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Si rafforzano i legami di Ahmed Hannachi con l'Italia, il vile attentatore di Marsiglia, che otto giorni fa uccise a coltellate due giovani cugine di 20 e 21 anni.

di LGC Parma 9 ottobre 2017 - Già era noto il suo passato trascorso a Aprilia dove si era anche coniugato e ora spunta la pista emiliana, dopo che la Digos di Bologna ha eseguito l'arresto a Ferrara di un fratello, Anis Hannachi di 25 anni, da diverso tempo ospite del nostro Paese .
Dalle prime notizie trapelate e diffuse alla stampa, sembrerebbe che fosse proprio opera del fratello Anis l'indottrinamento al radicalismo subito da Ahmed.
La polizia italiana sta quindi cercando di ricostruire la rete terroristica che probabilmente si è ramificata nel quadrilatero Marsiglia, Aprilia , Ferrara e la Tunisia cercando di ricostruire lo scopo dei frequenti viaggi del terrorista caduto a Marsiglia sotto i colpi dell'antiterrorismo francese.

Da segnalare infatti che, solo pochi giorni fa, un altro fratello, Anuar, era stato fermato in Tunisia e non è da escludere che altri fratelli potrebbero anch'essi essere coinvolti o avere collegamenti con  reti jhadiste.

Gli inquirenti cercheranno anche di individuare l'eventuale ruolo della ex moglie italiana del killer di Marsiglia, Ramona Cargnelutti, che ora vive in Tunisia.

(Foto Francesca Bocchia scattata in occasione della commemorazione di vittime del terrorismo)

Pubblicato in Cronaca Emilia
Martedì, 03 Ottobre 2017 10:28

Il prezzo della libertà

Una società aperta, come lo è quella occidentale, sarà sempre esposta all'aggressione. Ma la libertà conquistata con milioni di morti, va difesa a denti stretti e con lo stesso coraggio dei nostri nonni e bisnonni che son caduti in guerra per donarcela.

di Lamberto Colla - Parma 3 ottobre 2017 -
Difficile immaginare quale interruttore si sia acceso nella testa di Stephen Paddock, il pensionato 64enne autore della più orrenda strage mai registrata negli USA.

Certamente non è stata una reazione d'ira improvvisa. Nella camera d'albergo, al 32esimo piano dell'hotel Mandalay Bay, il killer si era preoccupato di portare 20 delle 42 armi, tra fucili, mitragliatori e pistole, di sua proprietà oltre a materiale per la costruzione di ordigni casalinghi.

Sotto di lui 40.000 persone riunite per cantare e ballare al festival country che ogni anno si tiene nella città del gioco e divertimento per eccellenza.

Nulla, nella vita di Stephen, poteva far pensare a un epilogo del genere. La sua vita, leggendo le cronache, era corsa via nella tranquillità nonostante fosse figlio di un pregiudicato. Il padre, Benjamin Hoskins Paddock, è stato per anni nella lista dei più ricercati dall'Fbi dopo essere fuggito da un carcere federale del Texas dove stava scontando una condanna a vent'anni.

Voci ancora non confermate, attribuiscono al killer, la conversione all'islam assumendo il nome di Samir Al-Hajib.

Vero o meno, la notizia è molto ghiotta, e immediatamente il sedicente "califfato" ne ha rivendicato l'azione.

Il risultato finale, ancora in via di aggiornamento, è di 59 morti e 527 feriti. Una carneficina!

Ma se a fare impressione è il conteggio matematico delle vittime di Las Vegas, a Marsiglia, poche ore prima, nei pressi della stazione ferroviaria, un "soldato" dell'Isis aveva sgozzato una giovane ragazza di soli 17 anni e un'altra pugnalata a morte all'addome, prima di essere a sua volta freddato dalle sentinelle anti terrorismo.

Nel mezzo di questo week end di sangue, un altro assalto è attribuibile all'isis. Questa volta il teatro di guerra è Edmonton, capitale dell'Alberta in Canada, dove un richiedente asilo somalo ha investito con l'auto un poliziotto che immediatamente dopo ha provveduto a accoltellare prima di darsi alla fuga per tornare all'azione armato di con un furgone (noleggiato in precedenza) e causando il ferimento di cinque persone.

