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È stato presentato lo scorso 7 febbraio a Roma il Quattordicesimo Rapporto Ismea - Qualivita sulle produzioni italiane agroalimentari e vitivinicole Dop, Igp e Stg.

Alla presenza di un vasto pubblico di operatori del settore della qualità certificata, rappresentanti di consorzi di tutela, delle associazioni e della stampa, è stata diffusa la fotografia del settore corredata da un'attenta analisi dei dati con riferimento alle principali aree tematiche:
- Scenario DOP IGP Europa e Italia
- Dati produttivi ed economici DOP IGP Italia
- Impatto economico per provincia
- Canali di vendita e consumi GDO
- Comunicazione e social media Consorzi
- Legislazione e controlli

Principali numeri del comparto
L'Italia, leader mondiale per numero di DOP IGP con 814 prodotti Food e Wine, raggiunge i 13,8 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2015, per una crescita del +2,6% su base annua e un peso del 10% sul fatturato totale dell'industria agroalimentare nazionale.

20170207-2-Qualivita-ismea-settoriLe Indicazioni Geografiche continuano a rappresentare un fattore chiave della crescita del made in Italy nel mondo, con un valore all'export di 7,8 miliardi di euro, pari al 21% delle esportazioni del settore agroalimentare e un trend positivo che sfiora la doppia cifra con un +9,6%.

Il settore Food - composto da oltre 80mila operatori - vale 6,35 miliardi di euro alla produzione (-1,5% su base annua) e registra una crescita al consumo del +1,7%, con un trend che nella Grande Distribuzione supera il +5%.

Il comparto Wine - che raggiunge una produzione certificata di 2,84 miliardi di bottiglie - vale 7,4 miliardi di euro alla produzione con una crescita del +5,8%.

Il Sistema delle DOP IGP in Italia garantisce qualità e sicurezza anche attraverso una rete che, nel 2016, conta 247 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf e oltre 162mila interventi annui - in Italia, all'estero e sul web - effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.

(Ismea - Roma 7 febbraio 2017)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 14 Febbraio 2016 09:14

IGP ai Cappellacci di zucca ferraresi.

Caselli: l'Emilia-Romagna rafforza il suo primato italiano ed europeo. Salgono a 43 le Dop e Igp regionali. Un valore alla produzione di oltre 2,5 miliardi di euro,il 40% del dato nazionale, il 15% di quello europeo. Il marchio della nuova IGP.

Bologna - "Un ulteriore importante riconoscimento che ci rende orgogliosi, con il quale la nostra regione rafforza il suo primato italiano ed europeo. È un risultato che nasce da una grande agricoltura e dal saper fare dei nostri produttori e che rafforza la reputazione dell'agroalimentare emiliano-romagnolo nel mondo." Così l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli ha commentato la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea della Igp Cappellacci di zucca ferraresi.
Il paniere delle Dop e Igp emiliano-romagnole sale dunque a 43, su un totale Ue di 1.267 e italiano di 280, per un valore alla produzione di oltre 2,5 miliardi di euro, pari al 40% del dato nazionale e al 15% di quello europeo. I primi quattro prodotti per valore economico sono: Parmigiano Reggiano Dop, Prosciutto di Parma Dop, Aceto Balsamico Igp e Mortadella Bologna Igp.

I Cappellacci di zucca sono una pasta fresca ripiena. La ricetta tradizionale prevede la preparazione della sfoglia con farina di grano tenero, duro e uova e un ripieno costituto da polpa di zucca gialla "violina", con l'aggiunta di formaggio grattugiato, pangrattato, noce moscata e zucchero. Non è consentito l'uso di coloranti e conservanti. La zona di produzione è rappresentato dall'intera provincia di Ferrara.

La nuova Igp, con la quale l'Emilia-Romagna si conferma "regina del gusto" in Italia e in Europa, segue a breve distanza di tempo altre due indicazioni d'origine ferraresi: il Pampepato (o Pampapato) di Ferrara e la Salama da sugo. Anche in questo caso l'importante traguardo è stato raggiunto grazie all'impegno delle aziende produttrici e all'azione di sostegno e coordinamento della Camera di commercio di Ferrara.
Il Regolamento con cui è stata registrata la nuova Igp, pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale Ue, è il n.164 del 28 gennaio 2016.


