Venerdì, 24 Gennaio 2025 14:34

Carlo Iannello: Lo stato del potere, un passaggio verso il post-liberalismo In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Carlo Iannello, nel suo nuovo libro Lo stato del potere, offre un’analisi rigorosa e lucida del processo storico e politico che ha trasformato il rapporto tra Stato e mercato, mettendo in discussione i pilastri fondamentali del liberalismo.

Di Andrea Caldart (Quotidianoweb.it)  Cagliari, 23 gennaio 2025 - L’autore esamina come il neoliberalismo, originariamente concepito come un’esaltazione delle libertà economiche, abbia gradualmente demolito i principi liberaldemocratici e i diritti sociali che avevano caratterizzato le democrazie occidentali del Novecento.

Attraverso una narrazione precisa e documentata, Iannello descrive il ribaltamento del tradizionale laissez-faire, con lo Stato che non si limita più a garantire la neutralità del mercato, ma diventa uno strumento diretto del capitale. Il risultato è uno “Stato neoliberale” che conserva il suo apparato coercitivo, non per tutelare le libertà o i diritti, ma per assicurare il funzionamento di un mercato in cui la concorrenza è stata estesa a ogni aspetto della società, dal welfare (sanità, istruzione, università) alle relazioni sociali.

Una delle riflessioni più originali del libro riguarda la transizione dal neoliberalismo a una nuova fase, che Iannello definisce "post-liberalismo". Questo sistema emergente, secondo l’autore, non solo smentisce i principi fondativi del liberalismo, ma li tradisce apertamente: l’iniziativa economica e la proprietà privata, pilastri teorici del capitalismo liberale, vengono subordinati agli interessi di pochi attori transnazionali, sempre più lontani da qualsiasi controllo democratico.

L'autore descrive con forza come questa concentrazione di potere stia assumendo forme che richiamano le pianificazioni dello Stato interventista, ma con finalità esclusivamente private e oligarchiche. È un'accusa che non lascia spazio a compromessi: il risultato è una democrazia svuotata, dominata da un capitalismo transnazionale che maschera il proprio dominio dietro una retorica comunitarista.

La descrizione di un “post-liberalismo” oligarchico e illiberale che si nasconde dietro una retorica comunitarista appare inquietante e sorprendentemente attuale, soprattutto in un’epoca in cui le disuguaglianze economiche e la concentrazione del potere sembrano crescere in modo inarrestabile.

Uno degli aspetti più interessanti del libro è l’analisi critica delle contraddizioni interne al neoliberalismo. Iannello sottolinea come decenni di politiche neoliberali abbiano paradossalmente messo in crisi i loro stessi fondamenti teorici, portando a una concentrazione del capitale e del potere decisionale che mina persino le residue libertà economiche, come l’iniziativa privata e la proprietà.

Il libro non si limita a un’analisi teorica, ma invita a riflettere sul futuro della democrazia e delle libertà individuali in un contesto in cui il potere sembra sempre più svincolato dalle dinamiche di rappresentanza. La proposta di Iannello di vedere in questo “Stato del capitale” una nuova forma di interventismo pianificato, lontano però dai fini sociali del Novecento, solleva interrogativi fondamentali su quali alternative siano possibili per arrestare questa deriva autoritaria e antidemocratica.

In conclusione, Lo stato del potere è un saggio illuminante, denso di spunti critici e analisi profonde, che affronta tematiche di estrema rilevanza per chiunque sia interessato a comprendere le dinamiche del potere nella contemporaneità.

Iannello ci offre uno strumento prezioso per decifrare il presente e immaginare un futuro diverso, che restituisca centralità alla politica e ai diritti sociali. Un libro imprescindibile per studiosi, politici e cittadini consapevoli.

 

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