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E' in stato di fermo il marito di Rita Pissarotti, la donna sessantenne parmigiana trovata accoltellata nella sua stanza d'albergo di Santa Cristina in Val Gardena. Era stata la donna delle pulizie a trovare, ieri mattina, il cadavere nella stanza occupata col marito dal 6 di agosto. 

Paolo Zoni, il 74enne marito della vittima, secondo fonti giornalistiche, si sarebbe allontanato in prima mattinata e sarebbe poi stato intercettato da una pattuglia in prossimità di Bolzano, poco prima dell'autostrada, e accompagnato nella caserma dei Carabinieri. 

La coppia era giunta nella nota località alpina il 6 agosto scorso. Sul posto a Santa Cristina è giunto il magistrato di Bolzano Axel Bisignano e la polizia scientifica.

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Un architetto in pensione di 83 anni, originario del milanese ma da tempo residente in provincia di Parma in prossimità di Medesano, ha sparato alla moglie Giustina di 65, quindi, prima di rivolgere l'arma contro sè stesso, ha avvistao il figlio del suo gesto.

A riferirlo è l'agenzia di stampa ANSA sottolineando che Luigi Diomede, questo il nome dell'omicida-suicida, e la moglie, secondo quanto riportato ai Carabinieri che sono intervenuti, non avevano mai fatto ritenere vi fossero dissidi tra i coniugi.

(Parma 24 luglio 2018)

 

 

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Aveva tentato di uccidere la moglie, prima sparandole in viso con un apistola detenuta illegalmente, poi con un forcone e infine, nel tentativo di fuggire era caduto da una altezza di circa 8 metri ferendosi gravemente.

Non ce l'ha fatto Carlo Pibiri, il sessanteseienne di Parma che alle 5 di domenica scorsa, nella casa di Martorano, aveva tentato di sopprimere la compagna 52enne, ed è spirato ieri al reparto di rianimazione dell'Ospedale di Parma dove era stato trasportato d'urgenza.

 

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La Polizia di Stato risolve in tempo brevissimo il caso dell'omicidio dell'imprenditore edile ucciso a coltellate.

E' stato risolto in meno di 24 ore, il caso dell'omicidio dell'imprenditore edile, Raffaele Cavaliere di 66 anni, ucciso da numerosi e profondi fendenti su diverse parti del corpo e trovato privo di vita all'interno della propria autovettura, Alfa 156, in via Emilia Est angolo via Mavora nella serata di martedì 12 giugno.

Le indagini dirette dal Sostituto Procuratore Marco Niccolini hanno consentito alla Squadra Mobile di procedere al fermo di indiziato di delitto per omicidio di un cittadino italiano 50enne, residente a Modena, pregiudicato per reati contro il patrimonio, muratore, socio della ditta "Millennium due Srls" (per un errore nella precedente comunicazione era stata citata la società Millennium srl - impianti di sicurezza - totalmente estranea ai fatti) di Modena.

Il movente dell'omicidio è da ricondurre presumibilmente a cause di carattere economico-lavorative, infatti vi erano stati numerosi alterchi fra i due.

L'attività investigativa condotta dalla Polizia di Stato, in particolare dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Scientifica, ha permesso di ricostruire la dinamica dell'omicidio e di acquisire gli elementi probatori. Attraverso l'esame dei tabulati telefonici e la visione delle telecamere di sorveglianza presenti in zona, unitamente alle testimonianze raccolte, si accertava la presenza del fermato sul luogo del rinvenimento del cadavere.

L'arma del delitto, un cutter, è stata rinvenuta nelle disponibilità dell'indagato ed è stata posta sotto sequestro.

Al termine delle formalità di rito, il fermato è stato associato presso la locale casa circondariale, a disposizione dell'A.G. competente.

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La vittima è Raffaele Cavaliere, 67 anni, originario di San Cipriano d'Aversa. Il cadavere è stato trovato nell'auto, rintracciata grazie al GPS

di Manuela Fiorini Modena 13 giugno 2018 – Mancava da casa da ieri pomeriggio ed era stato il figlio a lanciare l'allarme. Raffaele Cavaliere, 67 anni, imprenditore edile originario di San Cipriano d'Aversa è stato trovato cadavere, questa mattina, in via Mavora, tra Modena e Castelfranco Emilia, a poca distanza da via Emilia Est.

L'uomo, incensurato, era riverso sul sedile posteriore della sua auto, un'Alfa 156, e aveva sul corpo i segni di numerose coltellate, tra cui quella fatali, al collo. Il ritrovamento del corpo è stato possibile grazie al segnale GPS. Sul posto sono intervenuti la Polizia, i Carabinieri e il magistrato di turno Marco Niccolini.
Si tratta sicuramente di omicidio.

La Polizia Scientifica è ora al lavoro per raccogliere elementi utili a ricostruire le circostanze della morte dell'uomo. Si attendono sviluppi.