Il marchio della nuova Igp

Igp-marchio-Cappellacci -zucca-FE

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 01 Marzo 2015 10:11

La Kraft "doma il Felino".

La Corte di Cassazione dà ragione a Kraft e Assica, nella vertenza sull'uso della denominazione "salame Felino"

Di Virgilio - 26 febbraio 2015 –
Come ormai è diventata consuetudine, il terzo grado di giudizio, ribalta le sentenze emesse nei due gradi precedenti.
E' stato il caso recente, per certi versi eclatante, della piena assoluzione di allevatori, per lo più lombardi, che si sono visti annullare le pesanti condanne nei due precedenti gradi di giudizio.

Mentre questa volta a farne le spese è toccato ai produttori del Salame di Felino, ridente località del parmense nota per il suo prezioso salume.
La vicenda prende origine nel 1998, quando ancora la Unione Europea non aveva assegnato il riconoscimento di prodotto a Indicazione Geografica Protetta (IGP) avvenuto solo nel 2013, e l'Associazione fra produttori per la tutela del prodotto aveva citato la Kraft davanti al Tribunale di Parma per concorrenza sleale. La multinazionale statunitense, infatti, aveva posto in vendita un prodotto con la denominazione Salame Felino, ma realizzato fuori dal territorio parmense e più precisamente a Cremona.

Prima il Tribunale di Parma nel 2001 e poi la Corte di Appello di Bologna nel 2006 avevano riconosciuto valide le contestazioni dell'associazione dei produttori felinesi e conseguentemente condannata la Kraft per concorrenza sleale.
Con la sentenza depositata nei giorni scorsi, la Cassazione ha ribaltato il verdetto precisando che: "Per essere un dato prodotto protetto con una denominazione di provenienza geografica, necessita di essere registrato ai sensi del regolamento Cee 2081/92". Un requisito di protezione delle indicazioni geografiche ottenuto, come detto, solo nel 2013 con l'assegnazione dell'IGP.

L'ipotesi di concorrenza sleale è stata quindi cassata in quanto collegata "alla violazione della denominazione geografica in collegamento con le qualità del salame derivanti dal luogo di produzione" aggiungendo infine che, relativamente alla qualità "non erano più rinvenibili nell'ambiente i microrganismi che procuravano peculiari caratteristiche al prodotto e che le materie prime e la tecnologia produttiva erano utilizzabili e riproducibili anche in altri luoghi".

Il salame più lungo al mondo - novembre 2003

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 28 Dicembre 2014 11:31

DOP IGP La nuova classifica Qualivita 2014

 

Grana Padano DOP in testa alla classifica, Parmigiano-Reggiano DOP secondo. In terza posizione la Mela Alto Adige IGP

Roma - Quest'anno la classifica Qualivita, che misura le performance economiche dei 269 prodotti italiani a denominazione di origine, vede al primo posto il Grana Padano DOP, seguito dal Parmigiano-Reggiano DOP e, in terza posizione, dalla Mela Alto Adige IGP. Seguono Prosciutto di Parma DOP, Pecorino Romano DOP, Aceto Balsamico di Modena IGP, Gorgonzola DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Speck Alto Adige IGP, Mela Val di Non DOP, Prosciutto di San Daniele DOP, Mortadella Bologna IGP, Bresaola della Valtellina IGP, Taleggio DOP e Toscano IGP.

DOP e IGP - La classifica per Regioni - Ismea - Qualivita

1° - Grana Padano DOP
Con circa 885 milioni di euro di fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale, 530 milioni all'export e il 30% della sua produzione che varca i confini nazionali il Grana Padano DOP guida la classifica 2014.

2° - Parmigiano-Reggiano DOP
Secondo posto, ma staccato di pochissimo dal primo, per il Parmigiano-Reggiano DOP: 809 milioni di euro il fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 460 milioni all'export. Anche in questo caso il 30% della produzione viene esportato.

3° – Mela Alto Adige IGP
Terza principalmente in merito alla quantità percentuale esportata (pari al 61%) ha comunque buone performance economiche.

Ottime performance economiche anche per il Prosciutto di Parma DOP (4°): 500 milioni di euro per il fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 241 milioni all'export. Il Pecorino Romano (4° pari merito) primeggia soprattutto per la quantità di produzione certificata esportata.