E' evidente che con l'acclamarsi della sconfitta sul campo aperto del "Califfato" la strategia del terrore sta prendendo il sopravvento sulla guerra militare e gli attacchi a persone inermi sono la nuova frontiera del terrorismo islamista. Attacchi che diventeranno sempre più frequenti e imprevedibili e nessun paese, occidentale o islamico, potrà considerarsi immune.

Da parte nostra dobbiamo prendere coscienza che nessuna protezione può rivelarsi efficace,  salvo appunto una drastica riduzione della libertà personale.

E' il prezzo che dobbiamo pagare!

Il sistema occidentale, nonostante i difetti e le macroscopiche quanto feroci contraddizioni, è un mondo aperto. Aperto alle religioni, ai pensieri e agli scambi. E come tale è facilmente aggredibile.

Non possiamo permetterci la chiusura. La libertà è una conquista ottenuta a caro prezzo che dobbiamo difendere a denti stretti.

Prima di tutto allontanando la paura o facendoci imbrigliare dalle diffidenze verso le differenze, sociali o etniche che siano, ma reagendo uniti, in una vigile e attenta veglia a quanto accade attorno a noi, collaborando con le forze di polizia e soprattutto abbattendo le barriere dell'egoismo.

Al contempo dobbiamo addestrare il "terzo occhio" al riconoscimento del bene e del male.

Purtroppo, le 59+2 vittime del week end, sono l'ennesimo dazio che la società libera ha dovuto sborsare.

(Foto Jon Sullivan PD Photo.org )

Pubblicato in Politica Emilia

B. B 22enne albanese, è stato allontanato dal territorio nazionale poiché la sua presenza costituiva una minaccia per la sicurezza dello Stato e avrebbe potuto agevolare organizzazioni o attività terroristiche.

Il Ministro dell'Interno Marco Minniti ha disposto a suo carico il divieto di rientrare in Italia e negli altri paesi dell'area Schengen. Si tratta tecnicamente di un provvedimento di allontanamento previsto dall'art. 20 del Decreto Legislativo 30/2007, trattandosi di figlio di cittadino dell'Unione Europea, in quanto il padre - pur nato in Albania – è cittadino italiano.

L'Ufficio Immigrazione della Questura di Modena ha attivato la procedura che ha portato all'esecuzione del decreto ministeriale. Il provvedimento di immediata attuazione adottato dal Questore di Modena è stato convalidato dalla sezione specializzata Immigrazione e Protezione Internazionale del Tribunale di Bologna.

Scarcerato sabato 23 per avere ultimato di espiare una pena detentiva per evasione dalla Casa Circondariale Sant'Anna, è stato quindi preso in consegna da agenti della DIGOS che si sono imbarcati con lui sul volo che nella serata di sabato è decollato da Bologna alla volta di Tirana, ove è stato affidato alle autorità albanesi.

Durante il periodo di detenzione, il predetto ha palesato una tendenza al radicalismo religioso, ricercando su internet video o documenti di propaganda ideologica ed intraprendendo attività di auto indottrinamento, postando su facebook immagini relative ad uccisioni di musulmani, evidenziando risentimento contro le istituzioni e contro i maltrattamenti dell'Occidente verso il mondo islamico. Durante la detenzione, avvenuta nei vari istituti di detenzione, ha avuto contatti con altri soggetti radicalizzati, manifestando la volontà di porre in essere atti di autolesionismo estremo, inneggiando all'Isis ed aggredendo il personale di polizia penitenziaria.

Benchè in Italia dal 2004 e titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo, gli accertamenti operati dall'intelligence della Polizia di Stato hanno accertato che egli non risultava inserito nel contesto sociale di riferimento, anche in ragione di numerosi precedenti penali per rissa, resistenza, lesioni, porto abusivo d'arma ed evasione.

Anche durante le fasi di esecuzione dell'allontanamento l'albanese ha in più circostanze invocato, mantenendo un atteggiamento di assoluta tranquillità, l'ira di Allah sull'Italia contro gli infedeli.

