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L’Associazione Parmafotografica comunica che in data 20 Maggio 2020 la raccolta benefica, a sostegno dell’emergenza sanitaria Covid-19, denominata “ UNO SCATTO PER IL MAGGIORE” ha permesso di donare all’ Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, e precisamente alla terapia intensiva con direttore Edoardo Picetti, la somma di 2500 Euro grazie alla vendita online delle foto messe a disposizione dai soci dell’associazione e da tanti amici fotografi che hanno creduto nell’iniziativa.

Oltre 1700 i pasti cucinati dagli chef del Consorzio di Ristoratori e consegnati dai volontari a persone emarginate e in difficoltà economica.

Una vera e propria catena della solidarietà, attivata in concomitanza con l’esplosione della pandemia, che ha consentito di fornire quotidianamente pasti caldi a numerose persone che vivono in situazioni di emarginazione e difficoltà economica.

La coordinatrice infermieristica: “A giudicare dall'apprezzamento dei colleghi, si meriterebbero una stella Michelin conquistata sul campo”.

Ogni giorno, per oltre un mese hanno consegnato pasti a tutti i reparti Covid dell’Ospedale Maggiore secondo una turnazione coordinata dal settore Alberghiero dell’Azienda.

Una cascata di piccoli cuori colorati, l’uno diverso dall'altro, è il modo nel quale l’Associazione Reggio Ricama ha desiderato riconoscere la professionalità e la dedizione prestate dagli operatori impegnati nei settori Covid dell’Arcispedale Santa Maria Nuova.

La consegna di 470 cuori di stoffa ricamata si è svolta questa mattina nella sede dell’ex-ospedale Spallanzani. A ricevere la presidente dell’associazione Sandra Cosmi, insieme ad alcune socie, erano il Direttore del Presidio Ospedaliero Provinciale Giorgio Mazzi e i direttori dei reparti alle cui equipe la donazione è destinata: Marco Massari per la Struttura di Malattie Infettive, Nicola Facciolongo per quella di Pneumologia, Pierpaolo Salsi per quella di Rianimazione, Maria Luisa Davoli per quella di Geriatria, insieme ad altri operatori.

Come ha spiegato Sandra Cosmi, presidente dell’associazione: “L'emergenza sanitaria ha sconvolto le vite di tutti, obbligando a rivoluzionare gli stili di vita e riflettere sul proprio ruolo in questa società. Si sono riscoperti nei confronti degli altri una sensibilità e un interesse che sembravano perduti. Non hanno destato sorpresa l'impegno, la dedizione, il sacrificio con cui il personale medico e sanitario si è adoperato e tuttora continua a fronteggiare questa situazione faticosa e imprevedibile. È questo il loro lavoro, certo, ma ci si rende conto di quanto sia realmente importante soltanto davanti alle grandi emergenze. Il nostro è un piccolo gesto ma è fatto con il “cuore” per esprimere l'enorme riconoscenza dovuta a chi ha combattuto in prima linea durante questo lungo periodo”.

Nata 30 anni fa, Reggio Ricama è una scuola di ricamo che conta oltre 200 allieve le quali, sotto la guida di maestre esperte, riprendono un'arte antica fatta di pazienza e perseveranza e in cui si fondono il gusto del bello, la creatività e l'eleganza. Durante il periodo di isolamento maestre e allieve hanno preparato i piccoli manufatti che esprimono le capacità piccole o grandi di ogni ricamatrice.

In questi mesi abbiamo ricevuto numerose attestazioni di stima, di affetto, di apprezzamento per il nostro lavoro, in diverse forme” ha commentato Giorgio Mazzi nel ringraziare le donatrici “Sapere, però, che nelle settimane del massimo contenimento oltre 200 persone abbiano dedicato il proprio tempo a realizzare con cura delle piccole opere d’arte da destinare ai professionisti impegnati nell’assistenza, stupisce e gratifica tutti noi”.

La donazione è frutto della collaborazione tra la Clinica geriatrica dell’Ospedale di Parma e l’associazione degli agricoltori per diffondere i principi della corretta alimentazione per la terza età.

Una punta di Parmigiano Reggiano per sottolineare una buona abitudine, che l’alimentazione sana aiuta a vivere meglio e il nostro formaggio ha tutte le caratteristiche per rientrare nelle diete consigliate soprattutto per la terza età. E’ questo uno dei principi nutrizionali che ha ispirato SPRINTT, un progetto Europeo condotto su 1500 soggetti anziani fragili i cui contenuti sono stati condivisi con milioni di “senior” e che a Parma ha visto nascere la collaborazione tra il direttore della Clinica geriatrica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Marcello Maggio e la Coldiretti Senior attraverso il presidente nazionale Giorgio Grenzi che ricopre anche il ruolo di presidente del Consorzio Agrario di Parma.