Note sulla Classifica Qualivita
La Classifica delle produzioni a DO vuole rispondere a esigenze pratiche del comparto, ma non vuole assegnare delle medaglie. La Fondazione
Qualivita intende infatti mettere in luce quelle Denominazioni che hanno mostrato una buona capacità di performance complessiva, con il solo
intento di creare dei "campioni" che le altre produzioni possano, mutatis mutandis, prendere a modello per il futuro e per fornire uno stimolo ai
"campioni" stessi, affinché proseguano lungo la via dell'innovazione.

Come funziona la classifica
La Classifica Qualivita si basa su una metodologia consolidata ed utilizzata dai ricercatori a tutti i livelli nella messa a punto di "classifiche " o "benchmark". La posizione di ciascuna produzione nella graduatoria finale scaturisce dalla media aritmetica delle posizioni ottenute in altre singole graduatorie.
Per la Classifica Qualivita le variabili scelte – ritenute importanti per il loro "potere esplicato" in termini di performance - per le singole graduatorie
sono:
• fatturato alla produzione sul mercato nazionale;
• fatturato al consumo sul mercato nazionale;
• fatturato da export;
• quantità esportata.
Per ciascuna variabile, è stata dunque creata una graduatoria che va da 1 a n prodotti, dove 1 è stato assegnato al best product per quella variabile e così via. Nel caso di prodotti con stessa posizione in graduatoria, ad esempio 4 prodotti in terza posizione, il rank di queste produzioni è stato posto come 3, per poi ripartire dalla posizione settima. La classifica finale promana dalla media aritmetica semplice dei rank così ottenuti. Si è deciso di non effettuare ponderazioni.

(Fonte Fondazione Qualivita - Ismea 17/12/2014)

 

Sarà l’ECEPA di Piacenza a certificare la “Coppa di Parma IGP”.  

 

di Virgilio - 

Parma 11 gennaio 2014 --

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio 2014 l’autorizzazione a ECEPA di effettuare i controlli per la indicazione geografica protetta (IGP) della «Coppa di Parma», registrata in ambito Unione Europea.

Un riconoscimento alla validità dell’ente certificatore piacentino il quale già assolve al controllo di un altro prodotto tipico parmense, il “Salame di Felino”.

Un’occasione che dovrebbe essere un onore per entrambi i territori, quello Piacentino e quello Parmense. Per i piacentini ai quali viene demandato il compito di controllare un prodotto dei “cugini” parmigiani e per i parmensi che potranno raccogliere ancor più forza per traguardare una nuova e possibile DOP come è riconosciuta quella piacentina.

La Coppa Piacentina DOP, anche attraverso il riconoscimento della “Coppa d’ORO”,   sta lavorando molto per la promozione e l’affermazione che merita sui mercati e non solo sui pochi palati di intenditori “gastronauti”. E il prossimo EXPO2015 sarà senz’altro il definitivo trampolino di lancio per questa specialità agroalimentare piacentina.

 Il fatto di poter certificare due prodotti della più quotata  - in ambito agroalimentare -“parma” non potrà che giovare ai piacentini.

Non così sembrerebbe dalla lettura del giornale locale Libertà.it il quale riporta la notizia non come un’opportunità ma come una “costrizione” titolando addirittura: “Piacenza “costretta” a certificare l’Igp europea della Coppa di Parma” .

Invece di “godere” di un privilegio sembrerebbe sia stato fatto uno sgarro ai piacentini tant’è che l’articolo gira solo su quel tono. “Piacentini “costretti” a certificare la Coppa di Parma, da sempre “nemica” storica del principe dei salumi del nostro territorio” così attacca il giornalista che poi conclude “Ma chi vuole usare questo nome, oltre a seguire il disciplinare di produzione dovrà passare solo ed esclusivamente per Piacenza. Senza che nessuno si possa opporre.”

In questi tempi di crisi sarebbe ben più utile stimolare l’incontro piuttosto che lo scontro. 

EXPO2015 è alle porte e sarà un’occasione unica per lanciare i nostri prodotti emiliani nel mondo, ognuno con le proprie distintività e tutti insieme uniti dalla indiscutibile qualità. Il “genius loci” non alberga solo a Parma ma, sino ad ora, è riuscita a valorizzare meglio. Questione di tempo... e di volontà.

Coppa Piacenza e Parma gde

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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