Pubblicato in Cronaca Modena

Le due importanti manifestazioni podistiche, che avrebbero tagliato il traguardo della 37° e 30° edizione, sono tra le "vittime" delle norme di sicurezza in vigore dallo scorso luglio, che hanno già portato all'annullamento delle piccole feste e sagre di paese.

Di Manuela Fiorini Modena 12 settembre 2017  – La "circolare Gabrielli" in vigore dallo scorso mese di luglio fa le sue prime "vittime" illustri. Sono infatti state annullate la Corrimodena e la Maratona d'Italia – Memorial Enzo Ferrari di Carpi, che il prossimo 8 ottobre avrebbe festeggiato la 30° edizione.

A "tarpare le ali" a due delle manifestazioni podistiche più longeve e famose non solo di Modena, ma anche d'Italia sono stati i costi che avrebbero dovuto sostenere le società organizzatrici, per attenersi alle regole in materia di sicurezza imposte dalla circolare. L'alternativa sarebbe stata quella di aumentare la quota di partecipazione in maniera considerevole. Strada che le società organizzatrici non hanno voluto percorrere.

Ma che cosa dice la "circolare Gabrielli"? Emanata dal capo della Polizia Franco Gabrielli e inviata a Prefetture e Questure in seguito ai fatti di Torino, quando, lo scorso 3 giugno, durante la proiezione sul maxischermo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, lo scoppio di un petardo seminò il panico, causando 1527 feriti, la circolare fissa una serie di regole in materia di sicurezza, senza le quali le manifestazioni di piazza non saranno consentite.

Queste misure riguardano sia la salvaguardia dell'incolumità delle persone, sia i servizi di ordine e sicurezza pubblica che devono essere garantiti.

In particolare, ogni evento pubblico deve prevedere, come si legge nella circolare:
Un'adeguata protezione nelle aree interessate dall'evento, attuando attenti controlli con frequenti ed accurate ispezioni e verifiche, soprattutto nei luoghi in cui più facilmente possono essere celate insidie, mediante l'ausilio di personale specializzato di adeguate attrezzature tecnologiche;
L'individuazione di nuove aree di rispetto e pre-filtraggio, al fine di realizzare, i controlli sulle persone, valutando se possibile l'adozione di impedimenti, anche fisici, all'accesso di veicoli alle aree pedonali.
Un' opportuna sensibilizzazione degli operatori impiegati nei vari servizi, affinché mantengano un elevato e costante il livello di attenzione e professionalità, con appropriate ed adeguate misure di autotutela, specie a salvaguardia della propria ed altrui incolumità.

In tale cornice ed alla luce dell'attuale scenario internazionale, si rende necessario che gli organizzatori degli eventi, alla stregua del collaudato modello organizzativo previsto per le manifestazioni calcistiche, fornisca un adeguato contributo all'integrazione delle misure pianificate, mediante il concorso nel dispositivo di un servizio di Stewart calibrato in relazione alle esigenze, che sa che la partnership tra pubblico e privato, in un'ottica di gestione partecipata della sicurezza.

Tradotto, significa che devono essere previste, per esempio, unità cinofile o artificieri in grado di prevenire, in fase preparatoria e successivamente, l'introduzione di materiale esplosivo da impiegare in atti terroristici. Inoltre, l'accesso alla manifestazione deve essere controllato, sia per quanto riguarda le persone che gli automezzi. Ciò si traduce, in concreto, nell'istituzione di varchi con rivelatori di metalli e dispositivi di arresto per gli automezzi. Infine, gli operatori impiegati dovranno essere opportunamente formati.

La circolare prosegue con l'inserimento di ulteriori parametri di sicurezza, tra cui l'adozione di percorsi di accesso all'area in grado di garantite il deflusso del pubblico, piani di emergenza ed evacuazione, supportati da mezzi antincendio, spazi di soccorso, assistenza sanitaria e presidi del 118.

Deve poi essere presente personale di supporto, in numero adeguato al numero di presenze, con compiti di accoglienza, regolazione dei flussi e gestione di procedure di evacuazione. Obbligatorio anche un impianto di diffusione sonora che ha il compito di diffondere istruzioni ai presenti, evitando il diffondersi di notizie e informazioni errate che possono causare situazioni di crisi.