Una collaborazione che ha permesso, durante la fase 1 dell’epoca Covid, di fornire informazioni mediche agli associati sui sintomi, i comportamenti da adottare, le fasi della malattia, la tempestività delle cure territoriali ed ospedaliere e che ora ha portato alla donazione di 3500 confezioni di Parmigiano Reggiano monoporzione per il personale che ha prestato assistenza nei reparti Covid.

Volevamo esprimere anche noi la nostra solidarietà e stima nei confronti di chi si è speso tanto in un periodo veramente drammatico della nostra storia che ci auguriamo se ne vada presto - ha dichiarato il presidente del Consorzio Agrario Giorgio Grenzi - e lo facciamo consegnando un prodotto della nostra terra che, per le sue caratteristiche, è un ottimo alleato per ritornare in salute e soprattutto rimanerci”.

Il parmigiano reggiano, prodotto dall’Azienda agricola Sangonelli e Delbono di Basilicagoiano, è stato consegnato alla presenza del direttore del Consorzio Agrario Giorgio Collina, del responsabile di zona di Coldiretti Parma Gilberto Bodria nonché del direttore della Clinica geriatrica Marcello Maggio che li ha voluti ringraziare personalmente perché grazie a Coldiretti Senior riusciamo a sensibilizzare un ampio numero di persone sul progetto SPRINTT, ovvero sull’importanza di una sana alimentazione che, abbinata ad un programma personalizzato di attività fisica e ad un attento monitoraggio clinico, contribuisce al mantenimento di un buono stato di salute anche nei “Senior”.

Un ringraziamento è arrivato dal direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero-universitaria Ettore Brianti che ha sottolineato “la grande generosità di un territorio che si è stretto davvero intorno al suo Ospedale dando forza al personale innanzitutto e a tutti noi per andare avanti, sempre ogni giorno, con il massimo dell’impegno".

La Croce Blu di Bastiglia, vicina al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena. Grazie alla donazione di 50.000 euro, infatti, è stato possibile acquisire sia un ecografo portatile multidisciplinare dedicato al percorso dei pazienti/ utenti COVID o sospetti COVID che accedono al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena sia un “simulatore ecografico” atto alla formazione continua dei professionisti della Struttura Complessa Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza diretta dal dott. Antonio Luciani.

La nostra scelta di effettuare una donazione al Policlinico di Modena – ha commentato Aldo Marchi, della Croce Blu di Bastiglia - nasce dalla volontà di dare un contributo concreto al sistema sanitario locale da sempre impegnato in prima linea nella formazione del nuovo personale coinvolto nella gestione delle emergenze di primo soccorso. Il nostro contributo proviene da un’opera di parsimoniosa cura del nostro patrimonio che nel tempo ci ha permesso di realizzare un piccolo fondo che avremmo dovuto utilizzare per la sostituzione dei nostri mezzi di trasporto, ma che con il consiglio direttivo abbiamo pensato di devolvere, in questa situazione di forte emergenza, all'acquisto di uno strumento per la diagnosi precoce per il policlinico di Modena. In un momento in cui una tempestiva diagnosi può fare la differenza sul futuro della vita di una persona, donare 50 mila euro, ci è apparso un contributo necessario per sostenere il grande lavoro fatto dal policlinico di Modena. Con questo gesto abbiamo voluto essere ancora una volta, come è accaduto per il terremoto e l’alluvione che hanno colpito il nostro territorio, a fianco della comunità nel sostenere e fare la nostra parte nell'affrontare le difficoltà”.

L’ecografo – spiega il dottor Luciani - garantisce una valutazione ecografia importante nell'ambito della patologia da Sars-cov 2, consentendo un supporto efficace nella valutazione dei pazienti sospetti COVID e/o con COVID. Esso inoltre risulta necessario anche nella fase diagnostica poiché rileva alterazioni compatibili con interstiziopatia polmonare in modo più sensibile rispetto alla radiografia toracica cosi come nella fase di monitoraggio clinico perché rappresenta uno strumento accurato e non invasivo per verificare l'evoluzione clinica della malattia”.

Il simulatore avanzato “Simulatore ACLS Adulto Code Blue” è costituito da software e manichino a corpo intero, è in grado di riprodurre scenari clinici simili a quelli reali, costituendo una modalità di apprendimento di fondamentale importanza per sviluppare e mantenere competenze soprattutto nell'ambito dell'Emergenza Urgenza. Esso è altamente realistico e interattivo per esercitazioni avanzate nell’ambito dell’emergenza-urgenza (ACLS) ed è inoltre dotato di un software specifico “Surface Pro 2 “che consente di guidare il simulatore a distanza senza fili; inoltre permette di registrare l’audio e il video dello scenario di simulazione grazie ad una telecamera integrata nel dispositivo, incrementando e rendendo più efficace la formazione. Consentirà di simulare e affrontare situazioni di arresto cardio-respiratorio o di elevata criticità (shock, insufficienza respiratoria, trauma, etc.), il tutto in condizioni di sicurezza, evitando rischi clinici per pazienti reali e rischi di contagio per gli operatori.

