa di esse delle specialità molto richieste, tra queste primeggia lo Stoccafisso alla Riese, un succulento piatto accompagnato da acciughe sotto sale, cipolla, basilico, pomodori, peperoni verdi ed ancora olive nere, pinoli, capperi e peperoncino. Altre prelibatezze sono il Gurguglione, a base di verdure, il riso al nero di seppia, i totani ripieni, il celebrato Caciucco ed altri piatti più semplici come le sardine ripiene. E visto che il dolce non può mai mancare la Schiaccia briaca è la degna conclusione: torta a base di pinoli, uvetta e nocciole con una abbondante spruzzata di alchermes.

Si dice che un buon pasto sia sempre accompagnato da un buon vino e tra le varietà proposte dal territorio dell'Isola spiccano l'Elba Bianco, l'Elba Rosso, il Rosato, l'Ansonica, l'Aleatico ed infine il Moscato da abbinare ai Cantucci per un perfetto connubio tra profumo e gusto.

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