Va da sé che tutto questo rappresenta un costo non indifferente, che grava sugli organizzatori, molti dei quali non ce la fanno a sostenerli e preferiscono annullare gli eventi, anche con una lunga storia alle spalle, come in questo caso.

Ma la sicurezza, si sa, ha un prezzo, che stiamo pagando tutti noi, e non solo dal punto di vista materiale.

Pubblicato in Sport Modena

Durante la performance del rapper Sfera Ebbasta alla festa del PD di Ponte Alto, a Modena, qualcuno ha pensato bene di utilizzare la sostanza urticante per diffondere il panico e, nel fuggi fuggi generale, ne ha approfittato per fare mal bassa di catenine, portafogli e cellulari.

Di Manuela Fiorini Modena 2 settebre 2017 -  – Non c'è pace per la Festa del PD di Ponte Alto. Non basta la scarsa affluenza all'incontro con il Ministro Poletti, ora ci si mettono anche i malviventi, che hanno pensato bene di "sfruttare" la principale paura del nostro tempo, quella degli attentati terroristici, per mettere a segno una raffica di furti. Circa quattromila persone, per la maggior parte giovani, stavano assistendo al concerto del rapper Sfera Ebbasta, al secolo Gionata Boschetti, presso l'Arena sul lago, quando, all'improvviso, hanno avvertito bruciore agli occhi e problemi respiratori.

Subito si è creato il panico e le persone hanno cominciato a correre in tutte le direzioni in cerca di una via di fuga o di un luogo sicuro, qualcuno è caduto, qualcun altro è stato calpestato. Otto persone sono ricorse alle cure del personale sanitario presente sul posto, altri genitori hanno accompagnato i loro figli al Pronto Soccorso. Lì è stata svelata l'origine dei malesseri: l'inalazione e il contatto degli occhi con una sostanza urticante, ma innocua, in pratica il classico spray al peperoncino, venduto liberamente per difendersi dai malintenzionati. Peccato che, questa volta, siano stati proprio loro a utilizzarlo per agire indisturbati, sfruttando il panico generale, e fare man bassa di cellulari, portafogli, borsette e monili, come hanno potuto appurare molti dei malcapitati una volta passata la paura.

Non uno scherzo di cattivo gusto pensato da qualche buontempone, ma un piano ben preciso, e ben rodato, dal momento questo sarebbe già il terzo episodio, dopo due analoghi registrati in altrettante discoteche della provincia.

E scoppia la polemica sulla sicurezza e sui controlli. Sì, perché se molte feste locali hanno dovuto essere rimandate o addirittura annullate per la stretta sugli standard di sicurezza che hanno fatto lievitare i costi dell'organizzazione, ci si domanda come sia stato possibile il verificarsi di un episodio simile in un'area frequentata da migliaia di persone e, nel caso del concerto, gratuito, quindi a potenziale affluenza massima, di giovani.

La direzione della Festa del PD esprime il suo rammarico per quanto accaduto e attribuisce l'introduzione della bomboletta di spray al peperoncino, nonostante i controlli con metal detector e "paletta", alla confezione, che sarebbe in plastica, quindi non rilevabile dagli strumenti classici di prevenzione delle azioni criminose.

Pubblicato in Cronaca Modena

Parma, 23 agosto 2017. Dopo i tragici fatti di Barcellona dei giorni scorsi anche a Parma si adottano nuove misure di sicurezza per il rischio attentati.

Il Comune, in linea con gli esiti del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica di sabato scorso in Prefettura, si è prontamente attivato iniziando con il disporre fioriere che possano fungere da dissuasori di velocità e impedire l'accesso non autorizzato in due delle strade pedonalizzate più frequentate del centro, via Farini e via Cavour.