Sono due strumenti importanti, che ci consentono da un lato di individuare con precisione i pazienti a rischio per indirizzarli nel percorso corretto – ha concluso Luciani – e dall'altro di mantenere sempre formato il personale, condizione sempre fondamentale nel campo dell’emergenza, ma ancora più decisiva in questo contesto epidemiologico.”

COVID 19, giungono ancora numerosissime donazioni in alimenti, bevande, dolci, servizi e oggetti vari rivolte a medici, infermieri, operatori e volontari degli ospedali della provincia e dei servizi dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia.

Un lavoro di squadra dei 30 ristoranti e di realtà come Barilla, Centro Agroalimentare, Fratelli Galloni e Parmalat per un grande risultato.

Una tavolata lunga due mesi e 4500 pasti caldi consegnati nei reparti Covid dell’Ospedale Maggiore: numeri che racchiudono il grande lavoro di squadra espresso da Parma UNESCO Creative City of Gastronomy e dai 30 ristoratori riuniti sotto le insegne di Parma Quality Restaurants guidati dallo chef Andrea Nizzi. Era la metà di marzo quando gli chef parmigiani hanno deciso di mettere la loro esperienza e il loro talento in cucina al servizio del personale impegnato nella battaglia quotidiana contro il Coronavirus.

Un appello raccolto dal Comune di Parma, da Parma Alimentare e dall’associazione “Parma, io ci sto!” che hanno subito attivato un canale con la direzione dell’Azienda ospedaliero-universitaria. E da quel giorno sono usciti dalle loro cucine vassoi di pietanze che hanno raggiunto, a rotazione, tutti i reparti destinati all'assistenza dei malati affetti da Coronavirus. Dalle malattie infettive, alle rianimazioni, al pronto soccorso per poi raggiungere tutti i reparti del padiglione Barbieri e arrivare alla Torre delle Medicine dove hanno concluso il loro ultimo servizio proprio nei giorni in cui quei reparti stanno tornando a svolgere le funzioni assistenziali originarie.

Con il nostro piccolo gesto – ha dichiarato Andrea Nizzi, presidente di Parma Quality Restaurants – abbiamo voluto sostenere chi era in prima linea nella lotta di un nemico tanto invisibile quanto pericoloso. Ora iniziamo a riaprire i nostri ristoranti sperando che il cibo torni ad essere quello che era, un piacere di stare insieme con gioia”.

Con loro alcune aziende alimentari parmensi come Barilla, Centro Agroalimentare, Fratelli Galloni e Parmalat, che hanno consegnato, sempre in quei giorni, forniture di frutta e verdura, pasta, snack dolci e salati, succhi di frutta e prosciutto crudo a basso contenuto di sodio pre-affettato.

Una gara di solidarietà che ha più volte commosso il personale in servizio oggetto di tante deliziose attenzioni.

Vorrei ringraziare personalmente tutti coloro che si sono presi cura del personale del Maggiore in un momento di grande difficoltà e tensione – ha affermato Massimo Fabi commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero-universitaria – e in particolare tutti gli chef che ci hanno servito migliaia di pranzi dimostrando ancora una volta che quando Parma fa squadra ottiene grandi risultati. Permettetemi infine, in questa seconda fase, di rinnovare l’appello ad usare comportamenti corretti. Mascherina, distanziamento sociale e lavaggio delle mani. Essenziali per ripartire con il piede giusto”.

Raccolti quasi 1200 euro tra personale, amici e famigliari che saranno destinati all’acquisto di attrezzature Anticovid.

Il personale dell'Istituto penitenziario e della scuola di Formazione di Polizia Penitenziaria, da sempre sensibile e vicino a tutta la cittadinanza parmigiana per l'emergenza coronavirus, ha voluto dare un contributo concreto alla sanità parmense attraverso una donazione all’Ospedale di Parma.

Una donazione disposta da Banco Bpm del valore complessivo di 57.700 euro ha permesso l’acquisizione di due ecografi da impiegare nei settori assistenziali impegnati nell'emergenza Covid-19.

Una delle apparecchiature è destinata alla Struttura di Reumatologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova diretta dal Professor Carlo Salvarani, tra gli autori dello studio nazionale che indica l’impiego del farmaco antireumatico Tocilizumab nel trattamento di pazienti affetti dal virus Covid-19. L’ecografo è di modello avanzato, dotato di quattro sonde, due delle quali sono lineari ad alta frequenza per prestazioni qualitativamente elevate.

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