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Polizia di Stato: fermo di P.G. nei confronti di un cittadino modenese indiziato del reato di tentato omicidio ai danni di una donna.

La Squadra Mobile ha proceduto al fermo di P.G. di un modenese di 39 anni, pregiudicato, indiziato del reato di tentato omicidio di una donna italiana di anni 44, che al momento si trova ricoverata in gravi condizioni fisiche al Policlinico di Modena.

Il fatto criminoso è avvenuto nella notte di mercoledì 4 aprile scorso in via Graziani a Modena dove l'uomo con estrema violenza ha colpito al viso con numerosi calci e pugni la vittima, da lui conosciuta, procurandole la rottura della maggior parte delle ossa maxillo-facciali. Lo stesso, dopo l'aggressione ha contattato il numero di emergenza 112NUE, riferendo di aver "ammazzato" la donna.

Il movente è riconducibile al probabile rifiuto della donna alle "avances" dell'arrestato.

Nell'occasione, il fermato ha addotto come giustificazione un presunto furto del cellulare ad opera della vittima, che dalle prime indagini non trova alcun riscontro.

Al termine delle formalità di rito, d'intesa con la locale Procura della Repubblica, l'uomo è stato associato alla locale casa circondariale.

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Tragedia familiare in un'azienda agricola dell'Appennino modenese dove un uomo ha ucciso l'ex suocero e lo zio della moglie.

ZOCCA (MO) – Duplice omicidio questa mattina a Lame di Zocca, sull'Appennino modenese. Le vittime sono due fratelli, Ugo e Remo Bertarini, di 73 e 70 anni, che sono stati raggiunti da colpi di arma da fuoco nell'abitazione di uno dei due, che si trova in prossimità di un'azienda agricola in via San Giacomo 814/A.
A sparare è stato Angelo Rainone, che con le vittime aveva rapporti di parentela acquisita. I fratelli Bertarini erano, infatti, l'ex suocero e lo zio della moglie dell'omicida.
Rainone era seguito dai Servizi Sociali e da tempo i rapporti con i due fratelli erano tesi. Dalle prime indagini, infatti, sembra che all'origine della tragedia ci siano questioni economiche e familiari.
I carabinieri sono giunti sul luogo del delitto alle 8 di questa mattina. Angelo Rainone è stato bloccato poco dopo il folle gesto. Si attendono aggiornamenti.

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Fermato un 49 enne per l'omicidio della giovane prostituta ungherese, il cui corpo è stato ritrovato sui binari. Si tratta di un uomo di origini sarde residente a Modena. Negli anni Novanta aveva scontato una pena detentiva di 23 anni per un altro omicidio avvenuto in Sardegna.

MODENA – Non si è trattato di un suicidio e nemmeno di un tragico incidente. Arieta Mata, la giovane prostituta ungherese di 24 anni,  il cui corpo è stato trovato all'alba di domenica 21 gennaio sui binari della linea Modena-Castelfranco  sarebbe stata uccisa.

Le indagini della Squadra Mobile della Questura hanno portato al fermo del presunto colpevole, un quarantanovenne di origine sarda, da alcuni anni residente nella zona di Montale Rangone e impiegato come magazziniere in una ditta di provincia. L'uomo, nativo di Sassari, negli anni Novanta, aveva già scontato 23 anni di carcere per un omicidio di una donna, conseguente a una rapina.

Le modalità del ritrovamento della ragazza, che era vestita con abiti leggeri e priva della borsetta con i documenti, hanno fatto propendere per una rapina finita in tragedia. Le indagini si sono quindi concentrate sul mondo della prostituzione modenese. Oltre alle testimonianze di "colleghe" della ragazza uccisa, a veicolare i sospetti verso il quarantanovenne, su cui pesa anche il tragico precedente, sono state le immagini delle telecamere posizionate in via Emilia Est che hanno ripreso i movimenti delle auto di passaggio. Tra questa, anche la Renault del fermato, che è stato visto contrattare una prestazione con la ragazza.

L'auto, inoltre, presentava alcune caratteristiche che la rendevano particolarmente riconoscibile. È stato così possibile ricostruirne gli spostamenti e confrontarli con i "movimenti" registrati dal suo telefono cellulare e ad altri indizi emersi grazie alla collaborazione della Polizia Scientifica.

Secondo la ricostruzione dei fatti, il 49 enne si sarebbe appartato con la ragazza in via Bonvino, anche nei giorni precedenti il presunto omicidio. La notte tra sabato e domenica, avrebbe minacciato e rapinato la giovane, aggredendola fisicamente al punto da ucciderla. Poi, per simulare il suicidio o la morte per investimento, avrebbe trascinato il corpo oltre la staccionata che delimita l'accesso alla ferrovia e lo avrebbe posizionato sui binari. Il primo treno di passaggio avrebbe infine straziato il cadavere della poveretta, impartendole ferite compatibili con l'investimento e che avrebbero anche dovuto "coprire" quelle che ne hanno effettivamente causato la morte.