20170823-antiterrorismo-PR-fioriere-via-cavour"Si tratta di un primo layout - sottolinea l'assessore alla Sicurezza Cristiano Casa - che verrà potenziato e affinato nei prossimi giorni. La volontà è quella di incrementare la sicurezza attraverso l'introduzione di elementi di arredo urbano che assumano la funzione di dissuasori per il passaggio di mezzi non autorizzati e attraversamenti ad alta velocità, garantendo contemporaneamente il decoro e la piacevolezza estetica delle nostre strade".

Pubblicato in Cronaca Parma
Lunedì, 21 Agosto 2017 12:01

Marsiglia, furgone contro due fermate del bus

Continua la sequenza di attacchi verso inermi cittadini seguendo la tecnica palestinese. Questa volta è accaduto a Marsiglia dove un furgone ha preso di mira due fermate del bus e una persona ha perso la vita mentre un'altra è stata ferita.

Mentre in Spagna è aperta la caccia all'autista della strage sulla Rambla, a Marsiglia, dove peraltro inizialmente si riteneva vi fosse un collegamento con i fatti spagnoli, un trentacinquenne incensurato e perciò non inserito nella lista identificata con la "S" destinata ai radicalizzati, ha preso d'assalto due fermate dell'autobus.

La polizia ha bloccato quello che potrebbe essere l'attentatore ma ha chiesto comunque alla popolazione di non avvicinarsi alla zona del porto in quanto le operazioni sono ancora in corso.

 

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Attentati a Barcellona e Cambrils. Bandiera della Spagna a mezz'asta in Regione, il presidente Bonaccini: "Gli assassini non vinceranno, il loro farneticante progetto si infrangerà contro i principi di democrazia e libertà che abbiamo conquistato a caro prezzo"

"Un forte augurio di pronta guarigione ai feriti e un commosso cordoglio alle famiglie delle vittime"

Bologna – "Ancora una volta la mano vigliacca di assassini ha colpito ciecamente, con il solo obiettivo di uccidere più persone possibile. Non vinceranno, il loro farneticante progetto si infrangerà contro quei principi di democrazia e libertà che l'Europa e tutte le grandi democrazie hanno conquistato a caro prezzo".

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dopo il nuovo attacco terroristico che ha colpito ieri pomeriggio Barcellona e stanotte Cambrils, in Spagna.

"Un forte augurio di pronta guarigione ai feriti-chiude Bonaccini- e un commosso cordoglio alle famiglie delle vittime".

In segno di lutto, la Regione questa mattina ha esposto la bandiera spagnola a mezz'asta all'ingresso dell'Assemblea legislativa.

Pubblicato in Cronaca Emilia
Venerdì, 18 Agosto 2017 09:41

Attacco alla Catalogna. Ora a chi tocca?

L'ISIS rivendica l'attentato di Barcellona e annuncia un più grave attentato, fortunatamente sventato a Cambrils in piena notte. L'Italia per quanto ancora resterà indenne da attacchi?

di Lamberto Colla Parma 18 agosto 2017 - 
13 morti e un centinaio di feriti, molti dei quali gravi, è il risultato dell'attacco avvenuto a Barcellona ieri pomeriggio.

Ma quello che lascia perplessi è l'organizzazione ancora ben strutturata delle cellule terroristiche comandate dallo "stato islamico" ormai ridotto a un lumicino.

Infatti, a poche ore dall'attacco alle Ramblas, ecco uscire un manifesto che, nel rivendicare la paternità dell'azione terroristica, ne annuncia uno ancor più violento  (vedi foto copertina). E così all'una di notte la polizia spagnola è riuscita a intercettare e annientare i componenti di un commando pronto a una nuova e più grave "matanza".

5 terroristi, armati e carichi di esplosivi che a Cambrils, località balneare a 120 km da Barcellona, sono stati intercettati e uccisi dalla polizia spagnola.

Se la Spagna è diventato un nuovo terreno di battaglia, alla pari lo potrà diventare anche l'Italia. Cadono infatti le giustificazioni che sostenevano le ragioni degli attacchi in Belgio, Francia e Regno Unito (numero di foreign fighters, mancata integrazione delle seconde generazioni ecc...).

Tutto ciò conduce a considerare che i prossimi attacchi avverranno "dove" sarà possibile e dove sono presenti cellule sufficientemente organizzate.

