Sabato, 29 Marzo 2014 18:50

Sdoganato il Ponte Nord In evidenza

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Tutti convergono sulla necessità di procedere al completamento dell’opera. Per Marchetti è un’opera d’arte e come tale deve essere utilizzata. 

 

di LGC -  Parma 29 marzo 2014 --

Cecilia Zanacca, introducendo i lavori della terza tavola rotonda organizzata, questa mattina, da Civiltà Parmigiana, anticipa che già una quarta è in via di programmazione e sarà il seguito di quella dedicata al Centro Antico e alla viabilità. Segno che gli obiettivi primari sono stati raggiunti dal movimento: stimolare il dibattito pubblico per indirizzare le energie verso soluzioni condivise e soprattutto realizzabili. 

La sottolineatura di Carlo Ferrari, deus ex machina delle tavole rotonde, è oltremodo significativa: “Vorrei che si sancisse la pace fra tutti” perché facile è la critica molto più difficile la realizzazione dei progetti. 

All’architetto Flavio Franceschi il compito di inquadrare il problema del “Ponte Nord” e anticipare alcune delle idee che potrebbero prendere forma per superare l’impasse attuale. 

“E’ una tradizione europea quella dei ponti abitati. Una tradizione nella quale Parma è entrata”. Al riguardo l’architetto ricorda gli splendidi e noti esempi di Venezia (ponte di Rialto) e di Firenze (Ponte Vecchio) ma anche quello, molto meno noto ma altrettanto splendido, di Mantova frutto del genio architettonico di Giulio Romano. Parma, quindi, secondo Franceschi già presidente dell’Ente Fiere all’epoca in cui venne lanciata la Fiera dell’Agroalimentare Cibus,  attraverso il Ponte ha una occasione per riprendere la centralità sull’agroalimentare e cogliere, seppure in ritardo, l’occasione offerta da  EXPO2015  di riavviare progetti in tal senso.

Per il relatore, molte possono essere le destinazioni e gli utilizzi dei 6.000 metri quadrati come ad esempio una “fiera permanente dedicata all’agroalimentare” con una estensione a tutte le tradizioni europee. Potrebbe diventare un luogo di promozione per ALMA o per l’Università ma, prosegue Franceschi “mi spingo oltre, il Ponte Nord, potrebbe diventare  anche il motore di un Turismo che vada oltre Parma e i soliti circuiti di Roma, Firenze e Venezia. Pensiamo alle suggestioni delle corti padane e a quel gioiello  straordinario di Mantova”.  Affinché si possano realizzare progetti di questa portata “c’è necessità di un motore, di qualcuno che si faccia promotore del coordinamento” e il più indicato ad assumere il ruolo sarebbe, secondo Franceschi, il sindaco di Parma. 

Le organizzazioni professionali del commercio, rappresentate da Luca Vedrini e Claudio Franchini, convergono sulla utilità di procedere al completamento dell’opera e sono in perfetta sintonia nell’esprimere il No assoluto sulla destinazione commerciale. Per Vedrini di Confesercenti già ci sono “troppi mercatini”.  Una  proposta potrebbe essere quella di valorizzare le iniziative di “start up”, a costo quasi zero, nei locali del Ponte Nord al fine di dare un’opportunità di confronto con il mercato a queste giovani imprese per valutare l’apprezzamento dell’iniziativa artigianale. Vedrini conclude sottolineando la necessità di collegare tutti i punti nevralgici. “Si cominci a parlare di collegamenti, abbiamo tutto scollegato e il Ponte a Nord dovrà essere collegato con tutto”. 

In linea con Vedrini anche Claudio Franchini di Ascom, “l’investimento è stato fatto e occorre valorizzarlo. Bisogna trovare una soluzione che non duplichi qualcosa di esistente. Sono ancor più drastico di Luca; non metterei nulla destinato alla vendita perché il luogo per questo è il centro storico.” Per il rappresentate ascom gli spazi del ponte potrebbero essere destinati a tutte le grandi imprese di produzione e commercializzazione europee. Uno spazio “vetrina” dei Brand che ben si armonizza con il forte “segno di modernità” espresso dal manufatto. “Bisogna investire, conclude Franchini, in progetti di alto livello”.

“Bisogna evitare che il Ponte Nord e ancor più il Palazzo del Governatore diventino una grande bottega. Sono opere d’arte e come tale devono essere utilizzate”. Questa la prima riflessione di Giuseppe Marchetti il quale insiste sull’uso che va riservato alle strutture e che deve essere consono all’opera. Un esempio negativo è l’avere destinato gli spazi che erano della legione dei carabinieri all’Efsa. “ I carabinieri lo avevano reso degno e visitabile. questa Efsa non ho mai capito bene cosa sia”. Tornando a focalizzare l’attenzione al Ponte Nord, lo studioso suggerisce di farlo “diventare un organismo a sé.”  Un’attrazione, quindi, che si sommi alle altre per offrire un’occasione nuova ai  flussi turistici. “Questo strano ponte, conclude Marchetti, dobbiamo trasformarlo in modo che trasporti la città nella modernità”

L’ultimo intervento in programma, prima del dibattito, è riservato al rappresentante delle strade dei sapori dell’Emilia Romagna, Mario Schianchi

“Questo ponte c’è e il pragmatismo che mi deriva dall’essere contadino mi dice che deve essere valorizzato”. Per Schianchi sono state perse molte opportunità soprattutto in relazione all’esposizione mondiale di Milano del 2015. Tutte le città hanno programmato qualcosa di utile, a Bologna è andata la “Città del Cibo” e Rimini ad esempio, è riuscita a ottenere la fermata dell’alta velocità. “Rischiamo di essere saltati dal flusso turistico. In un’ora da Milano i visitatori potranno andare a Rimini.” “Questa città, sentenzia Mario Schianchi, è meglio che rifletta e poi ricominci a camminare”. 

Diversi gli interventi da parte del pubblico tutti orientati a suggerire idee atte a valorizzare la città. Tra questi l’ex vice sindaco Paolo Buzzi il quale ha tenuto a smentire le falsità sull'argomento poi diventate luoghi comune. Innanzitutto il costo. 23,9 milioni di euro è costato e non il balletto di cifre che è stato diffuso e  sopratutto nulla è andato a carico del  contribuente parmense. Infine smentisce anche che non vi fosse un progetto.  Anzi, ricorda Buzzi, erano stati intrapresi rapporti per un collegamento alla Triennale di Milano per una esposizione permanente sulla moda mentre, nell’originario progetto, la parte agroalimentare sarebbe stata accolta nell’area dell’ex scalo merci. “Nel 2010, chiosa Buzzi, avevamo realizzato un protocollo con il sindaco Letizia Moratti. C’era un progetto che a quanto pare è stato buttato alle ortiche”.

Per Civiltà Parmigiana, quindi, obiettivo centrato. Portare a discussione costruttiva argomenti spinosi con lo scopo di trovare, pur nelle differenze delle parti coinvolte, punti di condivisione sui quali fare leva per intraprendere dei percorsi che conducano alla migliore soluzione per il bene comune e non per soddisfare interessi di parte.

Cecilia Zanacca, coordinatrice del movimento civico, ringraziando gli intervenuti lascia intendere che ci sarà un seguito anche su quest'argomento.