Martedì, 06 Settembre 2022 07:03

NESCIRI, il documentario di Ivan D’ignoti al Festival Internazionale di Milano. (con short trailer) In evidenza

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Il giovane autore siciliano racconta la storia di un italo-serbo che vive in una comunità.

Di Francesco Graziano Bologna, 5 settembre 2022 - Il regista siciliano Ivan D’Ignoti, dopo la lunga esperienza con il programma Scherzi a Parte e la recente direzione per Rai 2 di Italiani Fantastici, approda con il suo primo documentario dal titolo “ Nesciri”, in uno dei festival più importanti d’Italia “ Visioni dal Mondo” che si svolge a Milano. L’opera farà parte insieme ad altri nove candidati della sezione New Talent. Il documentario è stato scritto a quattro mani con Nicola Soldani e curato, nella parte del suono e musicale da Placido Salamone. La proiezione avverrà venerdì 16 settembre al Teatro Litta di Milano.

La storia narrata è quella di Nikola, un ragazzo italo-serbo dal passato turbolento, che vive da quattro anni in comunità. Il padre del protagonista morì per overdose quando lui aveva appena due anni mentre la madre decise di allontanarlo da casa per colpa del vortice di droga e spaccio in cui era piombato.

All’interno della comunità Nikola non riesce a sentirsi libero e l’unica, autentica, via d’uscita sembra essere il suo amore per la musica.

Dal momento in cui ha cominciato a scrivere brani ecco che finalmente è riuscito ad esprimersi e a comunicare con gli altri.

Il regista da anni ha imparato ad ascoltare tutti, soprattutto quelle persone che nessuno considera perché, ognuno a proprio modo, ha una storia da raccontare e spesso le storie più emozionanti, quelle che arrivano dritte al cuore sono anche quelle più “ normali”.

Il giovane filmaker isolano è entrato in punta di piedi nel mondo interiore di questo ragazzo che all’inizio non emetteva un solo suono dalla bocca. Con pazienza si è guadagnato la sua fiducia. Ci sono voluti sette giorni vissuti ventiquattro ore  dentro la comunità e alla fine gli sforzi sono stati ripagati. Per entrambi si è trattato di un percorso quasi terapeutico, come è spesso l’incontro con l’Altro da se, e per la prima volta gli operatori hanno udito Nikola pronunciare la parola “ lavorare” che, in questa occasione, non diventa semplicemente un verbo espresso all’infinito, un suono privo di senso pronunciato da una bocca “ beckettiana”, ma un modo per dire “ Eccomi, sono qua pronto a mostrarvi il mio mondo interiore senza finzioni o schermi, vi mostrerò la mia verità”, un atto che può essere all’inizio doloroso ma che se perpetuato nel tempo diventa, come detto, terapeutico; questo concetto vale per tutti e proprio per tale motivo lo spettatore si sentirà toccato nel profondo del cuore da questa storia.

Ha affermato D’Ignoti: “Ho sempre sognato i grandi festival cinematografici e quando è arrivata la chiamata del Festival Internazionale del Documentario è stata un’emozione indescrivibile. Sono solamente una decina i documentari candidati in Italia nella sezione e, per me, è un grandissimo risultato vedere il mio lavoro tra questi. Desidero ringraziare di cuore l’associazione “ Il Favo” per il grande supporto che ci ha fornito mediante il progetto “ No neet”. Vorrei – ha concluso D’Ignoti – che la storia di Nikola possa diventare fonte d’ispirazione, mi piacerebbe riuscire a creare nello spettatore un senso di empatia con i ragazzi della comunità. Se riuscirò in questo intento significherà che il messaggio che i sogni sono più forti di qualunque trauma è riuscito a bucare lo schermo per arrivare ad ognuno di noi perché, sono convinto, che anche se non possediamo il controllo su una buona parte di quello che ci succede nella vita, abbiamo invece la capacità di reagire”. E questo è un dono prezioso che tutti hanno anche se a volte non lo ricordano.