L'uomo, che tutti descrivono come solitario, senza alcun legame familiare nel modenese, e frequentatore di prostitute e sale scommesse, all'atto del fermo non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Dopo le formalità di rito è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Sant'Anna, dove rimane a disposizione dell'Autorità Giudiziaria, che dovrà convalidare o meno il fermo dopo l'interrogatorio.

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Martedì, 26 Dicembre 2017 08:16

Tragedia di Natale a Reggio Emilia

Un uomo di 70 anni, Franco Govi, ha ucciso la sorella Franca di 61 anni. Dopo aver tentato invano di suicidarsi con un coltello ma procurandosi solo ferite lievi, ha deciso di confessare telefonando al 118. I soccorsi, giunti in località Canali dove si è consumata la tragedia, hanno trovato l'uomo in stato di shock e la vittima in bagno strangolandola, come ha poi confermato ai poliziotti lo stesso omicida che è stato tratto in arresto.

E' intervenuta la polizia scientifica e il medico legale ha confermato la causa del decesso.

Il 70enne verrà ascoltato nelle prossime ore dal Magistrato.

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Prima ha soffocato la figlia di 2 anni, poi ha caricato in auto il maschietto di 5 anni e si è diretta verso un'area golenale del Po e ha ucciso con un coltello anche il primogenito. Ha poi rivolto l'arma su di sé, ma non è riuscita nel suo intento. Ad accorgersi dell'auto un pastore che pascolava le sue pecore nella zona.

REGGIO EMILIA – Non si sa che cosa sia scattato nella mente di Antonella Barbieri, 39 anni, originaria di Carpi (Modena) e residente a Suzzara, nel mantovano, che ieri ha ucciso i suoi due bambini, Kim di 2 anni, e Lorenzo Zeus, di 5, per poi tentare il suicidio, ma senza riuscirci.
Casalinga, bionda e bella, Antonella era la moglie dell'ex rugbista Andrea Benatti, 38 anni, di Viadana, con all'attivo due Coppe Italia e una Supercoppa, giocatore prima nel Viadana e, dal 2010, con gli Aironi in Celtic League.

Dal 2011, per problemi di salute, si era ritirato e aveva iniziato a lavorare nell'officina di famiglia. L'uomo era appunto al lavoro quando gli è stata data la più terribile delle notizie. Da tempo la donna era in cura per problemi psichici e si pensa che siano stati proprio questi all'origine della tragedia.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nella tarda mattinata di ieri, Antonella era da sola nella casa di Suzzara insieme ai due figli. Avrebbe prima soffocato con un cuscino la piccola Kim, di due anni, e avrebbe lasciato il corpicino sotto a una coperta nel letto matrimoniale. Poi ha preso con sé il primogenito Lorenzo Zeus, di cinque anni, e lo ha caricato in auto. Ha poi raggiunto un'area golenale del Po isolata, in località Fogarino, nei pressi di Luzzara, nel reggiano e ha accoltellato anche il bambino. Poi ha rivolto l'arma contro di sé, con il proposito di farla finita.

Tuttavia, quell'auto ferma in un luogo tanto insolito ha insospettito un pastore, che stava pascolando il suo gregge. L'uomo si è avvicinato e si è trovato davanti a una scena terribile: la donna aveva il coltello piantato nella pancia, mentre il corpo senza vita del piccolo era nascosto sotto a una coperta, sul sedile posteriore. Immediata la richiesta di soccorso.

All'arrivo del 118, della Polizia Municipale e dei Vigili del Fuoco, Antonella Barbieri avrebbe confessato di avere ucciso i figli, accompagnando la confessione con altre frasi sconnesse. Nel frattempo, i Carabinieri di Luzzara hanno iniziato le ricerche della piccola Kim nella zona. Non trovandola, hanno allertato i colleghi di Suzzara, che si sono recati nell'abitazione della famiglia e hanno trovato il corpo della bambina. I militari hanno poi avuto il compito di avvertire il padre delle vittime.

La Barbieri è invece stata portata nel Reparto di Terapia Intensiva dell'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dove i medici le hanno prestato le prime cure e appurato che la donna non è in pericolo di vita.

In serata, è arrivata per lei la disposizione di arresto, emessa dal Pm di Reggio Emilia Maria Rita Pantani.

Piantonata dai Carabinieri, Antonella Barbieri ha rifiutato le cure e non è quindi stato possibile operarla per la ferita procuratasi. Proseguono intanto le indagini da parte del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Guastalla, in coordinamento con i colleghi dell'Arma mantovana per capire che cosa ha portato la donna a compiere un gesto tanto terribile.

(Foto credit ANSA)

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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