Ecco quindi che le azioni di prevenzione e di ascolto, da parte dei servizi, delle polizie locali e il contributo dei cittadini, potranno ridurre notevolmente il rischio di attentati.

L'Italia, inoltre, sarà sempre più nel mirino dei terroristi soprattutto dopo il successo ottenuto dal Viminale sul fronte dei migranti riuscendo a bloccare il corridoio degli sbarchi, almeno sino a quando l'accordo con la Libia (Cirenaica in particolare) reggerà.

La sicurezza passa anche attraverso gli occhi e le orecchie di ciascuno di noi.

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 11 Giugno 2017 11:56

Assalto all’arma bianca

Ormai siamo alla fase finale. lancia in resta e assalto frontale al crociato.

di Lamberto Colla Parma 11 giugno 2017
Siamo al contatto fisico, diretto uno contro uno, armati di coltelli per godere dell'effetto della sopraffazione e guardare il nemico che si accascia sotto i propri fendenti è l'ultima, in ordine di tempo, tattica di guerra proposta dai soldati del sedicente califfato.

Nel corso evolutivo della guerra portata ai "crociati" sul loro terreno, abbiamo visto sempre meno kamikaze e sempre più "lupi solitari" che usano armi e esplosivi low cost per provocare terrore, alimentare angoscia e insicurezza.

In un breve lasso di tempo, si è passati dalle cinture esplosive agli zainetti con le cooker bomb (bombe realizzate con prodotti acquistabili in un qualsiasi supermercato), dai kalashnikov, facilmente reperibili a "buon mercato" in qualsiasi paese, ai micidiali "camion" lanciati sulla folla.

Un'evoluzione della strategia del terrore che prevede comunque un minimo di organizzazione, di competenze e quindi di apprendimento e/o addestramento con il rischio di venire intercettati ancor prima dell'entrata in azione.

Ecco quindi inaugurata l'ultima tattica di guerra, quella apparentemente meno distruttiva ma più penetrante e imprevedibile.

L'assalto all'arma bianca.
Un coltello e tanto odio verso "gli infedeli" fanno del lupo solitario il terrorista della porta a fianco. L'insospettabile, radicalizzato o meno, che può decidere in qualsiasi momento di abbattere il nemico. Che sia l'uomo d'affari, il poliziotto, la casalinga o il turista, l'importante è colpire in zone note affinché l'assalto possa essere mediaticamente interessante e non confuso con qualche regolamento di conti tra malavitosi comuni.

E' la guerra di prima linea. Quella che vede i nemici affrontarsi nel corpo a corpo armati di odio e della sola baionetta con l'unica sostanziale differenza che ognuno di noi è un "utile bersaglio mobile" per la causa dell'Isis che può essere colpito alle spalle inconsapevole di avere dei nemici.

Eccoci quindi all'assalto finale.
I migliaia di addestrati foreign fighters, liberi di muoversi nell'area Schengen, potranno andare a organizzare le cellule locali e soprattutto a reclutare giovani più o meno disadattati e pronti a vendere l'anima al califfo.

Come è stato per l'italo marocchino componente del trio che ha assaltato gli infedeli sul London Bridge.
Era un adolescente normale, un bel ragazzo, intelligente e vivace, cresciuto in una famiglia che gli voleva bene, poi a un certo punto la trasformazione. Gli occhi si intristiscono, i capelli si accorciano e la barba incolta comincia a cancellare gli ultimi tratti di quel bel viso di adolescente per trasformarlo in un giovane che odia il prossimo.

Youssef Zaghba, 22 anni, risultava iscritto all'Aire, l'Anagrafe italiana dei residenti all'estero, del Comune di Valsamoggia (Bologna) è il prototipo della capacità persuasiva dei predicatori dell'odio, capaci di trasformare un giovane normale in una bomba terroristica invisibile, insospettabile e perciò ancor più insidiosa.

Quanti Youssef dovremo incontrare prima di dichiarare apertamente lo stato di guerra e sotterrare la demagogia imperante ?

Youssef Prima Youssef Dopo


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Pubblicato in Politica Emilia
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