Lunedì, 26 Luglio 2021 10:00

In tour con i libri: “La storia di Firenze” In evidenza

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Questo articolo ti porterà a vedere Firenze con “gli occhi”, o meglio con le pagine, di un libro tutto nuovo

Questo articolo inizierà con una confessione.

Anzi due.

Può sembrare strano ma la prima cosa che ho da dirti è questa: da donna di mare, ho sempre concepito (e preferito) la vacanza in mezzo al cemento, alla scoperta di una nuova città. È per questo motivo lecito che ti porterò a vedere Firenze con “gli occhi”, o meglio con le pagine, di un libro tutto nuovo. Sì, nonostante l’estate e nonostante Firenze, per la sua conformazione, non sia certo una delle città più fresche dove potessi condurti. Ma è l’intramontabile “Città Nobile”, come disse qualcuno.

L’altra cosa che ho da dirti, a denti serrati e sottovoce, è un mea culpa. Ho scritto questo articolo dal mare, sdraiata su un lettino con l’iPad in mano.

Ho perso di credibilità, lo capisco.

Conosco questo storico gioiello come le mie tasche, un po’ me lo merito.

Quindi…

Se hai in programma a breve una visita a Firenze, fai caso a queste quattro cose che sto per raccontarti. Se la conosci a memoria, sorriderai o ti sorprenderai. Se ti ho fatto venir voglia di tornarci ad afa passata, salva questo articolo tra i preferiti per un secondo momento.

Adesso che siamo entrati un po’ più in confidenza, puoi perdonarmi e insieme possiamo iniziare il nostro tour.

SI PARTE!

LE QUATTRO DOMANDE CHE (FORSE) NON TI SEI MAI FATTO SU FIRENZE

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Ti sei accorto che la torre di Palazzo Vecchio non è centrata?

Arnolfo Di Cambio costruisce il Palazzo tra il 1299 e il 1315, innalzandolo sopra i resti di due palazzi più piccoli: Palazzo dei fanti e Palazzo dell’Esecutore di Giustizia (precedentemente appartenuto ai ghibellini Uberti, ormai cacciati dalla città). È già presente anche una torre, che viene inglobata e utilizzata come base: la Torre della Vacca, in precedenza proprietà della famiglia Foraboschi.

Ecco il motivo per cui la famosa torre, che ha visto prigionieri Cosimo de’ Medici e Savonarola, non svetta perfettamente al centro del palazzo.

Prende forma da costruzioni preesistenti!

EXTRA - La curiosità. Simbolo della potenza e imponenza del governo fiorentino, in seguito alla sua realizzazione, nessuna torre in città potrà mai elevarsi più in alto di essa (novantaquattro metri).

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Perché c’è la statua di un bue sulla facciata del duomo?

Alza gli occhi al cielo. In alto, a sinistra della porta della mandorla, un’insolita scultura si affaccia curiosa sulla piazza della cattedrale. È proprio la testa marmorea di un bue dotata di corna, a cui si accompagnano due misteriose spiegazioni popolari.

La versione ufficiale vuole che sia un omaggio a tutti gli animali da traino che hanno contribuito alla costruzione del Duomo.

EXTRA - La curiosità. La versione popolare invece racconta di una tresca. La leggenda vuole che il capomastro dell’Opera del Duomo, durante i lavori, abbia avuto una relazione amorosa con la moglie del panettiere, che tiene bottega qualche metro più avanti. Costretti a porre fine ai loro incontri, il capomastro avrebbe collocato la testa del bue cornuto proprio in direzione del negozio del rivale, come un memento che lo guarda da lontano e lo sbeffeggia quotidianamente.

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Cosa rappresenta politicamente la statua del Perseo in Piazza della Signoria?

Siamo nel 1545 quando Benvenuto Cellini, prestigioso orafo, progetta un Perseo che farà la storia della scultura. IL Perseo.

A Firenze sta iniziando la seconda età dei Medici, dopo un breve periodo in forma di Repubblica. Cosimo I viene eletto Granduca di Toscana, titolo che si tramanderà di sangue in sangue fino all’estinzione della dinastia (1737, per mancanza di eredi).

Ecco il nostro parallelismo scultoreo conservato sotto la Loggia dei Lanzi: l’eroe Perseo che vince contro Medusa rappresenta la famiglia Medici che abbatte il “mostro” della Repubblica Fiorentina. Una Medusa-Repubblica con una folta chioma di serpenti aggrovigliati, a simboleggiare i contrasti e le discordie tra le famiglie fiorentine durante la breve età repubblicana.

Ma facciamo un passo indietro, perché non è l’unico parallelismo. La statua di Perseo viene collocata molto vicina a quella di Giuditta e Oloferne di Donatello (oggi conservata a Palazzo Vecchio), eretta durante il periodo repubblicano come simbolo del popolo che si libera dalla tirannia. Un ingombrante posizione per ricordare al popolo “chi comanda” sul popolo; la supremazia dei Medici è appena tornata.

EXTRA - La curiosità. No, non ti racconterò che nella maschera dietro la testa di Perseo si cela l’autoritratto di Cellini (provare per credere). Vorrei farti sentire quanto è potente, rivoluzionaria, azzardata e magnifica una manodopera del genere. Cellini è un ambizioso anticonformista, deciso a rimanere per sempre negli annali della storia dell’arte: vuole incredibilmente fondere la statua in un unico blocco (pratica estremamente difficile e inusuale dai tempi greci). Non scenderò in ulteriori aneddoti e racconti, ti dirò solamente che rischierà di mandare a fuoco la sua casa e di ammalarsi gravemente pur di riuscirci. Ma è caparbio, e infine ce la fa. Ciò che ammiri è composto da tre soli pezzi unici: il blocco di Perseo, il blocco di Medusa ai suoi piedi, il blocco della testa del mostro.

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Qual è stata la prima fontana pubblica di Firenze?

Il ritorno al potere dei Medici ha grandi benefici artistici, come abbiamo già visto in precedenza. Sono sempre loro che, proprio in questo momento, donano la prima fontana pubblica ai cittadini di Firenze. E come sempre lo fanno senza lesinare e badare a spese. Nel 1559 è Bartolomeo Ammannati a vincere il concorso pubblico bandito da Cosimo I. L’opera viene posizionata nell’attuale Piazza della Signoria, con uno scopo sia pratico che politico: rifornire d’acqua un luogo ancora sprovvisto di fonti, e raffigurare le imprese marinare del ducato. La magnificenza della scultura del Nettuno infatti ha il compito di glorificare allegoricamente il potere mediceo sulle acque territoriali, e ricordare in particolar modo la costruzione del porto di Livorno e la fondazione dell’Ordine di Santo Stefano contro la pirateria. Ecco che prende vita il Nettuno al centro del complesso, i cui tratti somatici riprendono quelli del suo committente Cosimo De’ Medici.

Per dovere di cronaca, la vasca e gli elementi che lo circondano sono postumi e realizzati tanto da Ammannati quanto dalla sua bottega.

EXTRA - La curiosità. Come probabilmente avrai sentito, questa particolare statua del Nettuno è stata ribattezzata popolarmente “Il Biancone”. I motivi sono due: sia per il suo pregiato marmo bianco candido, che risalta ancora di più tra i bronzi scuri ai suoi piedi, sia perché a detta delle malelingue è un po’ “insapore”. La tradizione vuole che il pubblico fiorentino l’abbia accolta con la battuta “Ammannato, Ammannato, che bel marmo t’hai sciupato!”.

 

A cura di Giulia Orrù
(team parliamodilibri.it)

[Contenuti tratti dal libro “La storia di Firenze” edizioni Typimedia]