Martedì, 21 Gennaio 2025 18:58

Israele-Hamas: un accordo di resa, non di pace, mentre l'Occidente resta in silenzio In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Di Andrea Caldart (Quotidianoweb.it) Cagliari, 21 gennaio 2025 - Mentre i leader e i media dei Paesi occidentali presentano l’accordo tra Israele e Hamas come un passo verso una pace duratura, sul campo la situazione appare drammaticamente diversa.

Non si tratta di un’intesa che pone fine al conflitto, ma di una resa imposta attraverso l’uso della forza e una strategia che alcuni osservatori definiscono come una politica di annientamento della popolazione palestinese.

La tregua, salutata con entusiasmo dalle diplomazie occidentali, non ha fermato completamente le operazioni israeliane. I bombardamenti a bassa intensità continuano a colpire la Striscia di Gaza, mietendo vittime civili, tra cui molti bambini. Questa fragile tregua sembra quindi più una pausa tattica che una vera fine delle ostilità.

La strategia israeliana è sempre la stessa, espansione e insediamenti illegali.

Israele ha sfruttato l’ultima escalation per consolidare il controllo sui territori occupati. Nella Striscia di Gaza, gli attacchi hanno provocato un esodo forzato, riducendo ulteriormente la presenza palestinese. Ma non è tutto: nelle alture del Golan, territorio siriano occupato dal 1967, Israele continua a costruire insediamenti illegali, ignorando il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite. Questa politica espansionistica non mostra segni di arresto, alimentando ulteriormente le tensioni nella regione.

All’interno dello stesso governo israeliano emergono profonde divisioni riguardo all’accordo. Diverse forze politiche ultranazionaliste si oppongono apertamente alla tregua, ritenendola un cedimento alle richieste di Hamas. Questo clima di disaccordo rende l’accordo estremamente fragile, con il rischio concreto che il conflitto possa riaccendersi in qualsiasi momento.

Un elemento fondamentale è il ruolo dei media e dei governi occidentali, che sembrano evitare di criticare apertamente Israele. Il massacro di civili palestinesi a Gaza rischia di essere presto dimenticato, soppiantato da una narrativa che dipinge Israele come una vittima in cerca di sicurezza. L’accoglienza riservata a leader israeliani, anche quelli accusati di crimini contro l’umanità, nei contesti internazionali è un segnale inequivocabile di questa tendenza.

Il sostegno incondizionato dei Paesi occidentali, Italia compresa, a Israele non fa che perpetuare il conflitto. Invece di promuovere una soluzione equa e giusta, l’Occidente si limita a sostenere una situazione che legittima l’occupazione e le operazioni militari.

La vera pace richiederebbe il riconoscimento dei diritti dei palestinesi, la fine delle occupazioni e il rispetto del diritto internazionale.

Tuttavia, finché la narrazione dominante continuerà a favorire Israele, ogni accordo sarà solo una tregua temporanea destinata a sfociare in nuovi episodi di violenza.

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"